Luis Royo e l’apocalisse
“Ho visto un cielo nuovo e una terra nuova, perchè il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non esisteva più…”

È proprio con una citazione dell’Apocalisse che Luis Royo apre “Millennium III”, un suo libro di illustrazioni prodotte dal grande pittore (e non solo) spagnolo.
Luis Royo nasce nel ’54 in Spagna, all’età di 30 anni circa le maggiori case editrici internazionali pubblicano i suoi lavori, tra cui la Warner Books, la Marvel, la Pocket Books. Royo arriva ad esser conosciuto in ogni dell’Europa e degli States. Le sue opere compaiono sulle copertine di libri, riviste, tazze per la colazione, motociclette, e sulla pelle umana, rapendo anche l’attenzione degli amanti del tattoo, e su decine d’altri oggetti d’uso comune. Irrompe nel mercato e conquista subito il Mondo.
Nelle sue opere, la femminilità, la sensualità e l’eros diventano vittime, carnefici e ciceroni di torbide atmosfere e situazioni prettamente cyberpunk, corrente artistico-letteraria sviluppatasi negli anni ’80, grazie alle ambientazioni fantascientifiche e pessimistiche, in cui le tecnologie e le bio-tecnologie prendono il sopravvento intersecandosi nella carne umana e anche, viceversa, la carne umana intersecandosi nelle strutture costituenti le città distrutte. Luoghi, e in alcuni casi non-luoghi, in cui dei mostri mutanti imperano e si immergono in oscurità metalliche. Corridoi claustrofobici nei quali umani, con nel corpo inserti meccanico-robotici, cyborgs, stringono a sé delle splendide donne semi-nude. Città distrutte e tumefatte, con le pareti delle strutture quasi vive e grondanti di sangue. Tutto ciò a dimostrare che i contesti delle sue creazioni appartengono con certezza al cyberpunk.
Un futuro senza speranza, una società “tecnologicocratica” ormai involuta che tende sempre più verso il caos ed in cui nessuno aspirerebbe mai a viverci. Una vera e propria distopia.
L’opera, “L’angelo caduto”, (1997 – 63×44,5 cm) è presente anche nella copertina di Millennium III.
Il peso compositivo dell’immagine tende verso la destra dell’opera per via del posizionamento dei soggetti sul lato destro dell’opera. Questa tecnica compositiva, acquisita anche dalla fotografia, viene chiamata “regola dei terzi”, e consiste nel dividere in terzi un’immagine e nel riporre i soggetti nelle intersezioni dei terzi in modo tale da armonizzare e dinamicizzare la composizione totale.

Utilizzando una tecnica mista, tramite l’aerografo, con cui riesce a render ottimamente il luccichio nella testa e nelle ali della donna angelo, i colori ad olio, gli acquerelli, e gli acrilici, l’abile disegnatore e pittore, Luis, riesce a rappresentare la donna angelo e l’angelo cyborg nei minimi particolari, fino ad arrivare quasi ad una precisione degna dell’iper-realismo. I due, antestanti ad un enorme serie di cerchi concentrici metallici arrugginiti, stanno a terra inginocchiati. Lei mantiene la testa al cyborg rassegnato, come se lo stesse consolando. Nel mentre le cade una lacrima bianca. Eppure non vi è tensione muscolare né nei corpi né nei loro visi atarassici e spersonalizzati. Tutti segni-stereotipi d’appartenenza al cyberpunk: la spersonalizzazione, la solitudine, la rassegnazione, gli inserti neuro\bio-meccanici sul cyber-angelo.
Un elemento che si trova di continuo nelle opere di Royo è l’accostamento tra bellezza e bruttezza. In questo caso: la bellezza della donna angelo, con la sua vellutata pelle, e la bruttezza della pelle del cyborg. Elementi totalmente contrastanti che insieme creano un vortice quasi grottesco e allo stesso tempo interessante e unico.
La citazione dell’Apocalisse ben preannuncia le situazioni incerte di rassegnazione, di grandi cambiamenti e di sofferenze che il folle genio rappresenta nei suoi futuri svilenti e soffocanti causati da una degenerazione dell’eugenetica, dall’esasperazione della robotica e delle biotecnologie e dal troppo alto ruolo dell’intelligenza artificiale che, in questi mondi ipotetici, sfocia in chaos. Temi, questi, attualissimi che scatenano ancora dibattiti accesi nel campo della bioetica fra filosofi, politici, bioingegneri e non solo.
L’approccio del cyberpunk non è, quindi, solo di puro sfogo creativo fine a sé stesso, è, anzi, una forte critica verso la nostra società attuale. Questa corrente non è intrapresa solo letterariamente o solo dal mondo delle illustrazioni, ma anche da svariati film, tra i più noti: Matrix, eXistenz, Jhonny Mnemonic. Il cyberpunk è una vera e propria possibile realtà nella quale il nostro presente potrebbe sfociare.
In foto “L’angelo caduto”.
Written by Fabio Costantino Macis
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