“Never Flinch” di Stephen King: come nascono i mostri?

Quando l’espiazione sarà completa e sarà fatta ammenda, potrai riposare.

Never Flinch di Stephen King
Never Flinch di Stephen King

Stephen King si dimostra ne “Never Flinch” ancora una volta un grande narratore in questo nuovo romanzo anche se, per chi ha letto tutti i suoi testi come me… comprende che ci sono libri che hanno poco mordente kinghiano rispetto ad altri.

Anche in questo caso il romanzo è bello, originale, scritto bene; ma gli manca quella mano che ti afferra saldamente un polso per trascinarti dentro le pagine. Detto ciò, “Never Flinch”  resta comunque un buon libro.

Ritroviamo delle vecchie conoscenze: Holly Gibson che abbiamo conosciuto nella trilogia di Mr. Mercedes e, di seguito, in altri due libri.

È un po’ invecchiata, ma fa sempre la detective e ha vicino a sé i fratelli Robinson. Col tempo la fiducia in se stessa si è rinsaldata, anche se, lo si sa, quando uno nasce quadrato non può morire rotondo; alcune sue incertezze resteranno sempre e sono proprio le caratteristiche che fanno di lei una persona alla quale voler bene.

“Una specie di Sherlock Holmes in tacchi bassi, camicette color pastello e gonne di tweed.”

Qui facciamo la conoscenza di Trig, un tipo che frequenta l’alcolisti anonimi e che si porta appresso diversi problemi; ricordi d’infanzia che lo spingeranno sempre più giù lungo una china scoscesa. A tratti mi ricorda un poco il personaggio di Jack Torrance in Shining… alcolizzato e che parla col padre defunto…

Trig ha deciso di uccidere tredici innocenti e un colpevole, quanti furono i membri della giuria che, in un processo, aveva spedito in carcere un uomo innocente.

“Trig riesce a pensare soltanto a ciò che ha perduto, a ciò che ha fatto, e a come porvi rimedio.”

Il primo omicidio di cui si macchia è verso una donna che stava passeggiando: “E perdere la verginità uccidendo un uomo? Trig sa bene che, una volta varcato quel confine, non potrà più tornare indietro”.

L’ispettrice Izzy Jaynes chiede aiuto ad Holly, ma, nel frattempo, Holly viene ingaggiata come guardia del corpo da Kate McKay, scrittrice femminista che, proprio per quanto sta portando in giro, viene presa di mira da uno/una stolker. Ma conosciamo Holly e sappiamo che, comunque, il suo cervello penserà a entrambi i casi.

Leggendo “Never Flinch” mi sono domandata quale fosse il nesso tra una storia e l’altra … alle quali si è aggiunto anche un terzo scenario: quello di Sista Bessie, cantante di colore Gospel che chiama al suo fianco Barbara Robinson, amica di Holly.

E pure Jerome, fratello di Barbara, entra in gioco come guardia del corpo di Sista… accidenti, mi sono detta: ma dove vuole arrivare? E quale è il punto in comune di tutte queste trame?

Poi mi sono data una spiegazione che non so se essere quella giusta, quella che lo scrittore ha inteso mostrarci; ognuno di voi potrà farsi un’opinione propria.

Il nesso è il mostrarci come nascono i mostri, con persone che avrebbero potuto essere normali, ma che per fatalità, disgrazie o l’essere nati in un posto sbagliato, hanno concesso alla loro parte più buia di prevaricare.

Stephen King citazioni Never Flinch
Stephen King citazioni Never Flinch

Ci ha voluto anche mostrare come la giustizia sia un’altra cosa rispetto alla vendetta.

E, soprattutto, il nesso è il paese che ha scelto questa volta per mettere in scena il suo libro: perché una volta sistemati i personaggi e avergli fatti recitare la loro parte, tutto torna nello stesso posto, preparandosi per il gran finale. Tutte e tre i sentieri convergono alla serata finale che si tiene in un auditorium: Barbara, Kate e la sua collega Corrie saranno messe in condizione di diventare vittime. Holly, Jerome e Sista saranno coloro che tenteranno di salvare loro la vita.

I cattivi si mostreranno in tutta la loro mostruosa fragilità.

La cittadina scelta sembra quasi un grosso polipo, dove ogni tentacolo regge una delle scene drammatiche che sveleranno tutti i perché.

Come sempre Stephen King ci mostra le fragilità e le crepe da cui guardare una società malata. In questo caso ci parla di maschilismo e di vendetta.

E c’è poi quell’ultima frase che chiude il romanzo “Never Flinch”, una sorta di ripensamento, così che tutto finisca con un lato sovrannaturale che ci fa sobbalzare un poco.

 

© 2025 Sperling & Kupfer

ISBN 978-88-200-8207-9

Pag 501

€ 23,00

 

Written by Miriam Ballerini

 

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