“Clete” di James Lee Burke: una corsa contro il tempo?

Gli investigatori privati sono in gran parte come me. Fumano, bevono. Per un poliziotto, è un’onta indelebile.

Clete di James Lee Burke
Clete di James Lee Burke

“Clete” è il secondo giallo di James Lee Burke che leggo e, come il primo “Una cattedrale privata”, ho ancora delle perplessità riguardo a quello che, ormai ho compreso, essere proprio il suo stile di scrittura.

Di nuovo devo dire che è un bel romanzo, dove, in questo caso, è scritto da Clete che racconta tutta la vicenda che è capitata e che ha avuto inizio nell’autolavaggio di un suo amico: “Questa storia della Louisiana è accaduta alla fine degli anni novanta, prima di Katrina e prima delle Torri”.

Clete è un investigatore, collega di Dave Robicheaux che già ho avuto modo di incontrare nel romanzo “Una cattedrale privata”.

Dave non ha mai disonorato il suo distintivo, io invece sì.”

Come nel precedente libro anche qui torna la filosofia del bayou (a titolo informativo i bayou sono un intrico di canali formati nella zona paludosa del Mississippi. Bayou significa tortuoso).

Il suo modo di scrivere ben si adatta a questi luoghi: nebbiosi, umidi, intricati. Leggere Clete che narra di se stesso è come ascoltare qualcuno che racconta parlando intorno a una sigaretta, avete presente?

Ci troviamo immersi in un giallo intricato dove tutto inizia nell’autolavaggio: Clete ci ha portato la sua auto, a quanto pare qualcuno ha nascosto qualcosa nella sua macchina e la rivuole.

Da lì conosciamo la peggio umanità: antisemiti, gente della droga, ma chi imbroglia chi?

“Ero diventato un bersaglio perché avevo portato la mia cadillac eldorado all’Eddy is car wash.”

Da questo momento il protagonista chiede aiuto allo sceriffo Helen e al suo vecchio compagno Dave; non si tratta più di capire cosa sia stato nascosto nell’auto, ma anche capire chi è che sta uccidendo diversi personaggi del romanzo, fra i quali lo stesso Eddy.

Tutto ciò è immerso in questa atmosfera asciutta, sincera, dove si muove questa gente che ricorda i gangster del passato.

Con Clete che comincia ad avere delle visioni: gli appare Giovanna d’Arco, mentre è imprigionata, mentre brucia sul rogo. Gli parla e gli sa dire cose che una visione non dovrebbe conoscere.

Il mio problema non è che vedo delle apparizioni. Il mio problema è che credo siano reali.

Ecco il punto: come nel romanzo precedente, dove sia Dave che Clete cominciano a sognare, e quindi a vedere, un vecchio galeone.

Come se non bastasse, incontrano anche il misterioso viaggiatore del galeone: Gideon Richetti. Chi è costui? Non possiamo esattamente definirlo uomo visto il suo aspetto, che non starò a descrivervi, lo scoprirete leggendo. Inoltre lo si trova fotografato in diverse epoche!

Un fantasma?

James Lee Burke citazioni Clete
James Lee Burke citazioni Clete

Non comprendo, probabilmente un mio limite, cosa abbiano a che fare queste parti sovrannaturali con un giallo. Per quale motivo inserirle, dove vuole portare il lettore. Forse voi sarete più bravi di me in questo e apprezzerete anche questo lato della sua scrittura.

Nuovamente condivido il suo schierarsi a difesa dei più deboli, degli ebrei, dei neri. Contro i nazisti e i fascisti: “Sono come i fascisti. Non c’è niente di misterioso in loro. In fondo in fondo, sono dei bulli e sono crudeli”.

Alla fine c’è una corsa contro il tempo per fermare questo nuovo tipo di droga, chiamata Leprechaun, che potrebbe distruggere chi l’assume.

Il protagonista ci spiegherà tutto, spesso rivolgendosi direttamente a noi lettori, saltando fuori dalla pagina con scrittura confidenziale: “A questo punto della storia devo essere un po’ discreto, capite cosa intendo?”.

Conoscere Clete è comunque sapere di un uomo buono, onesto, spoglio di qualsivoglia artificio. Clete è così come appare.

 

© 2024 Jimenez Edizioni Srl

ISBN 978-88-3203-686-2

Pag. 319

€22,00

 

Written by Miriam Ballerini

 

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