“Scrivere di donne in Roma antica” di Graziana Brescia e Mario Lentano: 21 figure femminili
“L’anima affonda Lesbia per colpa tua/ in questo amore non trova più la strada./ Impossibile volerti bene fossi anche la migliore delle donne/ ma fammi qualunque cosa impossibile smettere di amarti/ Odio Amo Se mi chiedi perché non so/ risponderti accade semplicemente ed è tortura.” ‒ “Elegie” di Catullo

“Scrivere di donne in Roma antica” è un saggio scritto da Graziana Brescia e da Mario Lentano; il volume è edito per Carocci nel 2024.
Le leggi di Roma, ormai è una cosa che ripetono anche le mura della città millenaria, non sono state redatte per difendere i diritti delle donne.
In un film Roma è un sogno che poteva solo essere sussurrato, era un sogno per uomini non per le donne. Quindi, con qualche eccezione, non ci stupiamo che non ci siano pervenuti grandi trattati scritti da donne. Sappiamo che ne sono esistiti, sappiamo anche che il tempo non ha ritenuto i posteri degni di tale lettura. Anche se dove leggiamo tempo, forse, si dovrebbe leggere volontà. La volontà di cancellare, reprimere e nascondere.
Tutto questo mio disquisire per introdurre quello che è un saggio che parla di letteratura e, nello specifico, parla delle donne protagoniste della letteratura.
Gli autori, escludendo i grandi nomi del mito (seppur con una sola eccezione) e della storiografia, ci parlano delle donne che hanno ispirato i grandi autori della letteratura, anche se molte di queste donne non sono mai esistite o se queste donne sono “nascoste” con un altro nome che le copre come un mantello.
Ho scritto che gli autori escludono dal loro trattato le donne che hanno davvero fatto parte della Storia ma questo non è del tutto vero, ne troverete alcune, ma quello che è importante è che le donne di questo volume sono “parlate” e non parlanti.
Lo scopo di questo lavoro è ampliare il punto di vista di chi legge. Chi, parlo soprattutto con coloro che hanno svolto studi classici, non si è mai chiesto per quale motivo si dovessero ascoltare le melodiose frasi di Ovidio, Catullo, ecc…?
Quando si può disporre di uno strumento, come questo saggio “Scrivere di donne in Roma antica”, che offra un punto di vista diverso su quello che potrebbe sembrare solo ed unicamente uno struggimento d’amore, perché non approfittarne.
Cosa si può scoprire in questi viaggi letterari?
La risposta più ovvia è che ogni scritto può aprire una finestra sul suo autore. Ovviamente l’autore, gioco forza la natura dello scrivere, si deve senza dubbio consegnare al suo lettore anche se in parte. La letteratura latina non era ad uso e consumo del popolo ma di chi lo governava o di chi faceva parte delle élite cittadine.
Alcuni scritti erano strali od ovazioni contro o verso qualcuno che avrebbe sicuramente letto le pagine vergate con siffatta rabbia o struggimento. A Roma o comunque in quel mondo che era la letteratura antica, non era possibile dissimulare molto in questo senso. Si potrebbe paragonare questa situazione ad un paese in cui tutti si conoscono e, volenti o nolenti, tutti sanno ogni cosa di tutti e qualsiasi sussurro è in realtà poco meno che un urlo in piena piazza.
Cos’altro possiamo apprendere?
Molte delle donne della letteratura sono interpreti della società in cui l’autore vive.
Quando Orazio ci parla di Canidia, nota come la prima strega di Roma, non allude necessariamente ad una persona da lui conosciuta ma forse, a mio modo di vedere, al modo in cui la collettività di riferimento dell’autore è consona e/o fossilizzato nel dare una forma alle sue paure, ai suoi pregiudizi o alla forma che ogni individuo dà ai suoi pensieri.
Ma le donne di cui parla la letteratura romana assumono una voce propria all’interno degli scritti degli autori latini?
Di alcune di queste donne possiamo dire che il canto a loro dedicato le ha impresse a fuoco, o ad inchiostro se preferite, nella storia. Anche se, come nel caso dell’imperatrice Messalina, credo che la sposa imperiale avrebbe fatto volentieri a meno di tale nomea ma, poi, sarà tutto vero? La tradizione la ritrae come una donna disinibita e dedita ai piaceri carnali ma questo è ciò che dicono gli scrittori detrattori di suo marito. Lei cosa avrebbe detto?
Di altre donne, invece, posiamo dire che la letteratura arrivata sino ai giorni nostri non solo non ha reso giustizia ma ha tolto del tutto la voce.
Tra i molti scritti, la letteratura giuridica ci ha restituito brani di casi giudiziari che però non sono mai stati discussi in tribunale ma erano esercizi per gli studenti. Questi esercizi di stile servivano ad addestrare il futuro avvocato a disquisire di ogni argomento potesse essergli sottoposto durante la sua carriera.
Una donna a Roma poteva interpellare la legge per pochissimi motivi, soprattutto quelli futili: servi negati, ornamenti sottratti e così via. Ma se questa legge, Mala Tractatio, fosse l’unica via praticabile per chiedere giustizia sulla decisione del marito sulla salute dei figli della coppia?
Questo renderebbe il caso in tribunale molto difficile, la donna non era considerata parte in causa perché l’unico a poter disporre del destino dei figli era il marito. Alla fine questi esercizi di tribunale null’altro facevano se non rimarcare un’impossibile vittoria della ragione sulla società ma solo nel caso in cui a chiedere giustizia fosse una donna.
“O leggi, o ordinamenti, dovreste vergognarvi di aver costretto in tali angustie il dolore dello sventuratissimo sesso femminile! Dunque una moglie, per l’assassinio del figlio, può accusare il marito solo di maltrattamento? Le mogli che usano ricorrervi per le loro lagnanze coniugali, per le loro piacevolezze matrimoniali, hanno fatto venir meno l’efficacia di questa legge: laddove è mia opinione che essa sia stata concepita unicamente per le madri sventurate.”
Ci piacerebbe davvero se questa affermazione fosse reale ma, ricordo, questo intervento in tribunale non è mai avvenuto e mai questa donna ha potuto dire il suo pensiero. Dobbiamo all’autore dell’arringa se esiste anche solo un esercizio stilistico che le possa dare la possibilità di invocare giustizia.
“Scrivere di donne in Roma antica” è un saggio perfetto.
Written by Altea Gardini