Primo Maggio: dalle proteste di Chicago alle celebrazioni contemporanee

Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo.” ‒ Adriano Olivetti

Primo Maggio storia Festa Lavoratori
Primo Maggio storia Festa Lavoratori

La Festa dei Lavoratori (Primo Maggio), celebrata ogni anno il primo giorno di maggio, ha origini storiche profonde legate alle lotte operaie dell’Ottocento. Ed è una ricorrenza per celebrare le conquiste ottenute dai lavoratori nel corso della storia.

In Italia, la Festa del Lavoro è stata ufficializzata nel 1891, anche se durante il fascismo (1924-1944) viene spostata al giorno del Natale di Roma (21 aprile). Per tornare dopo la Liberazione a essere celebrata il 1° maggio, e riconosciuta ufficialmente nel 1946. Nata originariamente per richiedere la riduzione dell’orario della giornata lavorativa, la Festa dei lavoratori affonda le sue radici in un periodo di contestazioni durante la Rivoluzione industriale, tese a ottenere maggiori diritti per gli operai.

Correva l’anno 1866, quando a Chicago (Illinois), viene approvata la legge, entrata poi in vigore l’anno successivo nel primo giorno di maggio, che prevedeva le otto ore lavorative. Da ricordare, che all’epoca la giornata lavorativa poteva arrivare fino a 16 ore di lavoro. Quella giornata, altamente significativa per la partecipazione di migliaia di persone, rimane una data incisa nella storia.

In seguito, sempre a Chicago ma nell’anno 1886, in molti scioperano per ottenere maggiori diritti sul posto di lavoro con cortei e proteste culminate con la tragica e ben nota “rivolta di Haymarket”, durante la quale una bomba esplode tra la folla, causando morti e feriti. Evento, che avrà un forte impatto sul movimento operaio internazionale. Mentre, il fermento che si respira in America ha un acceso riverbero in Europa, dove a Londra (1864) nasce la Prima Internazionale, Associazione internazionale dei lavoratori di stampo socialista. Così come a Parigi dove nasce la Seconda Internazionale (1889).

La Seconda Internazionale Socialista, organizzazione di partiti socialisti e laburisti, decide di istituire il Primo Maggio in memoria delle vittime di Chicago: data simbolica per la tragedia del 1° maggio 1886. A quel punto, il primo giorno di maggio è inevitabile che venga assunta come data storica a simbolo delle battaglie dei lavoratori, migliaia di persone che sono scese in piazza per conquistare un equo spazio in ambito lavorativo.

Oggi, la giornata del primo maggio è festeggiata in molti Paesi con concerti, cortei e iniziative sindacali. In Francia e Germania ad esempio è un giorno festivo, mentre negli Stati Uniti e in Canada viene celebrata il primo lunedì del mese di settembre sotto il nome di Labor Day.

Il valore simbolico di questo giorno è la rappresentazione plastica di un momento di unità e di impegno di tutti, alfine di tutelare i lavoratori e i loro diritti.

Giorno di lotta e di speranza, la Festa del primo maggio non deve essere solo una giornata simbolica, per celebrare le conquiste ottenute attraverso le lotte sindacali. Ma deve rappresentare anche un momento di riflessione profonda sulle condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone nel mondo.

In Italia, la giornata è caratterizzata da manifestazioni, cortei e concerti, come il tradizionale concerto del Primo Maggio a Roma, che riunisce artisti e pubblico in una celebrazione collettiva.​ Richiamando ogni anno l’attenzione su temi cruciali legati al lavoro, alla giustizia sociale, alla solidarietà e alla dignità del lavoro umano.

Celebrando, al contempo, la memoria delle lotte che hanno portato a conquiste fondamentali come la riduzione dell’orario di lavoro, il diritto al riposo settimanale, il diritto alla sicurezza sul posto di lavoro, le ferie retribuite e il salario minimo.

La lunga marcia per la giustizia sociale ha visto nel corso degli anni la partecipazione di milioni di lavoratori, dai contadini alle fabbriche, dai minatori ai dipendenti pubblici, che hanno combattuto per un sistema che rispettasse i diritti fondamentali degli individui. Con battaglie che hanno trasformato il volto del lavoro; nonostante molte di queste conquiste siano oggi parte della normalità in molti paesi industrializzati, i lavoratori continuano a dover fronteggiare nuove sfide.

Temi sempre più rilevanti sono, solo per portare qualche esempio, la diffusione del lavoro precario, la flessibilità estrema e l’automazione, fattori che rischiano di minare la stabilità occupazionale. Acquisendo, nel contesto del mondo globalizzato un significato ancora più ampio. La disuguaglianza tra i paesi ricchi e quelli poveri, così come la precarizzazione del lavoro a livello globale richiamano alla necessità un cambiamento sistemico.

In molte parti del mondo, i lavoratori sono ancora costretti a lavorare in condizioni disumane, spesso privi dei diritti di base e sottoposti a salari da fame.

In paesi in via di sviluppo, le lotte sindacali sono represse con violenza, mentre i diritti dei lavoratori sono sistematicamente ignorati.

Anche nei paesi sviluppati, la globalizzazione ha portato alla delocalizzazione della produzione, con la conseguente perdita di posti di lavoro stabili ed equamente retribuiti, a favore di forme di lavoro più vulnerabili e meno protette.

A battersi per questo tipo di sfide accanto ai lavoratori sono i movimenti sindacali. Comunque sia la situazione attuale la strada da percorrere è comunque ancora lunga.

“Non c’è dignità senza giustizia, e non c’è giustizia senza il rispetto del lavoro.” ‒ Don Luigi Sturzo

Un momento di criticità del mondo del lavoro è stata l’emergenza sanitaria globale causata dalla pandemia del COVID-19, che ha portato alla luce le molte fragilità lavorative, accentuando, al contempo, le disuguaglianze già esistenti. Periodo durante il quale i lavoratori dei settori più vulnerabili, come quelli della sanità, della distribuzione alimentare, della pulizia e dei trasporti, sono stati in prima linea, affrontando rischi elevati.

Dunque, la crisi sanitaria ha reso evidente la disparità tra coloro che possono lavorare da casa e coloro che sono costretti a lavorare in presenza, esponendosi a contagi e a condizioni di lavoro insostenibili. Come mai prima d’ora, il 1° maggio 2020 è stata l’occasione per sottolineare la centralità di questi lavoratori invisibili che, purtroppo, sono spesso anche i meno tutelati.

Ed è stato un’occasione per chiedere e cercare di ottenere maggiori garanzie per chi si trova in condizioni di precarietà, rafforzando anche la rete di protezione sociale.

“Il lavoro non è solo un modo per vivere, ma è anche un modo per far vivere il mondo.” ‒ Papa Francesco

In un mondo in rapido cambiamento, dove nuove forme di lavoro stanno prendendo piede, la Festa dei Lavoratori si rinnova ogni anno, ricordando a tutti che la battaglia per un lavoro dignitoso non è ancora conclusa, ma è una corsa verso il futuro. Perché oggi la sfida più grande, sia per i sindacati che per i movimenti sociali, è quella di difendere e promuovere diritti in un mondo sempre più segnato dalla tecnologia, dalla digitalizzazione e dalla precarietà del lavoro.

La lotta per il diritto alla formazione, al lavoro stabile e per una retribuzione giusta è dunque ancora più urgente. Ed è per questo che il primo maggio è una festa che continua ad evolversi.

In definitiva, perché è ancora importante celebrare il primo Maggio?

Per ricordare non solo i diritti conquistati (pensioni, ferie, sicurezza), ma anche indirizzarsi verso  nuove sfide, precariato e disuguaglianze fra queste.

“Il capitalismo ha reso il lavoro più leggero fisicamente, ma più pesante nell’anima.” ‒ Karl Marx

Nel corso del tempo il 1° maggio ha dato anche l’occasione per celebrare la cultura e la musica come strumenti di riflessione e di lotta.

In Italia, il concerto del Primo Maggio che si tiene a Roma è diventato uno degli eventi più attesi, dove, oltre ai grandi artisti, viene dato spazio anche a tematiche sociali e politiche.

Durante il concerto, infatti, i sindacati, gli attivisti e i musicisti si uniscono per ribadire l’importanza della giustizia sociale, della solidarietà tra lavoratori e della lotta contro le disuguaglianze.

“Senza lavoro, tutto va in frantumi.” ‒ Mahatma Gandhi

In conclusione, il 1° maggio rimane un giorno di lotta, di speranza e di rinnovamento per il mondo del lavoro. Che non deve essere soltanto un giorno per fare festa, ma un’opportunità per dare voce ai lavoratori e per spingere verso un cambiamento che favorisca una società più equa, solidale e giusta per tutti.

“La società si fonda sul lavoro, e il lavoro trasforma la società.” Primo Levi

 

Written by Carolina Colombi

 

Un pensiero su “Primo Maggio: dalle proteste di Chicago alle celebrazioni contemporanee

  1. I lavoratori e lavoratrici

    Siamo dentro ad una nave.
    Questa nave è rotonda.
    Navighiamo nello spazio.
    Qui dentro ci sono diversi lavori.
    Chi fa tanto e chi fa poco.
    Chi trova un lavoro e chi non trova niente.
    Siamo tutti uguali.
    Ma per alcuni no.
    C’è chi divide questa nave a metà.
    Ma si arricchisce sulle spalle degli altri.
    Superando gli altri.
    Si sente un potente.
    Il lavoro deve essere equo.
    Ci sono alcuni che abusano.
    Non ci sono regole.
    Non ci devono essere invidie
    Non ci devono essere gelosie.
    Non ci devono essere cattiverie.
    Noi dobbiamo essere umili.
    Perché c’è chi non ha niente per procurarsi un pezzo di pane.
    Il lavoro deve essere dignitoso.

    Pablo Giovanni Bonsignori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

OUBLIETTE MAGAZINE
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.