“Dalla terrazza” film di Mark Robson: un giovane Paul Newman
“Condividere la propria fortuna con altri è quello che è la filantropia per me. La mia motivazione non è né profonda né complessa. Per me, la filantropia è qualcosa di naturale, come alzarsi al mattino. È semplicemente la cosa giusta da fare.”

Dalla terrazza, film del 1960, il cui titolo originale è From the Terrace, è un dramma sentimentale diretto da Mark Robson, che vede un giovane Paul Newman, tale Alfred Eaton, protagonista di una pellicola intensa.
Film che si distingue come un dramma psicologico, il quale fa luce sulle contraddizioni di una società che misura il valore dell’individuo attraverso il denaro e il potere.
Favorita da una narrazione coinvolgente la pellicola Dalla Terrazza racconta le frustrazioni di Alfred Eaton, le quali caratterizzano la vita di uomo che apparentemente sembra avere tutto, ma che in realtà è preda della solitudine e del disincanto.
Figlio di un industriale dell’acciaio, tornato dalla Seconda guerra mondiale, Alfred rifiuta di lavorare per il padre, anche per la mancanza di affetto che il suo genitore gli ha sempre manifestato, dopo la morte del suo primo figlio. Il giovane Eaton non può trovare conforto neppure nella madre, dedita all’alcol a causa del legame conflittuale stabilito con lei dal proprio marito.
Entrato in affari con un suo vecchio compagno di università, che non sono però motivo di soddisfazione, Alfred sposa la bella e inquieta Mary (Joanne Woodward, moglie di Paul Newman nella realtà).
Ad aprirgli la porta verso nuovi orizzonti professionali è un episodio in cui rimane coinvolto il nipotino di un magnate di Wall Street, che rischia di morire annegato fra i ghiacci di un laghetto. Ma che, grazie ad Alfred e a un suo intervento tempestivo avrà salva la vita. Gesto, il cui apprezzamento da parte del finanziere, assicura al giovane Eaton un lavoro molto più gratificante e remunerativo del precedente. Che permette alla sua giovane moglie di condurre una vita agiata e confortevole.
Tuttavia, la donna manifesta una crescente insoddisfazione che la porta a frequentare le vecchie amicizie, tra cui Jim Roper (Patrick O’Neal), suo precedente fidanzato, col quale riprende l’antica relazione, non facendosi peraltro scrupolo di ostentarla. Situazione alquanto complessa per Alfred, che vive una continua frustrazione anche perché geloso di Mary.
A un certo punto, vittima di un crescente disincanto, il protagonista, constatato il fallimento della sua unione, vorrebbe emanciparsi da un matrimonio che ormai non ha più ragione di esistere. A trattenerlo sono le convenzioni sociali, imposte soprattutto dal suo ambiente di lavoro soggetto a schemi sociali tipici del perbenismo, che non gli permettono di svincolarsi da un legame sempre più in crisi.
Nonostante il successo materiale e professionale, la vita emotiva di Eaton è ben lontana dall’essere appagante, e le fragili dinamiche familiari in cui è coinvolto evidenziano la sua grande insoddisfazione, dovuta alla scarsa empatia manifestata da Mary. Che è rappresentata come un tipo di donna che incarna i valori della società dell’epoca: il bell’aspetto fisico e la ricerca di uno status lasciano poco spazio a moti emotivi nei confronti del giovane marito.
La storia si sviluppa poi focalizzandosi sulla solitudine del protagonista, dove neppure il denaro rappresenta una soluzione, con una frustrazione interiore a causa dal conformismo imposto dall’ambiente di lavoro. Conforme a un tipo di società del tutto omologata a tradizioni di stampo puritano.
Vita personale e professionale piuttosto complicata dunque per il protagonista, che vive in un continuo stato di tensione con una moglie che non rispecchia il modello a cui aspirava. Così diviso tra un conflitto interiore e l’apparenza di una vita perfetta, canoni che non corrispondono all’immagine dell’uomo d’affari di successo che sembrerebbe a prima vista. Che testimonia anche le difficoltà di trovare un equilibrio tra i desideri emotivi di coppia e le convenzioni sociali che dominano la vita degli Eaton.
Mary non è in grado di accettare la vera natura del marito, e piuttosto che alimentare il loro legame si allontana sempre più da lui. Deludendo ogni sua aspettativa, che vive una lotta intima da cui non riesce ad affrancarsi. Se non fosse che, durante uno dei suoi frequenti viaggi di lavoro, Alfred incontra Natalie (Ina Balin), figlia di un proprietario di miniere, che appare come una ragazza che gli prospetta un futuro armonioso e per nulla conflittuale.
Personaggio opposto a quello di Mary, rappresenta il simbolo di un desiderio a lungo accarezzato. Tuttavia, nonostante i due tentino di resistere alla reciproca attrazione, si innamorano perdutamente l’uno dell’altro.
La cosa non sfugge né a Mary, che non vuole concedere il divorzio al marito per ragioni economiche, né al genero del magnate che, interessato ad un affare poco limpido, cerca di ricattare Alfred, pena la diffusione di alcune foto che lo ritraggono con Natalie in una camera d’albergo.
Ma il lieto fine è assicurato, in quanto Alfred rifiuta il ricatto: felice di aver trovato il vero amore a quel punto non può rinunciarvi.
Durante una riunione della società, presente anche Mary, ad Alfred viene offerta la possibilità di diventare socio, proposta che rifiuta, smascherando le mire del genero del magnate di Wall Street ammette apertamente la sua relazione, al fine di vivere liberamente la sua vita con Natalie.
Dramma che esplora le molte sfaccettature che guidano le relazioni e le dinamiche sociali, quali la ricerca del successo e le sue inevitabili implicazioni, Dalla Terrazza gode di una regia equilibrata e sottile, la quale porta lo spettatore a riflettere sulla dicotomia di una vita affettiva appagante oppure la rincorsa al successo e al denaro.
In un contesto sociale dominato dalle apparenze e dal conformismo, il personaggio interpretato da Paul Newman è l’emblema dell’uomo che ha tutto, ma è incompleto. La sua lotta per conciliare il suo desiderio di affermazione professionale con le difficoltà relazionali e il bisogno di amore è il motore di una narrazione che si basa sulle tensioni sociali ed emotive insite sia nell’ambiente familiare come in quello professionale.
Il film Dalla Terrazza, che unisce elementi del dramma familiare e a quelli del dramma psicologico, ruota attorno al protagonista, interpretato magistralmente da Paul Newman, che all’epoca stava già consolidando la sua carriera di star di Hollywood. Così pure, altro tema centrale del film Dalla Terrazza è il contrasto tra successo professionale e felicità personale.
Alfred Eaton, giovane che ha realizzato una carriera brillante nel settore degli affari si trova intrappolato in un mondo ricco e di prestigio, ma povero di significato emotivo. La sua solitudine diventa il suo fardello, e la ricerca di un rapporto autentico con le persone che lo circondano rappresenta la sua umanità; aspetti questi che portano lo spettatore a riflettere sul successo e sulle sue conseguenze, sviluppandosi non solo attraverso la figura di Alfred ma anche grazie al ritratto della società dell’epoca, che vede il denaro e il prestigio come obiettivi finali. Incapace però al contempo di fornire la soddisfazione emotiva di cui il protagonista ha bisogno.
Una disamina del film Dalla Terrazza si focalizza anche sul disincanto che segue al raggiungimento di questi obiettivi esteriori, con un finale che lascia lo spettatore a riflettere sulla vera natura della felicità. Grazie a una performance straordinaria di Paul Newman, che regala una delle sue interpretazioni migliori.
La regia di Mark Robson è sobria e misurata, con un ritmo che, sebbene non particolarmente veloce, riesce a mantenere alta la tensione emotiva, con grande attenzione alla psicologia dei personaggi. Senza ricercare l’effetto drammatico immediato, ma concentrandosi sulle dinamiche interpersonali e sul modo in cui le scelte dei protagonisti li portano verso una crescita emotiva. L’ambientazione elegante in cui si svolgono le sequenze filmiche è in contrasto con le tensioni nascoste che si consumano dietro le porte chiuse delle lussuose abitazioni raffigurate.
Nonostante qualche passaggio prevedibile, Dalla terrazza rimane un film che merita attenzione per il suo approccio realistico e maturo alla condizione umana. La lotta tra il successo esteriore e la ricerca di un’autentica felicità emotiva rende il film ancora attuale, nonostante il lungo periodo trascorso dalla sua realizzazione.
L’interpretazione di Paul Newman è convincente e intensa, così come Joanne Woodward che offre una delle sue prove cinematografiche più profonde. Nonostante non sia un film d’azione o particolarmente dinamico, Dalla terrazza coinvolge lo spettatore grazie alla sua indagine sulla vita intima e sulle emozioni dei personaggi.
“Cosa può esistere di più importante di tendere la mano a un’altra persona meno fortunata di te, o contribuire in altre maniere a migliorare questo mondo?”
Written by Carolina Colombi

