Grotta di Te’omim in Israele: scoperti reperti collegati al culto dei defunti a scopo divinatorio

Nel 1873 gli esploratori britannici mapparono per la prima volta la Grotta di Te’omim, situata nelle colline a circa 20 km da Gerusalemme in Israele. Nel Novecento i locali avevano soprannominato la grotta “M˘ghâret Umm et Tûeimîn” (“la grotta della madre dei gemelli”) da qui la denominazione in inglese di Twins Cave.

Grotta di Te’omim in Israele - mappa
Grotta di Te’omim in Israele – mappa

Dagli studi effettuati, soprattutto nell’ultimo decennio, si pensa che la grotta sia stata utilizzara circa 1700 anni fa come “portale degli inferi”, cioè come luogo nel quale si svolsero riti collegati al culto dei defunti a scopo divinatorio.

Esplorando le camere interne si sono trovati oggetti curiosi che hanno portato avanti l’ipotesi dei culti di negromanzia: pezzi di tre teschi umani, 120 lampade ad olio, antiche ceramiche, armi dell’età del bronzo ben disposte e nascoste in profondità tra le fessure delle rocce.

La grotta di Te’omim è vicina all’antica città di Bet Shemesh, che in ebraico significa “Dimora del Sole”, nella quale nel 2003 è stata riscoperta la più antica forgia per il ferro e nel 2004 tutto il sistema idrico di questa antica città fortificata che fu sigillato durante le invasioni dei Babilonesi. Gli archeologi che hanno studiato la grotta sostengono che gli oggetti pervenuti siano la prova della pratica della negromanzia durante il periodo tardo romano (300 d.C.).

Nel 2009 la grotta è stata esaminata da un team combinato di ricercatori del Dipartimento di studi e archeologia della Terra di Israele di Martin (Szusz) presso la Bar-Ilan University, l’Israel Cave Research Center, l’Università Ebraica, l’Autorità Israeliana per le Antichità e l’Autorità per la Natura e i Parchi, guidata dal professor Boaz Zissu (autore principale dello studio sulla grotta) e dal Prof. Amos Frumkin.

Quando Zissu e altri ricercatori entrarono in alcune delle camere interne della grotta, trovarono cumuli di monete d’argento e d’oro che erano state lasciate dai profughi in fuga dalla rivolta di Bar Kokhba tra il 132 ed il 136 d.C. e costituirono alcune delle più grandi scoperte di depositi di monete. Le scoperte sui depositi di monete sono state pubblicate alcuni anni fa.

Il professor Boaz Zissu spiega: “L’intera area ha subito una trasformazione radicale in seguito allo schianto della rivolta di Bar Kokhba […] In precedenza, questa era un’area ebraica, poi a seguito al vuoto creato in questa regione, sono entrati elementi pagani romani, e questi potrebbero essere nuovi rituali eseguiti da nuovi coloni pagani romani. […] Ad un certo punto, abbiamo capito la logica degli antichi e dove mettevano le lampade e abbiamo iniziato a ‘pescare’ le lampade ad olio. Stavano solo aspettando lì di essere raccolte. […] Le persone che hanno nascosto queste lampade a olio hanno anche aggiunto alcuni altri manufatti che sono molto precedenti, come armi dell’età del bronzo, teste d’ascia e punte di lancia. […] La documentazione archeologica dell’Impero Romano di teschi umani depositati in possibili portali per gli inferi ‒ grotte, pozzi e fonti d’acqua ‒ non è ampia. […] La grotta di Te’omim sulle colline di Gerusalemme ha tutti gli elementi cultuali e fisici necessari per fungere da possibile ‘portale per gli inferi’.”

Dall’osservazione degli archeologi è risultato chiaro dal modo in cui gli oggetti sono stati trovati che erano stati collocati con cura, probabilmente circa 1.700 anni fa, sulla base della datazione delle lampade a olio. Circa 120 lucerne ben conservate risalenti al periodo tardo romano e primo bizantino (dalla fine del II al IV secolo d.C.) sono state raccolte da cavità e fessure della grotta.

I santuari erano talvolta chiamati nekyomanteion (o nekromanteion). Erano generalmente situati in grotte che avevano una serie di caratteristiche specifiche, tra cui una fonte d’acqua naturale all’interno della grotta e un pozzo profondo.

I credenti pensavano che questo pozzo conducesse agli inferi e che i morti potessero usarlo per risalire in superficie e comunicare. Secondo alcune fonti, vicino a quasi tutte le città del mondo greco-romano esisteva un oracolo locale dei morti.

Grotta di Te’omim in Israele - lampade e teschio - Photo by Boaz Zissu
Grotta di Te’omim in Israele – lampade e teschio – Photo by Boaz Zissu

La grotta di Te’omim ha una sorgente all’interno della grotta, che a un certo punto è stata raccolta in una pozza scavata nella roccia, un pozzo naturale di 21 metri (69 piedi) e una storia culturale che attribuisce poteri di guarigione e fertilità alla grotta.

La grotta fu abitata sin dalla preistoria e presumibilmente fu usata come nascondiglio da gruppi di ribelli ebrei durante la già citata rivolta di Bar Kohba.

C’è da sottolineare che la negromanzia era ritenuta una pratica malvagia e spesso veniva bandita sia dall’Impero Romano sia dalla stessa religione ebraica, però alcuni gruppi erano soliti praticarla anche a rischio della propria vita.

 

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