“Tina Anselmi. La ragazza della Repubblica” di Chiarastella Campanelli: una biografia coinvolgente

“Tina andava volentieri a scuola; riusciva bene in tutte le materie, con l’esclusione di ‘Arti donnesche’. Provava infatti un’incredibile noia nell’applicarsi al cucito e a tutte le altre attività femminili: al punto croce non riusciva mai a completare il disegno…”

Tina Anselmi. La ragazza della Repubblica di Chiarastella Campanelli
Tina Anselmi. La ragazza della Repubblica di Chiarastella Campanelli

A raccontare di Tina Anselmi, prima donna a ricoprire l’incarico di ministro della Repubblica italiana, è Chiarastella Campanelli nel testo biografico Tina Anselmi. La ragazza della Repubblica.

Pubblicato nel 2023 da Graphofeel edizioni, l’autrice, nel testo, traccia un profilo quanto mai esaustivo e interessante di una figura politica votata al benessere collettivo.

“Fu un inverno rigido, quello del 1940. Tina, andando a scuola, faceva fatica a camminare nella neve. I suoi passi lasciavano solchi profondi e quando tornava a casa correva a scaldarsi mani e piedi al focolare dell’osteria.”

Tina Anselmi nasceva a Castelfranco Veneto nel 1927. Eccellente studentessa, in seguito a un tristissimo e cruento episodio, avvenuto per mano dei nazifascisti nel 1944, entrava fra le fila della Brigata partigiana Cesare Battisti con il nome di battaglia di Gabriella. In quanto costretta, insieme ad altri suoi compaesani, ad assistere all’impiccagione di un gruppo di prigionieri catturati durante un rastrellamento.

Fra costoro, il fratello di una sua compagna di scuola, la cui presenza turbò la giovane Tina che decise di partecipare alla Resistenza con l’incarico di staffetta.

Conseguita la laurea in lettere presso l’Università di Milano, la giovane si dedicava all’insegnamento, portando avanti, parallelamente, il suo impegno nell’apparato sindacale di estrazione cattolica. Concentrandosi soprattutto sulla spinosa questione della retribuzione riconosciuta alle donne.

Era il 1968 quando entrava in Parlamento per la prima volta in veste di deputata, mettendosi a disposizione del suo partito di appartenenza: la Democrazia Cristiana. A cui seguiva l’incarico, nel 1976, del Ministero del Lavoro, prima donna a ricoprire tale ruolo.

Periodo durante il quale, grazie al suo pragmatismo, si distingueva per sostenere la parità salariale femminile, e perché alle donne fossero concessi diritti sindacali pari a quelli degli uomini.

Nel 1978 a Tina Anselmi veniva assegnato il Ministero della salute, che la vedeva contribuire in maniera determinante per riformare il Servizio Sanitario Nazionale.

Nonostante la sua comprovata matrice di cattolica militante, Tina Anselmi ha sempre sostenuto con forza l’importanza della laicità dello Stato, quale fatto inalienabile per un paese democratico che si rispetti.

Ed è stato in nome di tale principio che firmava la Legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza.

Sarà poi chiamata a partecipare, unica donna fra deputati e senatori, ad una delicata Commissione parlamentare d’inchiesta: quella sulla Loggia massonica P2.

Capitolo importante della vita democratica del paese, che vedeva la Anselmi stendere in fase finale una relazione in cui si affermava l’esistenza di connessioni fra servizi deviati dello Stato e frange della criminalità organizzata, con lo scopo di destabilizzare l’apparato democratico dello Stato.

Nominata in seguito Presidente della Commissione nazionale per le Pari opportunità, il suo contributo anche in altre commissioni fu notevole: per esempio, quella sull’operato dei soldati italiani in Somalia. Senza dimenticare la sua partecipazione alla Commissione nazionale sulle conseguenze delle Leggi razziali presso la comunità ebraica italiana.

E fu in nome di un impegno politico forte e specchiato, che nel 1998 è stata nominata Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana.

“Quando Tina, accompagnata da Marcella e dal suo fidanzato Carlo, giunse al punto d’incontro, nonostante il suo fisico sportivo era affannata. Un sottile strato di agitazione sembrava aleggiarle intorno, come nel giorno di un esame importante.”

È sullo sfondo di una narrazione intensa e accattivante che l’autrice, Chiarastella Campanelli, mette in luce gli avvenimenti che hanno attraversato il paese Italia negli ultimi sessant’anni: il fascismo, la Resistenza, il postfascismo con il referendum del 1946.

Anni bui per la Repubblica, così scossa da eventi di difficile gestione quale l’uccisione di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, vittima delle Brigate Rosse. Di cui Tina Anselmi condivideva l’idea di un’azione politica non rinchiusa su se stessa, e che si impegnò a dare la notizia della sua uccisone e del ritrovamento del suo cadavere alla famiglia del leader politico.  Arrivando infine a essere testimone della fine della Prima Repubblica.

Per approdare quindi al 1992, anno in cui Tina Anselmi capiva che era arrivato il momento di abbandonare il mondo della politica e di ritirarsi nel luogo idilliaco che le aveva dato i natali.

Lasciando poi per sempre questo mondo nel 2016.

“In quel periodo Tina, con la delegazione del Movimento femminile, aveva iniziato a viaggiare all’estero. L’intento di quelle missioni era confrontare i sistemi di formazione politica degli altri Paesi.”

Come ben evidenziato dall’autrice, Tina Anselmi, figura specchiata di appartenenza cattolica, ha offerto del mondo della politica l’immagine plastica di quanto la cosa pubblica si possa gestire con onestà e lungimiranza. Rimandi, tesi ad accrescere la credibilità dell’arte del governare, di cui alcuni esponenti politici, in molti casi, dimostrano, oggi come nel passato, di non essere all’altezza di assolvere al compito che gli elettori hanno dato loro.

A differenza di Tina Anselmi, rimasta nella memoria collettiva di molti, che non hanno potuto fare altro che apprezzare il suo modo di esercitare il potere. Diventando, di conseguenza, un esemplare modello di riferimento.

Parallelamente ai fatti politici che hanno visto la giovane Tina Anselmi prendere parte attiva a battaglie sociali rimaste memorabili, cavalcate con coraggio e determinazione, l’autrice si sofferma anche sulla vita privata di Tina Anselmi. Mettendone in luce lo spirito battagliero come il suo innato senso di altruismo: quello che l’ha sempre contraddistinta.

“Il corpo di Aldo Moro. Era stato ritrovato nel portabagagli di una Renault 4 rossa, parcheggiata in via Caetani a due passi dalla sede della DC in Piazza del Gesù.”

Suddiviso in 21 capitoli, distribuiti in circa 250 pagine, Tina Anselmi. La ragazza della repubblica, grazie anche ad una scrittura fluida dal registro ben modulato, è una biografia coinvolgente per il lettore che ha l’opportunità di apprezzare maggiormente, caso mai ce ne fosse stato bisogno, una figura di politica dal volto umano.  Fatto, in molti casi non così scontato.

Chiarastella Campanelli
Chiarastella Campanelli

C’era dunque bisogno di approfondire, grazie al testo di Chiarastella Campanelli, il profilo di una figura di donna impegnata in politica che è andata oltre gli schemi conosciuti, offrendo ai lettori un testo biografico di ampia levatura testimoniale. E che, grazie anche alla ricchezza di un racconto dettagliato, ripercorre la vita di una persona straordinaria dall’operato politico e sociale cristallino.

Mettendo in luce peculiarità che rendono il saggio Tina Anselmi. La ragazza della Repubblica accattivante come un romanzo.

“Tina osservava tutto dai margini, dal ruolo defilato in cui, dopo la scomoda Presidenza della Commissione d’inchiesta sulla P2, l’avevano relegata. Sebbene la sua passione per l’arte del possibile fosse ancora intatta, capiva che quando fai parte di un sistema da sola non puoi fare la differenza.”

 

Written by Carolina Colombi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *