“Mondrian Evolution” esposizione sul pittore Piet Mondrian, sino al 9 ottobre 2022, Fondation Beyeler, Riehen/Basilea

“L’aspetto delle forme naturali si modifica mentre la realtà rimane costante.” – Piet Mondrian

Mondrian Evolution - Fondation Beyeler
Mondrian Evolution – Fondation Beyeler

Mondrian Evolution è un’esposizione della Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, e della Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf, in collaborazione con il Kunstmuseum Den Haag. La mostra è a cura di Ulf Küster, Senior Curator, Fondation Beyeler, Kathrin Beßen e Susanne Meyer-Büser, KunstsammlungNordrhein-Westfalen. Sarà visitabile dal 5 giugno sino al 9 ottobre.

In occasione del 150° anniversario della nascita di Piet Mondrian (1872–1944), la Fondation Beyeler dedica al pittore olandese una mostra ad ampio raggio che raccoglie opere in collezione permanente e importanti prestiti di provenienza internazionale. Figura tra le più eminenti e poliedriche delle avanguardie storiche, Mondrian ha contribuito in maniera determinante al processo evolutivo artistico che portò dalla figurazione all’astrazione.

Sulla scorta di 89 opere provenienti da collezioni pubbliche e private europee e americane, “Mondrian Evolution” mette in luce l’impressionante trasformazione di Mondrian che da pittore paesaggista tardo-ottocentesco finì col divenire un indiscusso protagonista dell’avanguardia del Novecento. L’esposizione offre la rara opportunità di riscoprire e conoscere il maestro olandese che tanto ha influito non solo sull’arte moderna ma anche su altri ambiti come il design, l’architettura, la moda e la cultura pop.

Si tratta della prima mostra di grande respiro riservata a Mondrian in Svizzera da 50 anni a questa parte. La Fondation Beyele celebra nel 2022 il suo 25° anniversario. Il museo d’arte di Riehen presso Basilea è internazionalmente rinomato per le sue mostre di altissima levatura, per la sua importante collezione di arte moderna e contemporanea e per il suo ambizioso programma di eventi. L’edificio del museo nell’idilliaco parco punteggiato di alberi secolari e stagni di ninfee è opera dell’architetto Renzo Piano. La sua posizione nel mezzo di una zona ricreativa con vista su campi di grano, mucche al pascolo e vigneti ai piedi della Foresta Nera è unica. Nel parco adiacente la Fondation Beyeler sta realizzando un nuovo edificio museale con l’architetto svizzero Peter Zumthor, rafforzando così il legame armonioso tra arte, architettura e natura. Nel 2022 il programma espositivo della Fondation Beyeler si svolgerà all’insegna del suo 25° anniversario. Ha aperto la stagione una grande retrospettiva su Georgia O’Keeffe, seguita dalla mostra estiva “Mondrian Evolution”.

Mondrian, nato nel 1872 nella città olandese di Amersfoort, entrò già presto in contatto con l’arte: il padre era un insegnante di disegno qualificato, lo zio un pittore amatoriale di un certo successo influenzato dalla scuola paesaggista dell’Aia, una forma specificamente olandese dell’impressionismo. Educato secondo la dottrina calvinista e formatosi lui pure come insegnante di disegno, Mondrian tra il 1892 e il 1895 studiò presso la Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam. Continuò a insegnare disegno, eseguì ritratti su commissione e approntò tavole scientifiche per l’università di Leida. Nutrì anche ambizioni artistiche e andò elaborando un suo stile pittorico personale. Le opere della prima maniera hanno come soggetto mulini a vento, fiumi e fattorie e visibilmente seguono ancora i dettami della scuola dell’Aia. Fu questo il punto di partenza da cui Mondrian prese le mosse per ampliare con determinazione le sue potenzialità artistiche.

Piet Mondrian - Photo by Arnold Newman 1942
Piet Mondrian – Photo by Arnold Newman 1942

L’arte di Mondrian è imprescindibile dagli interessi dell’artista per la filosofia e l’esoterismo. Già dal 1908 il pittore si occupò approfonditamente di teosofia: sotto l’influsso di Rudolph Steiner – allora ancora teosofo – Mondrian si unì nel 1909 al ramo olandese della Società Teosofica. La scoperta del cubismo lo indusse a soggiornare per la prima volta a Parigi verso la fine del 1911, dove rimase fino al 1914 senza potervi poi fare ritorno in seguito allo scoppio della Prima guerra mondiale. Mondrian si stabilì durevolmente nella capitale francese dal 1919 in avanti.

Dopo la Prima guerra mondiale molti artisti ricercarono un nuovo inizio culturale radicale. Nei Paesi Bassi si formò un gruppo di avanguardisti accomunati da idee affini e nel 1917 la rivista De Stijl divenne il loro organo di pubblicazione. Mondrian formulò l’aspirazione del gruppo di distruggere le tradizioni per ridisegnare ogni aspetto della vita sulla base dei fondamenti dell’arte che egli stesso andava diffondendo.

“Il piano rettangolare di diverse dimensioni e colori dimostra visibilmente che l’internazionalismo non significa caos governato dalla monotonia ma un’unità ordinata e chiaramente divisa. Nel neoplasticismo ci sono, in effetti, confini ben definiti. Ma questi confini non sono veramente chiusi; le linee rette in opposizione rettangolare tra loro si intersecano costantemente, in modo che il loro ritmo continui per tutto il lavoro … Queste frontiere saranno chiaramente definite ma non “chiuse”; non ci saranno dogane, permessi di lavoro. Gli “stranieri” non saranno considerati alieni.” – Piet Mondrian

Negli scritti teorici Mondrian cercò di illustrare il proprio programma artistico, chiamando il suo nuovo linguaggio pittorico «neoplasticismo». Con questo termine Mondrian intendeva principalmente il concentrarsi su modalità espressive essenziali in pittura: da un lato il bianco e il nero, che stanno agli estremi opposti della scala dei colori, e dall’altro i colori primari giallo, rosso e blu. Nere sono di solito le linee verticali e orizzontali che formano un angolo retto quando si intersecano. Le soluzioni compositive risultano illimitate grazie all’interazione di questi fattori. Mondrian mirava all’essenza formale del soggetto, alla creazione di un equilibrio perfetto e tuttavia pieno di tensione in cui ogni singolo elemento sembrasse essere al suo giusto posto.

Mondrian trascorse gli ultimi 25 anni della sua vita in tre delle metropoli politicamente e culturalmente più importanti durante la grande stagione delle avanguardie storiche: Parigi, Londra, New York. Visse a Parigi dalla fine del 1911 al 1938, con un’interruzione dovuta alla Prima guerra mondiale. Dopo alcuni anni passati a Londra, si trasferì a New York nel 1940, dove morì nel 1944 all’età di 71 anni. In quanto membro della Società Teosofica, Mondrian attribuiva grande valore all’internazionalità. Dagli anni 1920 Mondrian era considerato una celebrità come avanguardista e fondatore della pittura astratta. I suoi diversi atelier divennero luoghi leggendari e altamente ispiratori, soprattutto per artiste e artisti più giovani quali Willem de Kooning e Lee Krasner.

La collezione della Fondation Beyeler si concentra principalmente sul periodo più tardo della carriera del pittore, questa mostra mette a fuoco lo sviluppo stilistico di Mondrian a partire dalle opere giovanili. Se i suoi primi lavori risentivano della pittura di paesaggio olandese di fine Ottocento, furono anche il simbolismo e il cubismo a offrire un terreno propizio alle scelte dell’artista. Soltanto dai primi anni 1920 Mondrian si concentrò su un linguaggio espressivo completamente non oggettivo limitandosi a disporre ad angolo retto linee nere e campiture in bianco o nei tre colori primari blu, rosso e giallo.

Piet Mondrian Conservation Project
Piet Mondrian Conservation Project

Le tele astratte di Mondrian sono il risultato di un lungo processo di lavoro tra intuizione e perfezione formale da un lato e una costante e intensa introspezione dall’altro. Per Mondrian stesso l’astrazione rappresentava un percorso di avvicinamento alla bellezza e alla verità assolute, mete alle quali l’artista aspirava. Mondrian raggiunse la piena maturazione stilistica mirando al raggiungimento dell’unità e dell’essenza dell’immagine in sé. Egli stesso usava il concetto «evoluzione» – certamente non in senso darwiniano. Per Mondrian «evoluzione» significava piuttosto il raccogliere esperienze sulle quali porre le fondamenta di un ulteriore sviluppo artistico, il quale a sua volta fruttava nuove cognizioni.

L’esposizione è strutturata cronologicamente ma prende vita soprattutto dal confronto tra lavori precoci e lavori tardi, il che consente al visitatore una lettura visuale del percorso che si compie nell’opera di Mondrian. In ben nove spazi espositivi “Mondrian Evolution” affronta i motivi ricorrenti dell’artista tra i quali mulini a vento, dune, il mare, fattorie riflesse in specchi d’acqua e piante rese secondo diverse modalità di astrazione. Nei suoi paesaggi Piet Mondrian sperimentò con la luminosità e l’esplosività del colore, producendo dipinti di stupefacente fulgore e forza, ma studiò anche l’influsso della luce e la percezione di spazio, superficie, struttura e immagine riflessa.

“Un pensiero particolare non è lo stesso di un pensiero concentrato e creativo, che in realtà è una sensazione di calma interiore. Il primo produce un’arte descrittiva e morfo-plastica, il secondo una manifestazione puramente plastica. È una questione di universale contro l’individuo.” – Piet Mondrian

Il dipinto Mulino alla luce del sole, realizzato nel 1908 e ancora oggi di impatto radicale, provocò all’epoca grande scalpore tra i critici per via dell’evidente esplosione di colori e della tecnica pittorica assimilabile allo schizzo. È inoltre in mostra l’atmosferico quadro Nuvola rossa del 1907, che coglie il magico e fuggevole momento in cui il sole calante tinge di rosso una nube, mentre il resto del cielo e del paesaggio risplendono di un blu intenso. Il dipinto appartiene a un gruppo di opere che Mondrian eseguì nelle ore del tramonto, quando i colori e le loro combinazioni mutano sensibilmente. Persino negli autoritratti disegnati nel 1908 Mondrian si è raffigurato immerso nel tramonto, le pupille dilatate a catturare la minima sfumatura prodotta dalla luce calante. Anche nel dipinto di grande formato Bosco presso Oele del 1908, appartenente al Kunstmuseum Den Haag, lo sguardo è rivolto al sole, ancora alto sopra l’orizzonte. I tronchi allineati in prospettiva appaiono rossi o viola in controluce e rafforzano l’illusione di uno spazio profondo.

Successivamente alle «esplosioni di colore» degli anni 1907–1911 Mondrian, dopo aver conosciuto il cubismo a Parigi, ritornò a una tavolozza più smorzata. L’impressione generale è che in questi dipinti dominino i toni del grigio e dell’ocra, mentre la linea in quanto tale si faccia via più importante. Mondrian procedette sulla via dell’astrazione. Colpisce in particolare la rappresentazione degli alberi e delle loro metamorfosi, un tema che delinea gli intenti creativi di Mondrian. Fu proprio il lavoro compiuto su questi quadri a permettergli il definitivo distacco dalla rappresentazione del mondo oggettivo. Composizione No. IX del 1913, prestito del Museum of Modern Art di New York, consta di una struttura di forme incastrate l’una nell’altra, per la maggior parte poste ad angolo retto. New York City 1, l’opera più tarda in mostra, appartiene a un piccolo gruppo di dipinti realizzati intorno al 1941. La composizione presenta una costellazione analoga a quella del Bosco presso Oele del 1908, ma non ha alcun rapporto con una situazione reale bensì è «puramente astratta». Sebbene l’opera sia incompiuta, essa nondimeno fornisce importanti indizi in merito al modo di lavorare di Mondrian negli ultimi anni. Durante il soggiorno newyorchese l’artista prese a rivedere i principi dei suoi quadri infondendo dinamismo e ritmo ai reticoli ortogonali attraverso l’uso di strisce di carta. Le campiture di colore cedettero il passo a linee colorate.

Mondrian Evolution 2022
Mondrian Evolution 2022

A completamento della mostra la Fondation Beyeler proietta “Piet & Mondrian”, un cortometraggio di Lars Kraume, uno dei più rinomati registi di lingua tedesca. Base di partenza per la pellicola è il saggio di Piet Mondrian del 1919/20 in forma di dialogo Realtà naturale e realtà astratta, in cui il pittore raccolse le sue riflessioni e il suo pensiero sull’astrazione nell’arte. In un’installazione filmica di forte impatto visivo e attraverso una presenza attoriale notevole la star tedesca del teatro e cinema Lars Eidinger infonde vita al testo teorico di Piet Mondrian. “Piet & Mondrian” è stato prodotto da Felix von Boehm / Lupa Film con il finanziamento di Medienboard Berlin-Brandenburg. La sceneggiatura si deve a Constantin Lieb.

Il catalogo di mostra è stato progettato dalla graphic designer di fama mondiale Irma Boom, che è attiva a livello internazionale e negli ultimi anni ha innovato in modo radicale il concetto di libro aprendolo a infinite possibilità. Il catalogo è edito in tedesco e in inglese da Hatje Cantz Verlag, Berlino. In 264 pagine si susseguono contributi di Benno Tempel, Caro Verbeek, Ulf Küster, Kathrin Beßen, Susanne Meyer-Büser, Charlotte Sarrazin nonché dell’artista Bridget Riley, con una prefazione di Sam Keller e Ulf Küster.

Sempre per i tipi di Hatje Cantz Verlag, Berlino, nell’ambito della mostra esce inoltre Mondrian A-Z. In questa pubblicazione scritta in maniera divertente, Ulf Küster esplora dalla A alla Z i temi che ci raccontano molto del pittore e dei suoi interessi.

 

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Sito Piet Mondrian

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25 anni Fondation Beyeler

 

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