“Onora il padre, la madre e il tiranno di turno” di Barbara Appiano: la disobbedienza nei racconti
L’idea iniziale di una raccolta di racconti intorno al tema della disobbedienza mi ha subito incuriosita.

L’obbedienza porta ad una omologazione, ad un accanimento sulla persona che non lascia spazi di libertà, ad una visione univoca della vita secondo l’autrice.
Disubbidire è quindi necessario e anzi liberatorio da chi ci vuole in un determinato modo e da chi ci indirizza verso la mediocrità. L’introduzione riesce a catturare con questo messaggio provocatorio e anticonformista che in qualche modo condivido.
Poi inizia una lunga parte autocensoria dell’autrice Barbara Appiano. Non c’è dubbio che sia una scrittrice particolare, con un grande egocentrismo come dimostra il suo lungo curriculum in cui racconta la sua vita e carriera nelle prime pagine del libro. Non mi sono lasciata scoraggiare da questo particolare iniziale e ho letto i racconti con il gusto per la lettura senza pregiudizi sull’autrice.
Questo perché sono convinta che le opere riescano a coinvolgere anche se non conosciamo minimamente né la vita dello scrittore né le sue opere precedenti, per questo l’introduzione iniziale molto lunga mi interessa poco rispetto alle storie.
I racconti sono pieni di ironia e con uno stile semplice e scorrevole riescono a riportare tra il serio e il faceto un concetto che soprattutto oggi, viste le molte restrizioni ed obblighi di legge, stiamo perdendo.
Il titolo lascia molti interrogativi così come le conclusioni di molti racconti che non vogliono spiegare, ma indurre a dubitare. Onorare il padre e la madre è una regola imposta dai primi anni di vita, importante per l’organizzazione della nostra società e per la crescita dell’individuo, ma quando ci ostiniamo a circondarci di tiranni – sul luogo di lavoro, nelle circostanze affettive, nella nostra quotidianità- non sembra esserci altra scelta.
L’autrice ci esorta quindi a non chinare il capo di fronte ai piccoli tiranni, ai luoghi comuni e a quello che impone la società come se fosse un suo manifesto della libertà civile, in cui l’anticonformismo è l’unico obiettivo.
Non tanto la disobbedienza per andare contro a qualcuno o a qualcosa, quanto essere fedeli a se stessi e mantenere i propri valori. In una epoca in cui le ragazze cercano nasi perfetti, Giusy e Annicka, due protagoniste dei racconti, non riescono a liberarsi da certi canoni. Altri personaggi, invece, riescono a vivere in modo libero anche situazioni difficili come Nelly.
Lo stile è sempre eclettico e un po’ sopra le righe, in ogni racconto si eccede spesso con i tre puntini di sospensione, molto più appropriati in un monologo che non in un racconto. Il guizzo istrionico si avverte e si riconosce la voce narrante che accumuna ogni storia. L’idea e il modo in cui sono scritti alcuni racconti sono ironici e astratti e mettono anche buonumore.

La lettura lascia varie considerazioni che possono essere approfondite e vagliate personalmente, non ci sono certezze. Alcuni racconti sono vaghi e mancano di struttura narrativa, nonostante la buona idea iniziale. In generale è un modo provocatorio per esprimere le idee della scrittrice e il suo modo di vedere le cose.
La libertà espressiva è anche nello stile della scrittura molto più vicina alla forma parlata che non alla forma strutturale del racconto. In questo caso può essere positivo visto il messaggio che vuole lanciare il libro, in altri casi sarebbe stato fuori luogo.
Forse mi aspettavo qualcosa di più soprattutto nello svolgimento di alcuni testi che alla fine non mi sono rimasti in mente. Ho trovato ridondanti i sottotitoli iniziali e l’aspetto propagandistico dell’opera, mentre i testi risultano più deboli rispetto al previsto. Ad ogni modo una lettura che diverte a tratti, non tra le mie preferite dell’anno, ma fuori dal coro e per questo anche i difetti evidenti possono essere considerati provocatori.
Written by Gloria Rubino
Bibliografia
Barbara Appiano, Onora il padre, la madre e il tiranno di turno, 2021