La psicologia della testimonianza e l’arte dell’interrogatorio dell’FBI
Esiste una branca della psicologia detta psicologia della testimonianza. Anche in questo caso non si tratta di verità assolute, ma di alcune indicazioni che gli psicologi possono fornire agli operatori di polizia e ai magistrati per meglio comportarsi nei confronti di rei, testimoni, vittime.
Esiste il problema del testimone che dice il falso, sin dall’antichità, pensiamo al comando di Non mentire espresso nei Dieci Comandamenti. Ci sono bugiardi psicogeni (che mentono in preda ad un forte desiderio di colmare uno schiacciante complesso di inferiorità), bugiardi patologici (che mentono in preda al delirio), ma anche semplicemente delle persone in buona fede che dicono il falso non perché vogliono mentire ma perché non ricordano bene. Perché? Perché la memoria non è mai come aprire un cassetto nel passato, ma è una rielaborazione, che dipende da abitudine, stati emotivi, e così via.
Noi abbiamo una Memoria a breve termine e una Memoria a lungo termine. Ci sono casi in cui il passaggio dalla prima alla seconda non avviene in maniera adeguata, quindi il testimone crede di ricordare cose non successe nella realtà. Semplicemente i dettagli non entrati nella Memoria a lungo termine, sono riempiti con ricordi falsi. Facciamo solo il caso dello script. Lo script è una abitudine che può influenzare il ricordo. Andiamo tutte le mattine a fare rifornimento al solito benzinaio, però la stessa persona che vediamo ogni mattina da anni cambia perché quel giorno aveva la febbre ed era sostituita dal fratello: noi non facciamo caso al cambiamento di persona e ci ricordiamo lo stesso viso che abbiamo visto per anni. Una cosa del genere può sembrare quasi irrilevante nella vita quotidiana, ma se abbiamo a che fare con un testimone di un omicidio, le conseguenze dello script sono tragiche.
Inoltre, sembra che quando si consuma un crimine compare un’arma, questa può influenzare la memoria. Se per esempio il rapinatore aveva un’arma, è più facile che il testimone sia stato così focalizzato su questa e ricordi male il volto del delinquente.
Dagli esperimenti di Loftus appare che le informazioni successive possano modificare il ricordo in maniera statisticamente rilevante. Veniva proiettato il filmato di un incidente stradale, poi a ciascuna persona veniva chiesto di ricostruire l’evento assieme alla somministrazione di molte altre informazioni. I soggetti avevano ricordi differenti in relazione a queste informazioni sopraggiunte e non aventi a che fare con il filmato dell’incidente.
Esiste anche la vittima che ricorda male. Per la legge di Yerkes-Dodson, più abbiamo attivazione, più abbiamo memoria, fino a che l’attivazione cresce in maniera spropositata e la persona smette di ricordare. Se ad un esame siamo un po’ agitati (stato di attivazione normale), tendiamo a ricordare bene la lezione. Ma se siamo vittima di uno stupro, questa attivazione incontrollata ci spinge a ricordare male o nulla. Quindi se in un esame il panico ci fa attivare in maniera eccessiva, dimentichiamo quello che abbiamo da dire e facciamo scena muta, ma quando la vittima di uno stupro ricorda male l’aggressore, il colpevole non potrebbe finire in galera.
Quindi le polizie del mondo hanno sviluppato determinate tecniche, perlopiù mutuate da studi di psicologia e di neurofisiologia, per interrogare bene testimoni, vittime, sospetti, o persone informate dei fatti. Sia per non influenzarli sia per capire se stanno mentendo (il Statement Validity Analysis postula che un racconto vero sia strutturalmente diverso da un racconto falso).
Esistono diversi tipi di reati, quelli più gravi vengono comunemente detti crimini, tra cui quelli violenti, come l’omicidio, la rapina, lo stupro. I reati violenti vengono perpetrati da soggetti particolari. Tutte le persone possono in un momento di alterazione fare atti inconsulti e trasformarsi loro malgrado in aggressori o assassini. In questi casi un semplice stato emotivo che ha cagionato l’atto criminale non esclude dalla imputabilità (art. 90 Codice Penale), a meno che non vi sia alterazione continuata o momentanea della capacità di intendere e volere. Ma esistono anche soggetti che operano aggressioni e omicidi in maniera reiterata, come i serial killer. Perché? Esiste certamente l’influenza ambientale (essere cresciuti in contesti anomici), esiste certamente qualche componente genetica (una specifica variante del gene MAO-A rende una persona più propensa all’aggressività). Fallon ha esaminato il cervello di alcuni criminali violenti e ha scoperto delle caratteristiche ricorrenti: disfunzioni a corteccia orbitofrontale e amigdala. Esistono in letteratura casi di individui prima sani che poi sono divenuti anti-sociali per via di traumi o malattie al cervello. Pertanto non esiste un solo tipo di criminale.
Spesso si parla dei serial killer come di individui traumatizzati psicologicamente. Quando un bambino ha subìto abusi sessuali o percosse può avere un trauma psicologico, cioè un evento altamente stressante che lo destabilizza. Affinché egli continui a sopravvivere psichicamente scinde la psiche in tre parti:
- parte sana;
- parte traumatizzata;
- parte di sopravvivenza.
La parte traumatizzata è profondamente umana, conserva il ricordo del trauma e ha comportamenti e sentimenti molto simili a quelli avuti nell’età in cui ha subìto l’evento traumatizzante. La parte di sopravvivenza è tesa a negare e a compensare il trauma con meccanismi di difesa. La parte sana regola i sentimenti e costruisce relazioni sicure e nella norma. Per esempio una persona che subisce un lutto, può traumatizzarsi e incorrere in una difesa come la negazione: si comporta come se il defunto non fosse tale, continua a parlargli e non sente il distacco. Può accadere che un individuo compensi il trauma diventando un assassino spietato: è così che nascono molti serial killer. L’antisocialità che si esprime anche negli omicidi seriali è un meccanismo di difesa teso a esorcizzare e placare il trauma psicologico.
Chi ha a che fare con i criminali sa molto bene che, nella stazione della polizia, la vittima si presenta in un modo, il semplice testimone in un altro, il delinquente vittima degli eventi in un modo e quello abituale in un altro modo. In molti casi l’omicida psicopatico o il serial killer presenta la cosiddetta “sindrome da alienazione”, in cui dimostra di avere questi tratti della personalità: sfiducia, pessimismo, ostilità, disprezzo di sé e degli altri, alta antisocialità.
Di solito una persona colpevole si sente schiacciata dal crimine e dagli inquirenti, quindi la prima cosa che vuole fare è confessare. Ma non sempre: certi psicopatici o bugiardi patologici sanno mentire molto bene e anzi vogliono farsi beffa degli inquirenti. Alcuni criminali poi hanno paura della galera e quindi si dichiarano innocenti in tutti i modi. Di solito la persona innocente vuole dimostrarlo in tutte le maniere. Ma a volte ha paura della polizia e quindi confessa cose che non ha fatto. Allora qui entra in azione la preparazione specifica del buon investigatore e del buon magistrato, inquirente e giudicante.
I criminali di professione sono abituati psicologicamente all’eventualità dell’arresto, dell’interrogatorio e del carcere, quindi difficilmente parlano. Membri di gang, sette, servizi segreti, mafiosi sanno anche che, se parlassero, la punizione dei “fratelli” sarebbe di gran lunga peggiore del carcere. Gli uomini di mafia hanno una avversione atavica verso lo Stato, dal quale si sentono storicamente defraudati del proprio. Sono mossi, oltre che dagli interessi, soprattutto da un non riconoscimento dello Stato in quanto tale. Ciò giustifica non solo la loro reticenza negli interrogatori, ma anche l’odio tremendo che nutrono verso le strutture statali e i loro rappresentanti.
Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata, morto nel 2021, fu protagonista di un episodio poco conosciuto, ma che è indicativo della psicologia del mafioso. C’era una volta un vicedirettore del carcere di Poggioreale, si chiamava Giuseppe Salvia. Un giorno affronta Raffaele Cutolo, poiché al rientro da un’udienza in un processo, il boss di Ottaviano non volle essere perquisito, come prescritto dal regolamento. Al rifiuto posto agli agenti penitenziari, che temevano ripercussioni, il vicedirettore perquisì personalmente il Capo della Nuova Camorra Organizzata. Fece il suo dovere! Il boss cercò di schiaffeggiarlo. Il 14 aprile del 1981 Salvia fu barbaramente trucidato in un agguato a Napoli. Per l’omicidio è stato condannato quale mandante Raffaele Cutolo che, per questo delitto, scontava un ergastolo. L’ordine di Cutolo fu dato a Rosetta Cutolo, che a sua volta avrebbe dato l’incarico al gruppo criminale. Giuseppe Salvia aveva 38 anni, era sposato e aveva due figli piccoli.
Il FBI che vediamo tutti nei film americani non è in sé una polizia, anche se può svolgere alcune funzioni tipiche della polizia. Alcuni paragonano il FBI a un servizio segreto interno agli USA, un po’ come la NSA, la agenzia di intelligence più misteriosa del mondo. Invece la CIA sarebbe il servizio segreto statunitense per l’estero. Gli agenti speciali del FBI possono trovarsi nelle condizioni di interrogare terroristi che minacciano la sicurezza nazionale, quindi il servizio ha sviluppato tecniche molto interessanti, che il futuro agente speciale deve conoscere alla perfezione per ottenere il brevetto finale, dopo il superamento di dure e difficili prove.
L’arte dell’interrogatorio si acquisisce con anni di pratica, una delle cose più difficili da imparare è stare in silenzio per non influenzare il teste. Sembra qualcosa di gestibile, ma spesso chi fa le domande, preso dall’emozione, dalla voglia di scoprire, dalla rabbia verso un presunto delinquente, tende a condizionare con le sue domande schiaccianti chi sta rispondendo, anche semplicemente facendolo desistere per paura.
I manuali dell’FBI innanzitutto distinguono tecnicamente tra intervista e interrogatorio. La prima è rivolta a sapere qualcosa, il secondo è rivolto espressamente a chi sa ma non vuole parlare (quindi è spesso volto a ottenere una confessione).
L’FBI propone una procedura con 8 step sia per l’intervista sia per l’interrogatorio. Ma per l’interrogatorio sono utilizzati anche altri modi di fare (per esempio l’accusa esplicita).
Essi sono:
- Preparazione: ciò che avviene prima di entrare dentro la stanza del colloquio. L’agente speciale deve sapere tutto del caso (conoscere i verbali di sommaria informazione), deve scegliere una stanza asettica solo con tavolo e sedia, dove inserire eventualmente oggetti in vita di uno scopo preciso (se la persona pare un duro, farlo sedere su una sedia scomoda, mostrargli un ampio fascicolo con sopra il suo nome per impressionarlo, e così via);
- Presentazione: l’agente entra nella stanza e si presenta. Deve stare bene attento a fare una prima impressione utile allo scopo;
- Costruzione del rapporto: l’agente stabilisce un rapporto colloquiale e mai minaccioso (le minacce sono assolutamente controindicate perché portano a false dichiarazioni);
- Domande;
- Verifica: mi hai detto tutto? Hai altro da aggiungere?
- Catch-all question: hai altro da dirmi che non ti ho chiesto?
- Congedo felice: l’agente deve lasciare una buona impressione, questo serve a spingere il teste a ritornare se ricorda cose nuove;
- Autocritica.
Negli USA polizia e FBI sono più liberi rispetto all’Italia, anche senza ricorrere a torture. Qui da noi, invece, c’è l’art. 188 del Codice di Procedura Penale, che vieta di usare mezzi subdoli nell’intervista o nell’interrogatorio. Se il carabiniere dice al sospetto di confessare qualche reato sotto la minaccia di andare in galera, quest’ultimo può avere paura, di fronte alla minaccia di prendersi l’ergastolo può fare una falsa confessione per un reato minore. Allora se lo scopre l’avvocato, questi impugna l’interrogatorio e tutti i dati emersi in esso.
Inoltre la psicologia evidenzia dei segni comportamentali di menzogna. Non è come nei film, in cui si vede che un dato atteggiamento dimostra la menzogna. Nella realtà si tratta semplicemente di indicazioni, che possono far sospettare una falsa testimonianza, ma non ne sono la prova assoluta (a volte questi segnali compaiono semplicemente sotto stress). I principali sono (non compaiono tutti, di solito due o tre):
- Voce molto alta, alterata;
- Contatto oculare meno frequente;
- Aumento della gestualità con le mani;
- Cenni d’intesa meno frequenti;
- Aumento degli errori nel discorso;
- Rallentamento del ritmo nel parlare;
- Atteggiamento di chiusura con le braccia (braccia conserte);
- Frequenti contatti delle mani con il volto.
Secondo recenti studi i principali segnali della menzogna (o comunque della attivazione emotiva, anche non necessariamente collegata alla menzogna) sono:
- Dilatazione delle pupille;
- Sollevare il mento;
- Stringere le labbra;
- Tono di voce (tremolante, più acuto).
È stato detto che in una intervista o interrogatorio ci devono essere tre tipi di domande:
- Rilevante il fatto specifico (Hai ucciso Tizio?);
- Non rilevante (A che ora sei andato a cena da Tizio?);
- Possibilmente minacciosa ma non rilevante (Sapevi che Tizio era ricco?).
La persona innocente mostra segnali di attivazione emotiva nella domanda rilevante il fatto e in quella minacciosa ma non rilevante. Invece il colpevole ha segnali di attivazione emotiva nella domanda rilevante (perché ha commesso il delitto, quindi rivive emotivamente il fatto specifico) e di tranquillità nella domanda minacciosa ma non rilevante.
Oggi l’FBI si trova a fronteggiare soprattutto queste minacce:
- Raccoglie informazioni sulle attività criminali per costituire dei database di supporto alle indagini proprie e della polizia;
- Controspionaggio: attività volta a tutelare la nazione dalle spie straniere attive sul territorio degli Stati Uniti;
- Antiterrorismo (Terrorist Screening Center, Terrorist Explosive Device Analytical Center, Joint Terrorism Task Force) e WMD (Weapons of Mass Destruction);
- Penale: contro i reati federali, come quelli postali e le rapine; programma protezione testimoni, assieme ai US Marshals; assistenza alle vittime per opera di FBI victim specialists (inquadrati nell’OVA, Office Victim Assistance); i FBI forensic accountants seguono le tracce di denaro contro i reati patrimoniali; la BSU o Behavioral Science Unit offre supporto alla polizia statale in merito a crimini particolarmente complessi, come omicidi, incendi, stupri, atti contro i bambini; la CNU o Crisis Negotiation Unit è specializzata nell’attività di negoziazione per la liberazione di ostaggi; il HRT o Hostage Rescue Unit è adibito ad operazioni ad elevatissimo rischio; unità cinofile dette anche K-9; unità di sommozzatori dette anche USERT; e così via;
- Cyberspazio: attività contro attacchi informatici interni e esterni e attività di indagine penale informatica a supporto della polizia.
L’FBI ha propri uomini per il reclutamento del personale, l’addestramento, la supervisione degli agenti speciali, nonché per le attività di polizia interna all’FBI. Indaga direttamente sugli omicidi dei suoi membri, di quelli della CIA e delle altre agenzie federali. L’FBI addestra direttamente o indirettamente anche unità informative e operative nei paesi del mondo: per i carabinieri in Italia, le APE (Aliquote Primo Intervento) e il GIS (Gruppo di Intervento Speciale) risentono altresì della scuola statunitense. Il GIS, fondato nel 1977 come unità controterrorismo, è divenuto in seguito una forza speciale, impiegata anche all’estero. Per molto tempo il GIS è stato guidato dal Comandante Alpha, il carabiniere più decorato d’Italia, la cui vera identità è nell’ombra. Il GIS catturò nel 2010 Gerlandino Messina, considerato il numero due di Cosa Nostra. Invece Salvatore Totò Riina venne arrestato nel 1993 dalla sezione CRIMOR del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale), celebre organo investigativo dei carabinieri.
Non esiste un solo tipo di crimine. In Italia le organizzazioni a delinquere si stanno evolvendo secondo un fenomeno conosciuto come “oligarchizzazione delle mafie”, come dicono i criminologi. Gli strati più alti delle mafie intesserebbero rapporti di mutuo scambio con l’alta finanzia e le massonerie (anche Riina parlava di questi vertici), entrando subdolamente nelle strutture interne dello stato e dei poteri forti e perpetuando crimini come voto di scambio, corruzione, concussione, aggiotaggio, peculato e riciclaggio ad alti livelli, mentre i mafiosi di basso rango commetterebbero crimini più popolari come spaccio di droga, rapine, estorsioni, e così via.
Musacchio parla a proposito di “paramafia” o “mafie invisibili”, le quali non rientrano tra gli elementi essenziali sanciti dall’art. 416 bis del Codice Penale, ma sono mafia molto di più di quella disciplinata legislativamente. Non usano la lupara, ma il denaro e il potere come armi.
Questo fenomeno è conosciuto anche negli Stati Uniti dove la struttura mafiosa LCN, imparentata con Cosa Nostra, intesse rapporti criminali molto in alto. L’FBI parla a proposito di criminali White-Collars, Colletti Bianchi. Secondo il modello di Sutherland, i professionisti, i politici e i mafiosi di alto rango (cioè i Colletti Bianchi) commettono soprattutto crimini economici, i quali differiscono dai reati economici comuni (come il furto) per via della rispettabilità del criminale (essendo del ceto alto) e per via del contesto professionale rispettabile (politici, avvocati, e così via) nel quale il criminale opera.
I Colletti Bianchi sono terreno fertile per lo spionaggio straniero, il quale può scegliere propri uomini tra le file dell’alta società di una nazione con lo scopo di operare più efficacemente a danno della stessa. L’FBI resta particolarmente attento, nel suo compito di intelligence e di controspionaggio, per identificare certi agenti, come riesce spesso: e i media ne parlano apertamente. Per esempio è risaputo che la Cina raccoglie dati del DNA negli USA e in tutto il mondo costituendo una minaccia alla sicurezza statunitense ma anche una possibilità di abuso dei diritti umani di gruppi minoritari in suolo cinese. Negli USA la influenza maligna straniera non si concretizza solo nelle azioni di spionaggio tradizionale per carpire diversi tipi di segreti, ma anche nell’influenzare il sentimento politico degli americani. Per questo nel 2017 il Direttore dell’FBI Christopher Wray ha istituito la Foreign Influence Task Force.
Un settore particolarmente rilevante è costituito da quegli agenti FBI, CIA o di altri servizi segreti occidentali che sono reclutati da potenze straniere per scucire a pagamento informazioni sensibili. È risaputa la storia di Robert Hanssen, agente dell’FBI incaricato del controspionaggio, il quale dai primi anni Ottanta al 2001, anno del suo arresto, rivelò ai Russi importantissime informazioni a danno degli americani, per esempio sugli armamenti ma anche sulle spie del KGB che erano state a loro volta reclutate dagli USA a danno dell’URSS.
Nei servizi segreti del mondo le informazioni provenienti da attività di intelligence interna e esterna vengono analizzate da professionisti che si prefiggono diversi scopi: dalla sicurezza nazionale (per esempio bloccare reti terroristiche) alle decisioni politiche (fare leggi che contrastino in maniera mirata certe attività criminali, stipulare alleanze strategiche con stati per interessi economici, e così via). La semplice informazione va sempre analizzata per poter divenire fonte di conoscenza, cioè valutata e integrata con altre informazioni per poter capire realmente un fenomeno e decidere il da farsi. Ma, come nota un grande esperto di analisi d’intelligence, Marrin, l’attività degli analisti delle informazioni sensibili viene poco considerata e usata dai decisori politici. Questo per varie ragioni, ad esempio quando le analisi contrastano con la linea elettorale del leader politico.
Di solito, stando alle informazioni che trapelano sui media, un servizio segreto sarebbe organizzato con tre tipi di mansioni:
- I funzionari sono negli uffici, partecipano ai meeting, riferiscono al Parlamento e agli organi di stampa. Per esempio, quando in Italia era circolante il Mostro di Firenze, i funzionari si occupavano di analizzare i delitti e di coordinare le indagini;
- I veri e propri agenti segreti sarebbero infiltrati nella popolazione, spesso con falsa identità, per raccogliere informazioni (le cosiddette spie e talpe) e fare attività sotto copertura. Sempre riferendoci al Mostro di Firenze, gli agenti erano stati chiamati a far finta di essere coppiette in automobile per attirare quell’assassino seriale, invece erano armati e lo attendevano;
- Ci sarebbero poi i collaboratori, cioè professionisti in varie discipline, i quali, pur non appartenendo al servizio segreto, offrono alcune prestazioni. Il noto criminologo Francesco Bruno, pur non essendo nelle fila dei servizi segreti italiani, venne chiamato a fare una indagine, i cui risultati espose in 5 ore.
Anche nelle polizie del mondo e nei carabinieri, che sono una forza armata in servizio permanente di polizia, ci sono funzionari che stanno nella stazione di polizia o nella caserma, si occupano di modulistica, partecipano in maniera ufficiale alle attività di polizia giudiziaria, poi c’è tutta una serie di agenti infiltrati nelle varie organizzazioni o che stanno comunque sotto copertura tra la popolazione per tutelarla dalle minacce criminali.
L’FBI fa la stessa cosa: ci sono sia membri incaricati per esempio di rilasciare la certificazione per chi vuole arruolarsi nella polizia statale, ma anche agenti in servizio segreto (è da poco salito all’onore della cronaca che negli USA agenti del FBI si erano finti come autisti di grandi trafficanti di droga e riuscirono alla fine ad arrestarli).
I Servizi e le polizie hanno diversi modi per ottenere informazioni. Certamente ci sono quelli più tecnologici (la classica microspia, i controlli informatici e delle telecomunicazioni, e altro), ma le spie sono tuttora l’elemento fondamentale. Sono dette in gergo HUMINT. Si pensa che gli attentati dell’11 settembre 2001 siano stati possibili per un fallimento delle HUMINT. Quindi i Servizi si sarebbero riorganizzati.
Written by Marco Calzoli