“Colora il mondo” di Mu Ming: cinque racconti per viaggiare nel futuro
“Quando le nuove tecnologie cambiano il linguaggio che usiamo per descrivere questo mondo, anche il modo in cui osserviamo ciò che ci circonda cambia per sempre.”
La frase tratta dal racconto “Colora il mondo”, anche titolo all’intera raccolta, pone l’attenzione sul legame tra tecnologia e mondo quotidiano. La visione della realtà percepita che cambia con l’utilizzo di nuove tecnologie è il tema principale nei racconti di Mu Ming (nome d’arte di Congyun Gu), editi per la prima volta in Italia da Future Fiction.
La visione fantascientifica di Mu Ming riesce a mescolare le nuove tecnologie e il mito greco (“Colora il mondo”), le nuove macchine intelligenti con i metodi tradizionali cinesi (“Con quelle mani”), lo sfruttamento dei dati e la povertà sociale (“Cani di paglia”), il mondo filtrato dalla tecnologa e il mondo che si riesce a cogliere con un semplice sguardo (“Coniglio e anatra”), l’intelligenza artificiale e i legami relazionali (“Stand by me”).
L’autrice è una giovane cinese nata nel 1988 e fa parte della cosiddetta generazione balinghou, giovani scrittori nati negli anni ’80 e seconda generazione di scrittori di fantascienza cinese. Nella sua vita quotidiana è una programmatrice presso Google e ad oggi vive a New York, ha iniziato a scrivere nel 2016 e da subito i suoi racconti hanno riscosso grande apprezzamento sia tra lettori online, dove ha pubblicato agli esordi su siti e forum, sia aggiudicandosi numerosi premi letterari tra i quali il Douban Reading Essay Contest, il Chinese SF Nebula Award e il Galaxy Award.
Il volume “Colora il mondo” contiene i cinque racconti scritti dal 2016 al 2020, sia il testo originale in cinese sia in italiano tradotti da Marco Botosso e Maria Teresa Trucillo. Già la copertina colpisce per la figura del coniglio con le fattezze cibernetiche e gli occhi luminosissimi, con uno sfondo dai toni pastello. Probabilmente riprende per le tematiche e i colori i primi due racconti.
“Colora il mondo” è il racconto che mi ha colpito maggiormente. La storia è quella di una ragazza adolescente che per essere accettata dai coetanei e sentirsi a proprio agio nelle relazioni sociali decide di farsi impiantare dei correttori retinali anche se la madre non è d’accordo e solo alla fine se ne capirà il motivo molto più personale di quanto si possa pensare. In questo racconto ci sono molti temi e analogie che ritornano nei successivi.
Come già detto l’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici che ad oggi possiamo solo immaginare, ma possono essere lo sviluppo di prodotti già presenti sul mercato come i visori in 3d o gli occhiali Google di realtà aumentata nel caso delle lenti retinali o di componenti che modificano la vista.
I racconti sono ambientati in un futuro abbastanza vicino al nostro, dai trenta ai quaranta anni futuri, quindi ci sono relazioni sociali molto simili a quelle di oggi come i problemi generazionali, il mondo del lavoro in cui le macchine prendono il posto dei lavoratori, l’importanza degli animali domestici nella vita affettiva delle persone, il rapporto tra genitori e figli.
Una componente stilistica utilizzata nei vari racconti è quella di mescolare i punti di vista dei vari protagonisti per avere un quadro complessivo e quindi solo alla fine una immagine chiara della storia che si sta leggendo, un po’ come se anche noi lettori avessimo un deficit da integrare con le varie visioni di ogni personaggio e ci servissero le parole per farlo al posto di visori o di intelligenza artificiale.
I racconti di Mu Ming risultano immediati anche se non si conosce esattamente la realtà in cui si svolgono, ma bastano pochi elementi per riuscire ad immaginarla visto che non è importante sapere perfettamente come funzionano i visori, ma l’effetto che questi hanno sulla mente e sulla visione reale del mondo esterno.
La scienza cognitiva studia questi fattori con estremo rigore scientifico proprio per capire quanto le tecnologie possano influenzare il nostro rapporto con l’esterno: visione, linguaggio, manualità, relazioni affettive sono tutte incognite da decifrare in un mondo futuro.
Mu Ming riesce a dare risposte e a farci porre ulteriori domande su ciò che non percepiamo dall’esterno non solo con i nostri sensi e le nostre emozioni, già così diversi da individuo ad individuo, anche attraverso la tecnologia che avanza e che sicuramente occuperà le nostre vite future in ogni momento.
La percezione del mondo esterno è anche pretesto narrativo per scavare nei sentimenti umani e far capire come la distanza tra le persone sia il risultato di una percezione sensoriale diversa in ognuno di noi. L’omologazione finisce per essere considerata negativa rispetto all’individuo e alla sua libera visione personale del reale, in questo senso si può intuire una velata polemica alla politica, cinese e non solo, e ai probabili sviluppi di una dittatura tecnologia da tenere sotto controllo.
I racconti fantascientifici risentono molto del nostro presente, ma anche del passato, in quanto miti e culture che ci portiamo dietro come bagaglio culturale diventano un cardine dello sviluppo narrativo. Ad esempio si nomina addirittura Omero con i versi “il mare color del vino”, un passaggio poetico in un contesto fantascientifico non stride affatto: le percezioni dei greci sui colori divergono da quelle del presente così come quelle del futuro divergono dalle nostre attraverso i nuovi visori.
Quello che mi ha colpito è la poetica che richiama al passato e a temi molto comuni però rivisitati e ampliati con analogie e differenze sul contemporaneo e sui sentimenti umani. Avere uno sguardo anche su altri generi letterari e soprattutto altre realtà culturali è un modo per ampliare la nostra visione senza uso di correttori e di nuove tecnologie. In questo caso bastano cinque racconti per essere nel futuro.
Written by Gloria Rubino