“Come diventare vivi” di Giuseppe Montesano: vademecum per lettori selvaggi
Il titolo di questo breve pamphlet, piccola guida alla lettura e al suo valore, è accattivante: “Come diventare vivi. Vademecum per lettori selvaggi”.

All’inizio mi sono chiesta se avessi reale interesse a leggerlo visto che posso definirmi viva, per quanto nelle mie funzioni vitali: riesco a respirare, il cuore batte ancora. Appena ho letto le prime pagine ho avuto dubbi sull’effettiva utilità del vademecum: oltre alle mie funzioni vitali cerco di leggere molto e tenermi informata, sono già una lettrice che senso ha questo libro?
L’autore, Giuseppe Montesano, riesce a catturarmi quasi subito dopo essermi posta questa domanda. Sintetizzando il suo pensiero mi ha convinta in due modi: portandomi esempi scientifici della veridicità di ciò che raccontava e mostrandomi attraverso l’analisi di una poesia cosa significasse leggere davvero.
Da mattina a sera siamo subissati di messaggi da leggere sui nostri cellulari di ultima generazione provenienti da varie applicazioni, riceviamo e-mail e leggiamo opinioni più o meno condivise sulle bacheche dei vari social di amici e conoscenti.
Leggiamo tantissimo. Eppure non sempre riusciamo a percepirne il significato e il più delle volte lo dimentichiamo archiviandolo come non importante.
Le neuroscienze e la psicologia cognitiva sembrano concordi nel dichiarare che la tecnologia non aiuta aree del nostro cervello ad immagazzinare e a percepire determinate conoscenze.
Scrivere su un tablet degli appunti, ad esempio, diminuisce la nostra pratica all’analisi e alla sintesi di ciò che troviamo più o meno importante. L’autore si prende gioco in modo ironico, ma con esempi scientifici e culturali, di ciò che etichettiamo come analfabetismo funzionale e doxosophoi, fenomeni che stanno aumentando nell’era digitale. Leggere è capire ciò che ci circonda.
Il capitolo dedicato alla lettura di una poesia riesce ad incantare. Leggere vuol dire capire il significato delle parole che stanno una dietro l’altra e non solo. C’è un legame che unisce chi legge a chi ha scritto l’opera, un legame che unisce le parole alle immagini, al punto profondo della nostra mente, ai nostri ricordi, a ciò che crediamo di capire, all’analisi e allo studio, ma anche alla bellezza, al suono e a ciò che è in sintonia con le nostre emozioni. Leggere è scoprire.
Riflessioni sulla vita di tutti i giorni si intrecciano a quelle sulla lettura. Leggere non è qualcosa avulso dal nostro tempo privato e storico, né una pratica da seguire soltanto nei ritagli di tempo. Leggere è e deve essere parte costante di una ricerca vitale per capire noi stessi e gli altri e i cambiamenti sociali e non essere assertori di idee altrui senza porsi dubbi.

Il mito della caverna, nomi di illustri personaggi culturali, citazioni letterarie e appunti di grandi menti riescono con leggerezza a presentare la grande ricchezza insita nella lettura. Una lettura libera, senza vincoli e senza ideologie che deve dare un senso vitale alle nostre giornate e farci sentire esseri viventi capaci di riflettere, emozionarsi, entrare in sintonia con qualcosa d’altro.
Un libro che insegna ed invita a leggere senza indicarci cosa leggere e non leggere, senza liste dei migliori libri della vita, senza appesantire e senza saccenteria.
Un vademecum per ricordarci di leggere non perché ce lo dice la scuola, la mamma, il telegiornale, un post di internet, perché la lettura è parte delle nostre vite e per vivere è essenziale. Tanto vale leggere ciò che più ci piace ed essere liberi almeno in questo. Essere lettori selvaggi è un atto liberatorio e vitale.
Da leggere e rileggere come promemoria.
Written by Gloria Rubino
Bibliografia
Giuseppe Montesano, Come diventare vivi. Vademecum per lettori selvaggi, Bompiani, 2017