I Protocolli dei Savi Anziani di Sion: il grande potere delle parole
Leggo con grande interesse quest’opera dalla natura apparentemente esoterica e non del tutto verificabile.

Si tratta, come si dice, di un ignobile falso realizzato, con biechi intenti antisemiti, tra il 1901 e il 1903, dalla Polizia zarista (Ochrana), probabilmente per mano di tale Sergej Aleksandroviĉ Nilus, partendo da una fonte datata 1864: “Dialogo agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu”, scritta da un autore satirico francese, tale Maurice Joly, a sua volta ispirato dal romanzo di Eugene Sue, “I misteri del popolo”?
Oppure si è di fronte a un documento realmente concepito in ambito sionista? Alla domanda non c’è risposta certa, anche se, in alcuni punti, sorgono dei dubbi più in un senso che nell’altro ma, come si vedrà, anche in un terzo senso.
Le opere precedenti, che non ho letto, le acquisisco letterariamente ora, grazie all’opera di un presunto falsario ideologico, oppure di un assurdo cospiratore sionista, a cui porgo in ogni caso i miei ringraziamenti. La letteratura è fondata sull’imitazione di sé e prescinde da ogni giudizio morale, con un’orrenda eccezione, che ancora non mi sono perdonato: “Le 120 giornate di Sodoma” di de Sade, orrore orrido che non sono riuscito mai ad accettare. Quest’opera terribile rende tutte le altre, pur le più criminose, così blande che non conducono alla rabbia, semmai a un biasimo a volte caritatevole.
Solitamente commento un libro man mano che lo leggo. In questo caso l’opera è breve e intensa, per cui comincio questa mia reazione la mattina dopo avere terminato la lettura. Mi affido alle righe che ho giudicato importante sottolineare di volta in volta ed uso la tecnica dell’estrapolazione.
Protocollo N. 1:
“Le grandi qualità nazionali, la franchezza e l’onestà, sono dei vizi in politica, perché abbattono i governanti… Tali qualità devono essere gli attributi del regno dei Goyim, ma non dobbiamo in nessun modo essere guidati da loro.”
Si indica qui per la prima volta la distinzione fra quel che serve per abbattere il governo degli stati non Ebrei e che dev’essere evitato in casa SION.
Per una corretta lettura: Goyim = Gentili = Non ebrei.
“Il nostro diritto è la forza. La parola ‘diritto’ è un pensiero astratto e non viene provata da nulla. La parola non significa niente più che: dammi quello che voglio in maniera che così ho una prova di essere più forte di te.”
“… secondo i nostri piani, dirigiamo la nostra attenzione non tanto a ciò che è buono e morale ma a ciò che è necessario ed utile.”
“Siamo despoti” e “Metteremo fine alla libertà” drammatici titoli dei sottocapitoli del Protocollo N. 1.
Protocollo N. 2:
“… la guerra verrà quindi portata sul piano economico… e questo stato di cose metterà entrambe le fazioni alla mercé del nostro Agentur…”
Agentur è un’agenzia non meglio specificata. Anche l’espressione “entrambe le fazioni” non indentifica nessuno, ma indica che il conflitto (qualsiasi, ma altrui) porta la (nostra, e necessaria) vittoria.
Il Protocollo N. 2 si chiude con il riconoscimento della forza conflittuale che è insita nella Stampa, che deve “dare voce alle lamentele del popolo, esprimere e creare scontento.” Ora essa è in “mano nostra”. Si dice anche che “abbiamo sacrificato molte delle nostre persone. Ogni vittima della nostra parte è valore agli occhi di Dio come un migliaio di Goyim.”
Anche per i Nazi, un morto dei loro valeva come un numero imprecisato di non Nazi.
Protocollo N. 3:
“Abbiamo aperto un abisso fra il Potere Sovrano e la forza cieca del popolo…” Poi si scoprirà che il primo va educato scientemente, il secondo mal-educato.
“Abbiamo messo l’autorità come obiettivo di ogni ambizione…”.
“Tutti quei cosiddetti ‘Diritti del Popolo’ possono esistere soltanto in un’idea, l’idea che non si può mai realizzare nella vita pratica.”
Il popolo è una bestia domestica e nulla più: “… che il proletariato non abbia altro profitto dalla costituzione fatte salve quelle pietose briciole – che noi gettiamo dal nostro tavolo in cambio del voto…”
“… gli uomini che noi mettiamo al potere, i servitori del nostro Agentur…”
“Il popolo, sotto la nostra guida, ha annientato l’aristocrazia, che era la loro unica difesa e madre incoraggiante per il bene del loro stesso vantaggio, che è legato in maniera inseparabile al benessere del popolo.” Passo importante e da discutere: forse s’intende che i “pochi” fanno da filtro fra “l’unico” e i “tanti”.
Il sotto capitolo in cui rientra la frase suddetta è intitolato “Noi sosteniamo il Comunismo”:
“Comportiamo sulle scene come presunti salvatori dei lavoratori dall’oppressione quando proponiamo loro di entrare nei ranghi delle nostre forze di lotta – Socialisti, Anarchici, Comunisti – chiunque darà sempre sostegno in accordo al presunto dominio di fratellanza (della solidarietà di tutta l’umanità) della nostra Massoneria sociale.”
Il sostegno, dichiarato nel titolo, nel testo è del tutto assente.
“Data la differenza degli obiettivi dell’attività umana non ci può essere nessuna eguaglianza.”
Da questo si deduce che il sostenere l’idea comunista è una finta operativa.
“La parola ‘libertà’ spinge la comunità di uomini a lottare contro ogni tipo di forza, contro ogni tipo di autorità ed anche contro Dio e le leggi della natura.”
“… dovremo cancellare questa parola dal lessico della vita ed implicare un principio di forza bruta che tramuti le masse in bestie assetate di sangue.”
Protocollo N. 4:

“La massoneria gentile serve ciecamente da paravento per noi e i nostri obiettivi”, ma “il piano d’azione della nostra forza, anche il suo luogo in cui perdura, resta per tutti i popoli un mistero sconosciuto.”
“È indispensabile per noi minare alla base di ogni fede, cancellare dalla mente del Goyim lo stesso principio di Dio-Capo dello Spirito e mettere al suo posto calcoli aritmetici e bisogni materiali.”
Protocollo N. 5:
“Dio ci ha dato il genio così che potessimo essere all’altezza del nostro compito.”
Il fine, non dissimile da quello nazista, è governare il mondo (tutto e per sempre).
“Debilitare la mente pubblica per mezzo della critica; portarla lontana da riflessioni serie calcolate per generare resistenza; distrarre le forze della mente verso una falsa lotta di chiacchiere vuote.”
Questo saggio (!) consiglio è stato recepito dagli attuali politici (meglio sarebbe dire politicanti) che sanno come parlare alle masse. I loro discorsi provocano due reazioni: fiducia inneggiante, oppure aspra riserva mentale: tutto dipende da quello che c’è nel cervello di chi li ascolta.
“Loro si accontentano di uno show”
Questo aspetto della politica non è ignoto agli operatori del settore. Amerei tanto sapere l’originale russo della parola show.
“Non c’è nulla di più pericoloso dell’iniziativa personale.”
Protocollo N. 6:
Le forze aristocratiche, ormai scomparse, “come proprietari terrieri possono esserci ancora dannosi per il fatto che stanno rendendo autosufficienti le risorse su cui vivono.” Per cui bisogna incrementare “la pressione fiscale sulle proprietà terriere – e caricando la terra di debiti.”
“Alzeremo il livello degli stipendi, che tuttavia non porteranno nessun vantaggio ai lavoratori, perché al contempo produrremo un aumento dei prezzi dei beni di primaria importanza…”
Protocollo N. 7:
“Il fattore principale di successo della politica è la segretezza delle sue azioni: il mondo non deve essere d’accordo con le azioni dei diplomatici.”
Per fortuna “La stampa” è “già interamente in mano nostra”.
Protocollo N. 8:
“Circonderemo il nostro governo con un intero mondo di economisti.”
Protocollo N. 9:
“Le dottrine, che ristorano i monarchici, i demagoghi, i socialisti, i comunisti, ed i sognatori utopici di ogni tipo”, le abbiamo sfruttate per questo compito: “ognuna di loro per conto suo sta distruggendo ogni ultimo residuo di autorità, sta puntando a capovolgere tutte le forme di ordine prestabilito.”
In Italia, gli anni ’70, cosiddetti fenomenali, ricchi di eroismi e di mostruosità, hanno prodotto il governo craxiano, poi il berlusconiano, poi dell’ex sinistra, poi il renziano, e infine quello dei cosiddetti sovranisti.
La domanda che mi pongo è: è rimasto al mondo almeno un partito idealista? Almeno dal punto di vista nominale?
Quanti partiti, fra i maggiori, contengono uno dei seguenti aggettivi: cristiano, socialista, comunista, liberale, repubblicano, monarchico? Nei minori essi si ritrovano ancora, ma tali movimenti sono paragonabili al due di coppe in rifiuto quando è briscola spadi (o denari).
“Abbiamo messo le mani sull’amministrazione della legge, nella condotta delle elezioni, nella stampa, nella libertà della persona, ma principalmente nell’istruzione e nell’addestramento in quanto pietre miliari di un’esistenza libera.”
Qualora “i Goyim si ergeranno contro di noi, con le armi in mano, se sapessero cosa sta accadendo prima che giunga il momento”.
L’unica misura drastica e funzionale risulta costruire un’intricata serie di gallerie sotterranee: “… sotto le capitali e da cui queste capitali saranno fatte saltare in aria con tutte le loro organizzazioni ed archivi.”
Questa è la prima considerazione ingenuamente mistificatrice che mi pare di cogliere. A meno che non sia quella che ad Amalfi si chiama moina, confusione distraente.
Protocollo N. 10:

“Uno schema di governo dovrebbe provenire bello e pronto da un solo cervello, perché non sarà mai abbracciato fermamente se gli si permette di essere diviso in frazioni nelle menti di molti.”
La vera tirannide richiede un solo emittente.
“È indispensabile creare problemi in tutti i paesi nelle relazioni del popolo con i loro governi, in modo da esaurire completamente l’umanità con dissenso, odio, lotta, invidia ed anche con l’uso della tortura.”
Protocollo N. 11:
“I Goyim sono un gregge di pecore, e noi siamo il loro lupo.”
È un ragionamento da mafioso non illuminato.
Protocollo N. 12:
La produzione di pubblicità “sarà da noi trasformata in una fonte molto lucrativa di reddito per il nostro Stato: dovremo imporre una speciale tassa sulla stampa…”
“Tra quelli che ci attaccano ci saranno anche degli organi creati da noi, ma attaccheranno esclusivamente dei punti che noi abbiamo predeterminato che vadano alterati.”
Un esempio a caso: l’immigrazione dai paesi del Terzo Mondo.
“… il nostro governo diverrà proprietario della maggior parte dei giornali. Questo neutralizzerà la dannosa influenza della stampa privata e ci metterà in possesso di una tremenda influenza sulla mente pubblica…”
“… tutti i giornali pubblicati da noi saranno quelli, in apparenza, di tendenze e di opinioni più opposte…”, per cui gli oppositori “cadranno nella nostra trappola e verranno resi innocui.”
“… un paziente eccitato perde tutto il potere di giudizio e si sottomette facilmente alla suggestione…”
Questo capita tutti i giorni, dove il politico X compie atti emozionanti, mescolando il sorriso accattivante alla minaccia al potere costituito, strizzando gli occhi al popolo…
Gli argomenti in nostro favore siano spinti verso l’esistenza della piena libertà di parola e che diano quindi: “ai nostri agenti occasione di affermare che tutti gli organi che si oppongono a noi siano dei vuoti balbuzienti.”
Protocollo N. 13:
“Li distraiamo ulteriormente con divertimenti, giochi, passatempi, passioni, palazzi del popolo…”, nonché “competizioni nell’arte, nello sport, di ogni tipo.”
Protocollo N. 14:
“Dobbiamo quindi spazzare via ogni altra forma di credo. Se questo dà vita alla forma atea che vediamo oggi. Non sarà soltanto uno stadio di transizione, che interferisce con le nostre visioni, ma servirà come avvertimento per quelle generazioni che presteranno attenzione alla nostra predicazione della religione di Mosè che, per mezzo del suo sistema stabile e molto elaborato, ha portato tutti i popoli del mondo in soggezione a noi.”
Mosè è dunque una tessera di quel sistema operativo. Di lui di può dire quello che un anziano disse a Padre Aldo Bergamaschi, alla domanda: Cosa significa Cristo per te? Risposta: Al droven! (lo adoperano).
Ricordo ancora con quanta veemenza quel filosofo cappuccino tuonava, ripetendo decine di volte l’espressione: Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven!
Nel sottocapitolo “Vieteremo Cristo”, non si dice nulla a proposito, ma si dileggia: “Una letteratura senza senso, schifosa e abominevole.”
A me pare che ‘sta pletora verbale non sia degna di saggi di qualsiasi fattezza.
Protocollo N. 15:
“Ogni tipo di nuova istituzione di qualsiasi cosa simile a una società segreta verrà anch’esso punito con la morte.”
L’unica che dev’essere mantenuta è la nostra: “per scelta di Dio”.
Nel sottocapitolo “I gentili sono stupidi”, si dice una tragica verità: “… hanno sete dell’emozione del successo e degli applausi, di cui noi siamo generosi in maniera rimarchevole.”
“Non potete immaginare a che livello i più saggi dei Goyim possano essere portati ad uno stato di incosciente innocenza in presenza di questa condizione di alta presunzione di loro stessi…”
“I Goyim vogliono sacrificare ogni piano soltanto per aver successo.”
“… la mente dei Goyim è sottosviluppata…”
“I loro occhi sono aperti, ma non vedono nulla davanti a sé e non inventano.”
Mi sto domandando se anche i napoletani siano compresi geneticamente (e culturalmente) fra i Goyim.
I titoli dei sottocapitoli successivi inquietano: “Chiediamo sottomissione” e “Saremo crudeli”
“Il nostro governo avrà l’apparenza di un custode patriarcale paterno che sta dalla parte del nostro governante.”
Importante: il governante è un figlio adottivo.
“Loro riconosceranno l’autocrazia del nostro governante con una devozione vicina alla apoteosi.”
Nulla di diverso da Ceausescu, Saddam, Bokassa e Idi Amin.
Il nostro Re sarà in comunione costante con i popoli, facendo loro dei discorsi dalla tribuna la cui fama nello stesso istante si diffonderà in tutto il mondo: qui l’anziano prefigura Twitter.
Protocollo N. 16:

“Escluderemo dal corso dell’istruzione la Legge dello Stato così come tutto ciò che riguarda la questione politica.”
“Cancelleremo dai ricordi degli uomini tutti i fatti dei secoli precedenti che non sono per noi desiderabili, e lasceremo soltanto quelli che dipingono tutti gli errori del governo dei Goyim.”
“Il sistema di imbrigliamento del pensiero è già in opera nel cosiddetto sistema di insegnamento per Lezioni oggetto, il cui scopo è trasformare i Goyim in bruti sottomessi che non pensano e che aspettano che le cose vengano presentate di fronte ai loro occhi per farsi un’idea tutto loro… In Francia uno dei nostri agenti, Bourgeois, ha già reso pubblico un nuovo programma di insegnamento per mezzo di lezioni oggetto.”
Bourgeois, chi era costui?
Protocollo N. 17:
“Il re degli ebrei sarà il vero Papa dell’Universo, il Patriarca della Chiesa internazionale.”
Chissà se è previsto anche un Sinedrio?
“Il nostro regno sarà un’apologia di Visnù, in cui trova la sua personificazione – nelle nostre cento mani ci saranno, una per una, le molle di una vita sociale.”
Questa frase è una prova che scrive sarà anche un sionista o un finto tale, ma non può essere un ebreo. Visnù viene citato, con la medesima ipostasi, nel Protocollo N. 12. Qualcuno che apparentemente sa afferma che anche nell’opera citata di Joly i riferimenti al trimurtico dio indiano sono due e collocate in ragionamenti analoghi.
Protocollo N. 18:
“… abbiamo spezzato il prestigio dei re Goy per mezzo dei frequenti attentati alla loro vita…”
“… il nostro governante impiegherà il suo potere solo a vantaggio della nazione ed in nessuna maniera per i suoi profitti personali o dinastici…”
A mio parere nostro predomina su governante. Inoltre se si parla di dinastia, mi chiedo se sia autorizzata o di volontà divina (scelgo la prima ipotesi, anche per le considerazioni che seguiranno).
“I criminali tra di noi verranno arrestati per primi, più o meno sulla base di un fondato sospetto.”
“… in questi fatti noi saremo letteralmente spietati”.
Protocollo N. 19:
“… incoraggeremo ogni tipo di rapporto o di petizione con proposte dirette al governo.”
“… questo rivelerà a noi i difetti o anche le fantasie dei nostri sottoposti…”
“Per poter distruggere il prestigio dell’eroismo per il crimine politico lo invieremo a processo nella categoria di ladri, assassini, e ogni tipo di sporco crimine.”
Protocollo N. 20:
“… la tassazione verrà meglio coperta da una tassa progressiva sulla proprietà…”
“… il ricco deve sapere che è suo dovere mettere una parte del suo superfluo a disposizione dello Stato…”
Quindi, il superfluo sarà consentito in parte considerevole.
“… il denaro esiste per circolare ed ogni tipo di stagnazione del denaro agisce rovinosamente sul funzionamento della macchina dello Stato…”
Anche personaggi appena un po’ diversi fra loro (Keynes e Berlusconi) la pensano così.
“L’unica e la sola persona che non avrà alcun interesse a derubare lo Stato è il suo proprietario, il governante. È per questo che il suo controllo personale rimuoverà la possibilità di perdite o stravaganze.”
Parla poi dei BOT e dei CCT ante litteram: “Questi prestiti hanno appesantito le finanze dello Stato con il pagamento di interessi e li hanno resi il legame di schiavitù per questi capitali…”
“Ogni tipo di prestito prova l’infermità dello Stato…”
“I prestiti pendono come la spada di Damocle sulla testa dei governanti…”
Il presente Protocollo descrive con efficacia la situazione italiana degli ultimi 40 anni. Sono dei profeti immensi, questi Arcani Saggi!
Protocollo N. 21:
Anche il presente lo fa egregiamente: “Per il pagamento degli interessi diventa necessario ricorrere a nuovi prestiti…”
Protocollo N. 22:
“La nostra autorità sarà la corona dell’ordine e in cui è racchiusa l’intera felicità dell’uomo. L’aureola di questa autorità ispirerà una mistica genuflessione di fronte ad esso e un riverente timore davanti ad esso da parte di tutti i popoli. La vera forza non scende a patti con alcun diritto, nemmeno con quello di Dio: nessuno osa venire vicino ad esso in modo da toglierne nemmeno una spanna.”
Mi pare, invero, che anche Dio sia una tessera (immensa, dell’ancor più immenso mosaico). Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven! Al droven!
Protocollo N. 23:
“Questo Primo Prescelto di Dio viene scelto dall’alto.”
Qualcuno sceglie tale Prescelto (participio passato e passivo) si trova in basso rispetto a chi lo sceglie.
Protocollo N. 24:
“Alcuni membri del seme di Davide prepareranno i re e i loro eredi, selezionando non per divino ereditario ma per eminenti capacità, inducendoli ai misteri più segreti della politica, in regimi di governo, ma facendo sempre in modo che nessuno possa venire a conoscenza dei segreti.”
“Gli eredi diretti spesso verranno messi da parte dalla salita al trono se nel loro periodo di formazione mostreranno frivolezza, mollezza ed altre qualità che sono la rovina dell’autorità, che li rendono incapaci di governare e di per sé pericoloso per ufficio regale.”
“Solo coloro che sono incondizionatamente capaci di governare fermamente e direttamente, anche se con la crudeltà, riceveranno le redini del governo dai nostri saggi anziani.”
“In caso di malattia, debolezza di volontà o altra forma di incapacità, i re dovranno passare le redini del governo ad una mano nuova e capace.”
In altre parole, qualcuno, dall’alto, dopo averli scelti, li deporrà. Il Re “ascenderà al trono non senza che sia fatto un esame della sua mente dai suddetti savi anziani.”
“Il Re degli Ebrei non deve essere in balia delle sue passioni e soprattutto della sensualità: a nessun lato del suo carattere egli deve dare potere bruto sugli istinti della sua mente.”
Amen.

I vari protocolli sono particolarmente illuminanti su quel che un potere alienante può e deve fare per impadronirsi dell’attuale civiltà umana, partendo da quell’Europa in cui essi, senz’altro, furono compilati. In vari momenti di dice esplicitamente che il cuore operativo del consiglio dei Saggi è qui, nel Vecchio Continente.
Sono autentici, ‘sti tremendi saggi? Forse, non più dei Canti di Ossian di James Macpherson. Probabilmente, anche non meno. La questione è importante, ma non al fine dell’analisi letteraria dell’opera. La letteratura è sempre una forma di falsificazione del reale. Molto più del cinema, che pur rappresenta un tentativo di rappresentazione (almeno inizialmente) realistica.
Essa è fondata sulla parola, che viene dal latino parabola, che è comparazione, similitudine, invenzione assimilante al vero. Migliaia di anni di mistificazione ha reso ogni lavoro letterario una storia a sé, la cui realtà è racchiusa nel proprio campo fenomenico, e non in un rapporto concreto e assoluto col reale.
Se Henry Miller, Kerouac e Bukowski giurano di essere sinceri, occorre averne fiducia, ma non da credere ciecamente nelle loro pur spontanee parole. Hanno tentato di essere veraci, ma in ogni piega del loro discorso si nasconde, necessariamente, un’omissione o una descrizione fuorviata. Anche questi autori estremi sono lodevoli nelle intenzioni, ma non assolutamente veritieri nelle parole.
Del resto, in un cosmo in cui lo spazio è curvo, ma appare dritto, in cui il tempo forse è illusorio, discorrere di verità è sempre emozionante.
I Protocolli sono autentici e falsi al contempo, ma di assai dubbia origine sionista. Ergo: sono di assai probabile matrice anti-sionista.
La mia opinione è che i Protocolli dei Savi non siano di origine ebrea. Ma nessuno può al momento dire o negare con certezza alcunché.
Vi è necessità di leggerli oggi, in quanto essi descrivono, dalla parte opposta a qualsiasi forma di democrazia, le modalità politiche che reggono le sorti dei popoli. Offrono altresì l’occasione di far crescere nella nostra esistenza individuale e sociale la consapevolezza di implementare nuove armi culturali, al fine di contrapporsi a tale ignobile volontà di sopraffazione, di cui certi modelli attualmente in atto paiono mostruose, seppur squallide, ipostasi. Oppure possono fornire a ciascun aspirante tiranno il know how operativo per attuare il suo bieco fine pubblico.
Ho parlato all’inizio di una terza ipotesi.
I Saggi parlano di procedure esoteriche destinate a pochi eletti, il Principe e i suoi immediati collaboratori. L’opera invece non appare affatto di tipo misterico, ma pare concepita e scritta al fine di circolare ovunque e il più possibile. Del resto, essendo arcinota al mondo, e per lo più esecrata, ma leggibile, sia da parte di sionisti che di nemici del Popolo Eletto, si deduce che essa è nata per infiltrarsi in ogni dove, per motivi intuibili: creare reazioni emotive.
Il mio consiglio è di leggerla con attenzione, senza esprimere pareri etici, ma utilizzando principalmente l’intelligenza, e non un’emozione fuorviante.
L’intento sotteso, quello sì, sia pure in senso residuo, è misterioso.
Written by Stefano Pioli
Bibliografia
“I Protocolli dei Savi Anziani di Sion”, Edizioni Segno
…l’imbecille illustrato, non manca mai. soprattutto quando in ballo ci sono “gli ebrei”.
Ti riferisci a?
«Nonostante la comprovata falsità, i “Protocolli” sono in seguito riaffiorati periodicamente a sostegno di ogni campagna antiebraica: nella Germania Hitleriana e nell’Italia fascista, in Medio oriente (dove arrivarono “nei bagagli della propaganda di Goebbels”) e nella Russia dei nostri giorni» Questa corretta nota si legge nel risvolto di copertina dei “I Falsi Protocolli”, uno studio del diplomatico italiano Sergio Romano, edito da Longanesi nel 2011, che ricostruisce – con scrupolo storico e partecipe attenzione di cronista – il riaffiorare di questi abominevoli “Protocolli” nel corso di tutto il Novecento, a partire dal 1919 (anno della loro prima edizione), i quali accompagnarono e stimolarono pogrom antiebraici e deliri di “pulizia etnica”. Non si tratta quindi di un testo letterario, puro e semplice, ma di un’arma di propaganda per i fessi che credono ai complotti e che cercano di guarire le loro frustrazioni dando la caccia a un immaginario nemico che possa fungere da capro espiatorio. Sergio Romano ha offerto la giusta chiave d’interpretazione di questo testo e, in appendice al suo libro, ha ripubblicato, come documento da additare all’infamia, la versione dei “Protocolli” che comparve nell’Italia fascista a cura dell’ideologo razzista Giovanni Preziosi.
Grazie caro. Puoi essere, se riesci, più icastico?
Certo, caro Barozzi. Sono abominevoli. Non lo è la loro lettura. Se ci pensi molte delle strategie indicate in essi sono utilizzate oggi dai nostri pur provinciali demagoghi. Per questo e perché anche l’abominio è cosa umana interessante, consiglio di leggerli. Anche se NON sono una delle letture più urgenti e cogenti… c’è di meglio senz’altro…. saluti caro