“Il segreto di Mirta” di Silvia Lorusso Del Linz: un romanzo su tre seguaci dell’Ordine della Dea Demetra
Ma qual è il potere delle donne? È carattere? È magia? È fascino del mistero? È certo che la donna ha dentro l’intera forza della natura, che è in grado di destabilizzare un uomo. Qualunque uomo? Forse soprattutto quelli che non lo sanno.

Sono pochi anni che si parla di questo, rispetto ai millenni in cui il ruolo della donna è rimasto sprofondato. Sprofondato nel… ognuno ci metta la sua parola. È rimasto sprofondato. Punto.
In mille modi l’uomo nei secoli ha profanato con la prepotenza e la forza il ruolo delle donne, e forse nel tempo remoto l’eterna lotta tra streghe e vari tribunali dell’inquisizione ne è l’espressione più evidente.
Adesso la storia la possiamo guardare con sguardo più disincantato, capire che i terrapiattisti sono in errore e che era giusto stare dalla parte degli indiani. Capire soprattutto che nella guerra tra tribunali ecclesiastici e donne dai poteri magici bisogna stare con queste ultime. Fare un forsennato tifo da stadio per loro. Perché loro conoscono il potere del verbo, e con loro si va avanti.
Questi sentimenti sono gli effetti collaterali dell’ultimo libro di Silvia Lorusso Del Linz, Il segreto di Mirta (Marlin Editore 2017). Effetti collaterali, perché è in realtà un bellissimo romanzo storico ambientato soprattutto a Napoli, a metà del diciottesimo secolo, dove si racconta di tre donne: Antonia, la nonna, Elena, la madre, e Mirta, la protagonista.
Le tre, seguaci dell’Ordine della Dea Demetra, sono perseguitate dal Sant’Uffizio. Ecco lo scontro aspro tra il potere femminile pagano e la potenza temporale ecclesiastica. Dove la Chiesa è il mostro tentacolare che imprigiona Elena e la condanna a morte in un’inquisizione frettolosa, mentre Mirta deve essere salvata dalla nonna in una rocambolesca fuga che le porterà a vivere nell’ombra, e a rifugiarsi nella villa di un importante libraio di Napoli.
Ma quando Mirta cresce, fiorendo in una bellissima ragazza giustamente affamata di vita, gli intrecci si complicano. In un dedalo di misteri, potere occulto e antica alchimia la giovane apprende il segreto della sua venuta al mondo e il potere che può dominare.
Con qualche eccezione sembrano due bandiere rivali. Gli uomini sono quelli che dettano legge, che tra i sotterfugi impongono la superstizione per mantenere il loro dominio effimero. Le donne, col loro fortissimo potere, forse magico ma sicuramente pagano, sono quelle che lottano con tutte le loro forze per fare giustizia. Così la forza delle donne con poteri magici, dove la magia forse è nell’esser donna, non è mai da sottovalutare.
Come finisce? È importante godersi il finale leggendolo, riga su riga, col piacere che dà la lettura.
Però è chiaro che ti innamori di Mirta. Però è chiaro che stai dalla parte degli indiani, delle donne, forti e magiche, che possono disorientare certi uomini.
Non sveliamo chi vince alla fine, che comunque una vittoria non è mai netta. Ma apprezziamo la grande abilità di Silvia Lorusso Del Linz di tirarci dentro la discussione. Di farci toccare tutti quei tasti emotivi che ti portano a schierati con passione. Che ti portano pure la rabbia, per tutto quello che si è subito nei secoli. Ma la nostra autrice lo sa bene che anche la rabbia è un sentimento, e te lo sa dosare goccia a goccia, come un veleno. Come un veleno che se ti abitui piano piano poi ti renderà immune.

Ecco, Il segreto di Mirta forse è proprio questo: capire questo potere femminile, e capire che è quello che ci salverà. Non esistono le streghe cattive, se non gli spauracchi inventati da un certo potere spaventato e arrabbiato. Le streghe poi sono solo una conoscenza più profonda che è amore per la vita. Sembra questo il messaggio della protagonista.
E alla fine Mirta potrebbe essere una ragazza dei nostri tempi. Una ragazza che non pensa neppure per un secondo di inchinarsi davanti ai prepotenti, ai bulli o agli imbroglioni, che sa riconoscere a fiuto. Una che sa ribellarsi con la forza della magia, con la forza dell’essere donna.
Questa è la storia che folgora l’attualità. La bellezza del nostro vissuto ancestrale che si schianta nel nostro presente, oggi. Silvia Lorusso ce lo ha fatto capire, e ha scritto un libro che dovrebbe entrare nelle scuole per questo.
Ma, come detto, questi sono solo gli effetti collaterali, ricercati dall’abilissima penna dell’autrice. Perché quello che domina è poi l’affresco storico. Un intensissimo e profondo lavoro di ricerca che ci restituisce la nostra società nel diciottesimo secolo con tutta la sua gamma di sensazioni. Certo le piazze, l’architettura, i palazzi, rivivono nelle pagine, ma sono i segreti, le scelte difficili, gli amori impossibili, e le paure che scorrono vivi davanti a chi legge.
Come sempre quindi non è il lavoro di ricerca che fa di un romanzo storico un bel libro. È quel farti pensare, quel lasciarti un pochino crogiolare nel confronto delle epoche, che è dato dalla sensibilità di chi l’ha scritto che si riflette nelle emozioni di chi legge.
Written by Pier Bruno Cosso
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