“Allah Loves Equality” di Wajahat Abbas Kazmi, Michele Benini ed Elena De Piccoli: si può essere gay e musulmani?

In origine Allah Loves Equality è nata come campagna di sensibilizzazione: infatti la foto di Wajahat Abbas Kazmi, attivista pakistano, con un cartello con la scritta “Allah loves equality”, scattata al Gay Pride di Roma, ha suscitato un vespaio di polemiche da parte di chi considera(va) essere omosessuali ed essere musulmani come due aspetti assolutamente inconciliabili.

Allah Loves Equality
Allah Loves Equality

Visto l’interesse suscitato dal tema (ma anche i pregiudizi e l’ignoranza attorno all’Islam nel suo complesso) grazie a due raccolte fondi è stato realizzato un documentario ed un libro edito da Tam Editore e scritto da Michele Benini, Elena De Piccoli e lo stesso Wajahat Abbas Kazmi.

In questo agile libriccino, “Allah loves equality: si può essere gay e musulmani?oltre alle vicissitudini che hanno accompagnato la realizzazione del film c’è un ampio ed approfondito excursus teologico su come le religioni abramitiche considerino l’omosessualità maschile e femminile.

Se infatti tutte e tre le religioni monoteiste considerano l’omosessualità come un peccato da condannare e evitare (e in alcuni casi addirittura come una malattia da curare con le più svariate “terapie riparative”…), nei poemi epici indiani così come nelle poesie di Abu Nawas, viene celebrato il cross dressing e le hijra (il cosiddetto “terzo sesso”, considerato un dono sacro e divino) ricoprivano alti incarichi presso la corte dei Moghul dove erano le depositarie della cultura.

Ma nel Pakistan di oggi sono considerate “persone a metà” e se belle e giovani possono ambire a fare le danzatrici ai matrimoni, altrimenti resta loro solo prostituzione e accattonaggio.

E una delle parti più interessanti del libro sono proprio le testimonianze di persone uscite dal cono d’ombra della cultura patriarcale e maschilista che si battono per il diritto di poter occupare qualsiasi posizione lavorativa: tra queste Kami Sid modella trans gender e Marvia Malik, giornalista e conduttrice tv.

Ma come dimostra la storia di Qasim Iqbal che con la sua associazione Naz si occupa di diffondere informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili e promuove attività di prevenzione, anche in Pakistan la ricchezza permette di muoversi molto più agevolmente: infatti Qasim vive nel centro di Lahore col marito e riceve premi pubblici internazionali per il suo attivismo.

Wajahat Abbas Kazmi
Wajahat Abbas Kazmi

E qui risiede la tesi di fondo del libro: l’impossibilità di vivere il proprio orientamento in modo libero e pubblico è un fattore socio-culturale (ossìa è una causa di disonore per la famiglia e/o il clan che giustifica anche il crimine d’onore) più che religioso.

E così come confida Esha:si può essere musulmani e gay, trans gender e qualunque altra cosa al mondo si desideri essere: il nostro Creatore- per chi crede a questo concetto- ci crea come Egli desidera che noi siamo. E ci ama così come ci crea”.

 

Written by Monica Macchi

 

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