Le métier de la critique: il romanzo moderno tra Boris Pasternak ed Alberto Moravia
A partire dal 1921 inizia ad emergere in Italia un rinnovato gusto per il romanzo, ed è infatti proprio questo periodo un momento di rinascita del romanzo italiano, tipo di romanzo, questo, che cerca di svincolarsi, non senza fatica, dagli schemi della narrativa di stampo verista.
Quello che si prospetta è un romanzo mutato, un romanzo “altro”.
Esemplificativo al fine di desumere le caratteristiche salienti di questo romanzo moderno è il “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak.
Il romanzo fu pubblicato in anteprima mondiale in Italia nel 1957 dall’editore Feltrinelli ed è stato l’unico romanzo scritto da Pasternak, che tuttavia grazie ad esso si aggiudicò il Premio Nobel per la Letteratura nel 1958.
Leggendo quest’opera appare subito evidente che l’autore non avverte minimamente il bisogno di farci intendere che ci sia qualcuno a condurre la fatalità.
Assistiamo al contrario ad una serie di atti gratuiti, esenti da qualsiasi motivazione e legittimazione ma che godono dell’unico fine di produrre scene, dialoghi, eventi.
“La vita, se volete saperlo, è un elemento che continuamente si rinnova e rielabora da sé, che da sé si rifà e si ricrea incessantemente, sempre tanto più alta di tutte le nostre ottuse teorie.”
Altrettanto pertinente funge il romanzo la “Noia” di Alberto Moravia, opera pubblicata nel 1960 dalla casa editrice Bompiani: se per il romanziere tradizionale il fatto eletto dalla storia non era il frutto di una scelta consapevole dell’autore bensì s’imponeva quasi per moto autonomo come fatto privilegiato, per il Moravia della Noia il fatto è una scelta ad libitum tra la vasta gamma a disposizione.
“Il sentimento della noia nasce in me da quello dell’assurdità di una realtà, come ho detto, insufficiente ossia incapace di persuadermi della propria effettiva esistenza.”
Questo procedimento di cui si avvale Moravia, ossia prendere un fatto semplicemente come esempio di una specifica situazione, sottolinea la non volontà di privilegiare, insomma la tendenza a desublimare ogni fatto che è stato soltanto scelto tra una miriade di altri fatti altrettanto validi. È quindi un fatto genericamente indicativo e non imprescindibilmente significativo.
Resiste invece in Pasternak un barlume tradizionalista che si riflette nella tendenza a privilegiare ancora i fatti di cui racconta ma anche lui non è in grado di garantirci che non si producano altri fatti altrettanto e analogamente significativi.
Questa condotta narrativa presenta delle analogie che dei presupposti di fisica moderna: se fino all’inizio del secondo decennio del nostro secolo, tutta la fisica si basava sull’interpretazione meccanicistica dei fenomeni naturali per cui di ogni effetto si ricercava la causa unica e determinata, la fisica successiva ha rinunciato alla forza specifica e competente e l’ha sostituita con quella dell’onda di probabilità.
Si direbbe quindi che nel romanziere moderno, come nel fisico, viga l’idea dell’onda di probabilità.
Concludendo, il romanzo tradizionalista supponeva risposte uniche e insostituibili, quello moderno invece prende atto di comportamenti probabili in situazioni che possono vederne nascere altri, diversi, sì, ma altrettanto possibili.
Written by Manuela Muscetta