La ripresa del Campionato tra calciomercato parlato e calciomercato praticato: ritorni e novità
“Ma il calcio, si sa confonde le ideologie. Forse perché è esso stesso ideologia” − Vincenzo Imperatore
Lo scorso weekend è ripartito il Campionato di calcio.
Devo dire però che, in un certo senso, il calcio non si è mai del tutto interrotto durante l’estate. Ciò perché quest’anno più che mai, almeno a me sembra, il calciomercato ha avuto due fasi.
Già a maggio, prima che le partite finissero, si facevano possibili nomi per indicare cambiamenti di allenatori e calciatori nelle squadre. Le trattative effettive, però, sono cominciate dal 1° luglio e si concluderanno il 2 settembre: e a molti non piace, in verità, l’idea che il calciomercato sia ancora in vigore a competizione iniziata. Condivido questo punto di vista per ovvi motivi di conflitti di interesse.
Secondo me la distinzione tra “calciomercato parlato” e “calciomercato praticato” ha amplificato la durata e la portata dell’operazione, anche grazie al lavoro svolto dai giornali che ne hanno scritto sia prima che dopo, spesso dovendo modificare o smentire quanto riportato in precedenza. Ma non lo dico con spirito polemico. Anzi, il bello delle letture estive sul calcio consiste nel loro essere un po’ delle fiction (nel senso etimologico del termine, dal verbo latino fingo, is, finxi, fictum, ere, ‘formare, creare plasmare, comporre, foggiare’ e dunque ‘inventare’) che intrattengono e che divertono. A volte saranno confermate dal business, altre no.
Mentre scrivo, infatti (è martedì 27 agosto), alcune vicende si sono concluse, altre sono ancora in ballo. E il prossimo weekend sarà già la seconda giornata di Campionato con gare già importanti, come il derby Lazio-Roma.
La Juve è la squadra più forte in Italia, ma non in Europa. A maggio ha vinto il suo ottavo scudetto consecutivo, il quinto sotto la guida del mister Massimiliano Allegri. Tuttavia la Juve ha la maledizione della Champions, coppa che non vince dal 1996, nonostante i numerosi avvicinamenti ad essa nel corso di questi ventitré anni. La scorsa stagione (2018/2019) la Juve acquistò il fenomeno Cristiano Ronaldo (al secolo CR7) dal Real Madrid proprio in chiave Champions, ma anche stavolta il sogno si è infranto perché il 16 aprile 2019 la Signora è stata eliminata dall’Ajax ai Quarti di Finale. A partire da quella data è iniziato, quasi come anticipo dell’estate, il tormentone sul futuro dell’allenatore. Il calcio, nel bene o nel male, è impietoso: finché vinci sei al top, quando perdi anche una sola volta non vali più. Agli occhi della dirigenza juventina, quindi, non poteva bastare che Max stesse traghettando i suoi ragazzi verso l’ennesimo scudetto, visto che l’obiettivo principale era la Champions. Dopo una serie di tira e molla, di conferme e di smentite, la società bianconera ha convocato una conferenza stampa congiunta di Massimiliano Allegri e del suo presidente Andrea Agnelli, il 18 maggio scorso, per annunciare e motivare questa “separazione consensuale”, sebbene sofferta tra l’allenatore livornese e il club di Torino: è stato un momento molto commovente anche per me che non sono juventina e sinceramente non ho trovato giusta questa decisione. Volendo citare solo la serie A, vorrei fare qualche esempio significativo degli ultimi avvenimenti.
Subito dopo è stata una corsa al toto-allenatore e si è consumata una dialettica mediatica che ruotava sostanzialmente attorno due nomi: Guardiola o Sarri?
Guardiola è il tecnico del Manchester City, Sarri invece è stato il mister del Napoli fino alla stagione 2017/2018 quando, anche per problemi con il presidente De Laurentiis, lasciò la squadra partenopea dopo averla condotta ad un passo allo scudetto, poi soffiato alla fine dalla Juve. Sarri durante la stagione 2018/2019 ha allenato il Chelsea, ma non è stato dimenticato in Italia, in quanto si è continuato a parlare di “sarrismo”, ovvero della pratica del bel calcio inaugurato proprio da lui. Tale era quello del suo Napoli, in contrapposizione al cinismo della Juve di Allegri il cui mantra era la vittoria a tutti i costi, anche sacrificata al bel gioco.
Che ci fosse una forte rivalità tra Juve e Napoli era un elemento risaputo e ben messo in evidenza dal bel libro di Vincenzo Imperatore e Darwin Pastorin Juve- Napoli. Romanzo popolare edito da Aliberti nel 2018. Su Oubliette Magazine potete trovare la mia recensione a questo libro insieme ad altre considerazioni sul tema e precisamente QUI.
L’avvento di Sarri aveva certamente incrementato questa rivalità e aveva anche contribuito a far splendere la bellezza del Napoli. Quindi, in un certo senso, il tecnico toscano è stato il più anti-juventino degli allenatori del Napoli. È normale allora che l’aver accettato da parte di quest’ultimo la proposta della Juve sia stato motivo di forti polemiche da parte della tifoseria partenopea che si è sentita tradita. A queste polemiche Sarri ha risposto con una battuta arguta, ovvero affermando che non si deve restare fedeli ad una moglie da cui ci si è separati. Metafora eloquente e che può essere utile anche per l’altro ribaltone estivo.
Mi riferisco stavolta al caso dell’arrivo sulla panchina dell’Inter di Antonio Conte.
Facciamo un passo indietro. Antonio Conte ha giocato nella Juventus dal 1991 al 2004, poi ha allenato con onore i bianconeri dal 2011 al 2014, anno in cui è diventato il commissario tecnico della Nazionale Italiana di Calcio fino al 2016. Dal 2016 al 2018 è stato al Chelsea. Da questo curriculum sintetizzato qui al massimo emerge chiaramente la sua “juventinità”. Analogamente a quello di Sarri, questo salto non è stato digerito bene dagli juventini. Di un suo possibile arrivo nella rosa nerazzurra si parlava anche durante il calciomercato invernale della passata stagione, ma poi la cosa è rimasta lettera morta perché fino a maggio è rimasto sulla panchina della squadra milanese il suo allenatore titolare Luciano Spalletti che è comunque riuscito, seppure in extremis, a traghettare la Pazza Inter nella zona Champions League della classifica.
Oggi però conta solo Conte: e scusate il gioco di parole. È l’allenatore che tutti vorrebbero, forse poco simpatico, ma davvero concreto e fattivo. Durante l’estate si è battuto per forgiare una squadra come la voleva lui, anche insistendo per l’acquisto di “top-player” importanti, primo fra tutti Romelu Lukaku, calciatore belga che militava fino allo scorso campionato nel Machester United e che è stato acquistato per l’esorbitante cifra di 65 milioni di euro. Anche quest’ingaggio è stato un leit-motiv ricorrente di questi ultimi mesi.
Sul turn over dei mister ci sarebbero altre notizie clamorose da menzionare, ma mi limito a citare solo il caso del Milan sulla cui panchina è arrivato Giampaolo (dalla Sampdoria) al posto di Gattuso.
Vorrei però parlare del destino dei calciatori in questo calciomercato pazzo e tormentato.
Dallo scorso febbraio Mauro Icardi, 26 anni, argentino, bomber dell’Inter è entrato in polemica con la società per il suo scarso rendimento e gli è stata tolta la fascia da capitano. In tutta risposta Maurito si è rifiutato di prender parte ad una serie di impegni con la squadra, adducendo come giustificazione motivi di salute a cui non tutti hanno creduto. Più in generale il giocatore era da tempo in frizione con il club per motivi concernenti il suo contratto. A farsi portavoce di tutto ciò è stata la sua compagna nonché procuratrice Wanda Nara, 32 anni, argentina, ex moglie del calciatore Max Lopez da cui ha avuto tre figli (altre due figlie invece sono arrivate alla donna proprio dall’unione con Icardi). L’esuberante e poliedrica donna, non solo agente ma anche modella, showgirl ed opinionista di Tiki Taka, programma sportivo di Mediaset condotto da Pierluigi Pardo, è entrata in conflitto con la società per difendere l’attuale compagno, accusato di comportamento poco leale verso la squadra. Ciò ha contribuito a deteriorare i rapporti fra la dirigenza e l’argentino. Da febbraio ad oggi è scoppiata una vera e propria telenovela sul futuro di Icardi; nonostante la coppia abbia cercato di ricucire con il team, ad oggi l’attaccante è fuori dal progetto dell’Inter. Formalmente ne è ancora un giocatore, ma la società vorrebbe venderlo. Egli si rifiuta di andarsene, anche perché il suo contratto non è ancora scaduto e in teoria, se entro il 2 settembre non succede nulla, rimarrebbe nella rosa. Di fatto non ne fa più parte: non solo non ne è più capitano da mesi, ma la sua maglia numero 9 è stata conferita al nuovo arrivato Lukaku. Durante l’estate ha avuto contatti con il Napoli e con la Juve, ma mentre sto scrivendo lui stesso e la sua compagna ribadiscono che non partirà.
Si tratta di una vicenda molto complessa, ma io credo che l’atteggiamento di Wanda abbia in alcuni momenti contribuito ad inficiare la professionalità di Icardi a cui il talento non manca certo, ma forse un po’ di voglia e motivazione sì ultimamente.
Ora come ora non so come andrà a finire, ma posso solo provare a fare un bilancio della prima giornata di calcio che si è conclusa ieri sera 26 agosto, dopo l’ormai consueto posticipo del lunedì sera: in generale sono partite bene la Juve, il Napoli, la Lazio e l’Atalanta, la squadra rivelazione dello scorso campionato; la Roma, anch’essa reduce da problemi societari, ha rimediato un deludente pareggio con il Genoa, ma soprattutto è il Milan ad aver deluso. Nonostante il cambio del mister, la vendita di alcuni giocatori finalizzata sia a rimettere in ordine le finanze della squadra sia anche all’acquisto di altri uomini che possano fare la differenza, il Diavolo ha perso contro l’Udinese domenica 25 agosto in Friuli.
L’Inter invece non ha deluso le attese e ieri sera, senza Icardi, ha vinto 4-0 contro il Lecce, neopromosso in seria A. Certo forse si dava quasi per scontato che i nerazzurri non avrebbero fallito contro un avversario non fortissimo, tuttavia è apparso chiaro che l’era contiana ha apportato al club dei valori aggiunti.
Non sta a me giudicare se Sarri o Conte siano professionisti o traditori: il calcio non è solo affari ma anche tifo, ovvero fede irrazionale in una squadra e attaccamento ad una serie di valori ad essa associati, come ribadito sempre nel libro sopra citato.
Vorrei solo far notare che il valore aggiunto, anche nel calcio moderno, è talora la sorpresa come il caso del Pordenone neopromossa in serie B che ieri sera ha vinto contro il Frosinone per 3-0; inoltre, di fronte al business dei diritti televisivi, vorrei segnalare la bellezza di seguire il calcio ascoltandolo alla radio. Ma questa è un’altra storia. Come tante altre che vi racconterò, in primis quella del calcio femminile ormai giunto ad una storica svolta, anche in Italia.
Intanto buon calcio a tutti e ad maiora! Già nell’imminente weekend è previsto anche Juve-Napoli, il romanzo popolare italiano. Perché il calcio, come dicevo all’inizio, è anche una fiction e un bellissimo spettacolo!
Written by Filomena Gagliardi