Intervista di Roberta Melasecca ad Annalisa Zito: vi presentiamo “Il sangue delle donne”
Il sangue delle donne. Tracce di rosso sul panno bianco è un libro realizzato con il sostegno della Fondazione Pasquale Battista, nell’ambito di un progetto artistico ideato e curato da Manuela De Leonardis, che vede il coinvolgimento di 68 artiste internazionali a cui sono stati affidati vecchi “panni di lino”, un tempo usati per tamponare e assorbire il flusso mestruale.
Ciascuna artista ha affrontato con il proprio linguaggio i diversi aspetti del femminile, alcuni dei quali ancora tabù sia in occidente che nel resto del mondo: nascita, pubertà, maternità o scelta di non essere madre, menopausa, sessualità, violenza, femminicidio.
La “pezza” è diventata, quindi, ulteriore portavoce di riflessioni che vanno al di là dei confini di genere: storie anonime, storie conosciute, storie di ordinaria quotidianità, raccontate in prima persona, metabolizzate e rielaborate ricorrendo talvolta alla metafora, al potere dell’ironia, alla citazione letteraria o pittorica, alla dimensione della poesia.
Abbiamo intervistato Annalisa Zito, direttrice della Fondazione Pasquale Battista, per approfondire con lei le tematiche affrontate da questa pubblicazione, disponibile già dal mese di febbraio sul sito web della fondazione.
R.M.: Da quali basi ed esigenze nasce un progetto così intimo, il cui tema, soprattutto nel nostro mondo occidentale, è ancora considerato un tabù, se non fonte di vergogna e nascondimento?
Annalisa Zito: Le mestruazioni non sono solo un fenomeno biologico, ma sono sempre state caratterizzate da una prepotente e profonda valenza culturale e simbolica. Il sangue mestruale è sempre stato taciuto: rarissimi (ed esclusivamente metaforici) i riferimenti letterari; scarse e tutte molto recenti le rappresentazioni visive in ambito artistico; numerose, bizzarre e astratte le espressioni linguistiche adottate nel tempo e nei vari Paesi per citarle (“il Marchese”, “le mie cose”, “sono arrivati i russi”, “ha cantato il gallo”, etc…). Tuttavia, ciò cui invece si sta assistendo negli ultimi decenni, grazie alla spinta dell’incompiuta rivoluzione femminista, è stato il tentativo di avviare una “rivoluzione mestruale” (“Questo è il mio sangue” – Elise Thiebaut) che cominci ad inscrivere un “discorso sulle mestruazioni” all’interno dei rinnovati e complessi processi storici in atto e non solo in una prospettiva scientifica, mistica, esoterica o medico- igienico. Ci sono fattori che, a mio parere, stanno lentamente modificando la percezione sul sangue mestruale: le biotecnologie riproduttive, ad esempio, che stanno slegando il concepimento, la maternità dal ciclo mestruale, ovvero dall’imperativo culturale (fatto passare per “funzione naturale”) della maternità; il cyborg come tecnica ma anche come cultura che ribalta il rapporto tra natura e cultura (mestrueranno gli androidi?); le teoria queer con la loro riflessione e la loro rivolta contro il binarismo di genere a favore di una concezione “gender fluid”.
R.M.: Qual è l’interesse e l’impegno della Fondazione Pasquale Battista su tali problematiche e perché la scelta di far divenire un progetto artistico non un semplice catalogo della mostra ma un libro?
Annalisa Zito: La Fondazione Pasquale Battista, sin dalla costituzione, ha assunto come priorità programmatica la promozione di iniziative culturali che coniugassero responsabilità civile e pratiche estetiche, impegno sociale e produzione creativa. Siamo convinti sia possibile rinvenire il discorso politico soggiacente il sangue mestruale ricostruendo le logiche tramite cui la società occidentale gli ha dato forma e senso. Per sovvertire i meccanismi di assoggettamento e marginalizzazione delle donne e di violenza/abuso contro di esse è necessario inscrivere una riflessione critica sulle mestruazioni all’interno di una teoria sul costrutto del corpo femminile. Visibilizzare le mestruazioni è un modo per visibilizzare il corpo delle donne come spazio politico e di militanza. Il Progetto “Il sangue delle donne” è un progetto complesso, multidisciplinare, corale, non si esaurisce in una Mostra né sarebbe stato sufficiente un Catalogo per restituirne la potenza delle voci, dei testi, delle immagini che si inseguono dal Pakistan all’Argentina, dall’India al Giappone, concitate, poetiche, disallineate, a raccontarci memorie famigliari, paure, ribellioni, gesti di gratitudine. Abbiamo ritenuto che un Libro, che si avvalesse anche di contributi di critici ed esperti di questioni “di genere”, oltre che delle opere e dei testi delle 68 artiste, fosse lo strumento più adeguato ed incisivo per veicolare un messaggio di inclusione e parità sociale.
R.M.: Nel volume sono raccolti, oltre al testo critico della curatrice, anche testi di altri studiosi: Rossella Alessandrucci (gallerista), Federica Formato (ricercatrice in lingua di genere), Alberto Massarelli (psicoanalista), Arianna Di Genova (storica dell’arte), Stefano Barchiesi (specialista in ginecologia e ostetricia), Maria Cristina Gasperini (etnologa esperta in lingua e letteratura giapponese), Rita Boini (giornalista), Niky D’Attoma (scrittore). Una prospettiva, dunque, multidisciplinare che semplicemente si affianca alle opere delle artiste o che ne vuole essere una ulteriore spiegazione e visione?
Annalisa Zito: Quando la curatrice Manuela de Leonardis e i coordinatori Ninni Castrovilli e Dino Lorusso ci hanno presentato l’iniziativa, noi siamo rimasti stregati da questo coro di voci così difformi l’una dall’altra, così eterogenee nei significati che trasmettono, nell’uso dei materiali, delle tecniche, nella re-interpretazione artistica, nel segno visivo, nella sonorità testuale, nell’età anagrafica, nella provenienza geografica, nelle biografie personali, etc… Questo libro è un prezioso scrigno che mette in contatto, attraverso il pannolino e il concetto di sangue, la sensibilità personale, quella culturale e storica di un’artista saudita con quella di un’artista francese, di una donna ventenne che scopre l’oggetto “panno-lino” per la prima volta con quella di una donna più matura che lo ha utilizzato da ragazza, in uno scambio che si fa testimonianza ma anche rivendicazione, militanza, strumento di re-inclusione di tutte le soggettività storiche escluse, marginalizzate perché quella contro le donne è stata la forma di sopraffazione e dominio più a lungo perpetrata nella storia, con la maggiore sistematicità e implacabilità.
R.M.: Il libro, edito da Postmedia Books, sarà oggetto di numerose iniziative, tra mostre e presentazioni: quale l’obiettivo principale e quale pensate possa essere il vostro pubblico preferenziale?
Annalisa Zito: La Mostra sarà inaugurata il 5 settembre 2019, ospitata dall’Auditorium La Vallisa di Bari. In queste settimane e nei prossimi mesi stiamo presentando il Volume nelle principali città italiane, dopo la Lecture a cura dell’ideatrice e curatrice Manuela de Leonardis tenutasi presso l’Università del North Carolina a febbraio. Queste esperienze hanno visto partecipe un pubblico eterogeneo, fatto di uomini, donne, giovani, anziani, studiosi di settore ma anche tanta, tantissima, gente “comune”.
R.M.: Tre parole per indurre i lettori ad acquistare Il sangue delle donne. Tracce di rosso sul panno bianco.
Annalisa Zito: Toccante. Prezioso. Importante.
Il sangue delle donne. Tracce di rosso sul panno bianco
A cura di Manuela De Leonardis
Con il supporto della Fondazione Pasquale Battista
Artiste: Ilaria Abbiento, Manal AlDowayan, Adele Angelone, Elizabeth Aro, Wafa Bahai, Alessandra Baldoni, Carolle Bénitah, Takoua Ben Mohamed, Saša Bezjak, Tomaso Binga,Rosina Byrne, Giovanna Caimmi, Primarosa Cesarini Sforza,Rupa Chordia-Samdaria, Sara Ciuffetta, Lea Contestabile, Karmen Corak, Mila Dau, Vlasta Delimar, Kristien De Neve, Maria Diana, Isabella Ducrot, Nilüfer Ergin, Cristiana Fasano, Maimuna Feroze-Nana, Simona Filippini, Emita Frigato, Pilar, Barbara e Stella Marina Gallas, Silvia Giambrone, Felicity Griffin Clark, Maïmouna Guerresi, Susan Harbage Page, Sasha Huber, Susan Kammerer, Fariba Karimi, Eglė Kuckaitė, Hanako Kumazawa, Silvia Levenson, Wenwen (Vivienne) Liu, Lôw (Estabrak Al Ansari, Raiya Al Rawahi, Tara Al Dughaither), Barbara Luisi, Anja Luithle, Victoria Manganiello, Florencia Martinez, Patrizia Molinari, Elly Nagaoka, Ana MariaNegară,Yasuko Oki, Novella Oliana, Sonya Orfalian, Lina Pallotta, Sara Palmieri, Chiara Pellegrin, Sofia Rocchetti, Elisa Roggio, Anna Romanello, Paola Romoli Venturi, Virginia Ryan, Cinzia Sarto, Ivana Spinelli, Silvia Stucky, Ketty Tagliatti, Judy Tuwaletstiwa, Laura VdB Facchini, Maria Angeles Vila, Nicole Voltan, Ruchika Wason Singh e Deborah Willis
Traduzione: Edvige Nanni
Book design: Franco Cenci/Studio Idea
Coordinamento: Dino Lorusso, Ninni Castrovilli
Data pubblicazione: gennaio 2019
Edito da Postmedia Books
167x237mm | pagine 192
Italiano/Inglese
€ 21,00
ISBN 9788874902279
Written by Roberta Melasecca
Info
Si, però a mio avviso anche il maschietto di “Mestruazione: liberazione” coglie chiavi essenziali sulla proprietà del sangue femminile e soprattutto sul sangue della proprietà.