Selfie & Told: il cantautore Napodano racconta il singolo “Lucciole”
“Lucciole,/ confondono la vista,/ un’isola nascosta dagli scogli, dagli sguardi, dai pensieri, dalle mappe di un turista.// […]” ‒ “Lucciole”

Sono Daniele Napodano, in arte Napodano, italiano trapiantato in terra belga, musicista full time, pianista, cantautore, insegnante ed incantatore di ratti.
Artisticamente ultimo erede, per il momento, di una famiglia molto “musicale”, diversi anni fa ho fatto la scelta di ricominciare la mia vita da capo, in altra terra e in altra lingua, ma con la voglia di non smettere di cambiare.
Dopo anni di incessanti incursioni attraverso mondi e generi musicali, di viaggi ed esperienze, ho prodotto insieme a Samuel Rafalowicz e a Street Label Records il mio primo EP, “Storia di un Ratto”, dai connotati prettamente cantautoriali. Ho deciso di non invecchiare e lo faccio con la musica.
Non posso dire di aver cominciato da piccolo con la musica perché ci sono nato dentro letteralmente, però solo da qualche tempo ho cominciato a raccontarla a parole mie e fortunatamente, c’è pure qualcuno che mi ascolta!
Il mio ultimo singolo Lucciole anticipa una serie di singoli e un disco che pubblicherò a breve Street Label Records.
Ed ora beccatevi la mia Selfie & Told!
N.: Quali ansie nasconde l’attesa della prima vera importante uscita discografica?
Napodano: Credo che parlare di ansie sia un tantinello riduttivo. Sto vivendo un momento di euforia mista a confusione che neanche da ubriaco! Quando il progetto ha virato verso un’onda più elettronica, ho pensato qualcosa tipo “non l’ho mai fatto, vediamo che succede”, ma tutto questo, in preda più alla curiosità che ad una vera convinzione. Piano piano mentre registravamo i brani, ho cominciato a credere davvero in quel cambiamento, anzi, direi anche che sono cominciato a cambiare anche io! C’è l’ansia, è vero, c’è la curiosità e la voglia di mettermi alla prova, ma soprattutto c’è un’emozione speciale perché non è solo un progetto musicale e artistico ma il percorso di cambiamento di una persona. Un viaggio con una sola certezza: vada come andrà, io mi sto divertendo troppo!
N.: In quale genere collocheresti il nuovo singolo “Lucciole” ed il resto del lavoro in uscita?
Napodano: Lucciole è la prima tappa del viaggio, quella per me più emozionante ma allo stesso modo quella che dà il taglio più netto. Il testo rimane legato al mio stile di scrittura un po’ cantautoriale e personale, con dei soggetti molto chiari e nella stessa frase, dei concetti estremamente metaforici. Musicalmente parlando, sono e rimango sempre un musicista, quindi cerco sempre di curare quanto più possibile il lato compositivo, modellando le armonie sui testi, creando l’atmosfera con degli accordi raffinati. Cerco di restare coerente con questa linea su praticamente tutti i brani che saranno sul disco, ovviamente con le dovute proporzioni. Un brano tipo “L’equazione” è un compendio atmosfere quasi mistiche e un testo tanto dolce quanto metaforico, mentre un brano come “Senza peccato”, seppur pieno di metafore, è così chiaro da diventare quasi aggressivo nella musica e nel testo.
N.: La svolta elettronica arriva dopo un ep di presentazione molto diverso. Da cosa nasce questo “refresh” artistico?

Napodano: In tutta sincerità questa svolta artistica non è stata tutta farina del mio sacco. Ho la grande fortuna di essere appoggiato da una equipe di persone che vedono più lontano di me. I direttori artistici della mia etichetta, la Street Label Records, dopo aver ascoltato il primo EP, mi hanno suggerito di rendere alcuni brani che avevo scritto, più appetibili per un pubblico più trasversale, di provare ad utilizzare le mie capacità compositive con degli arrangiamenti moderni ed accattivanti. Ed è qua che entra in gioco Monsieur Samuel Rafalowicz e la sua produzione musicale. Lui ha preso i miei brani, li ha smontati e rimontati utilizzando strumenti analogici e sintetizzatori misti a strumenti elettrici ed elettronici e mi ha detto: questo sei il nuovo tu! E io ho apprezzato molto.
N.: A quali autori, musicisti ti ispiri? C’è qualcuno con cui proprio ti piacerebbe duettare?
Napodano: Purtroppo il mio idolo di sempre, George Michael, è venuto a mancare proprio l’anno scorso, peccato, avrei potuto scrivere pure un brano per lui! Prince, morto. Bowie, morto. Freddie, morto. Elton John… beh, ci pensa già lui a scrivere per quelli morti! Su un panorama italiano, sono stato un grande ammiratore di Niccolò Fabi, sia per quanto riguarda il suo lato artistico che umano. L’ho riscoperto per caso vagabondando in rete e trovando un TvBlog che si chiamava Home Session; ho ascoltato le troppe poche puntante trasmesse con degli artisti che mi piacciono tantissimo, ma quella con Niccolò mi ha fatto venire le lacrime agli occhi e tremare le gambe. Ne “L’equazione” c’è anche qualcosa di lui. E poi mi piace troppo Morgan. L’ho adorato come artista e malgrado qualche incidente di percorso, lo trovo ancora interessante. Grande musicista, testi intelligenti e profondi, sovversivo, arrogante… tutto quello che mi piace da un artista. Ascoltavo il CD dei Bluvertigo “Acidi e Basi” poco dopo l’uscita mentre camminavo per Londra più o meno diciotto anni fa e ho avuto una illuminazione artistica!!!
N.: Il video di “Lucciole” richiama le atmosfere fantastiche degli anni ’80 quando da bambini sognavamo di diventare qualcosa di speciale. E tu ti sei avvicinato in qualche modo al tuo sogno?
Napodano: Credo di aver fatto qualcosa di più. Il video prende dei dettagli dal mio decennio, il decennio dei ricordi più belli, dei nostri sogni, di quando ci dicevano: “che cosa vuoi fare da grande?”. Ora la mia risposta non è una battuta e non cerco di strappare un sorriso ma è solo la verità, ho i testimoni! Io risposi: “il maestro di ricreazione!”. In qualche modo il mio sogno lo sto vivendo! Io vivo di musica, la suono, la canto, la scrivo e la insegno, e lo faccio ogni giorno con la stessa passione. Non ho tempo ne voglia di fare altro se non di vivere il mio sogno. Lucciole è stata scritta per questo, per raccontare una parte del mio sogno, del miracolo che noi, gente della notte, regaliamo al nostro pubblico. Niente di concreto, non c’è merce di scambio. Non c’è prezzo abbastanza alto, e anche se ci fosse, chi mai lo pagherebbe? Io sto sognando ogni giorno di essere abbastanza speciale da potermi considerare felice. Lo sto sognando, lo sto facendo. Spegnete la sveglia quando uscite, per favore.
N.: Il tuo lavoro viene pubblicato da Street Label Records, etichetta indipendente attiva da anni nel circuito della Black Music (Rap, Rnb). Cosa ci fa un cantautore come te all’interno di un roster artistico così diverso?
Napodano: Bella domanda! In teoria dovrei rispondere: boh? Non ne ho affatto idea. In pratica posso raccontare soltanto come sono andate esattamente le cose. Stavo scorrendo la home page di Facebook in un momento di distrazione, quando vedo il nome di una persona che non conosco e che ho come amico su Facebook da una vita. A quel punto gli scrivo dicendo: “perdonami la maleducazione, ma tu, a chi appartieni?” (come direbbero i miei parenti salernitani), e lui mi ha spiegato che lavorava per una etichetta romana, che faceva parte del servizio stampa e l’organizzazione degli eventi. La domanda seguente era quasi scontata: “ho della roba da farvi ascoltare, posso mandartela?”. Lui, un instante dopo mi indirizza verso i due boss dell’etichetta facendomi rivolgere la stessa domanda a loro. Ovviamente mi avevano già preparato al fatto che loro producevano della musica che era quanto di più lontano dalla mia, ma la speranza è la prima a vacillare ma l’ultima a morire e ho inviato il materiale. Evidentemente l’ultima considerazione che ho scritto non era esatta.
N.: “Lucciole” porterà ad un tour o ad una serie di date live italiane? Con Quale formazione proporrai la tua musica?

Napodano: Per il momento posso soltanto anticipare che il video sarà presentato con esibizione live a “L’asino che vola”, a Roma, durante la trasmissione “Lingue a sonagli” su Radio Rock. Ci sono tante belle novità da vivere giorno per giorno e ad oggi mi è impossibile raccontarle tutte. Il resto del programma sarà online a breve con tutte le novità che, credetemi, sono tante e grandi e poi non voglio anticipare niente per non rovinare la sorpresa! Per le esibizioni dal vivo ci presenteremo sempre in 2 o massimo 3 persone prima di tutto perché siamo bravissimi e quindi più che sufficienti (e anche molto modesti!), perché utilizziamo una strumentazione molto compatta ed efficiente e poi perché ci possono pagare di più!
N.: Musicalmente parlando, cosa ti fa tremare ancora le gambe? Cosa ti fa emozionare ancora in modo quasi incontrollabile?
Napodano: Di solito mi emoziono così tanto al momento del pagamento a fine live. Non è mica facile che ti paghino senza fare storie! A parte questo, c’è un momento preciso che mi da i brividi: di solito compongo le musiche e i testi delle mie canzoni nello stesso momento, e dato che la mia memoria ha la solidità dello zucchero filato, cerco di registrare e fare delle bozze di quello che scrivo. Poi metto insieme le parti registrate per sentire cosa ne è venuto fuori e là c’è l’emozione: ascolto qualcosa che prima non c’era, è probabilmente la parte più bella di me, quando senza maschere ne veli, senza il trucco della scena, è nata un’emozione.
“Lucciole,/ il sogno di un’artista,/ traguardo inesistente, non importa cosa penserà la gente, se ti chiameranno i talent, se ti chiameranno moda, se ti chiameranno fascio o comunista.// […]” ‒ “Lucciole”
Written by Napodano
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