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Selfie & Told: il duo Pentothal racconta “Super Cinico Club”

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“Non mi importa niente/ di vedere altra gente/ di restare in compagnia/ e mi chiedo per chi sia la festa// Vorrei sapere dove trovare un’espressione appropriata/ per tutti i misteri che scaldano il fondo/ di tutte le genti disperse nel mondo// […]” ‒ “Serotonina”

Pentothal

Ciao, siamo Pentothal un duo di musica [inserire genere musicale] e veniamo da Palermo.

Abbiamo iniziato a suonare insieme nel febbraio di quest’anno quando ancora prima delle nostre personalità si sono incontrati i nostri amori per sintetizzatori e drum machine.

Siamo partiti senza sapere esattamente dove andare, trasportati soltanto dalla nostra voglia di suonare. In breve tempo è scattato un bel feeling sia dal punto di vista compositivo sia da quello umano che è confluito nel nostro EP d’esordio “Super Cinico Club”.

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È un riassunto dei nostri momenti, delle nostre influenze, e del nostro mondo in generale. Il nostro mondo è però appena nato ed in continua espansione, siamo infatti già al lavoro su nuove idee e nuovi progetti che speriamo di poter condividere con tutti voi al più presto.

Ed ora via con la nostra Selfie & Told!

 

P.: È un po’ strano autointervistarci, non trovi?

Pentothal: Strano è strano, però è anche divertente e possiamo chiederci quello che vogliamo.

 

P.: Siamo due, io intervisto te e tu intervisti me?

Pentothal: Aggiudicato.

 

P.: Quali sono le tue influenze musicali principali? Giuseppe, a parte Battiato, ovviamente.

Pentothal: Oggi la mia vera influenza musicale è l’ambiente. fin da piccolo mi sono sempre lasciato affascinare da compositori che facevano della loro musica una questione di ricerca, di sperimentazione. L’aspetto dell’originalità artistica è il punto nevralgico delle mie influenze musicali. Adoro quella roba che dopo il primo ascolto ti lascia interdetto prima che compiaciuto.

 

P.: Enrico, la domanda è reciproca, le tue quali sono?

Super Cinico Club

Pentothal: Penso sia la domanda più difficile a cui rispondere ed è assurdo che ce la siamo fatti da soli. Ad ogni modo credo che tutto ciò che ascolto, anche senza volerlo, mi influenzi. Non ho mai avuto pregiudizi di genere e/o provenienza in fatto di musica e chi spulcia le mie playlist su Spotify rimane spesso stupito, non sempre in modo positivo. Poi se vogliamo qualche nome ti direi che Talking Heads, James Blake, Autechre e Massive Attack hanno un particolare peso nella mia vita di tutti i giorni, figurati nella musica.

 

P.: Enrico, oggi la musica sempre più spesso prodotto promozionale. Ragiona per compartimenti, tag, etichette, belle fighe e genere. Pensi che la nostra musica possa risultare universale? se no qual è la tua idea della platea perfetta per un live futuro?

Pentothal: No, non credo che la nostra musica sia universale. Però, paradossalmente, la nostra platea perfetta sarebbe quella più eterogenea possibile un po’ come le nostre influenze e la nostra idea di musica. Alla fine Pentothal è un modo semplice per raccontare cose molto meno semplici, il foglietto illustrativo dice: vieni, balla e poi ci pensi.

 

P.: Giuseppe, dove vedi Pentothal tra 5 anni?

Pentothal: Sono un po’ pessimista per natura quindi non vi svelerò i miei sogni. Il mio più grande augurio e che io ed Enrico potremmo in futuro avere la possibilità di continuare il nostro percorso di ricerca compositiva e sonora. Abbiamo tanti progetti che, con un po’ di supporto, potrebbero realizzarsi. Quindi Pentothal tra 5 anni lo vedo in studio, solo con molti più synth!

 

P.: Giuseppe, quanto conta il ruolo dei social, oggi, nella musica?

Pentothal: Sembra quasi che le due cose non possano più dividersi. Spesso nella vita quotidiana,dove gli smartphone la fanno da padrone, la musica ha spazi miseri di riproduzione, l’attenzione delle gente si è quindi spostata verso l’immagine dell’artista e da qui è nata anche l’esigenza quotidiana di seguire un progetto giorno per giorno. I social sono fondamentali, l’unico che compra ancora i dischi sei tu!

 

P.: Enrico, è chiaro che il futuro di questo progetto musicale rimarrà indissolubilmente legato alla lingua italiana e di conseguenza al nostro panorama musicale nazionale. cosa pensi della musica italiana dei nostri giorni e delle sue dinamiche? vedi i confini nazionali come un limite di questo progetto?

Pentothal: A mio, modestissimo, parere la musica italiana sta vivendo un gran bel momento. Hai la possibilità di scegliere cosa ascoltare, possibilità che secondo me si era un po’ persa nell’ultimo periodo. La linea tra indipendente e mainstream si va assottigliando consentendo il reciproco influenzarsi, il che è solo un gran bene. Quindi i confini nazionali non li vedo come un limite ma come un vantaggio, anche perché, onestamente non ti ci vedo a cantare in inglese.

 

P.: Non abbiamo parlato neanche un attimo di “Super Cinico Club” il nostro EP, quello che in teoria dovremmo pubblicizzare.

Pentothal

Pentothal: È vero, ma come noi ci siamo intervistati da soli possiamo chiedere agli altri di raccontarlo! Quindi, googlate “Pentothal – Super Cinico Club” ascoltatelo e raccontateci voi com’è andata! Abbracciate l’orso polare.

 

Ed ho capito che il cielo è sgombro e parla di te/ Ed ho capito che le mie montagne guardano te/ E che succede se la notte poi ci schiaccerà/ Restiamo fermi o ci spostiamo un po’ più in là// E se domani saremo lontani non mi sposterò/ L’amore fugge lontano ed ho perso l’ultimo metrò/ Con le tue storie puoi girarci un film come fa Truffaut/ Con gli anni in tasca e fra le mani solo un’Iphone// […]‒ “Truffaut”

 

Written by Pentothal

 

 

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