“L’ospite sconosciuto” di Charlotte Link: un gioco di coincidenze artefice di un intreccio mortale
“Nella sua testa il processo si era riavviato. Di nuovo le ossessioni, e sapeva bene che la tortura sarebbe andata avanti per ore. Il carosello dei pensieri si metteva in moto in maniera impercettibilmente lenta, senza che lei se ne rendesse conto. A volte, alle prime avvisaglie, le sembrava che per un attimo le si offrisse la possibilità di evitarlo, di interromperlo, quando era ancora debole. Era raro tuttavia che riuscisse a cogliere l’istante…”

Pubblicato nel 2006 da Corbaccio editore L’ospite sconosciuto è opera narrativa di Charlotte Link, scrittrice tedesca.
Nata a Francoforte nel 1963, Charlotte Link è una scrittrice prolifica e molto amata dal suo pubblico, che non le mai lesinato il suo apprezzamento.
I suoi romanzi hanno infatti scalato le vendite fino a raggiungere il vertice delle classifiche. In Germania, alcuni dei suoi romanzi giovanili, hanno ispirato alcune serie tv. Fin da ragazzina la Link si è dedicata con passione alla scrittura, realizzando romanzi storici e psicologici ambientati in diversi angoli d’Europa, località suggestive che hanno concorso a fare dei suoi lavori best-seller di indiscusso successo. Oggi, vive a Wiesbaden con la sua famiglia.
“Si inginocchiò davanti a lei, osservò i suoi piedi e poi alzò lo sguardo. Come sempre Inga faceva fatica a mantenere vive rabbia e aggressività di fronte agli infantili occhioni blu di Marius…”
Nel thriller psicologico L’ospite sconosciuto, unitamente ai personaggi che popolano la narrazione, protagonista del racconto è la Provenza, angolo seducente e selvaggio situato nel sud della Francia.
Elemento che nel romanzo è motivo di arricchimento a una trama già colma di suspense, dove nulla è come appare.
“Sognò che un bambino aveva suonato alla sua porta. Lo aveva cacciato via, come faceva con chiunque le si presentasse all’improvviso pretendendo qualcosa. Quel modo di mendicare così insistente l’aveva sempre infastidita, come se si sentisse messa alle strette ogni volta che qualcuno compariva nel suo giardino a chiedere l’elemosina…”
Vicende che sembrano non vincolate fra loro, sono invece strettamente connesse da un gioco di coincidenze, che saranno poi artefici di un intreccio mortale.
Episodi misteriosi e inquietanti che avvengono in Germania, fra cui l’omicidio di una coppia di anziani, hanno poi una conseguenza inevitabile in Provenza, dove, Rebecca Brandt, il personaggio principale del romanzo, si è rifugiata per leccarsi le ferite della disperazione.
Vittima di un grande disagio interiore, la donna si è isolata dal resto del mondo non soltanto per autocommiserarsi, ma lo ha fatto anche con l’intenzione, poco edificante, di mettere in pratica un suo orribile progetto: troncare ogni legame con il mondo che la circonda. Porre fine alla sua esistenza, in seguito alla morte dell’affezionato marito, è l’unica soluzione per rimediare al male di vivere che cova nella sua anima, e le attanaglia le viscere.
Grazie però all’intervento di Maximilian Kemper, fraterno amico del compianto consorte, Rebecca si vede costretta a desistere dal suo proposito.
Ad aggiungersi all’amico di sempre vi sono altri personaggi presenti nella narrazione, i quali entrano in scena per alleggerire la tensione emotiva in cui la donna si sente vincolata: fra questi Inga e Marius, due giovani tedeschi che, raggiunta la Provenza, condividono il loro presente con quello di Rebecca e di Maximilian.
Ogni personaggio che occupa un ruolo nello sviluppo della trama ha un proprio vissuto alle spalle. In alcuni casi si tratta di storia di dolore, in altri, situazioni travagliate di vita, le quali affondano le proprie radici in vere e proprie patologie mentali.
Le coincidenze che affiorano durante la narrazione, e che nascondono segreti inconfessabili sono numerose. Episodi, che prendono forma attraverso i protagonisti, a loro volta legati a persone residenti in Germania. Lettere minatorie, per esempio, che partecipano a fissare nella trama un crescendo di tensione narrativa, e sono elementi che fanno de L’ospite sconosciuto un libro di grande impatto emotivo.
“Era stato in una fredda sera d’aprile, Felix e Rebecca erano eccezionalmente soli in salotto. Fuori stava per diventare buio, il giardino era una distesa bianca di peschi in fiore, quando all’improvviso, obbedendo alle bizze del tempo, fiocchi di neve avevano cominciato a danzare in quel mare fiorito…”
Ed è in una realtà scandagliata con precisione quasi chirurgica, che la narrazione trascina il lettore ad assistere con accesa partecipazione agli accadimenti, dei quali l’omicidio brutale degli anziani è il più eclatante e non l’unico fatto criminoso.

“Il compito di dimostrare che le cose non sono mai come appaiono è ormai affidato agli scrittori di gialli.” ‒ Charlotte Link
Nelle pieghe del romanzo vengono inoltre sviscerati sentimenti e passioni, pronti a trasformarsi in comportamenti spesso negativi. Odio, rancore e invidia si insinuano in una tessitura della trama in cui il presente e il passato dei diversi personaggi si intreccia, fino a raggiungere un picco narrativo di percettibile e alta tensione.
“Poi era rimasta un po’ distesa sulla sabbia augurandosi che Rebecca scendesse nonostante tutto, ma la sua speranza fu delusa…”
Tratteggiati e plasmati in maniera realistica i personaggi di cui si racconta ne L’ospite sconosciuto sono frutto di un’attenta analisi di diversi tipi psicologici, escamotage narrativo questo, il quale ha fatto sì che Charlotte Link confezionasse un romanzo di elevata qualità, o meglio, un thriller dove nessuno è del tutto innocente. Semmai, in ciascun personaggio cova una rabbia repressa riconducibile a una sorta di violenza che s’insinua in maniera sotterranea nelle vite di tutti.
Consegnando infine al lettore un risultato, che riguarda il responsabile degli atti criminosi, che non ci si aspetta.
“Sorrise di nuovo. Forse non capiva veramente. La gente come lei era anche molto abile a rimuovere. A mettere da parte le circostanze e avvenimenti sgradevoli della loro vita, così lontano da perderli definitivamente, per autoconvincersi che quei fatti non erano mai accaduti…”
Written by Carolina Colombi