L’Isola Combusta: “Le Isole Mirabili” di Angelo Arioli e la stella di latitudine 0° in congiunzione col Sole
“L’Isola Combusta” è tratto da “Le Isole Mirabili ‒ Periplo arabo Medievale” di Angelo Arioli, pubblicato dalla casa editrice Giulio Einaudi Editore nel 1989. Di seguito potrete addentrarvi ne “L’Isola Combusta” racconto di Zakariyyāʾ al-Qazwīnī.
“Isola profondamente addentrata in questo mare, cui raramente approda qualcuno dei paesi nostri.
Un certo mercante racconta: – M’imbarcai e dopo che le peripezie m’ebbero a lungo fatto girare raggiunsi quest’isola dove vidi molta gente. Vi rimasi un certo tempo, familiarizzai con loro, e appresi qualcosa della loro lingua. Una notte, eccoli riuniti a scrutare un pianeta sorto all’orizzonte e poi mettersi a piangere, lamentarsi, disperarsi. Chiesi il motivo e mi dissero: Questo pianeta sorge ogni trent’anni, e quando raggiunge il nostro zenit tutto ciò ch’è in quest’isola va a fuoco.
Allora si diedero da fare a prendere battelli, li approntarono alla partenza e quando il pianeta si avvicinò allo zenit s’imbarcarono prendendo cose leggere da trasportare. Io m’imbarcai con loro.
Ci allontanammo per un po’ dall’isola e quando capirono che il pianeta non era più allo zenit facemmo ritorno. Trovammo tutto ridotto in cenere.
E ricominciarono a costruire.” ‒ “L’Isola Combusta”
Il termine arabo muhtariqa, con cui Angelo Arioli traduce il lemma “combusta” ne “Le Isole Mirabili”, è lo stesso con cui Abū Rayḥān al-Bīrūnī (973-1048), astronomo, matematico, filosofo e storico persiano indica una stella di latitudine 0° in congiunzione col Sole. Purtroppo pare che i suoi libri non siano mai stati tradotti in latino, o per lo meno, non ci siano giunte traduzioni.
Ne “L’Isola Combusta” di Zakariyyāʾ al-Qazwīnī, non si specifica quale sia il pianeta responsabile dell’incendio dell’isola. Ci viene nuovamente in aiuto al-Bīrūnī, trattando di astrologia, secondo il quale, per gli oroscopi, aveva grande importanza l’associazione dei pianeti con regioni e continenti. Egli associa Saturno all’India, e l’isola, dovrebbe appunto trovarsi nell’Oceano Indiano.
Tra le tante caratteristiche di Saturno, sempre nell’interpretazione astrologica arabo-persiana, viene annoverato l’esilio, che per gli abitanti dell’isola si verifica ogni 30 anni.
Secondo al-Qazwīnī, Saturno influisce su chi vi rivolge lo sguardo procurandogli tristezza ed afflizione[1].
Il termine arabo per Saturno è zuhal, la cui radice z-h-l, secondo Arioli significa “allontanarsi, abbandonare un luogo”. Secondo la lessicologia araba, Saturno è così chiamato perché molto lontano, nel settimo cielo[2].
Il numero trenta, connesso con Saturno, secondo al-Qazwīnī, indica la sua rivoluzione siderale, che si compie in 29 anni, 5 mesi e 6 giorni. Va inoltre ricordato che, secondo i dotti ismailiti noti con l’appellativo di Ikhwān al-Ṣafā’, ovvero “I Fratelli della Purità” (sec. X), Ermete Trismegisto “salì al cielo di Saturno e vi rimase a girare 30 anni…”[3]
L’Isola Combusta tratta dai racconti di al-Qazwīnī viene dal suo testo di “Geografia”, il cui titolo è noto in due redazioni: la più antica, dal titolo Kitāb ‘ağā’ib al budlān, ovvero “Libro dei Mirabilia dei paesi”; la seconda edizione invece Athār al-bilād wa ackbār al-‘ibād, ovvero “Vestigia dei paesi e notizie del genere umano”.
Il secondo testo dell’autore che conosciamo è “La Cosmografia”, il cui titolo arabo è Kitāb ‘ağā’ib al-maḫlūqāt wa ġarā’ib al-mawğūdāt, ovvero “Mirabilia del Creato e rarità dell’esistente” che ottenne una grande fortuna nel mondo islamico.
Il libro è diviso in due parti tra Cielo e Terra; tratta nella prima parte dei fenomeni celesti in tutte le loro possibili articolazioni astronomiche e astrologiche, compresa la “vita degli angeli, che colà risiedono”. Nella seconda parte tratta invece i fenomeni terrestri, con la ripartizione in tre Regni, quattro elementi, sette climi, ed infine una classificazione di monti, fiumi mari etc.
“Le Isole Mirabili ‒ Periplo arabo medievale” raccoglie un inventario di mirabilia tratti da diversi autori arabi, sotto forma di isolario. Un periplo da Oriente a Occidente scandito dall’apparire all’orizzonte del navigante di isole più o meno reali o metaforiche, viste, immaginate e raccontate da mercanti e viaggiatori i quali, nell’universo chiuso dell’isola, evocano proiezioni e fantasie immaginarie.
Nella prefazione l’autore, docente di lingua e letteratura araba presso il Dipartimento di Studi Orientali della Facoltà di Lettere dell’Università di Roma La Sapienza, mette subito le mani avanti, specificando che la sua traduzione dei testi “non è che una traduzione”, e che da un traduttore all’altro ogni traduzione, per quanto “bella e fedele, è tuttavia diversa”. Le traduzioni di un testo sono “molteplici ed infinite, come infiniti sono i punti di una circonferenza, connessi da infiniti raggi ad un unico centro, ovvero il testo nella sua lingua originale.”
Ogni traduzione, ha un legame col testo originale, e ad esso conduce e ne è una lettura, ma non coinciderà mai con l’originale. Spiega l’autore: “la coincidenza si avrebbe se fosse possibile realizzare, e non solo immaginare, un cerchio il cui centro si trova su ogni punto della circonferenza.”
Il testo si divide in tre parti: nella prima, la traduzione dei racconti, nella seconda un commentario agli stessi con un tentativo di localizzazione geografica delle isole ed una interpretazione dell’autore sui racconti stessi, ed infine una terza parte più biografica sugli autori citati.
Zakariyyāʾ al-Qazwīnī: Abū Yaḥyā Zakariyyāʾ ibn Muḥammad al-Qazwīnī – Zakariyyāʾ figlio di Muḥammad Abū Yaḥyā al-Qazwīnī (Qazwīnī, 1203 – Baghdad 1283), nasce nel nord dell’Iran, ma la sua lontana ascendenza araba viene fatta risalire a Malik b.Anas, uno dei quattro caposcuola della giurisprudenza islamica.
al-Qazwīnī compie viaggi nei diversi centri della cultura islamica dell’epoca: Baghdad, Damasco, Kūfa, Mossul, Wāsiṭ, Ḥilla, venendo a contatto con storici, filosofi, uomini di stato, sino a esercitare la professione di giurista a Ḥilla. Con la presa di Baghdad da parte dei mongoli, al-Qazwīnī abbandona la magistratura per dedicarsi unicamente all’attività letteraria. Ci son giunti una Cosmografia ed un testo di Geografia.
Info
L’immagine “Saturno – Angelo Arioli – Isola Ariara” presenta l’Isola Ariara delle Filippine inserita a modo esemplificativo di una possibile isola dell’Oceano Indiano, dunque non rappresenta l’Isola Combusta.
Note
[1] Al-Qazwīnī, I, p.27
[2] Encyclopédie de l’Islam, sub voce “Zuhal”
[3] A. Bausani, L’Enciclopedia dei Fratelli della Purità, Istituto Universitario Orientale, Napoli 1978, p.48