“Da Giotto a de Chirico ‒ I Tesori nascosti” al Castello Ursino di Catania sino al 20 maggio 2018

“La caccia ai quadri non ha regole, non ha obiettivi, non ha approdi, è imprevedibile. Non si trova quello che si cerca, si cerca quello che si trova. Talvolta molto oltre il desiderio e le aspettative”. ‒ Vittorio Sgarbi

Da Giotto a de Chirico ‒ I Tesori nascosti

Fino al 20 maggio 2018 il Castello Ursino di Catania ospiterà l’imperdibile mostra Da Giotto a de Chirico ‒ I Tesori nascosti curata da Vittorio Sgarbi.

L’esposizione inaugurata il 26 ottobre è un progetto di Contemplazioni, con il patrocinio del Comune di Catania, promossa da Fenice Company Ideas e dalla Fondazione Cavallini Sgarbi, con il sostegno di SAC e di Confcommercio Catania, SNAG (Sindaco Nazionale Autonomo Giornalai), FIT (Federazione Italiana Tabaccai) e Sostare.

“Da Giotto a de Chirico ‒ I Tesori nascosti” percorre un arco temporale di oltre sette secoli di storia dell’arte, dalla fine del Duecento alla metà del Novecento, raccontando i preziosi tesori delle più importanti collezioni private italiane, partendo dai chiaroscuri prospettici di Giotto fino ad arrivare alla pittura metafisica di Giorgio de Chirico.

L’obiettivo del curatore è quello di valorizzare un patrimonio artistico nascosto, non esposto nei musei pubblici, tramite una rassegna di oltre 150 capolavori dell’arte, tra dipinti e sculture, che presenta all’attenzione del pubblico appassionato opere meno conosciute ma egualmente meritevoli di rilievo, tra cui figurano anche maestri del livello di Renato Guttuso, Caravaggio, El Greco, Filippo De Pisis, Jusepe De Ribera.

Sono opere rare, perché provengono da collezioni private (banche, fondazioni, collezionisti). L’esposizione spazia dalle raffigurazioni allegoriche e mitologiche a quelle sacre, dal genere del ritratto a quelle del paesaggio e della natura morta.

Da Giotto a de Chirico – I Tesori nascosti

Vittorio Sgarbi in apertura della mostra ha dichiarato:La mostra si pone come naturale estensione della straordinaria esposizione ‘Il Tesoro d’Italia’ svoltasi all’Esposizione Universale di Milano del 2015, nella quale si è documentato, dal Piemonte alla Sicilia, la varietà genetica di grandi capolavori concepiti da intelligenze, stati d’animo, emozioni che rimandano ai luoghi, alle terre, alle acque, ai venti che li hanno generati. L’Italia, del resto, è il luogo della felicità compiuta: di questo è stato pienamente consapevole, da Stendhal a Bernard Berenson, qualunque straniero abbia eletto il nostro paese a sua patria, non potendo immaginare un luogo di maggiore beatitudine sulla terra. La grandezza dell’arte italiana è infatti nel tessuto inestricabile, radicato in un territorio unico al mondo per cui le opere maggiori e i contesti minori si illuminano a vicenda.”

“Da Giotto a de Chirico ‒ I Tesori nascosti” inizia il suo percorso temporale con la “Madonna” di Giotto e due teste muliebri, prime sculture italiane di un maestro della metà del Duecento.

Segue la “Madonna in trono con il bambino” di Antonello de Saliba e la “Madonna in gloria con i santi Antonio da Padova e Michele Arcangelo” di Severo Ierace, l’uno datata 1497 e l’altra 1528 circa. Il quadro di Antonello de Saliba (1466? – 1535) deve essere distinto da quello del suo omonimo più famoso, quell’Antonello da Messina (1430 – 1479), autore della “Madonna col bambino”.

Del XVI secolo sono i dipinti “Madonna in gloria con i santi Antonio da Padova e Michele Arcangelo” (1528 circa) di Severo Ierace e la “Vergine Maria” (1565-1570) di Paolo Veronese, nelle cui opere si possono cogliere le influenze pittoriche dei maggiori artisti coevi.

Del XVII secolo sono i dipinti “Maddalena addolorata” (1605-1606) di Caravaggio, “San Gerolamo” di Pietro Faccini (1562? – 1602), “Il ritorno del figliol prodigo” di Mattia Preti, “Il Profeta” (1613 circa) del pittore spagnolo Jusepe de Ribera, “Allegoria della pittura” (1650-1655) di Guido Cagnacci, “Allegoria dell’inverno” 1660-1670) di Giusto Le Court. Ed ancora dipinti come “Ercole e Onfale” di Giovanni Francesco Guerrieri del 1618 “Santa Caterina da Siena adora il Crocifisso” di Giovanni Battista Caracciolo.

Da Giotto a de Chirico – I Tesori nascosti

Nella mostra è inserito anche un dipinto significativo, scelto con ironia dal curatore: le capre di “Paesaggio con armento” di Rosa da Tivoli. Il vero nome fu Philipp Peter Roos (Francoforte sul Meno, 1655-Tivoli 1706), ma denominato Rosa da Tivoli per il suo lungo soggiorno nella cittadina laziale, considerato il più celebre animalista del suo tempo per la sua capacità pittorica di disegnare paesaggi animati con cani, vitelli e capre.

Tra i dipinti del XVIII secolo spiccano la “Natività di Cristo” di Ignaz Stern, il pittore austriaco, che mutò il suo nome in Ignazio Stella (1679-1748) per il suo soggiorno in Italia.

Il quadro datato 1728, di proprietà di Vittorio Sgarbi, è considerato come un’opera pervasa da vigorosi amorosi affetti e soffusa da una luce notturna, che suscita nello spettatore forti emozioni per i suggestivi contrasti luce-ombra. Raffigura la Madonna in estasi che rivolge lo sguardo verso Dio, quasi a ringraziarlo per avere ricevuto la grazia di concepire suo figlio.

Del XIX secolo emblematico è il capolavoro “Piccolo cantiere” di Francesco Lojacono (Palermo, 1838 – ivi, 1915), le cui vedute panoramiche della città sono trasmutate in evanescenti visioni e si proiettano nella descrizione di un paesaggio quasi magico e misterioso.

Considerato uno dei primi artisti ad utilizzare la fotografia come riferimento essenziale per realizzare i suoi dipinti, egli come “pittore di marina” fu un cantore della Sicilia, dove l’osservazione diretta della realtà si coniuga con una viva percezione della natura. Nello stesso secolo si colloca il dipinto “Olio di Pompei” o “Oro di Napoli” (1863-1866 circa) di Domenico Morelli.

Da Giotto a de Chirico – I Tesori nascosti

Del Novecento spiccano “Il vecchio padre” (1906) di Antonio Mancini, artista raffinato quanto prolifico come autore di ritratti; “Vaso giapponese” (1923) di Camillo Innocenti; “Interno con vaso di fiori” (1949) di Filippo de Pisis, artista soprattutto di dipinti a sfondo floreale; “Il tavolo del maresciallo” (1957) di Pippo Rizzo e “Damigiana e bottacino (Natura morta nordica” (1959) di Renato Guttuso; “I bagni misteriosi” (1973) di Giorgio de Chirico.

Enzo Bianco, sindaco di Catania, ha dichiarato:In questi anni Catania ha scommesso sulla Cultura e sull’Arte attraverso mostre e iniziative che hanno promosso musei e luoghi archeologici “aprendoli” anche attraverso le visite notturne. Si è lavorato in particolare sul Castello Ursino, il nostro Museo Civico, concentrando qui eventi di considerevole spessore e richiamo. Queste scelte hanno fatto crescere in maniera significativa il Turismo legato alla cultura in tutte stagioni dell’anno. I visitatori hanno “scoperto” Catania e si dimostrano sempre più interessati al patrimonio di diversità culturali e naturali sviluppatosi attorno alla nostra città e al vulcano Etna. La mostra, di grande valore e interesse perché consente di ammirare capolavori finora celati nelle raccolte private italiane, si inserisce perfettamente nel quadro di questo nostro impegno”.

 

“Da Giotto a de Chirico. I Tesori nascosti” sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 19 e sabato e domenica dalle ore 9 alle ore 21.

 

 

Info

Sito I Tesori Nascosti

Castello Ursino

Gallery Fotografica

 

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