“Canzoni per Vivienne” di Nicole Stella: un concept album su Bellezza, Arte, Amore e Pazzia
“Anche ora che manca, dolce libertà/ Io riesco a sentire la mia complessità,/ Che chiamate stranezza, che chiamate pazzia./ La mia mano si muove tra catene e poesia.”

I progetti più interessanti fanno sempre un po’ fatica a partire. Ci vogliono tempo e impegno per raccogliere le idee, capire quale direzione prendere e, finalmente, creare.
Il “progetto Vivienne” è oggetto di grandi discussioni tra me e Massimo Ceravolo, amico, chitarrista, traduttore e studioso genovese, da almeno un anno e mezzo. È stato Massimo a raccontarmi per la prima volta la storia di Vivienne Haigh-Wood, scrittrice e prima moglie del poeta T.S. Eliot.
Internata in un manicomio qualche anno dopo la separazione dal marito, Vivienne morì in solitudine, privata dei propri beni e senza aver ottenuto riconoscimenti per i propri scritti, qualcuno pubblicato sotto pseudonimo maschile, molti altri mai dati alla stampa.
Alcuni studiosi convengono che l’influenza della prima moglie sull’opera più conosciuta di Eliot, proprio la sua Terra Desolata, sia ormai certa. Eppure Vivienne è passata semplicemente alla storia come la “moglie pazza” di un uomo influente o, nel migliore dei casi, una sorta di “musa”, che ha ispirato il marito più con le proprie crisi di nervi che con la propria intelligenza.
L’idea da cui siamo partiti per dare risonanza ad una storia pressoché sconosciuta è stata la stesura di un reading che la potesse raccontare con parole e musica. Ispirata dalle letture scritte da Massimo, quindi, mi sono messa al lavoro e il risultato sono i sette brani che compongono l’album Canzoni Per Vivienne.
Nel raccontare questa storia, secondo la mia personale sensibilità, ho cercato di affrontare temi che, in realtà, la prescindono e che, soprattutto, riguardano anche il nostro tempo: la condizione femminile, la malattia mentale, l’importanza dell’Arte.
È stata l’occasione per riflettere su che cosa sia la Bellezza e in che modo la scrittura, la poesia, la musica, possano avere un ruolo terapeutico, tanto per l’individuo quanto per la società.
Che cosa può rimanere, ad esempio, in una vita distrutta da psicofarmaci e anni passati tra le mura di un manicomio, se non la speranza di conoscere la Bellezza e di poterla immortalare con le parole?

Dal punto di vista degli arrangiamenti, è per me un ritorno alla musica acustica, dopo la parentesi Something To Say, che toccava generi come il rock e il pop. Le canzoni sono scarne ed essenziali, ma mi sono concessa di sperimentare con strumenti e sonorità che non ho mai toccato in precedenza.
La presenza del bouzoki, ad esempio, protagonista tanto della musica ellenica quanto di quella celtica; l’impiego di accordature particolari, su diretta influenza della mia amata Joni Mitchell; la chitarra elettrica utilizzata quasi come strumento acustico, intimo, lontano dal rock con cui di solito va a braccetto.
Il progetto non termina con la pubblicazione dell’album, prevista per l’8 marzo 2018, ma vedrà la messa in scena del reading scritto da Massimo, con le sue letture alternate alle sette canzoni che ho scritto, e l’avvio di una campagna di crowdfunding per la realizzazione di un docu-film sulla vicenda di Vivienne e i temi legati all’album.
Chiudo ringraziando Alessia di Oubliette Magazine, per questo spazio sul suo blog.
Sono sicura che la storia di questa donna, dimenticata e sottovalutata, vi farà riflettere, come ha fatto riflettere me.
Written by Nicole Stella
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