Intervista di Emma Fenu a Roberto Ottonelli: autore de “Il Diavolo dentro, la vera natura delle sette sataniche”

Il Diavolo Dentro” è un romanzo edito da Delos Editore nel 2017, nel quale si narra la vicenda di due ragazzini coinvolti in una setta satanica. Viene affrontato un tema forte e attuale, ben noto alla cronaca nera, eppure dai più sconosciuto nella vera natura.

Roberto Ottonelli

L’inferno non è solo fuori. Non è solo una voragine che spacca la terra fra fiamme e ghiacci, raggiungendone il centro. Non è solo un altare ai piedi del quale recitare versi blasfemi, invocando potere e sangue.

L’inferno è anche dentro, nell’anima dimidiata che cerca la strada fra musica assordante, droga, alcol e sesso. L’inferno è anche il silenzio della parola, talmente forte da coprire le urla di disperazione.

Eppure, esiste uno spiraglio da cui poter rivedere le stelle, perché il male non vince neppure quando si insinua nelle viscere della coscienza.

Ad essere ospite di Oubliette Magazine è Roberto Ottonelli, network engineer milanese e autore de “Il Diavolo dentro”.

 

E.F.: Cosa è il satanismo? Quali sono le basi filosofiche da cui si origina?

Roberto Ottonelli: Essendomi ispirato alla vicenda delle c.d. Bestie di Satana, ho dovuto necessariamente approfondire le basi filosofiche del satanismo. A differenza di quanto comunemente si pensa, nella sua corrente preminente non ha niente a che vedere con la profanazione di luoghi sacri, la blasfemia e la negazione di Dio. In estrema sintesi, il satanismo propugna l’esaltazione dell’Io, dell’individuo nella piena soddisfazione dei suoi bisogni, dei suoi desideri. Cito le parole di uno dei miei personaggi in una sorta di testamento spirituale: “Solo chi si fa guidare dall’istinto, chi pensa per sé, con egoismo, chi rispetta la propria individualità a scapito dell’altrui, potrà ottenere il massimo profitto. Siamo soli quando nasciamo, in vita dobbiamo appagare noi stessi e moriremo comunque da soli, nessuno ci salverà. Egoismo, superbia, lussuria, orgoglio, desiderio, passione, queste sono le vere doti, i tesori che ognuno deve alimentare e coltivare. L’altruismo è vuoto. È giusto perseguire i propri intenti cercando di combattere e sconfiggere i propri simili, per arrivare al potere. Ci dobbiamo evolvere, solo i primi saranno ricordati, per i secondi e i terzi non c’è spazio. I deboli giungeranno all’estinzione.

 

E.F.: La letteratura è, a tuo avviso, anche una forma di consapevolezza della condizione umana e di denuncia del lato oscuro?

Il Diavolo dentro

Roberto Ottonelli: La letteratura racchiude in sé vite, storie, emozioni; è capace di far viaggiare nel tempo e nello spazio. Per questo rispondo che è uno degli strumenti più efficaci per indagare la condizione umana e, più che denunciare, credo si addentri nel lato oscuro che ognuno di noi possiede e che è importante riconoscere e gestire. È il motivo per cui mi piace scavare nelle personalità dei “miei” personaggi, nella loro psiche, nei meandri più reconditi del loro animo.

 

E.F.: Chi sono nel tuo libro coloro che hanno il “diavolo dentro”? Ti sei ispirato a persone che hai conosciuto personalmente?

Roberto Ottonelli: In qualche modo ognuno ha il suo “diavolo dentro” e cerca di confrontarsi con lui. C’è chi, nel suo percorso, riesce ad affrontarlo e sconfiggerlo, e chi, invece, si lascia sopraffare e condurre verso l’oblio. Mi sono ispirato a molte persone che ho conosciuto in prima persona, che niente hanno avuto a che fare con la vicenda da cui ho preso spunto, alcune delle quali hanno conosciuto il “diavolo in terra”: magari un padre violento, che ha abusato di loro ancora bambini, vittime innocenti. Inutile che dica io quali e quanti mostri produce la nostra società, non solo quelli che appaiono tali.

 

E.F.: Il male esercita un’insana fascinazione sui più deboli e sui più giovani: come annientarlo? La conoscenza del diavolo è la strada che porta alla sconfitta dello stesso?

Roberto Ottonelli: Sì: è uno dei motivi principali che mi hanno indotto a scrivere. Ovviamente non avevo l’intento di creare allarmismo, ma, avendo visto, come volontario, tanti ragazzini e ragazzine in diverse realtà, ho constatato quanto sia facile lasciarsi affascinare da falsi leader, da qualcuno che possa apparire forte, sicuro di sé, intrigante. Più che del diavolo, in situazioni simili, penso che sia importante sapere chi si è, cosa si vuole, fin dove ci si può spingere, qual è il nostro limite. Ed essere ascoltati, avere qualcuno di cui fidarsi che ci stia a sentire e ci aiuti a riconoscere in qualche modo il bene dal male.

 

E.F.: Leggere fuga le tenebre dell’ignoranza. Fuga anche quelle della disumanità?

Roberto Ottonelli: Leggere è di sicuro una terapia contro l’oscurità, tiene la mente aperta. Io, ad esempio, dopo aver visitato Auschwitz, ho letto molto su quel particolare periodo storico, uno dei più disumani che si possano concepire. Spesso, quando mi capita di affrontare l’argomento, mi sento dire che ormai certi fatti non accadranno più. Al contrario, sono convinto che si debba conoscere e ricordare la disumanità proprio per restare vigili e battersi perché la gentilezza, l’altruismo, la sensibilità verso il prossimo, chiunque sia, prevalga. Quindi, la mia risposta è sì!

 

E.F.: Come definiresti il tuo lato in ombra?

Roberto Ottonelli

Roberto Ottonelli: Preferisco non svelarlo oltre quanto ho già fatto, altrimenti correrei il rischio di restare solo! A parte gli scherzi: ho vissuto in prima persona esperienze che non augurerei al mio peggior nemico. Fatti che mi hanno di sicuro rafforzato e che mi hanno consentito di scoprire aspetti di me che non conoscevo. Ne avrei fatto volentieri a meno, ma alcune cose non si scelgono. Ora credo di essere molto diverso da alcuni anni fa, ma anche più consapevole.

 

E.F.: E come è, invece, il tuo lato luminoso?

Roberto Ottonelli: A dispetto di ciò che scrivo, mi considero una persona positiva. La luce più grande della mia vita è la mia famiglia, che da quasi tre anni si è arricchita di un bimbo speciale che ci ha rivoluzionato l’esistenza. È un’esperienza straordinaria che mi rende grato ogni giorno. Alla fine di questa chiacchierata ci tengo molto a ringraziare dell’opportunità che mi è stata concessa di parlare del libro, ma anche di me!

 

Written by Emma Fenu

 

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