Selfie & Told: la band Stella Maris racconta l’uscita dell’album omonimo
“Che vuoi che me ne importi della vitamina C/ I miei vent’anni hanno un grande panorama/ non prendo l’ascensore/ nemmeno quando scendo all’interrato del tuo cuore// Non mi diverte andare bene a scuola// non mi disturba la tua eterosessualità// Eppure cerco quello che chiamano amore// lo intravedo dentro all’officina dell’umanità// […]” – “L’umanità indotta”

Stella Maris è una band nata dall’idea di Umberto Maria Giardini e Ugo Cappadonia di ricreare le atmosfere e le sonorità malinconiche e sognanti del rockpop made in England degli anni ’80, la band è stata completata alla perfezione da Gianluca Bartolo, Paolo Narduzzo e Emanuele Alosi, tre tra i migliori musicisti in Italia.
È stato un lavoro facile veloce, nelle nostre corde, in cui abbiamo attinto al nostro background musicale con estremo piacere nella ricerca e nella riscoperta.
I brani sono stati scritti quasi di getto, e registrati altrettanto velocemente. Sia il processo di scrittura sia quello di registrazione è stato scorrevole e veloce.
Non abbiamo idea di come questo lavoro sarà accolto, ma siamo contentissimi di aver creato una raccolta di canzoni di questo tipo in italiano che saranno per sempre a disposizioni di tutti.
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!
S.M.: È la prima volta che mi autointervisto… qual è la prima domanda che mi viene in mente? Come è stato scrivere questo disco?
Stella Maris: Il disco è stato semplice, veloce e estremamente stimolante da scrivere. Principalmente prima abbiamo lavorato alla musica e poi Umberto Maria Giardini vestiva il tutto con delle splendide parole che donavano magia al brano.
S.M.: Come mai “Eleonora No” è uscita come singolo con così tanto anticipo rispetto all’album?

Stella Maris: Volevamo sperimentare cosa sarebbe accaduto rilasciando un solo singolo quasi in sordina… per vedere come le persone avrebbero reagito. In Inghilterra era, ed è pratica comune. Sarebbe ora che iniziassimo a ragionare più liberamente su come o quando rilasciare i brani, soprattutto se c’è una certa urgenza.
S.M.: Come mai il disco è stato così semplice da realizzare?
Stella Maris: Abbiamo lavorato alla vecchia maniera. Scrivendo i brani, provandoli con la band in sala prove per un paio di mesi, e registrandoli dal vivo in studio.
S.M.: L’album è registrato dal vivo?
Stella Maris: Quasi nella sua interezza, sono state fatte pochissime sovraincisioni e abbiamo concluso il lavoro, tra registrazioni, mix e mastering in poco più di due settimane a conti fatti.
S.M.: C’è stata una ricerca particolare nei suoni?
Stella Maris: Sì certo, abbiamo scelto strumenti e amplificatori caratterizzanti per il periodo storico a cui volevamo rifarci. Abbiamo usato chitarre Rickenbacker e Gretsch, e quasi l’intero album è stato costruito intorno al suono dell’amplificatore Roland Jazz Chorus.
S.M.: Che programmi avete per il futuro?
Stella Maris: Faremo un tour breve ma intenso l’anno prossimo, vedremo come verrà accolto il disco. Vogliamo che sia il disco sia i concerti restino qualcosa di speciale e unico da ricordare.
S.M.: Dal vivo ci saranno sorprese?

Stella Maris: No, cercheremo di suonare i brani del disco, più qualche inedito nella maniera più fedele possibile all’album.
“Dammi dammi la felicità/ che ti avevo regalato anni fa/ Non mi dire che l’hai data via/ che non riesci a ricordarti più dov’è// Ingenuo io, incapace a dirti addio/ Rapace tu, che ogni volta scendi giù// Fino alla fine della mia malinconia/ Dove la luna afflitta cede al mare// Quando dicevi che la colpa era la mia,/ Tu ti ricordi?/ Io mi ricordo bene/ […]” – “Quando un amore muore non ci sono colpe”
Written by Stella Maris
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