Intervista di Emma Fenu alla scrittrice di favole Liliana Sghettini: l’importanza di raccontare ai bambini
“Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”. – Gianni Rodari

Liliana Sghettini ha un viso fresco e un sorriso accattivante. È una brava commercialista, ma è appassionata di didattica e pedagogia e di tutto ciò che concerne il mondo dei bambini e degli adolescenti, essendo anche mamma.
Ha una rubrica molto interessante, GiroGiroTondo, in cui recensisce letteratura per l’infanzia; scrive favole, racconti brevi, poesie e scritti epistolari.
Ha recentemente curato un’antologia per bambini, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza, intitolata Favolando i colori della diversità, e due libri per i piccoli: Uno strano destino a Miciopoli e Una grande amicizia.
Oggi con lei parleremo dell’importanza del racconto come strumento pedagogico capace di far crescere i bambini sereni, liberi ed educati alla diversità in una realtà contemporanea che presenta, spesso, vicende, battaglie ideologiche e drammi che non sono facili da spiegare.
E.F.: Qual è stato il compito della letteratura per l’infanzia nei secoli passati?
Liliana Sghettini: In passato, sottovalutando i suoi tanti risvolti educativi, la letteratura per l’infanzia è stata confinata, erroneamente, in una nicchia di letteratura minore. Nel tempo, per fortuna, molti autori di rilievo hanno sentito il bisogno di approfondirne i caratteri, comprendendo che invece, questo genere di produzioni letteraria andava riposizionato in un giusto contesto di ampio respiro. Negli anni, infatti, la letteratura per l’infanzia ha ricevuto molto interesse anche da un discreto pubblico di adulti.
E.F.: Oggi il compito che essa assolve è cambiato? Ci sono tematiche di maggiore importanza su cui soffermarsi?

Liliana Sghettini: Credo fermamente che qualsiasi genere di letteratura debba tenersi al passo con i cambiamenti culturali e sociali che si susseguono. In passato si attribuiva alla letteratura per l’infanzia un esclusivo ruolo ricreativo. Negli ultimi anni, invece, abbiamo assistito, ad esempio, ad un progressivo proliferare di testi che affrontano tematiche come gli stereotipi e l’omogenitorialità, argomenti mai trattati prima con i bambini. Secondo me, a ragione, si è compreso che, in una società in veloce mutamento, l’infanzia vada accompagnata attraverso libri, che abbiano sì scopi ricreativi, ma che affrontino anche tematiche di attualità e attinenti ai cambiamenti sociali. Penso che con i bambini si possa e si debba parlare di tutto, rispettando naturalmente le loro fasi di crescita intellettiva ed emotiva.
E.F.: Sulla base della tua esperienza, di cosa hanno bisogno i piccoli lettori, nello specifico?
Liliana Sghettini: Questa è una domanda difficile perché io ho sempre pensato che i bambini siano estremamente competenti, quindi credo si debba innanzitutto chiederlo a loro. Quando si acquista un libro è fondamentale chiedere al bambino cosa in quel momento vorrebbe leggere, assecondando, così, interessi, curiosità e desideri. Se, invece, l’adulto, osservandolo, rileva una specifica necessità scaturita da un’esperienza vissuta o da una certa fase di crescita, può proporre, come utile supporto, un testo inerente.
E.F.: E di cosa hanno bisogno, invece, gli scrittori di libri per bambini?
Liliana Sghettini: Gli scrittori di libri per bambini hanno bisogno di immedesimarsi nel mondo dell’infanzia. Hanno bisogno di sognare con i bambini, condividendo esperienza pratiche od emotive. Solo così si acquisirà la capacità di essere loro vicini in un modo efficace.
E.F.: Che messaggio hai voluto veicolare in questi anni, nella tua attività di scrittrice?
Liliana Sghettini: Non scrivo per veicolare, racconto semplicemente ciò che vedo, vivo e sento diventando ogni volta più ricca. Spero poi di condividere questa crescita con chi mi legge.
E.F.: Come reagiscono i più piccoli alla tolleranza e alla successiva accoglienza che da essa deriva?

Liliana Sghettini: I bambini sono pronti alla tolleranza solo se noi riusciamo a far comprendere che tutti possiamo essere “l’altro”.
E.F: Quali sono i tuoi progetti futuri?
Liliana Sghettini: Ne ho davvero molti, ma i più imminenti riguardano il passaggio ad un pubblico di adolescenti. Non credo che lascerò la prima infanzia per la quale ho scritto e sto scrivendo ancora, ma vorrei approcciarmi a quelle tematiche di cui parlavo in precedenza, relative alla stringente attualità. Vorrei parlare con i ragazzi per dire loro che alcuni cambiamenti sociali vanno legittimamente accolti ma di altri si può fare assolutamente a meno. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di noi e noi di loro!
Written by Emma Fenu