Selfie & Told: la band Plastic Man racconta il nuovo album “Sounding Aquarium”
I Plastic Man nascono all’inizio del 2011 a Firenze. La formazione attuale è composta da: Raffaele Lampronti (chitarra/voce), Mattia Gabbrielli (basso/voce), Giacomo Papini (batteria) e William Cavalzani (chitarra/voce).
Le loro influenze 60’s e 70’s si mescolano ad un sound retrò e moderno allo stesso tempo. Le scelte del suono e degli effetti delle chitarre ricadono su fuzz, tremoli e riverberi che mostrano lo sbocco naturale della band: riproporre un rock come i Plastic Man lo intendono, ragionato ma non troppo, istintivo, fresco. A fine novembre 2013 esce il primo ep in un 7 pollici con l’etichetta romana Misty Lane.
Successivamente la band apre a importanti band come King Khan & The BBQ Show e condivide il palco con Mick Quinn, storico bassista dei Supergrass.
Tra i concerti più importanti, da ricordare è il concerto di capodanno 2014 a Firenze, una serata in cui la band si esibisce davanti a trentamila spettatori.
Dopo svariati concerti in italia, nel mese di aprile i Plastic Man suonano in Francia nell’ambito di un tour di due settimane. Il debut album esce a marzo 2015 su Black Candy Records. Ne consegue un tour in Italia. Nel 2016 la band riparte con due tour europei in Germania, Francia, Svizzera, Inghilterra, Belgio e Olanda.
Alla fine del 2016 i Plastic Man tornano in studio per registrare un nuovo LP “Sounding Aquarium”, uscito ad aprile 2017 con Annibale Records.
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told, risponderà per la band il batterista Giacomo Papini.
P.M.: Da ormai un anno a questa parte avete cambiato la line up della band, potresti spiegare i motivi di questa radicale modifica?
Plastic Man: I membri precedenti non potevano garantire le stesse disponibilità, e il progetto non poteva di certo fermarsi o rallentare troppo. Dal cambio di formazione infatti abbiamo iniziato a suonare con maggior frequenza sia in Italia che in giro per l’Europa creandoci un pubblico sempre più consistente.
P.M.: Potresti fare un excursus del processo con cui componete i vostri pezzi, e sulle tematiche dei vostri testi?
Plastic Man: Solitamente qualcuno porta la sua idea in sala prove, spesso si parte dalla base musicale, e da quel momento in poi ci lavoriamo tutti insieme mettendoci ognuno del suo e così via. Per i testi in realtà dipende da chi li scrive. Quelli che ho scritto io nel secondo album sono abbastanza personali e ricchi di allegorie, di modo che l’ascoltatore possa immedesimarsi e magari trovare lui stesso un’interpretazione al tutto. Mi piace traslare i miei pensieri o sensazioni in musica, testi nello specifico, oltre che parti di batteria ovviamente.
P.M.: L’influenza 60’s caratterizza la vostra prima produzione “Don’t look at the Moon”, in questo secondo lavoro si avverte un’atmosfera più 70’s anche se gli arrangiamenti suonano decisamente più moderni, mi sbaglio?
Plastic Man: No affatto, io credo che questa piega verso il 70’s sia avvenuta spontaneamente anche se, ad essere sincero, non ho fatto molti ascolti di quella decade nel periodo di composizione e registrazione dell’album. Raffaele, il nostro chitarrista/frontman e fondatore della band è molto focalizzato sull’ondata Nuggets del periodo, questo ha influito molto senz’altro.
P.M.: Cosa riserva il futuro per i Plastic Man?
Plastic Man: Un sacco di cose belle! Stiamo ricevendo molte richieste per concerti e festivals. Nello specifico siamo stati confermati ad alcuni festival molto importanti in Francia e Spagna, tra cui il Binic Folk Music Festival, il Cosmic Trip Festival a Bourges, il Bestialc Festival a Valencia e il Fuzz Festival a Feigeres.
Per ogni festival la nostra agenzia Booking ha aggiunto delle date di passaggio, quindi diciamo che per ogni festival faremo un mini tour europeo. Dopo la stagione estiva dei festival credo che torneremo sulla strada per un periodo più ampio in autunno.
Written by Plastic Man
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