FEFF 2017: Sezione Competition – “The Last Princess” di Hur Jin-ho
Udine. Come accaduto per il notevole “Assassination” di Choi Dong-hoon, presentato allo scorso Far East Film Festival, l’occupazione nipponica dei territori occidentali oltre il Mar del Giappone ben si presta alla realizzazione di un nuovo biopic in grande stile, cavallo di battaglia distintivo del cinema sud-coreano.

Dalla sua posizione di web media partner, Oubliette Magazine non poteva lasciarsi sfuggire la più recente fatica di Hur Jin-ho, quel “The Last Princess” che rende omaggio, illustrandone fioritura, imprese e decaduta, all’ultima principessa del regno di Corea Deok-hye, oggi ai più sconosciuta a motivo di un complotto politico che sul nascere degli anni ’30 ne ha smorzato irrimediabilmente il favore fra i sudditi.
Come consuetudine, la ricostruzione storica curata dai cineasti dell’est non può invidiare alcuna prova hollywoodiana in termini di credibilità scenica e drammaturgica: lo sfortunato destino che la figlia del re è stata costretta ad affrontare, abbandonare cioè l’amata dimora natale in seguito all’avvelenamento mai denunciato del padre, già da tempo esautorato da ogni potere esecutivo, per essere lentamente assorbita dalla palude aristocratica nemica, caldamente sostenuta dall’odioso ministro Han Taek-soo, viene esposto col pathos adatto a far emergere il lancinante dolore che ne deriva, acuito nell’animo della protagonista dalla separazione dalla madre e dalla dama di compagnia ancora viventi, nonché dal proprio popolo convertito con sempre maggior sconsideratezza in forza lavoro, privo di alcun diritto.
Istituito col pubblico un patto di plausibilità circa la manifesta inaffidabilità storica, evidenziata in testa dagli autori stessi, l’opera può procedere con maestosità soffermandosi da un lato sulla storia d’amore mancata fra la principessa e l’amico d’infanzia Jang-han, più avanti nei decenni primo responsabile del rientro in patria di Sua Altezza ingiustamente esiliata, ma soprattutto dall’altro sui piani terroristici promossi dal movimento indipendentista che han coinvolto lo stesso Jang-han e Deok-hye, vicenda che autorizza rocambolesche sequenze di fughe e scontri a fuoco.

Rischiano di spezzare l’ampio respiro del lungometraggio solo qualche inflessione romantica di troppo (le commozioni di maniera, magari chini su un corpo che sta per rendere l’anima), qualche sacrificabile forzatura di soggetto (specie nei già accennati atti più turbolenti), oltre ad una lunga coda narrativa eccessivamente frammentata (che tende a incartarsi quindi in un susseguirsi di falsi finali).
Nel complesso infatti in “The Last Princess” si riconosce un’avvincente spettacolo in costume, diretto con rassicurante linearità e senso di grandezza, imprescindibile chiave del successo per simili progetti (la realizzazione è in effetti stata ben ricompensata al botteghino), e interpretato con polso e sensibilità, specialmente da Son Ye-jin, attrice regale nominata al suo primo Asian Award.
Voto al film
Written by Raffaele Lazzaroni
Info
Facebook Far East Film Festival