“La pietra di luna” di Wilkie Collins: una nuova edizione per il romanzo poliziesco ammirato anche da Charles Dickens

“Che diamante, buon Dio! Grande, o quasi, come un uovo di piviere! La luce che ne sgorgava sembrava quella della luce di settembre. Un abisso giallo che attirava gli occhi sino a impedirgli di vedere qualsiasi altra cosa. Sembrava insondabile; quel gioiello, che potevi tenere fra il pollice e l’indice, sembrava insondabile come i cieli. Lo mettemmo al sole, dopo di che facemmo buio nella stanza ed esso continuò a brillare dagli abissi del proprio splendore con un bagliore di luna.”

La pietra di luna

Quello che possiamo ormai definire un classico della letteratura poliziesca, da cui in molti hanno attinto, è tornato nelle librerie italiane grazie ad una nuova edizione.

La pietra di luna” (Fazi Editore, 2016) dell’inglese Wilkie Collins (1824- 1889) – londinese verace – ha suscitato, a suo tempo, la genuina reazione dell’amico Charles Dickens, di cui il nostro è stato collaboratore; così come il plauso di T.S.Eliot, che gli ha attribuito la paternità del genere poliziesco.

L’opera venne in principio pubblicata a puntate, in Inghilterra e negli Stati Uniti, e fu proprio la responsabilità di non tradire il lettore, in perenne attesa dei risvolti, ad indurre Collins a portare a termine il lavoro – dopo i primi capitoli, un forte attacco di gotta reumatica lo aveva infatti costretto a letto per un periodo.

Si tratta di un’opera corposa – poco meno di seicento pagine –, che però si legge abbastanza agevolmente, perché lo stile dell’autore è semplice e appena “alterato” dal registro dell’epoca. Una storia che parla della società vittoriana, anche se indirettamente, coi suoi opposti sempre in evidenza, e coi suoi personaggi che, nel bene o nel male, determinano l’evolversi degli avvenimenti. Dopo varie peripezie storiche, avvenute nel corso dei secoli, la Pietra di Luna giunge in Inghilterra.

Il colonnello John Herncastle se ne è impossessato in India, con metodi poco ortodossi, durante la presa di Seringapatam del 4 maggio 1799. Soggetto ormai a feroci incomprensioni, non più appianabili, egli decide d’inviare la preziosa pietra in dono alla nipote Rachel, per il suo compleanno. Il ricevimento è previsto per la sera del 21 giugno, nella villa di famiglia; mentre delegato a consegnare il regalo è il cugino Mr Franklin Blake.

Ma dopo la festa, di questo ambito gioiello si perderanno le tracce. Perso? Rubato? È quello che tutti cercano di scoprire, anche se sul luogo viene inviato un investigatore di fama, il sergente Cuff. Ricostruire i fatti, non è facile. L’unica certezza è che, da quando il diamante è entrato in quella casa, ha portato solo guai. Forse a causa di un’antica maledizione che aleggia dalla notte dei tempi, e che vede tre uomini indiani, scambiati per circensi, aggirarsi nei meandri della villa allo scopo di recuperare l’antico tesoro.

Wilkie Collins

Così come la domestica Rosanna Spearman, avendo precedenti per furto, appare subito come la maggiore indiziata. Ma le apparenze ingannano. Chi sembra innocente non lo è, e viceversa. Inoltre, in quest’opera, Collins parla apertamente degli effetti dell’oppio, droga di cui egli stesso è stato dipendente, introducendo un argomento sconveniente ma profetico per i tempi a venire.

La pietra di luna” è un’opera soprattutto descrittiva, dove i dialoghi sono in minoranza.

Quel che conta è invece l’opinione di ciascun personaggio, chiamato in causa. Ognuno dà vita, in prima persona, ad un romanzo corale, dove vale anche l’espediente della lettera. La prima parte, relativa allo smarrimento del diamante nel 1848, è narrata dall’ironico maggiordomo della villa dove si svolgono i fatti, Gabriel Betteredge.

Questa figura è importante, perché egli sarà un po’ il “Watson” del sergente Cuff. La seconda parte, invece, vede la scoperta della verità, tramite gli otto racconti dei vari personaggi inclusi nella storia. Fino all’epilogo, fantasioso ma appagante.

La storia d’amore, che nel frattempo si sviluppa fra la stessa Rachel e Mr Franklin, non è da sottovalutare. Il romanzo in pratica è costruito sul comportamento di una ragazza, che d’improvviso si trova a fronteggiare una situazione d’emergenza. E, come nella vita reale, è chiamata a combattere per salvaguardare la propria dignità e il rispetto di chi ama.

 

Written by Cristina Biolcati

 

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