“La casa dei morti” di Stefano Pastor: in un vecchio palazzo si nascondono segreti e cadaveri mummificati
“Urlai. Un solo urlo, per fortuna trattenuto in quell’antro chiuso. Poi il mio cervello si mise in moto. C’era un cadavere. Ovvio che ci fosse puzza di cimitero, mi trovavo in un cimitero. La mia casa era un cimitero.”

Ho avuto modo di apprezzare Stefano Pastor nei romanzi “Il giocattolaio” e “Figli che odiano le madri”, dove ha dato prova di doti letterarie degne di uno scrittore affermato.
Autore versatile, che spazia dal thriller al fantasy, senza trascurare il genere horror, è nato a Ventimiglia nel 1958, ma vive in provincia di Ferrara. Vincitore di prestigiosi premi letterari, è tornato con un romanzo che vorrei segnalare agli amanti del thriller.
“La casa dei morti” (Illusion, gennaio 2016) è una storia dove le protagoniste sono tutte donne, alle prese con un assassino seriale che nasconde le sue vittime fra le intercapedini di una vecchia palazzina. Senza più aspettative, con un passato doloroso alle spalle e una figlia drogata che sempre le chiede denaro, una quarantasettenne disillusa si è messa a fare la badante per sbarcare il lunario.
La sua è un’assistenza a malati terminali che, puntualmente, si conclude con un decesso. Rimasta disoccupata, la donna rientra, dopo parecchio tempo, nel suo appartamento in apparenza sfitto.
Durante uno dei soliti litigi con la figlia Tamara, un candelabro, gettato d’impeto contro la parete della camera da letto, apre una breccia nel muro. Di lì, si sprigiona un tanfo insopportabile di morte: un afrore che la nostra protagonista conosce molto bene. Si palesa così un nuovo scenario, fatto di orrore e di violenza.
Scavando nel muro di cartongesso, evidentemente costruito negli anni, la donna scopre il cadavere del marito, un uomo violento che lei pensava l’avesse abbandonata quindici anni prima, e quello del figlio Diego, che riteneva essersene andato volontariamente, a qualche anno di distanza dal padre.
Quell’uomo e quel ragazzo – il suo ragazzo – che lei pensava lontani, in realtà erano sempre stati lì, morti nella sua camera da letto. Ma chi ha potuto fare una cosa del genere, approfittando della sua assenza?

Mentre si elaborano ipotesi strampalate, l’urgenza è una sola. Far sparire i corpi, e farlo in fretta. Nessuno infatti, tantomeno la polizia, crederebbe a quella versione, e accuserebbero proprio lei, vedova e madre sconsolata, del duplice omicidio. Ma proprio quando la situazione sembra precipitare, si scoprono strane sparizioni; altre camere da letto risultano rimpicciolite.
Quanti sono, in realtà, i morti che si nascondono fra le intercapedini di quel palazzo? E soprattutto, chi è il killer che agisce nell’ombra? Quale il suo movente? Con l’aiuto dell’amica Anna, la nostra protagonista si trasformerà in detective, anche a costo di mettere in pericolo la propria vita. Perché, si sa, la realtà è sempre più crudele dell’immaginazione.
La verità fa male.
Consiglio questo romanzo perché è credibile e scritto bene. Con una storia così paradossale e con così tanti morti fra le mura domestiche da “gestire”, sarebbe stato un attimo scadere nella banalità. Invece l’autore riesce a dare la giusta dimensione agli eventi e a mantenere una prosa evocativa, quasi fosse un film.
Written by Cristina Biolcati