La mediazione linguistica incontra il mondo delle professioni: come funziona il mondo del traduttore editoriale

“What is translation? Translation is the communication of the meaning of a source-language text by means of an equivalent target-language text.”

Mediazione linguistica

Recentemente ho partecipato ad alcuni incontri di un ciclo di seminari inerente la traduzione, la mediazione linguistica e l’editoria, dal titolo “La Mediazione Linguistica incontra il mondo delle professioni,” che si sono tenuti tra l’8 Marzo e il 2 Maggio presso la sede dell’ex-Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Cagliari.

Incontri – ben 8 – cui hanno partecipato diversi esperti di questo settore sempre in espansione, e che non smette mai di insegnarci tante cose interessanti. Settore a cui io sono molto interessata, sia dal punto di vista dello studio sia da quello personale e lavorativo per imparare nuove strategie di traduzione, conoscere i diversi aspetti della disciplina e per capire come funziona, e così via.

Ognuno dei professionisti intervenuti ha presentato un argomento inerente questi campi, come nel caso dei due primi incontri presentati rispettivamente da Ilide Carmignani e da Katia de Marco, due traduttrici molto note e stimate.

Nel primo interventoCome, dove, quando? Il traduttore nella filiera del libro (Agenzie letterarie, scout, fiere, case editrici, distribuzione, librerie)”, a cui purtroppo non ho potuto partecipare, ma dal titolo è possibile dedurre che l’argomento di questo intervento riguardava il movimento a cui viene sottoposto un determinato testo quando viene catapultato all’interno del business editoriale, come viene scelto dagli editori e quali strategie vengono pensate per promuoverlo.

Mentre nel secondoNon di soli libri, ovvero l’altra faccia della traduzione. Come districarsi tra leggi, contratti e rapporti (anche a distanza) tra gli editori” viene spiegato il modo in cui districarsi tra le varie leggi inerenti il lavoro di traduzione, quali aspetti sono considerati essenziali perché il rapporto di lavoro che intercorre tra il traduttore e il suo editore venga svolto nel rispetto del contratto, cosa accade se una casa editrice decide di modificare il lavoro svolto da un traduttore senza che questi ne sia stato informato o se ne è al corrente, il traduttore non si riconosce in queste modifiche, e soprattutto quali altre figure lavorano a questo progetto, oltre al primo, e in che modo queste figure entrano in relazione le une con le altre, come nel caso della relazione che si instaura tra il traduttore e il revisore. Intervento molto importante per potersi districare nel guazzabuglio delle leggi, sempre in continua metamorfosi, in modo da garantire l’adeguato rispetto del lavoro svolto dalle varie figure prese in esame.

Un aspetto fondamentale nel campo della traduzione riguarda il lavoro svolto nelle agenzie, e soprattutto come ci si deve muovere, quali scelte sono essenziali in questo progetto.

Si può considerare un vantaggio lavorare per agenzie di traduzione? O è preferibile lavorare in totale autonomia, come freelance? Cosa comporta la scelta di “essere arruolati” per un’agenzia?

Paola Mazzarelli

E il lavoro da freelance? Domande a cui si prova a trovare risposte ascoltando l’intervento di Irene Dipino, titolare di un’agenzia di traduzione a Bologna, che in questo suo intervento spiega come deve essere preparato il curriculum vitae di un traduttore, se è bene optare per il cv europeo o per quello tradizionale o qualsiasi altro tipo di cv, cosa bisogna scrivere al suo interno. Ma anche consigliare a chi aspira a entrare in questo settore lavorativo di esercitarsi molto nell’utilizzo dei sistemi di elaborazione dati, nell’utilizzo dei principali CAT tools – strumenti di traduzione assistita al computer – essenziali a questo scopo, capire se tali strumenti sono veramente utili e facilitano il lavoro e così via. Lavorare per/in un’agenzia di traduzione potrebbe essere fondamentale – secondo un mio ragionamento, dopo aver seguito questo incontro – per capire come funziona il mestiere, come procedere nel lavoro e altri punti, ma è anche vero che può essere una buona strategia operare in questo campo in solitario, per capire se si è pronti a operare da freelance, o se si è più propensi al lavoro di gruppo.

Si è discusso di come opera un traduttore, in particolare quello editoriale, anche in uno degli ultimi incontri, relativo il mestiere di traduttore editoriale, dal titolo “Scrivere Traduzioni. Il mestiere del Traduttore Editoriale”, presentato da Paola Mazzarelli, coordinatrice didattica della Scuola di Specializzazione per Traduttori Editoriali “TuttoEuropa” di Torino.

Un traduttore editoriale si occupa di tradurre diversi tipi di testo, lavorando per una casa editrice, e, soprattutto, lavora in regime di diritto d’autore: la traduzione rimarrà sempre sua, ma poi cede i diritti d’autore della sua opera alla casa editrice dopo un determinato periodo, periodo che di solito è di 20 anni, ma può anche essere di 70. Per poter diventare traduttore è utile avere la laurea in traduzione letteraria, saper lavorare tramite i blog, frequentare scuole di specializzazione, corsi e master inerenti un determinato settore. Questo perché un traduttore non vive di sole traduzioni, anzi deve essere capace di ampliare le proprie conoscenze in ogni campo, in diverse discipline, deve essere in grado di muoversi, di interagire con gli altri. Ma anche la passione è molto utile per svolgere questo lavoro.

Un altro aspetto fondamentale nel lavoro di traduzione riguarda la scelta del settore in cui operare, se medico, economico, giuridico, ecc., e per questo è essenziale costruirsi un buona base terminologica, “studiare” diversi manuali sul settore scelto, sapere come costruire un glossario per non perdere termini che si sono già utilizzati e che potrebbero ricorrere più volte in un medesimo testo, ma anche come effettuare la ricerca terminologica nella grande ragnatela di Internet. Ed è importante anche lo studio della linguistica dei corpora che ci aiuta a capire come diversi termini inerenti un determinato settore vengono collocati, vengono uniti per formare espressioni ben costruite. Come abbiamo visto con la traduzione di testi turistici, osservando come determinate parole vengono usate con altri termini anche in diversi stili della lingua inglese, come nel caso di quello britannico e australiano.

Mediazione linguistica

A volte capita che il traduttore incontri delle difficoltà nel suo lavoro, soprattutto nella modalità di tradurre alcune espressioni, espressioni che non sono sempre facili da trovare, espressioni che devono rendere il testo ben fluido, dando un senso logico nella lingua d’arrivo. Trappole che si possono incontrare anche nella traduzioni di testi contenenti espressioni dialettali appartenenti alla lingua di partenza, ma che non sempre possono trovare delle corrispondenze nella lingua di arrivo, e in questi casi il traduttore può trovarsi a chiedersicome posso tradurlo in modo che i lettori possano comprenderlo? E se la lasciassi scritto in originale, magari inserendo delle note?”. Quesiti a cui non è facile rispondere, e per questo il traduttore si trova a riflettere parecchio, o anche a provare diversi modi di tradurre la stessa frase, la stessa parola, fino a quando questa non dia al testo quel senso logico che si sta cercando. Rendendo, così, il testo vivo, ben comprensibile al lettore.

Tradurre è un lavoro molto interessante, affascinante. Ma allo stesso tempo complesso e indefinibile. Tuttavia, per svolgerlo bene, non basta conoscere una o due lingua, anzi è essenziale conoscere anche la propria, bisogna essere in grado di capire le varie strutture sintattiche delle determinate lingue in cui si traduce, conoscere bene i diversi canoni culturali, letterari, stilistici del paese di cui si studia la lingua, ecc. È fondamentale, quindi, “Mantenersi umili e pronti ad imparare e migliorarsi.

Tradurre, a mio parere, significa anche mantenere l’entusiasmo per quello che si è scelto di fare, la voglia di imparare, e, soprattutto, ad essere in grado di interagire con gli altri professionisti del settore – revisori, editori, e così via.

Translation is in fact an art both estimable and very difficult, and therefore is not the labor and portion of common minds; it should be practiced by those who are themselves capable of being actors, when they see greater use in translating the works of others than in their own works, and hold higher than their own glory the service that they render their country.” – citazione di Kasparek

 

Written by Daniela Schirru

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *