“Un caffè con Robespierre” di Adriana Assini: una storia di forti ideali dove anche l’amore diventa un diritto
“Dei giorni di Versailles non le rimanevano che i risparmi, oltre a qualche momento memorabile. Ricordi che quel mercoledì sedici ottobre millesettecentonovantatré tornavano a ingombrarle la mente, incalzati dal tragico evento che, a quell’ora, s’era già consumato a piazza della Rivoluzione, laddove una Marie-Antoinette senza più titoli né scettro aveva offerto al boia il bel capo dai riccioli sgualciti.”
Si respira aria di rivoluzione, nell’ultimo romanzo della scrittrice di origini romane Adriana Assini. L’autrice predilige i romanzi storici, poiché è proprio dal passato che si possono trarre insegnamenti validi a comprendere il presente. “Un caffè con Robespierre” è un lavoro molto ben curato, frutto di studi meticolosi al fine di focalizzare il periodo della Rivoluzione francese; con termini appropriati di usi e costumi dell’epoca, il più possibile fedeli al vero. Persino la cucina non è lasciata al caso, e piatti e pietanze sono citati sempre secondo le usanze del periodo.
L’opera, pubblicata nel marzo del 2016 dalla casa editrice Scrittura & Scritture, si presenta di pregio, con la copertina plastificata avente le classiche “bandelle”, e i capilettera in stampatello, ad ogni inizio di capitolo.
Il romanzo è ambientato a Parigi nel 1793, ed è focalizzato sul serrato confronto di una coppia: Manon, rinomata modista, e Bertrand, cuoco raffinato. Entrambi i coniugi sono stati al servizio della sfarzosa corte di Versailles. I tempi però cambiano rapidamente, ed essi devono fare i conti con la nuova realtà storica. La narrazione inizia il 16 ottobre 1793, giorno in cui la testa di Maria Antonietta, sovrana mai amata dai francesi, cade sotto la lama di quella ghigliottina che per anni seminerà il terrore.
Manon e Bertrand si trovano ad essere all’improvviso degli estranei. Lui, ancorato al passato e fedele alla regina caduta e ai dettami di corte; lei, pienamente soggiogata dal fascino del credo giacobino. Il mondo che attrae Manon, divenuta improvvisamente irrequieta – la donna ha inseguito una favola d’amore assieme ad un giovane poeta, pensando che l’amore stesso, come il pane, fosse un suo diritto –, è quello più libero ed equo predicato da Maximilien de Robespierre, capo carismatico del governo rivoluzionario, nonché suo vicino di casa.
Il sentimento fra i due coniugi viene messo a dura prova, e rischia di perdersi. Bertrand, scopertosi tradito dalla moglie, si trasferisce a Napoli quale cuoco alla corte di Ferdinando di Borbone – sovrano che regnò con nomi diversi –, passato alla storia come “Nasone” e per il fatto che a prendere tutte le decisioni importanti fosse la moglie, Maria Carolina d’Asburgo.
Fra Parigi e Napoli si realizza quindi questa trama, dove abbiamo la possibilità di vivere una storia d’amore complicata ma sempre attuale, e, al tempo stesso, di ripassare un po’ quella Rivoluzione francese studiata sui libri di scuola.
Caffè brulicanti d’idee, piazze in fermento e teatro di feste popolari; una Manon che vorrebbe coinvolgere Robespierre nella questione femminile, laddove la donna anelava a manifestare una propria coscienza civile. Un Robespierre che viene in un certo senso “rivalutato”, non solo fautore di quel regime di Terrore che ha caratterizzato quegli anni, bensì promotore del suffragio universale e di altre leggi volte a rendere più egualitaria la situazione della popolazione. Un amore, quello fra Manon e Bertrand, che sembra sfaldarsi e giungere alla fine, di pari passo con la disfatta di Robespierre, alla quale assiste la donna.
Ma sarà davvero così, oppure c’è un futuro per questa coppia, scossa e divisa da forti ideali?
Solo il romanzo di Adriana Assini ve lo può dire. Non mi rimane altro che augurarvi buona lettura.
Written by Cristina Biolcati
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