Qutuz: il sovrano d’Egitto che sconfisse l’impero mongolo nella battaglia di Ayn Jalut
Saif ad-Din Qutuz, detto anche al-Malik al-Muzaffar ovvero il sovrano vittorioso, è stato il terzo sultano mamelucco in Egitto, dal 1259 fino alla sua morte nel 1260. Ha governato l’Egitto per non più di un anno, ma è riuscito a lasciare un impronte indelebile di vittoria e orgoglio per il suo paese. Egli è uno dei più popolari sultani mamelucchi del mondo islamico e detiene una delle più alte posizioni nella storia islamica.
È sotto la sua guida che i Mamelucchi raggiungono il successo contro i mongoli nella cruciale battaglia di Ayn Jalut. Ha portato a una vittoria quasi inaspettata contro il più grande impero della storia, l’impero mongolo. L’impero mongolo era a quei tempi un impero molto potente e allo stesso tempo crudele e spietato.
Quando nel 1250 muore l’ultimo sultano Ayyubide d’Egitto, al-Ṣāliḥ Ayyūb, la moglie la sultana Shajar al-Durr, regna incontrastata sull’Egitto per i successivi 7 anni, usando anch’ella il titolo di “sultano”.
Visto che le consuetudini del tempo non potevano alle donne di detenere tale potere a lungo, la sovrana d’Egitto, decise di sposare il principe Aybak, un importante mamelucco dell’Egitto. Negli anni che seguirono, fu Shajar al-Durr più che Aybak a governare il paese. Ella continuò a firmare decreti in nome del sultano e fece fare una moneta a suo nome continuando a farsi chiamare sultana.
Più tardi Qutuz, che riesce fin da subito a farsi apprezzare per la sua estrema intelligenza e saggezza, viene nominato da Ayabak “funzionario del sultano” e successivamente eletto nel 1253 alla carica di vice-sultano.
Shajar al-Durr da un lato estremamente gelosa delle attenzioni che continuava ad avere Aybak verso la prima moglie e il figlio avuto da essa e temendo la sovversione e le ambizioni di Aybak organizzò allora l’assassinio del marito per continuare a regnare incontrastata.
Poco tempo dopo la prima moglie di Aybak per vendicare il marito uccise la sultana Shajar al-Durr. Così a salire sul trono fu il figlio di Aybak, Almansur, un adolescente di appena undici anni, con l’emiro Qutuz come reggente, suo tutore. Ma successivamente, data la giovanissima età di Almansur, i mamelucchi nominarono Qutuz come sultano d’Egitto per via dell’imminente bisogno di un sovrano più deciso e fermo per fronteggiare l’incombente minaccia mongola.
Dopo essere stato eletto nuovo sovrano, egli promise agli emiri egiziani che dopo la sconfitta dell’esercito mongolo essi sarebbero stati liberi di eleggere al suo posto un nuovo sovrano.
Nel febbraio 1258 l’esercito mongolo aveva già invaso Baghdad, massacrandone gli abitanti e saccheggiandone le abitazioni. La città, che era uno dei principali centri culturali e politici della civiltà islamica, venne rasa al suolo, la sua grande biblioteca distrutta, la popolazione decimata e il Califfo abasside ucciso. Più tardi l’esercito si diresse verso la Siria, governata dal sovrano ayyubide al-Nāṣir Yūsuf dove l’impatto bellico non fu da meno.
A questo punto la meta successiva doveva essere l’Egitto dei mamelucchi. I mongoli erano soliti prima di dichiarare ufficialmente una guerra inviare un messia con una messiva nella quale si dava una specie di ultimatum, che se la controparte si fosse arresa senza opporre nessun tipo di resistenza, le sarebbe stata risparmiata una guerra sanguinosa e una catastrofica fine. Ovviamente queste erano più promesse che realtà. Quello che succedeva era esattamente il contrario, i mongoli non erano soliti mantenere la propria parola e questo era risaputo. Naturalmente il messia una volta giunto in Egitto si ritrovò difronte al rifiuto dell’ormai sultano d’Egitto Qutuz, di accettare qualsiasi tipo di trattativa ad un eventuale resa.
Finalmente il 3 settembre del 1260 i due eserciti, si incontrarono ad Ain jalut in Palestina nella famosa battaglia che porta lo stesso nome. Grazie alle grandi abilità strategiche di Qutuz e il suo grande amico d’infanzia Baybars, alla superiorità numerica e all’ardore degli arabi in battaglia, i mamelucchi riuscirono a fermare l’espansione e la catastrofe mongola. I musulmani, che avevano fermato la catastrofe finale, tirarono un sospiro di sollievo ma anche il mondo cristiano europeo fu assai sollevato perché, a frapporsi fra loro e i Mongoli, erano rimaste appunto le sole forze militari dei Mamelucchi d’Egitto. Così il sultano Qutuz insieme a Baybars riuscirono a sconfiggere l’armata di Hulago Khan conquistando l’intera Siria, ad esclusione dei residui degli Stati crociati.
Ma Qutuz, il sultano vittorioso, di ritorno dal suo viaggio trionfante verso il Cairo, viene assassinato da un altro capo mamelucco, nonché suo più grande amico, Baibars. Baibars, infatti, istigato dai mamelucchi che temevano la grandezza di Qutuz e convinto di una sua cospirazione non si fa scrupoli ad ucciderlo. Ma il giovane Baybars non sapeva che Qutuz aveva già intenzione, una volta tornato al Cairo, di nominarlo sultano al suo posto.
In fin di vita nella sua tenda Qutuz poteva annunciare che non avrebbe più voluto come suo successore Baibars ma sorprendentemente nella sua risaputa saggezza, conferma che la sua volontà era rimasta la stessa e che Baibars era il più adatto a regnare dopo di lui sul grande Cairo. Un gesto nobile, fatto da una persona altrettanto nobile, Qutuz così ha messo da parte i propri interessi per assecondare gli interessi del suo amato paese.
Written by Amani Sadat
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