“La frusta e il corpo” di Mario Bava: il quarto appuntamento della Mediateca Regionale Pugliese di Bari

Si può notare spesso che il masochismo non è altro che un prolungamento del sadismo rivolto sul soggetto stesso, il quale, in questo modo, prende il posto dell’oggetto sessuale” – Sigmund Freud

Il quarto appuntamento della retrospettiva dedicata a Mario Bava del 24 luglio 2014, presso la Mediateca Regionale Pugliese di Bari, è per uno dei gotici più interessanti dal punto di vista concettuale del regista ligure: “La frusta e il corpo“.

La vicenda è ambientata in un castello in riva al mare, l’esordio è impregnato da un realismo insolito nel panorama baviano, ma quello che colpisce è il tema portato avanti dal pianoforte che accompagna le prime scene e che verrà riproposto sino all’ultima inquadratura.

Carlo Rustichelli compone una musica fortemente melodrammatica, in alcuni momenti quasi leziosa: se ascoltata rispetto all’intero film, però, ci si rende conto di quanto questo melò sussuma una profonda ironia.

Di fatto ci si aspetterebbe la solita storia di fantasmi tornati dall’inferno per vendicarsi: Christopher Lee è Kurt Menliff, che già nel 1958 aveva interpretato Dracula, appare in tutta il suo inqietante e conturbante talento di malvagio aguzzino della giovane cognata Nevenka (Daliah Lavi) che è letteralmente assorbita dal rapporto morboso e violento con l’uomo.

La cifra cromatica baviana sono i viola e i blu, i rossobruni e i verdi elettrici curati nella fotografia di Ubaldo Terzano che vengono qui riproposti nelle “visioni” della giovane donna: una serie di morti misteriose, ancora una volta una maledizione da scontare, ma, sebbene Kurt venga inizialmente identificato come “il male”, l’epilogo contiene inequivocabilmente la firma inconfondibile di Bava: è proprio Nevenka ad avere perduto il senno nell’ossessione irrinunciabile di Kurt.

Da donne, si potrebbe facilmente dire che Bava sia stato crudele nel lasciare ancora una volta alla figura femminile l’identificazione della nevrosi e della debolezza, come del resto accade ne “La goccia”, ultimo episodio de “I tre volti della paura”.

Da donne si potrebbe anche aggiungere che il personaggio femminile, così controverso e contraddittorio – Nevenka è una donna profondamente egoista, ma allo stesso tempo rosa da un inspiegabile senso di colpa – non sia approfondito con la stessa intensità che Bava riserva al personaggio del giovane medico legale di “Operazione Paura“.

Eppure anche in questa figura femminile appena abbozzata è considerevole una certa evoluzione che in un crescendo di umori e situazioni, nonostante in alcuni momenti Bava tenda a rallentare il ritmo narrativo, induce ad una profonda angoscia.

La storia si chiude in una atmosfera a mezzo tra il melenso, il tragico e l’ironico.

 

Written by Irene Gianeselli

 

http://youtu.be/3ohpDjCnHYE

 

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