Intervista di Irma Silletti a Gill, cantautore al suo debutto da solista

“È stata una svista/ qualcuno ha inquinato/ scoppia il telefono/ che cosa è stato?/ Chi ha ucciso Stefano/ ha ucciso Paolo/ chi ha ucciso Giovanni/ ha ucciso anche tutti gli altri”

Catanese classe ’81, Gianluca Gilletti in arte Gill, dopo le esperienze del Premio Bindi nel 2008 e del Musicultura nel 2012, con il progetto “gill&co” è pronto per il suo debutto da solista.

Oggi presenta Chi ha ucciso Luigi Tenco e con 10 brani densi e sinceri passa in rassegna temi attuali e momenti del passato, prende spunto da artisti di ieri e dialoga con loro, analizzando, immaginando, creando.

Critico e irriverente verso le brutture che la società di oggi ci propina, non smette di sperare in un futuro più pulito e si spinge oltre, confessando timori, desideri e lucide certezze.

 

I.S.: Come nasce “Chi ha ucciso Luigi Tenco”? Cosa ti ha ispirato la ricerca di temi tanto attuali in relazione a personaggi del passato?

Gill: Luigi Tenco è solo un simbolo, una grossa x, un’ incognita. Potrebbe essere sostituita con la grande bellezza, più semplicemente con la parola arte. La mia vuole essere, in realtà, una riflessione sulla condizione della musica in Italia, dove non solo le major pensano ai quattrini. Il passato è pieno zeppo di artisti veri, ho voluto dialogare con loro per cercare delle risposte e seminare nuovi dubbi, come se fossero amici immaginari incontrati e citati per caso. Ho voluto che le loro voci incontrassero le mie…”Vedrai vedrai vedrai, che cambierà”, per esempio in questa canzone, quando il poeta dice: “sì lo so che questa non è certo la vita che hai sognato un giorno per noi” non si rivolge a nessuna donna gentile, vi ha ingannato tutti, parla alla musica.

 

I.S.: Quanto c’è di autobiografico negli argomenti trattati?

Gill: Questo disco viaggia su due universi paralleli, come se fosse un doppio concept album. Nella prima parte l’analisi si concentra sulla condizione sentimentale dell’uomo moderno, minata dalle nuove tecnologie e si estende fino alla concezione dell’amore da parte delle generazioni future. Nella seconda parte cerco di sintetizzare la condizione politica e sociale del nostro paese, le verità nascoste ed i moventi perversi. Le ultime due canzoni infine svelano il doppio enigma. Alla fine sono tutte canzoni d’amore, a tratti autobiografiche e l’amore non è solo per le donne.

 

I.S.: I tuoi studi in Filologia Moderna definiscono ed affinano la necessità di sviscerare temi attuali attraverso testi ricercati, che riportano indietro nel tempo. Questo quanto ha inciso nel tuo modo di scrivere?

Gill: I miei studi in filologia mi hanno solo dato l’opportunità di poter indagare delle questioni che da solo non avrei mai scoperto, scorie universitarie che mi hanno fatto sviluppare malattie come il citazionismo e permesso di trasformare canzoni in saggi di approfondimento. Come Ultima Repubblica o Scusami. Per il resto molti dei miei libri-fotocopie universitari sono pieni di strofe e ritornelli scritti qua e là.

 

I. S.: Quali sono i problemi del momento storico attuale che ritieni possano essere maggiormente esplorati musicalmente?

Gill: Ammiro molto i cantautori di protesta del passato, i Cantacronache che nessuno conosce. Quello attuale sarebbe il momento ideale per una loro riscoperta. Tra i miei progetti futuri metto in primo piano la possibilità di poter fondare il PKK, Post Kanta Kronache. Per il resto, in questi anni ho imparato a contenermi, ma non sono riuscito a non scrivere canzoni politiche. È più forte di me. Scusate.

 

I.S.: Quali sono i tuoi progetti futuri?

Gill: I complimenti ricevuti, anche da editori e produttori molto famosi, mi incoraggiano. Tutti mi suggeriscono che l’unica strada percorribile è quella di trovare un’agenzia che possa supportarmi. Questa è la cosa più difficile da fare in Italia, le mafie si moltiplicano. Durante i miei concerti osservo spesso il pubblico, vedo molte facce sconvolte e alla fine di ogni pezzo un silenzio da chiesa. L’esibizione si trasforma in viaggio, soprattutto grazie ai musicisti: Salvo Privitera alla batteria, Totò Seminatore al basso, Turi Di Natale alla chitarra elettrica e Costanza Paternò ai cori. I nostri progetti futuri sono conquistare l’Italia.

 

I.S.: Cosa vorresti per la tua carriera?

Gill: Per la mia carriera vorrei fare un disco all’anno finché morte non ci separi, revisionare e completare i miei romanzi, scrivere altre sceneggiature e recitare in qualche film. Le difficoltà sono innumerevoli, mi riferisco soprattutto all’ignoranza di default. Voglio però credere al detto che dice “prima o poi il talento viene a galla”… E sarà in buona compagnia. 

 

Written by Irma Silletti

 

 

3 pensieri su “Intervista di Irma Silletti a Gill, cantautore al suo debutto da solista

    1. Ciao Alberto, ti consiglio di sentire anche i nuovi cantautori come per l’appunto GILL, protagonista di questa intervista.
      Pensiamo ai vivi ed ai giovani: hanno tanto da dire.

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