“Street Art a Padova”, un progetto dell’Assocazione Jeos e sei writers: Joys, Made, Yama, Axe, Orion e Zagor

Padova come le grandi città europee, dove la street art è da tempo apprezzata, con tanto di quotazioni ed ingresso nel mercato artistico. Quella che fino a poco tempo fa poteva considerarsi un’attività illegale e da svolgere nella più totale clandestinità, pena multe salatissime con pericolo di arresto, ora è incoraggiata, se non addirittura commissionata espressamente dai comuni.

Artisti di comprovata bravura, addirittura considerati internazionali, quali C215, JR o Bansky o il bolognese Blu, inserito tra i migliori 10 artisti di strada dal quotidiano britannico “Guardian”, oppure lo stesso padovano Kenny Random, hanno contribuito a cambiare l’opinione pubblica.

Nello specifico, il Comune di Padova ha commissionato a sei street-artists padovani la realizzazione di murales allo scopo di cambiare volto alla città. JR lo aveva già fatto in Palestina e in Israele, e poi nelle favelas di Rio de Janeiro, trasmettendo un segnale sociale che ha avuto una grande risonanza mediatica.

Padova si è affidata a sei writers: Joys, Made, Yama, Axe, Orion e Zagor della crew padovana Ead (Escuela Antigua Disciples), dando loro l’opportunità di esprimersi sulle pareti esterne di quattro complessi di edilizia popolare amministrati dall’Ater.

Quella che è considerata una vera e propria “writing action” è organizzata da Ahead e proposta dall’associazione Jeos.

Lo scorso 12 aprile è partito il progetto, con un primo intervento in zona Ippodromo, che ha visto all’opera Joys e Made nel complesso di Via Fratelli Carraro 33. Altri palazzi in zona Mortise sono stati destinati all’intervento degli artisti padovani. Sempre in Via Fratelli Carraro hanno lavorato anche Orion e Jama.

In via Stella all’Arcella ha agito Zagor, mentre in via Pizzamano in zona Vigonovese è toccato ad Axe. Come per tutti i writers, anche di questi artisti si sa poco.

Le loro vere identità rimangono segrete, anche se in occasione di questo progetto hanno dichiarato che i murales si adattano alla conformazione architettonica dell’edificio, in modo da creare opere di grande impatto visivo, ma anche di interesse pubblico.

Gli artisti hanno lavorato prevalentemente nei week end, offrendo così la possibilità ai cittadini di assistere alle varie fasi di realizzazione.

Noi siamo un’associazione che raggruppa quegli artisti padovani che si dedicano alla street art e al writing”, ha dichiarato Antonio Ceccagno, presidente dell’Associazione Jeos, nata in ricordo di Giacomo “Jeos” Ceccagno, giovane writer scomparso prematuramente.

Il comune di Padova e l’Assessorato al Verde Pubblico hanno accolto con grande gioia la nostra proposta. La nostra iniziativa ha una triplice finalità. Quella di abbellire caseggiati periferici per renderli più colorati e creare una performance rendendo gli abitanti partecipi della realizzazione stessa delle opere. E infine, perché no, sperare che anche Padova, da qui in avanti, rientri in quei nuovi itinerari artistici che individuano nelle opere della street art delle tappe inderogabili nei viaggi dei turisti stranieri”.

Personalmente mi ritengo una grande fan di Kenny Random, e adoro aggirarmi per la città, alla scoperta delle sue opere.

Sento la necessità di ringraziare Matteo Bugliardo Goggia, perché in un suo articolo per “Idea Padova.it” mi ha spiegato ciò che da un mese a questa parte, vedevo dalla mia finestra, senza riuscire a comprendere. Qualcosa sta cambiando, è giunta l’ora di prenderne coscienza. L’arte si espande, diventa universale.

Come accade in molte città italiane, da Bologna a Roma, ma anche in capitali europee come Madrid e Parigi, la street art è la benvenuta, perché migliora l’impatto ambientale in quelle zone periferiche molto spesso dimenticate ed abbandonate a se stesse.

Palazzi grigi ora diventano colorati, e forse andranno ad influire anche sull’umore dei cittadini.

Perché quando il concetto di arte evolverà, non deve coglierci impreparati.

 

Written by Cristina Biolcati

 

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