“Storia di una ladra di libri”, film di Brian Percival: l’ingenuità dei bambini ed il potere della cultura
“Un piccolo dato di fatto: voi morirete. Malgrado ogni vostro sforzo nessuno può vivere per sempre.”
Gennaio 1938, Germania. Una mamma con i sue due figli, un bambino piccolo e una bambina intorno ai dieci anni di età, si trovano su un treno che corre attraverso le rotaie innevate. Non si accorge però che il figlio più piccolo è morto. Mamma e figlia si ritrovano così a dover seppellire velocemente il loro caro in un anonimo campo coperto di neve e poco dopo a riprendere il loro viaggio.
La giovane Liesel Meminger viene così condotta presso la cittadina di Molching dove viene adottata da una coppia di tedeschi senza figli che per la nuova arrivata riceveranno un sussidio dallo Stato.
La vita di Liesel muta totalmente e le ci vorrà del tempo per riuscire ad abituarsi a quella nuova situazione senza la madre ma ben presto nuove conoscenze e nuovi mondi nascosti tra i libri a lei tanto cari le permetteranno di costruirsi una nuova ed avventurosa vita fatta però anche di dispiaceri e di immagini terribili portate dalla guerra.
“Storia di una ladra di libri”, diretto da Brian Percival, è tratto, direi liberamente, dal libro “La bambina che salvava i libri” di Markus Zusak e ha come protagonista un’ingenua bambina che presto comprenderà che la vita non è come la immaginava lei.
La guerra che si svolge attorno a lei è crudele e talvolta incomprensibile ma troverà il sollievo nei libri, nelle storie che comincerà a leggere con il padre adottivo prima e poi con l’ospite ebreo, il giovane Max, che l’accompagnerà in nuovi fantastici mondi.
Ma è anche la storia d’amicizia con il coetaneo Rudy, il bambino che sognava di diventare veloce come il grande Jesse Owens del quale però non poteva parlare ad altra voce per via del colore della sua pelle.
È anche un film storico che ripercorre alcune delle principali tappe della seconda guerra mondiale che videro la Germania protagonista: la notte dei cristalli di Stoccarda del 1938, la campagna di Russia del 1941, il rogo dei libri che comprendeva tutti quei volumi, ritenuti ‘immondizia intellettuale’, scritti da autori ebrei o che avesse degli ebrei come protagonisti o comunque tematiche ritenute sconvenienti.
Ed è il percorso di vita di due persone, Rosa e Hans Hubermann, che scoprono l’amore per una figlia, seppur con loro solamente da pochi anni. E lo stesso amore è ricambiato da Liesel che descrive, in maniera poetica, il padre come ‘un uomo col cuore di fisarmonica’ e la madre ‘una donna vestita di tuoni’.
Nel complesso si tratta di un film molto bello con una storia ben nota resa però particolare dal valore che viene dato ai libri. Ma a parte ciò vi sono numerosi elementi incoerenti. Per fare un esempio vediamo la bambina che in una delle scene iniziali canta una ninna nanna in tedesco, la lingua parlata appunto in Germania, per addormentarsi.
Ma in qualche scena successiva notiamo che i titoli dei libri letti dalla ragazzina sono tutti in inglese e le parole che la stessa scrive in cantina sono in inglese.
Numerose anche le incongruenze con il libro che, al contrario del film, pone un accento maggiore sui fatti storici e mostra tutto i comportamenti che venivano imposti alla popolazione dal nazismo. Il film pecca in ciò rendendolo un po’ superficiale ed esponendo alcune scene con troppa repentinità.
Va menzionata infine la splendida colonna sonora di John Williams, nominata in diverse importanti situazioni come il Premio Oscar, il Premio BAFTA, i Golden Globes, i Satellite Awards e i Saturn Award.
(The Book Thief, 2014)
Regia: Brian Percival
Interpreti: Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nélisse, Ben Schnetzer, Nico Liersch
Durata: 125 min.
Written by Rebecca Mais
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