“Il demone della teoria”, saggio di Antoine Compagnon: la comprensione della storia della letteratura

Il demone della teoria” di Antoine Compagnon è un saggio sulla letteratura ed in particolare sulla teoria letteraria pubblicato da Einaudi. Si compone di sette capitoli (La letteratura, L’autore, Il mondo, Il lettore, Lo stile, La storia, Il valore)  più introduzione e conclusione. Pubblicato originalmente in francese è stato tradotto in italiano da Monica Guerra.

La traduzione in italiano è stata realizzata con il contributo del ministero francese per la cultura.

Nel primo capitolo che si intitola La Letteratura, l’autore ci spiega con vari esempi la funzione della letteratura ed il compito del critico letterale.

Gli studi letterari parlano della letteratura in modi più diversi. Bisogna tuttavia potersi accordare su questo punto: di fronte a ogni studio letterario, qualunque sia il protagonista, la prima domanda minimamente teorica da porre la definizione che esso dà (o non dà) del proprio oggetto: il testo letterario Che cosa rende questo studio letterario? Oppure, come definisce le qualità letterarie del testo letterario? In poche parole, che cosa intende esplicitamente o implicitamente, per letteratura? Sia chiaro, che questa prima domanda non è indipendente da quelle che seguiranno.

Nel secondo capitolo dal titolo: L’autore, qui si affronta il ruolo dell’autore nella letteratura, riassume le varie tesi che sono nate su questo tema e pone una domanda fondamentale prendendo spunto da una celebre conferenza tenuta nel 1969 da Foucault intitolata “Che cos’è un autore?”

L’autore del saggio ci fornisce una spiegazione ben precisa: “l’autore è stato palesemente il principale capro espiatorio delle diverse nuove critiche, non solo perché era il simbolo dell’umanesimo e dell’individualismo che la teoria letteraria voleva estromettere dagli studi letterari, ma perché metterlo in discussione trascinava con sé tutti gli altri anticoncetti della teoria”.

Nel terzo capitolo, l’autore mette a fuoco il rapporto tra letteratura e realtà o più semplicemente il rapporto tra letteratura ed il mondo. In questo complicato rapporto ci viene in aiuto la Mimesis e l’autore si serve di essa per spiegarlo ai lettori del saggio. Anche qui, nel porre l’argomento ripercorre le varie tappe dal suo nascere e il significato che ne dava Aristotele fino ad arrivare alle varie teorie moderne. Il tema resta tuttavia accentrato sul realismo.

Bisogna preferire i fatti impossibili ma verosimili più tosto che quelli possibili che siano incredibili e dopo un po’passare a dire: è preferibile un impossibile che sia credibile

Il verosimile, i teorici insisteranno su questo, non è quindi ciò che può accadere nell’ordine dell’ordine del possibile, ma ciò che l’opinione comune ritiene accettabile, cioè che è endossale e non paradossale”.

Nel quarto capitolo dal titolo Il lettore, l’autore analizza il punto di vista del lettore e nel saggio ne dà una definizione ben precisa: “il lettore applica ciò che legge alla propria situazione, ad esempio ai propri amori, e lo scrittore non deve offendersi se l’invertito dà alle sue eroine un viso maschile.” “Il lettore è libero, maggiormente, indipendente: il suo scopo non è tanto di comprendere il libro, quanto di comprendere se steso tramite il libro”.

Nel quinto capitolo dal titolo Lo stile, affronta il tema della lingua da utilizzare in  un’opera letteraria ed anche qui riassume i vari significati che i pensatori nel tempo hanno dato al termine. Discussione che si amplifica con le critiche che le sono state attribuite nel tempo.

Le offensive della linguistica, all’epoca del suo massimo prestigio, non hanno quindi risparmiato la stilistica, trattata come disciplina di transizione tra la morte della retorica e l’ascesa della nuova poetica. Lo stile è stato allora considerato come un concetto preteorico, che la scienza della lingua doveva superare.”

Con il quinto capitolo conclude la discussione centrata sulla letteratura e i vari fattori che girano attorno ad essa. Con il sesto e settimo capitolo intitolati rispettivamente La storia, Il valore, in questi due capitoli illustra il compito della storia letteratura sottolineando le differenze tra storia letteraria e storia della letteratura, tra storia delle idee e storia sociale ed il contributo che da la filologia alla ricerca. Invece sotto il campo del Valore, illustra il compito del critico che consiste nel andare al di là del dire se un opera è bella o brutta e traccia alcuni sentieri che vanno a spiegare i due termini bello e brutto in un’opera.

 Antoine Compagnon insegna alla Sorbona e alla Columbia University di New York. È autore di vari volumi, tra cui La Seconde Main ou le Travail de la citation (1979); Nous Michel de Montaigne (1980); La Troisième République des lettres, de Flaubert à Proust (1983). Per Einaudi ha curato, con Roland Barthes, la voce “lettura” nell’Enciclopedia (1979). Ha curato inoltre la nuova edizione critica di Sodome et Gomorrhe per Gallimard. Della sua ampia produzione sono tradotti: Proust tra due secoli. Miti e “clichés” del decadentismo nella “Recherche” (Einaudi Paperbacks, 1992) e I cinque paradossi della modernità (Il Mulino, Bologna 1993) e Il demone della teoria (Einaudi Pbe, 2000).

 

Written by Rosario Tomarchio

 

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