“La confidenza” di Irène Némirovsky – recensione di Rebecca Mais
“Non solo le sembrava di non avere niente intorno a sé, non una famiglia, né un amore, né un’amicizia (questo l’aveva sempre saputo, non poteva attendersi null’altro), ma il passato le appariva cupo, banale, misero.”
Blanche Lajunie affronterà presto un intervento chirurgico ed il timore di non superarlo le fa rivivere alcuni momenti della sua vita passata. Anche lei una volta era giovane e felice e nonostante ora svolga il lavoro di insegnante privata non ha scordato le sensazioni, le emozioni e gli amori vissuti in Russia.
Ma quella sua allieva, per di più legate da parentela, non può comprendere appieno ciò che lei prova, per via della sua giovane età e della superficialità che la contraddistingue.
“La confidenza” (Edizioni Via del Vento, giugno 2013) è un testo fino a poco tempo fa inedito in Italia che riporta alla luce la raffinatezza della scrittrice Irène Némirovsky. Si tratta di un breve racconto che mostra la bravura e la particolarità dell’autrice nata a Kiev ma trasferitasi poi in Francia.
La trama del racconto non mostra nulla di particolare ma ciò che stupisce è la sua maestria nel delineare lo spessore dell’animo umano, sono le singole parole capaci di rievocare situazioni e luoghi facendoli apparire quasi come per magia davanti ai nostri occhi.
La contrapposizione netta tra l’insegnante e l’allieva è tra le più particolari rintracciabili nello sterminato mondo della letteratura.
Ogni riflessione parte dall’allieva Colette, un nome così lascivo ed immorale che non rievoca altro che la giovinezza ormai perduta dalla protagonista, gli amori da lei vissuti e mai scordati, la leggerezza dei gesti e dei pensieri dei quali sembra essere invidiosa.
Ed ad aleggiare sopra le loro vite la morte, tema ricorrente nelle opere della Némirovsky come a voler rammentare che la vita non è eterna e che il pessimismo è un elemento imprescindibile della vita di ogni essere umano.
Insomma, una testimonianza preziosa dell’autrice da leggere e rileggere per cogliere ogni volta nuove sfumature e particolari che, nonostante la brevità, potrebbero essere sfuggiti durante la prima lettura.
Written by Rebecca Mais