Gara Poetica Gratuita “Ad Lucem”
Regolamento:
1. La Gara Poetica Gratuita “Ad Lucem” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Alessandro Cortese. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.
A. Poesia
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.
Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.
N° 1 copia di “Ad Lucem”, sequel di “Eden” di Alessandro Cortese.
Saranno premiati i primi tre classificati.
5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 4 febbraio 2013.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)
Alessandro Cortese (Scrittore)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Barbara Filippone (Collaboratrice Oubliette)
Nino Fazio (Collaboratore Oubliette)
Fiorella Carcereri (Collaboratrice Oubliette)
Giuseppe Carta (Poeta)
7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230
10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Dove sei?
Cerco tra i miei ricordi, frugo tra i miei pensieri,
ma non trovo più quel dolce sorriso che sorprese la mia giovane innocenza,
divenuta poi certezza di volerlo ricambiare, rafforzandolo di amore sincero,
colorandolo di fiducioso abbondono tra le braccia della sua passione.
Cerco tra i pensieri che consapevoli di quell’amnesia,
hanno sostituito quell’ammanco con il rabbioso dubbio della sua effettiva esistenza.
Cerco megli angoli più bui del mio coraggioso silenzio,
perchè sielenzioso è quel sorriso ormai spento.
Si affaccia in attesa di un mio gesto,
ma chiudo dolcemente quella porta dove non voglio si riaccenda
la sua falsa congruenza, mai più sofferenza !!!
Accetto il regolamento
TU NON LASCERAI MAI IL MARE
Imparerò dai miei errori
lo so, lo dicono tutti
ma questo è il mio turno.
Costa infrangersi a vita!
Non ti cercherò più
lo so, l’ho detto tante volte
ma anche il lago più calmo
ha nel suo interno un movimento.
Porterò a sud le mie lacrime,
trascinerò sul bagnasciuga i miei relitti
presto o tardi
toccherai riva anche tu…
siamo onde alterne
sature di sale
d’asciugarsi al sole
l’importante è che il cuore non si bagni.
Accetto il regolamento
QUANDO LA LUCE
La luce entra
a poco a poco,
a raggio a raggio,
entra dagli occhi,
entra dal cuore,
al centro c’è l’incontro
del vedere e del sentire.
Un grande Fiore
irraggia quella luce,
donato all’infinito, al mondo,
dall’eternità al tempo.
Cammino scalza
lungo la riva,
il mare lancia l’onda
e la riprende a sé:
tutta la vita è così,
un dare e un togliere,
oceano limitato
percorso lungo
la riva in ombra
e tutto mentre
la luce inonda…
prioritario è
affidarsi a Te.
(Andreina Angelucci)
Accetto il regolamento.
la fretta di arrivare,
oltre ogni ragionevole dubbio,
ci fa tralasciare ogni cosa importante
e ci lasciamo andare
senza ascoltare l’essere del nostro tempo
che inesorabile vola via
lasciando una scia d’emozioni senza tempo
e quando finalmente ci rendiamo conto di correre
vorremmo fermarci e pensare a cio’
che ne abbiamo fatto del notro tempo
ma non ci resta piu’ tanto tempo
e ci sentiamo scivolare
come sabbia tra le dita
mentre vorremmo soffermarci
sul nostro respiro mescolato ad un altro respiro
ma e’ troppo lontano ,irragungibile
chiuso dietro ad una porta
che abbiamo sbarrato da tempo
tanto che le serrature si sono arruginite
vorremmo spianare quella montagna di incognite
che abbiamo surclassato con i nostri pensieri
rivoti solo al proprio io
ma sono inossidati,
ancorati da tempo nel porto fermo
del nostro unico credo ,l’egoismo
che perversa in ogni essere
che si crede al di sopra d’ogni altro essere
ma alla fine
ci rendiamo conto d’essere soli con noi stessi,
cerchiamo risposte oltre il nostro pensiero
ma nessuno piu’ ci ascolta
perche’ il nostro silenzio e’ talmente scontato
che nessuno piu’ osa scalfirlo
e la solitudine incombe
come un sottile e tagliente pensiero di solitudine
oggi piu’ forzata di ieri,
senza alcuna speranza di spezzare quella catena
che ci tiene legati alla vita…….
Sorridiamo oggi ,
prima che il tempo ci porta all’estremita’
, parliamo agli altri
come se ogni parola fosse rivolta a noi stessi,
mettiamo da parte vecchi rancori
che avvelenano la vita
tendiamo la mano al fratello che la stringera’ alla sua
e ci trasmettera’ emozioni
che finalmente renderanno il tempo d’essere degnamente vissuto.
Ci accorgeremo in un attimo d’essere rinati.
ruggiero gorgoglione ®
accetto il regolamento
A.A.
IL Dio delle certezze spianate, gigli sprezzanti
Stagliati contro vetri lucidi
Luccichio, anch’io
la Prosa della mia voce
La Poesia del mio amplesso
Sempreverde nel solstizio
Un raccapricciante sorriso
Mi tiro indietro, rido
Come dimostrare
Il Dio ha precipitato carezze
Conati d’amore si riversano sulla schiena immobile
Una curva congiunge intrepida la spalla e la vertebra
Una diagonale mi spezza il cuore
Soffio
e mi piego da un lato
Il peso della veggenza
che trascina e sconfina
Parlo ai diavoli che ho in corpo
Asserragliata nelle mie passioni
Sono donna e non cedo
Ma so concedere l’ardore
Il calore di un seno, la pelle liscia della promessa, l’illusione
La fermezza accecante
La disinvoltura dei miei occhi
Li poso come gioielli, li vendo e non li regalo
Sollevo un labbro, l’altro lo abbasso
Accolgo e rifuggo,
alludo ma nego, nella rapide notti
Celestine sembianze
Assumo e dissimulo
Ma sempre assimilo
Osservo caparbia,
come un cane fedele
Attendo e bruscamente scappo
Il mio volto si increspa, macchie, la luna
Vernice che incolla le dita
Ciocche di capelli
Le imbratti dei tuoi odori
Profumo le mie vesti
ma non mi so mascherare
Avanzo a piano passo
L’erba stizzita
Piede la pianta su pavimento freddo
La malizia su un fianco
L’avarizia nel ventre
Ti trattengo e non stringo
Do l’impressione di salvarti, mentre ti annego
Eppur t’amo.
Sollazzo, sbadiglio, il tempo si inarca
come la luce
sotto il mio corpo si allungano ombre che sanno sedurre
La prospettiva si sposta
Di sbieco mi ritraggo
Intenta a desiderarmi
bagnarmi di pioggia dorata
Senza attendere un Dio.
accetto il regolamento
MAI
Ti ho donato un altro mio giorno
mentre lassù spade celesti incidono il tramonto.
Fermo. Respiro a fondo alla ricerca del tuo profumo.
Assente. La quiete del cielo m’empie.
Per quanto ancora potrò dire l’amore sottovoce?
Per quanto ancora potrò viverlo, e temerlo?
E allora sogno di svegliarmi come pietra :
né gioia né tristezza
né speranza né angoscia
padrone di me, finalmente.
Sacrificando purezza.
Glorificando rancore.
Divisa, perduta come sei
tu m’appartieni,
e il non averti vive sul volto di quel vecchio
stanco e solo
seduto a fissare il nulla.
Apparire, essere…
Siamo figli del tempo che si oppone
ai respiri e alle lacrime,
siamo i frutti caduti
dall’albero della volontà,
siamo spine spezzate e insanguinate,
siamo semi che germogliano e arrancano
nel sogno di divenire fiori.
Siamo vita che vuole vita.
Siamo, e mai saremo.
“Mai”, mi dicesti.
Ma in un nuovo abbraccio
se davvero l’amore vive in te
Moriremo
Ancora
Insieme.
Accetto il regolamento
LE TUE LACRIME
Ragazzo piangi,
le tue lacrime si confondono
con l’acqua piovana,
hanno il sapor del mare
nei tumultuosi tuoi pensieri.
Sprofondasti nel buio degli abissi,
ti calai una corda,
iniziasti la risalita,
ti aggrappasti alla coscienza
tua ancora di salvezza,
per approdar al porto sicuro
della serenità.
By Sergio Camellini, ” LE TUE LACRIME “, accetta il regolamento.
Maria Teresa Infante 03/02/2013
accetto il regolamento
QUANTE DONNE
Ci sono donne con gli occhi neri e scuri
ma non li hai mai guardati
e donne, con gli occhi azzurri e vuoti
perché hanno già pagato.
Ci sono donne in jeans o gonne strette
ma tutte quante con l ‘anima a tracolla
e se le vedi in bilico sui tacchi
hanno equilibrio, si aggrappano a se stesse.
Ci sono donne che hanno venduto i baci
ma poi ridevano di te che li hai comprati
e poi le donne che tu volevi amare
ma le hai derise per un orgoglio vano
ed ogni notte morivano da sole.
E donne stanche, con borse sempre piene
e tra le mele le rughe ed i pensieri,
e donne in gamba che mostrano le spalle,
perchè le giarrettiere le indossano nel petto
e non lo spogliano per quattro soldi e un baro.
E quante donne, e tante altre ancora:
”son tutte uguali” pensavi tu
che non le hai mai capite.
Forse hai ragione, vogliono tutte amare,
ma poi nessuno le ha mai insegnato come
e i loro errori li pagano col cuore
e con orgoglio e dignità nel volto
di quelle lacrime, ti danno l’altra faccia!.
IN OGNI TEMPO
In ogni tempo,
in ogni certo ciclo,
quando s’aprono i fiori
nel caldo dell’estate,
o tornano a dormire
nel freddo dell’inverno,
dimora in me Eros,
che mai, in alcuna età mi dona pace…
Come un violento vento,
rapido si muove,
e custodisce nella mente,
tutte le voglie, le brame quei languori
che mai si assopiranno in là con gli anni,
anche se arriverà stagione di ricordi,
e diverrà soltanto pallida memoria….
(Accetto il regolamento)
Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento
Anche la pioggia
Anche la pioggia
mi parla di te.
Sei riflesso
in ogni goccia che viaggia
dagli occhi alle labbra.
E si perde
nel rosso mare
del cuore.
Questo pungere la carne
viva dentro me.
Carne e sangue
precipitano, gentilmente di spalle
abbandonate, nelle zone d’ombra
tra le soglie del tempo, capaci
di resistere, nella scrittura
delle mie dita sporche.
Macchiate d’inchiostro, temono
l’ardere della critica, che
incendia, la mia poesia.
(Accetto il regolamento)
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Esperimento
Ma forse
non saremo mai
immortali abbastanza
nè nell’amore, nè nell’odio
Ci saranno pioggie più
violente
di altre
e pioggie
solo umide.
Siamo tutti
scrittori, alla vita
stringiamo con coraggio
l’inchiostro delle pupille
ma lasciamo sempre
che in quella pioggia
diluisca.
Questa mia notte
contempla estatica
l’infinità del buio
e la quieta indifferenza
di interminate stelle.
Questa mia notte
riscopre bagliori
di ricordi stagnanti,
come pozzanghere
smessa la pioggia.
Questa mia notte
scopre inerme
il mio sudore ormai gelo
su questa pelle
arida di calore.
( Accetto il regolamento )
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Per aspera ad astra
Se poi sarai disposto
a perdonare me,
la mia umana ingenuità
che ti ferisce,
la mia incapacità nel discernere
ciò che è da ciò che appare,
il mio mentire incondizionato,
la mia anima franta,
il mio essere scisso,
le mie illusioni disincantate;
se sarai disposto a perdonare Te,
saremo pronti a volare.
Per Aspera Ad Astra
il nostro grido di speranza
seducimi, afferrami, innalzami,
dissuadimi dal serpere a terra
ancora
dal confondermi con questo freddo marmo.
Afferra la mia mano e
dispieghiamo le ali
quelle remote prigioniere
di vite incoscienti
e lasciamoci cullare
comunque soffi il vento.
SEzione A: accetto il regolamento del concorso.
… Un Salto e poi …
Un salto e poi,
volare libera
nel cielo,
colori di arcobaleno
come pioggia sprigionano
scintille multicolori.
Un salto e poi,
cammino
nello spazio infinito
di stelle come cascate
di emozioni.
Un salto e poi
abbracciami,
uniamo le nostre mani
in una sola,
sulle onde del mare
scriveremo la nostra storia.
Daniela, 31.12.2012
ACCETTO IL REGOLAMENTO…
EDITA IL 22/12/20012
MADRE.
LA MIA ANIMA.. RIVIVE IL GIORNO IN CUI..
MI DESTI ..ALLA LUCE
BELLISSIMO GIORNO DI MARZO.
IL TUO VOLTO..DI BAMBINA..
IL TUO ..DOLORE.
QUANTA FELICITA’ PROVASTI..
TU.. MADRE?
SUSSURRAMI ..SUL CUORE..
CHE ..SON STATA ..IO..
IL TUO GIORNO MIGLIORE!
MARINA.CAPASSO
VORREI
Vorrei tornare indietro
per darti quel bacio
che non ho avuto
mai il coraggio di darti.
Vorrei tornare indietro
per incrociare
il tuo sguardo di luce d’amore
per riascoltare le tue parole d’amore.
Vorrei tornare indietro
per dirti
quanto ti ho amata
senza dirtelo mai.
Vorrei tornare indietro
ma ormai è tardi
perchè tu appartieni
ad un’altro uomo.
Oggi vivo nel tuo ricordo
nella mia tristezza
nel buio dell’amarezza
perchè ti ho perso
per la mia debolezza.
Vorrei…………………..
Accetto il regolamento
– vorrei –
vorrei di nebbia un alito
che nasconda la distanza
e che linee di confine
come in sogno sfocassero
negli occhi tuoi d’amante
e vorrei sentire il soffio
d’un sospiro trepidante
che d’attesa emerge lieve
e ancora vorrei che i sogni
durassero all’infinito
rincorrendosi veloci
e poiché sognare è dolce
più che vivere la vita
preferisco abbeverarmi
ad un vano desiderio
piuttosto ch’aver l’arsura
per uno inespresso ancora
Sergio Carrivale
ACCETTO IL REGOLAMENTO
accetto il regolamento sez.A
VORREI
Vorrei dirti adesso
Ora che la morte è lontana
O nascosta
Tra i miei istanti duri e grigi
Con l’affanno della fatica
In un silenzio di abitudini spente
Di lacrime versate
Tra le pieghe del giorno
In quest’ombra che cala
E ruba la mia vita
Vorrei dirti adesso
Sottovoce
Prima che sia tardi …
prenditi i miei battiti
abbracciami e sorridi
Maria Cristina Biasoli 4 gennaio 2013
PIANO PIANO
Dove non soffia il vento
all’improvviso
avvolgo
l’arcobaleno;
ovunque io vada
il domani
profuma
di baci.
(accetto il regolamento)
accetto il regolamento sez.A
I sassi..
Guarda i sassi.
guardali, ti guardano anche loro.
Cosa penseranno
i sassi di te?
Vedranno altri sassi
con gli occhi!
Sassi strani
alcuni con erba colorata
in testa, altri invece
s’assomigliano veramente,
lucidi e puliti,
li sopra il sole si risplende.
Guarda i sassi,
guardali bene, non hanno orecchie
ma ti ascoltano ugualmente.
Ascoltan meglio di te
i suoni degli alberi.
Di nascosto,
al chiarore della luna
fanno l’amore, intrecciati
tra mille rami verdi
una betulla e un ginepro.
E i sassi son li,
che li guardano stupefatti
e nulla possono fare se non guardare,
son solo sassi, cosa possono fare?
Guarda i sassi,
guardali, sono grandi sono piccoli,
tondi o quadrati,
sono neri, bianchi e addirittura gialli.
E stanno tutti assieme,
di fianco, sopra e sotto,
e nessuno che s’arrabbia.
Ma guardali quei sassi …
forse avremmo solo da imparare.
Melodie naturali
*
Acqua la musica,
Fluisce tra le dita
Come fiume in piena,
Adagiandosi su mare
Di legno e avorio.
Si insinua dolce
Negli anfratti lineari
Di vibrazioni naturali.
Seguendo il naturale corso
Evapora al cielo,
Mutando il suo essere
In gocce di note,
Condensazioni emozionali
Che avvolgono l’anima.
Campo di rugiada all’alba,
Ascolto la voce d’acqua
Che le mani carezzano,
Osservando in controluce
Piccoli mondi contrari
Tra le gocce fissati.
Acqua la musica,
Perenne sensazione
In movimento sull’anima
Di chi al suo cospetto si porge,
Come fosse essa
voce ancestrale della Terra.
*
R.Corti – 4 Gennaio 2013
ACCETTO LE CONDIZIONI PRESCRITTE DAL REGOLAMENTO
Mirta De Riz accetto il regolamento
MALE OSCURO
PRENDO A CALCI LE NUVOLE
PER RITROVARTI,
DOLORE.
TI VOGLIO RIVEDERE CONSUNTO, TREMULO,
ABBASSARE LO SGUARDO SCONFITTO.
HAI PESTATO A LUNGO LE ORME DEI MIEI PASSI,
ARROGANTE DEMONE DAGLI INFERI ESILIATO!
HAI STRETTO I MIEI POLSI CON NASTRI DI LUSINGHE,
E FISSATI CON NODI DI FASULLO AMORE,
DEBITO AD USURA…
DOCILE PREDA VOLEVI ACCANTO.
IN NOTTI DI BUFERA HAI RUBATO LE MIE BAMBOLE
IN GIORNI SENZA PALPITI HAI OSCURATO OGNI SOGNO.
FARFALLA, FRA LE TUE IMMONDE DITA,
SERRAVI IL PUGNO AL PRIMO SCUOTER D’ALI.
ED IO NON MI RICONOBBI PIU’,
NON FUI PIU’ ALCUNO.
Portami con te
Portami con te
sui monti senza vetta,
sulle cime spettinate dalla neve,
per toccare il cielo e dipingerlo
con i miei colori.
Portami con te
nell’azzurro mare infinito
dove l’orizzonte non conosce confini
e l’abisso è solo un pozzo rappreso.
Racchiudimi
in un riccio vagabondo,
nascosto tra le pieghe del cuore
come tra fenditure di rocce.
Immergimi nei sovrani sogni
che accarezzano l’anima
quando un cuscino accarezza
un viso smagrito.
Solo allora
cavalcherò la vita
gettandomi tra i quattro venti
che mi trasporteranno
come aquila reale
dentro ad un arcobaleno.
LODDO CARMELO
Accetto il regolamento
COSPIRAZIONE
A sera la distesa di cardi
(tutta la casa)
cento pungiglioni ronzano sul prato
– come prova ti dico “sfiora la pelle”
frecce e fiamme
senti, la cospirazione….
quel tuono in ritardo, fiato
che chiude l’estate
tracima la schiuma, la luna
non s’è vista (mai) tanto incinta
resta il gatto sulla stufa, ingrifato
Questo, tutto: noi e le fusa
morbida è l’ora, scaviamo
lo spazio per la coda
Rita Stanzione©2012, inedita
Dichiaro di accettare il regolamento
Solo.
Varcata ormai
quella porta,
chiesi di te
ma tu eri…
già lontano;
così mi dissero,
e così ti vidi,
inchiodato su te stesso,
con lo sguardo assente di chi…
se ne vuole andare,
con l’aria sfuggente di chi…
non sa che dire.
E , su di me,
consapevole,
scese la notte!
Follia
Or sì che è dolce e cara
l’abitudine alla solitudine
or che ormai è tutto scontato
nè più si può far altro…
che rimembrar quel che è passato
per non sentire troppo la tristezza
e tentar così di trattener la giovinezza
e con essa,i sogni del passato
oh! dolce follia!
accetto il regolamento
UN SOGNO
Un sogno
dagli occhi s’invola
trionfo dei sensi
al dolce preludio
dalle labbra diffuso
e di tanto altro
di fare l’amore
Avido d’ebbrezza
e di circostante bellezza
ardente segreto della carne
nell’onda annega l’incendio
e perde vigore la fiamma
che presto s’addormenta
nell’oblio del sonno.
Accetto il regolamento
CRISTINA BIOLCATI
Sezione A
Dichiaro di accettare il regolamento
SEI SEMPRE LA STESSA
Sei sempre la stessa,
adornata di cielo.
Non ti ha cambiata
la notte,
né i giorni più bui.
Ti confondi, ti illudi,
di un prima e di un poi.
Non ti ha spezzata,
la noia,
non ti ha lasciata a morire.
Spavalada resisti
a stoccate di fuga.
Sei sempre la stessa,
umana e grandiosa,
e quando la pace verrà,
ti troverà ritta brandendo
il tuo stendardo di fuoco.
La chiusa riassume in maniera sinottica la bellezza della tua poesia..Brava Cristina!
Sezione A. Accetto il regolamemnto
CIELO
Cielo nero annuvolato
Tempesta elettrica
Fulmini lampi e tuoni
Alberi spazzati dal vento
Uragano al cuore della terra
Tutto è scosso fin nelle radici
Ma tu lavori senza sosta
E non ti accorgi del cataclisma!
Non ti accorgi nemmeno
della tempesta
infuriante
della bianca neve
luccicante
spazzata dal vento
che ricopre
tale un mantello
campi alberi e case
d’immacolato candore
al cuore dell’inverno!
NEBBIA (febbraio 2001)
Camminavo la mattina presto lungo le rive del fiume,
nella nebulosa luce gialla.
Calpestando foglie secche mi chiedevo
come sarei diventata crescendo.
Riuscivo a sentire solamente
la malinconia dell’amore,
tutto immerso in un autunno infinito,
di cielo appena svegliato,
di freddo che pizzica il mio viso.
Mi chiedevo quanti giorni, mesi, anni
per incontrarti.
Non sapevo, no ancora non sapevo
quanto mi saresti mancato
e quanto avrei amato
quella malinconia d’amore …
(Anna Arpinelli)
Accetto il regolamento
Sezione A – Accetto il regolamento
Se davvero quello che
di rado mi appare
è, e se io
– vincolato all’algoritmo dell’idioma –
ad oriente
tornai a scorrere in uno scroscio d’acqua
o in rami di cristallo consegnati alla memoria del tempo.
La monotonia della luce è una prigione
come un altro sole
che inocula i colori della notte
nelle piante,
i frutti rappresi e irranciditi.
Come un sole pallido
mi vomiti addosso l’anticamera del senso,
perché forse davvero non è questo il tempo.
Il profumo del mio seme quand’ero ragazzino.
sezione A – accetto il regolamento
Stonata.
Sono sasso lanciato da pontile marino
formo cerchi vitali in liquido amniotico
acqua stagnante in giardino d’estate
dove immonde zanzare si accoppiano
estrella moriente la notte di San Lorenzo
non segno strade ma confondo i re magi
buio pesto in consunti legami d’amore
ucciso a botte e veleno in letti coniugali
sono infelicità e dolore d’acque non rotte
sterile ventre che non partorisce
21 grammi di energia soffio di vita finita
e abbandono il corpo finalmente sereno
pensiero indecente di piacere represso
d’uomo che passa di cui incrocio lo sguardo
urlo strozzato dissenso inespresso
di sguardo e pensiero che cercano l’oltre
sono infine voce stonata di un coro perfetto
canto note sghimbesce a dispetto
scritte fuori da spazi e da righe.
LUIGINA BRUNI 06/01/2013
sezione A-ACCETTO IL REGOLAMENTO
Il momento più bello
Mi sveglia luce.
Viva nel giorno.
Meraviglia tace.
Entro il mattino.
Batte il cuore.
In silenzio.
Respiro sale.
È involucro.
Della mente.
Prende spazio.
Sopra il monte.
Lascia il corpo.
Lentamente.
Oltre il tempo.
Bianca coltre.
Tinta di freddo.
Trascina la fine.
Di un momento.
Dolce il divenire.
Istinto vincente
Di dolcezza trasuda il volto
quando è rapito da un pensiero
avvolgente.
La mente silente ascolta
un battito crescente e
impotente si mette in disparte.
Soliloqui infiniti ci trovano
sperduti di fronte ai sentimenti
provati.
La ragione al cuore mente
e lo indirizza altrove, lontano
dal sentimento nascente.
Nel tentativo di trovar
un equilibrio al perenne dissidio
a soccombere è solamente
la certezza di agire con libero arbitrio.
Quando anima e corpo sono pervase
da una forte turbamento
nulla può il ragionamento, se non accettare
il proprio fallimento.
L’istinto ne esce vincente, fiero di aver
superato ogni ostacolo e di aver vissuto
l’istante che anche quando non più
presente riscalda il cuore e fa rallegrar
la mente.
Accetto il regolamento.
DI CHE COLORE IL VENTO
Nel passando delle cose
come se il tempo fosse la riga fuoriposto
che divide il viaggio dall’attesa
o solo un silenzio di labbra
che rimane anche dopo la pioggia
nulla ha un verso
o un senso
Solo tu, che ti muovi
come un riverbero riflesso
tra una conca di cielo e mille asfalti
Come se il respirarti
fosse la strada o il cancello che ti raggiunge
Quella voce antica
tra le costole di una stanza sconosciuta
Il tuo -esserci
in quello spazio d’infinito
che impara dalle foglie la libertà del vento
Un pensiero che sembra
l’esatto opposto di un giorno frettoloso
che batte solo due volte alla mia porta
e non mi sveglia
Solo un tramonto d’occhi mi vide
mente guardavo altrove,
il giorno in cui fosti tu
la traiettoria, l’odore
e il colore inatteso del vento.
E chissà di che colore e che voce
avevano i tuoi occhi
mentre il silenzio dei miei
cadeva tra le foglie
Organizzando i nostri sguardi
Maria Grazia Vai
accetto il regolamento
CARNEVALE
Un risolino soffiato nel centro,
scivola e fila la stella di carta violetta
veletta di pizzo e trenini di denti sguaiati
di samba, d’ottone.
Il giorno verrà di nuovo
saggio e scompigliato,
smemorato e stanco.
Campana sorda e tamburo,
primo sole che rifrange
lame di vetri rotti
sotto la chiesa.
E le ceneri
accetto il regolamento
PRIME ORE DELL’ANNO 2013
Le prime ore
come un nuovo anno al passare dei giorni,
di minuti senza alcun spessore
è il tempo che (non) si ricorda mentre corre l’ inverno.
Non smetteremo mai di vivere il tempo
nella soglia dei pesi del passato
nei ricordi felici per sentirci più vivi
non siamo più lì dove potremo essere,
frantumo il tuo sguardo nel ricordo dei tuoi occhi.
Un anno avanza come pietre che non si possono spaccare
perché pure, sempre pietre restano, il tempo non si spezza né si ferma.
come ogni canzone di questa sera trascinano pezzi di ogni storia
di ogni momento già passato che ritorni a fiorire
nel brindisi di cristalli di un nuovo anno
01-01-2013
Buon Anno a Tutti
Valter Urbini
accetto il regolamento
Accetto il Regolamento
NEVE
Aridi alberi chini sotto la tramontana
piangono il suo arrivo.
Lieve fluttua su di te biancheggiando l’alba.
Freddo e intimo sarà il tuo risveglio.
Come può un timido sole, baciare
la tua pelle candida e splendente?
Sotto il rincorrersi delle costellazioni
eppure evapora,
divenendo solo brezza che dolcemente sfuma.
Scopre il tuo corpo nudo,
spoglio e insicuro, vittima della tua verità.
Io Attesi
accovacciata ai piedi dell’Olmo, aspettando.
Adesso, solo terra
sotto dita tremanti che scavano dentro di te.
Come polvere sottile vola via
e solo allora, solo dopo
aver sviscerato la tua consistenza
emerse l’acqua.
Si rivelò sotto i miei occhi
increduli. In quell’immagine riflessa
un’espressione stupita.
– Alice Cortili –
INIQUE TRACCE
cumuli di cloro
di sbieco quale scorcio
le mie palme rovesciate
linee di vita scritte
asfodelo artico
sbuca dalla crepa
in una remota roccia
ferite necrotiche
ricordi callifori scavano
fitte di dolore
sovente mi prendono
conseguenze nefaste derivano
da un passato recente eppure cosi odierno
lo sento addosso opprimente
fino a togliere il fiato
ACCETTO IL REGOLAMENTO..
LA STELLA DELLA VEDOVA DOLABELLA
La signora Dolabella vuole andare su una stella,
da tempo è stanca della vita, questa battaglia infinita.
Un posto fisso lei non trova, pulisce bagni e vende uova;
le speranze del passato ormai da tempo ha abbandonato,
“Cambierà la situazione!” era pubblica opinione.
Sono passati anni e anni e son arrivati solo malanni,
adesso vecchia e sdentata pensa:” Che vita sciagurata!”
Il suo povero marito ormai da tempo lui è perito,
e lei vedova di guerra, vuole andare su una stella!
Accetto il regolamento.
SOTTO IL PONTE.
Là, sotto il ponte,
nella notte oscura,
cerca scampo,
da questo mondo
perso e senza tempo.
Lacero e ferito,
coperto del pianto
dell’umida terra,
il barbone dimentica
la vita, e sogna,
il volo d’un uccello.
accetto il regolamento
Lacrima di falena
Camminavo fra gli inquieti gemiti del vento
e udivo il lamento del gufo solitario e triste
che come me frugava impassibile
tra le pagine del tempo;
mi fermai lì sul limitar del bosco
dove la radura crea un gioco di luci
a dispetto della scura notte:
le braccia del cielo
rapiscono occhi di stelle
per avere il sospiro della luna.
Appoggiai la mia stanca schiena
al tronco di un albero,
mentre l’edera usurpatrice di pace
soffocava il suo sonno generatore di ombre,
così mi sentii cullata
da quella innaturale pace
in cui chiusi lo sguardo al mondo
e lo aprii a gocce di sale:
una lacrima scese decisa sul volto
e una falena bevve dal mio pianto.
Fu un istante di conforto
in cui colpita dal gioco di luci del cielo
confuse lo scintillio dei miei occhi
per la lanterna dei suoi rimpianti.
Poi spiegò le ali e volò altrove
dove io avrei voluto fuggire,
ma oltre ai miei malinconici pensieri
rimasi lì con le palpebre inumidite
da una lacrima di falena.
FRANCESCA GHIRIBELLI
ACCETTO IL REGOLAMENTO
PIOVANA RESTA ….
Piovana resta pozza d’acqua a terra
inumidita l’aria già respira
di notte che si sgrana sopra il mondo.
Assembro accanto a me pensieri vani
frugando nelle tasche dei miei anni;
redimo i miei peccati che son tanti
facendo professione di saggezza;
denudo e poi rivesto sogni e inganni
m’inchino all’infinito che mi avvolge.
Sorseggio qualche timido ricordo
come se fosse ambrosia degli dei
declino qualche verbo ormai al passato
mentre la pioggia cade sul selciato.
La cenere raccolgo d’altri fuochi
veleggio verso nebbie del futuro
col vento dell’amore che mi guida
e l’anima più densa, ricolmata
d’una pienezza che non si racconta.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
La vita psichica
Idee che ci assillano
altre che svaniscono,
quelle più spontanee
talora infastidiscono
e quelle che cerchiamo
talvolta si nascondono.
Si provi a trattenere
un’unica idea
di nostra volontà…
c’accorgeremo presto
quanto sia gravoso,
perché le altre idee
non voglion stare al gioco
e nonostante sian sgradite
ci invadono con forza.
Per l’idea è eterna gara
per conquistar la scena
e nel campo di coscienza
ne succede un all’altra.
Ma nessuna ha la ribalta
a lungo disponibile
perché le altre spingono,
tutte bramano la luce.
Ma la lotta delle idee
a guadagnarsi la coscienza
può essere bloccata
dalla concentrazione.
Quando ci intrattiene
un compito importante
la volontà prevale
dirigendo il loro flusso.
Finito questo impegno
se siam più rilassati
tra le idee smaniose
riprende la tenzone.
Nella nostra psiche
c’è una vita autonoma
che la nostra volontà
controlla solo in parte,
come accade nel respiro
che possiam sì trattenere
ma sol per un tempo breve.
Il dinamismo persistente
della nostra vita psichica
nemmeno il sonno spegne,
ché nei sogni si scatena
dell’idea la vera forza
l’enorme suo potere.
Accetto il regolamento
Parigi sotto il braccio
Vivo
come un artista
perso
fra le vie luminose
di Parigi.
Un blocco di appunti
sotto il braccio,
sciarpa al collo
per allontanare il freddo,
mi avvio
lungo i ponti della Senna
per osservar passanti senza meta.
Immagino
la città dei Lumi,
fascino senza età
che mi sommerge,
odori di caffè abbrustoliti
si posano sulle bocche
degli amanti.
Ed io li osservo
chino
sui miei ricordi andati
e annaspo fra la bruma
per ritornare
fulgido e vitale,
pronto ad accogliere
le tue mani
dentro guanti di lana consumati.
Accetto il regolamento
VOGLIO LE MIE ALI
Il mio sguardo va oltre la staccionata dei pregiudizi,
di un recinto di incomprensibile prigione mentale
oltre il quale arrivo solo con i sogni.
Vorrei trovare la chiave per aprire quel cancello
ma cerco invano fra sensi di colpa che mi chiudono il cuore
mentre i pensieri spaziano in posti che non conosco.
Guardo il cielo, spazio senza fine, dove uccelli e farfalle volano liberi,
sospinti dal vento nato nella casa dei sogni.
Voglio le mie ali,
voglio volare oltre il muro delle mie paure,
voglio cadere tante volte e fare delle mie ferite
scale sulle quali arrampicarmi sicura di non cadere più.
Voglio le mie ali,
per volare oltre i sogni,
voglio vedere se l’amore esiste davvero,
voglio guardare gli occhi di chi saprà stringermi le mani
facendomi battere il cuore, senza più nascondermi.
Voglio le mie ali,
perché adesso voglio…vivere.
Accetto il regolamento
LA TUA STELLA
Ad occhi chiusi Lascio scorrere il tempo,
lascio che i pensieri avvolgano la mia mente
come a fermare quei ricordi che mai vorrei
svanissero come nuvole spinte dal vento.
Faccio spazio nei mille pensieri
cercando affannosamente di fare ordine.
Elaboro e chiudo tutto ciò che ha oscurato il mio cammino
dando spazio a quella luce che ha illuminato
il mio percorso fino ad arrivare a te.
Come una macchina fotografica fermo quelle immagini
che mai vorrei dimenticare,
che vorrei mi accompagnassero fino al giorno in cui
tutto il mio essere darà luce al tuo cammino
diventando una stella, la tua stella.
Ogni volta che alzerai il tuo sguardo… sarò sempre lì.
Ogni volta che il tuo pensiero sarà rivolto a me… ci sarò.
Ogni volta che le tue gambe tenderanno a cedere,
guarda avanti, ci saranno sempre le mie mani tese,
che ti sorreggeranno.
Ogni volta che ascolterai il tuo cuore battere,
ci sarà anche il mio che batterà insieme al tuo.
Non arrenderti mai, non fermare mai il tuo ricordo,
continua a far scorrere dolcemente la tua penna,
l’amore che hai nel cuore è vita e le tue parole
daranno sempre luce al nostro grande amore,
quell’amore che và: “oltre la vita”.
Accetto il regolamento
CHE IO SIA
Che con il vento io possa sollevare i miei sogni,
che con la pioggia io possa bagnare le mie paure,
che con il sole io asciughi gli umidi ricordi
che con l’erba possa riposare le stanche ali
che con l’ombra possa nascondere le mie vuote parole ,
che con le nuvole io vada dove l’uomo non mi sa portare…..
Accetto il regolamento
UTOPIA
Miraggio d’una ignota ambita sponda
fu spento dal modesto navigare
quell’urlo soffocato in spuma d’onda
in spoglie di miseria d’altro stare.
Trafitto in rada a picco il ferro leso
del ventre d’Utopia colma ingorda…
al vespro quel ricordo resta appeso
ch’a posteri campan non giunga sorda.
Rintocchi lievi bronzei … e poi pianti!
null’altro porse il pallido albeggiare
che stami già scarlatti titillanti
un’onda smorta del funesto mare.
Si dichiara che l’opera è frutto della mia creatività e di mia proprietà
Si accetta il regolamento!
IL MALE INVISIBILE
Come un pittore,
il Male Invisibile
dipinge la sua Guernica
nella tela dell’Anima,
Sensazioni e sentimenti
svaniscono,
mentre la sua marcia prosegue.
Musica classica
suona
mentre i ricordi
esplodono
fra gli armadi,
nello stridere
di una macchina in una
folle corsa…
Male invisibile
abbandona quest’Anima
che più nulla ha da offrire,
se non la sua
debole voce,
che anela quiete
nel vortice
di una tormentata
Sinfonia.
Maria giuseppina Moro
Dichiaro di accettare il Regolamento e tutte le condizioni.
POVERA MANO
Povera mano
che tocca l’innocente
e non lo lascia indenne.
Come in passato
sarà in futuro
così il presente
vedono, vedranno, vedevano
aggredire l’innocente.
Vera la mano
che non aggredisce l’innocente,
che sfiora la guancia
di pesca
di un bambino,
di un vecchio o
di una donna.
Dichiaro di accettare il Regolamento e tutte le condizioni.
L’odio della mia Terra
Nella mia Terra,
non c’erano solo limoni
e piante coltivate in serra,
vicino a castagne e marroni.
Non c’era solo il mare
o la montagna pensierosa
dove si poteva amare
il dolce profumo della mimosa.
C’era anche una guerra,
strisciante e odiosa,
che ricoprì la mia sera
di morte silenziosa.
C’erano donne vestite di nero
coi loro mariti negli ardenti campi,
lo sguardo, alto e fiero,
dei loro figli divenuti… emigranti!
Genti della mia Terra,
che dalle leggende dei briganti,
hanno imparato a fare la guerra:
uomini rozzi ed ignoranti.
Incapaci di amare
la madre che li ha cresciuti;
hanno preferito sparare
al loro destino e restare… muti!
Nel cuore l’odio
e nelle tasche il soldo
del loro sporco Dio
di un futuro sordo.
Nella mia Terra, l’odio,
ha ucciso l’amore per la Vita.
Autore: Alessandro Coricello
accetto il regolamento
” Anima Sorda ”
Brilla l’orizzonte,
brilla di riflessi, miracoli di ricordi
che cadono
e il silenzio che ne scopro
quando tu non ci sei
m’assorda l’anima.
( accetto il regolamento )
“Liberty”
Un giorno ti vidi
con la tua chioma dorata
su una leggera bicicletta
guardare stile cancellata
palazzo facciata
disegni, foglie e fiori
ammirasti divertita
vedesti assorta
cercasti emozionata
osservasti rapita
sì passando felici
per la nostra città
alzando la testa
in suso retta
volgiamo in terrazza
inferiate decorate
ferree battute
belle forme
artistiche
intarsiate
mentre arte ammiravo
ero rapito
ero distratto
ti guardavo
non parlavo
passato il tempo
non riuscivo
non avevo coraggio
dire non sapevo
senza parole stavo
tutto ad un tratto
ricordo svanito
frammentato
dilatato
ormai andato.
accetto il regolamento
Viandante, solitaria è la mia via
ma caldo dentro gli occhi
e dentro il cuore
conservo il profumo di voi altre
sorelle e amiche e donne
che nel viandare dei tempi
e delle vite avete germinato
fiori e frutti di olente soavità
che mi sono da manna in tempi cupi
e sempre il cielo osservo
per isolarne la discesa grata
e grata io vi sono, se a me pensieri
di pietà solenne o solo teneramente
accesi dall’intimo pulsare
m’inviate, per la via che procede
dove già orme piccole di passi
han segnato il cammino, e a spirali
hanno inciso il percorso più breve
da cuore a cuori, ché l’arabesco
è il moto del viandare. Sotto-sopra
e ritorno, e sempre al fianco l’ombra
felice di quanto è già trascorso.
Sorelle, amiche e donne non tralasciate
i segni pur vaghi dell’ancella
e gli occulti passaggi noti alle nuvole
e al timido frusciare dei merli e delle cince
che condividono quel sentimento lieve
della via, ma solo a voi è concesso
stilarne mappe ardite, che chiamate
che chiamo, far Poesia.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Andrea Borrelli – sez.A – accetto il regolamento
L’ adulazione dell’ avvoltoio per gli uccellini
(Pell e cor)
Profumo di pane nellaria
Dentro il forno sta cuocendo
La crosta è stata appena toccata
Dal calore che non è arrivato dentro
La mollica ancora non è esplosa
Eppure quando sarà pronto
Apparecchiato ad esse tagliato
Sarà la prima cosa mangiata
Imparerò allora ad ascoltare
Il chiasso di una fetta che si spezza
E saprò aspettare le briciole.
Perrone Beatrice – Accetto il regolamento.
FRAGILE
Guardami mentre piango,
quando gli angoli delle mie labbra
cadono
inesorabilmente
come le copiose lacrime
dagli occhi.
Contempla le mie ciglia stropicciate
e il trucco
che non mi rende graziosa
ma plasma ombre
spaventose
sulle gote bianche
Scruta questo mio viso seppur vedi
unicamente
tenebre.
Stringimi come per amarmi
ma prendendo
con te un po’ del mio tormento.
A Febo in estate
Erano i torridi giorni dell’estate
con le albe e le aurore
sul limite del mare,
con barche rischiarate da greca luce
e rilucenti ceste sulle rive;
con lucertole curiose,
tra sassi roventi e aridi steli
e rari fiori spuntati dalla rena,
a sbirciare intrecci di salici e canne,
con ore scandite
da ciarliere cicale
nascoste nel verde fogliame
di alberi vetusti e maestosi;
con voci di donne ad accompagnare
antiche sinfonie di trame e orditi
nell’infinita attesa del ritorno
dei mietitori dagli assolati campi;
con la poesia a sgorgare dal profondo
dell’animo pensando ai vecchi aedi
e ai risonanti echi di preghiere
al dio Febo con devozione alzate.
Manuela Fragale
La sottoscritta accetta il regolamento del presente concorso e autorizza al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
KRISTINA BLUSHI 12/01/2013
PENSAVO PROVENISSI DALLA TERRA
Pensavo provenissi dalla terra.
Ma tu sei neve in deserti spaziali,
che resta sospesa tra le mie mani.
Non mi raffreddi, non mi allontani…
Mi sollevi solamente
oltre le ragioni che invadono la mente.
Quando la terra nemmeno esisteva,
noi forse eravamo in sintonia,
incrociati in un sogno o in una fantasia.
Tu ti vestivi di infinito
e io mi truccavo di mistero.
Adesso ci troviamo sulla terra
in questo preciso momento,
prigionieri del tempo.
Tu viaggi col treno dell’andata
e io con quello successivo,
senza mai raggiungerti….
La sottoscritta accetta il regolamento del presente concorso e autorizza al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
NOI
Noi,
in quella stanza,
con i nostri corpi,
con il nostro amore
il nostro desiderio,
la passione che ci travolge;
noi,
le nostre labbra che si fondono,
i nostri occhi che si leggono,
si intuiscono;
l’emozione
aumenta,
aumenta…
quei corpi si abbandonano in desiderio estremo
incandescente è il cuore che bussa ripetutamente
bum,bum,bum
gli occhi si rincrociano con il corpo
da lì i due fanciulli innamorati si fermano,
si sussurrano dolcemente
ci ameremo per sempre.
Accetto il ragolamento
Massimo Caccia
accetto il regolamento
Selva decidua
Nera passione
strozza il sospiro,
il fiume tracima
emozioni d’autunno,
affogano foglie
stracce d’inganno.
Fuoco notturno dentro
casa, ceppi accesi
senza pensieri bruciano
ore spacciate.
La lama è pronta
per la fermezza,
un guizzo d’acciaio,
lampo freddo cobalto,
fissa il sussulto
al fiotto bollente.
Innaturali movimenti
Il vento sfiora il corpo,
Lo sguardo non ha riparo
La vita ne risente e muore un po’
Non trovo riparo dal vento tuo di morte
l’autunno mi da speranza, come se tu possa rinascere
Ma la stagione, questa, è andata via con la tua malasorte
Ora ditemi, perché continua a piovere
siamo stanchi, umana imperfezione
non è conforto la pioggia evoluta in bianche essenze
Le trame di neve fredda sei tu e sconfiggi perfino il fuoco
poesie disperse da una mamma ch’attenta s’atteggia a cuoco
l’amore del nutrimento, cruda passione tagliafuoco
T’avverto e non ditemi che non resta più niente
poiché quel fuoco s’accende ancora ad ogni rimembrante
pure illusioni seminate dal poeta ingenuo e maestro del nulla crescente
Ormai è inverno
L’autunno è andato per il prossimo rinnovamento
Tu invece non segui regimi, navighi nel sottoterreno
Afferrami l’anima
preghiera atea, questa ti porgo
lontano dal Dio, il terreno dirigi
Non t’hanno visto camminare al contrario
sei il paragone mio e all’opposto del mio corpo procedi
Il retromondo t’appartiene e come Re non hai orario
Le parole mi sfuggono sempre
t’ho pronunciato come Re e senza controllore
ma ancora non so cosa vuoi essere
Saprai perdonarmi le mie mancanze
questi pensieri non sono che orme avanzate dalla traditrice neve
apprezzami, perché ancor non so descrivere le tue nuove creanze
Il sottoscritto accetta il regolamento del presente concorso e autorizza al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
storia di tutti i giorni
ingoio giorni precipitati
annuso parole consuete
come ombre
d’insopprimibile grigiore.
suono d’acqua, senso che affoga
in stie di miserie inaspettate.
suono d’acqua, voglia di tacere
severa come un albero
definitiva come una crepa.
sopravvivere al vuoto della festa
al nulla dello stare insieme a forza
alla sincerità soppressa
all’ammaraggio nei riti depressi.
vorrei aprire di colpo una finestra
ridere di gusto a bocca piena
respirare la lascivia della sera
lasciare andare qualche desiderio
libero di raggiungere il suo oceano
dimenticando anche solo per un attimo
il chiasso compresso della gabbia.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Walter Niederegger
Dichiaro di accettare il regolamento.
Oltre la siepe
Non è sbagliato
guardare oltre la siepe.
Riscontrare
che c’è vita intorno,
vita che passa e non vede
ciò che s’è celato.
Ci sono cose
che non hanno prezzo,
oltre il confine
che quella siepe ha cintato.
Cose che valgono troppo,
o non valgono nulla.
L’amore
per fare un esempio
che pure è cosa semplice,
nelle sfumature infinite.
Diviene un tormento
perché le persone
con le loro anime inquiete
ne complicano il senso.
Dichiaro di accettare il regolamento.roosalia maria lo bue
LUCE
E luce sia!
Ovunque essa possa arrivare.
E luce irrompa!
Sgretolando tutti gli argini del buio.
E luce giunga
fin dove è impossibile
e mai venga meno
affinchè io possa brillare di essenza divina
accetto il regolamento
Salvatore Annunziata
ALBERI D’INVERNO
…chissa’ se sanno
mi chiedo
che in fondo
a volte
anche noi
dentro
abbiamo solo rami….
Malinconia
Malinconia un ombra scende silenziosa
ti avvolge tutta,
la luce non trova spazio,
non la si scorge più
nemmeno in lontananza.
Ti raggiunge ti prende nel buio dei tuoi pensieri,
compagna triste delle tue solitudini,
il tuo cuore diventa pesante,
lo prende lo stringe in una morsa fredda,
dove i ricordi belli sbiadiscono.
Non basta davvero il ricordo
per rincuorare, per portare calore,
dove tutte le membra diventano gelo.
robbi
accetto il regolamento
EMANUELA DI CAPRIO, ACCETTO IL PRESENTE REGOLAMENTO
Luna grassa
Luna grassa
di cipria rosa
ti specchi vanitosa
nel nostro pianeta,
come una vecchia
puttana, sorridi
e c’inquieti sovrana,
solleticando gli istinti
non concedi mai niente
ti fai desiderare
e guardar solamente.
Ti concedi tra i monti
e sali poi scendi
imitando l’atto d’amore
appari e scompari
tra i rami ci prendi,
di luce sorprendi,
antica baldracca
sei furba e un po’ matta,
ironicamente
ti mostri per niente,
ti rotoli ironica
e un po’ impertinente,
ci abitui al sorriso
del beffardo tuo viso,
come una donna
che ammicca leziosa
statica e voluttuosa
e irraggiungibile.
Emanuela Di Caprio
BUONGIORNO
Buongiorno,
fatto di mille impegni
che ci stanno
ad aspettare.
Di nuove strade
da percorrere
in punta di piedi.
Di nuovi sorrisi,
a scaldarci dal freddo
di visi irrigiditi
da espressioni stantie
chiuse a chiave
nella prigione
delle abitudini.
Buongiorno a te,
che mi dormi accanto
e respiri leggero
come il soffio
dei sogni più lievi,
per non destarmi
dal dolce miraggio
di allungare la mano
e sentirti vicino …
Buongiorno amore mio …
© Virginia Alessandri
accetto il regolamento
Piccolo Bacio
Sento ancora il sapore di Te,
delle labbra tue, sulle mie,
di un piccolo bacio accennato,
improvviso, quasi rubato.
La mente si perde nel tempo,
il presente vela il passato,
sei onda soffiata dal vento,
che cancella quello che è stato.
Le tue mani che cercano me,
s’intrecciano dentro il mio cuore,
che racchiude il nostro segreto,
tu che sei amore infinito.
accetto il regolamento
LA PIAZZA DEL CAMPANILE
Come laghi profondi
i sorrisi tuoi
bevono me
e la sera,
mentre da lontano
il vecchio mare già
incatena
i nostri passi
e i pensieri si fanno
pallidi e liquidi,
sbiadiscono la stessa luna
nascosta
dai cipressi.
Sentieri di edera
e pietra
ci conducono nella piazza
notturna,
dove i quadranti
del Gran Campanile
ci scrutano e attendono.
Come punti
cardinali
le sue quattro facce
si proiettano adesso
sulle anime nostre.
E c’e’ un silenzio
dolce e pieno
che mi pare musica,
E c’è una pace
che non so più
se e’ verità
o sogno mio.
Elisabetta GIULIANI
——
Accetto il regolamento
IL TEMPO CHE NON C’ERA
——————————-
E Segna L’Ora
Un Percorso Breve
Tacche Ombre Di Tacchettii
Il Tuo Ricordo Luccica Nei Miei Occhi
Percorsi Obbligati Dopo Le Tempeste
Tutto Di Te Rimane Immobile:
Odori, Fragranze, Disordine e Noi
Questo Tempo Che Segna L’Ordine
Ti Amo Ancora E Ne Ho Paura
E’ Una Lama Profonda
Spero Torni A Me,
Subito Sarò Eterna.
By Alessia Becchimanzi
accetto il regolamento
Vito Digiorgio
Dichiaro di accettare i termini del regolamento del concorso.
PROSPETTIVE FELINE
Sdraiato sulla panca
osservi con occhio vitreo
il cielo rannuvolarsi
e tingersi di nero.
Una pioggia fitta e fresca
inumidisce il pelo morbido.
Seduto alla scrivania
osservo gli aghi di pioggia
conficcarsi nel terreno.
Non ti toccano i dubbi
sublimi, l’incertezza metafisica,
le tribolazioni dell’oggi.
Tu non senti.
Il tuo sguardo impassibile
brucia le cose, taglia i contorni.
Tu non soffri.
Il dolore non attraversa le membrane
del tuo cuore, impermeabile
all’alito del vento come
al veleno della solitudine.
Emma Caravello
LEGGEREZZA
Stupendamente m’assale l’oblio
che s’incatena al fluir di me stessa
l’anima mia si perde nelle sorti
di codesta sembianza mal nutrita e funesta.
L’onda m’assale e un brivido struggente
dipinge di beltà il dolce vagheggiar
pregnante di sudor nel suo leggio
sconfina nella sete di parole
tra un vergar d’inchiostro nero
e il leggere di frasi nude e occulte
descritte dalle brame del desio
s’indorano colori,sapori,carezze e tenerezze
e al fluido evanescente fruscio
di musica soave risente il farfallio.
By Emma Caravello
Accetto il regolamento
VINCENZO LUBRANO 15/ 01 / 2013
Accetto i termini e le condizioni del regolamento – Vincenzo Lubrano
PASSO DOPO PASSO (Tratta dal libro L’IMPRONTA DEL PENSIERO di Vincenzo Lubrano)
Gioia.luce e colori questo sei..
Piccola, così invidio gli anni tuoi che del mondo ne fai un pallone preso a calci e guardarti dona il sorriso.
Dei tuoi primi passi sono piene le giornate..
ti incammini verso la vita inconsapevole che hai cambiato la nostra. Si, sei stata tu.. che senza linguaggio sai di dolcezza e dalla tua curiosità nasce la perfezione, del non capire ciò che domani sarà banale..
ma in quel cassetto dove ora vai a curiosare, custodirai i tuoi più grandi sogni.
Manchi come me nelle tue foto, nella tua crescita..
ma un giorno capirai il perchè delle mie scelte ed il perchè in questo momento mi ritrovo a scrivere di te che sarai il mio bentornato a casa e la mia gioia immensa quando mi chiamerai per la prima volta per nome.
Tu piccolo angelo dall’ingenuità dorata.
Perdonerai la mia assenza con il primo abbraccio, un po’ insicuro nel sentire il mio cuore battere forte.
Studierai con le mani i lineamenti del mio viso e ti bagnerai con la mia lacrima di felicità..
Riderai delle mie facce buffe e diventerò tuo amico,
perchè affronteremo le tue paure.. e tra le mie braccia conoscerai l’orizzonte che apparirà tra tanti castelli di sabbia che il mare porterà con sé custodendo quell’infinito attimo di serenità ..
A presto mio piccolo fiore.. Tuo zio Vincenzo..
VINCENZO LUBRANO
Antonella Troisi
Gloria
Un palco impolverato
sipario lacerato
è tutto ciò che resta
di una labile gloria
applausi
a un
cigno rosa
nemesi di un clown
dal falso sorriso
Accetto il regolamento
Torna
Così come la sera abbraccia
il sole al suo tramonto ricordo
t’abbracciavo ad ogni incontro
fatto di parole incastrate alle nostre
membra come brina che imperla
i petali di un fiore. Torna a me
all’alba, quando i sogni si fanno
realtà, quando le carezze degli
amanti stridono al riverbero
di guerra ormai perduta,
quando il cielo si sveglia
ai raggi del sole mattutino
creando miraggi a cui credono
solo chi ha perduto il senno
del poi e s’incatena al sogno
di un domani che mai verrà.
Torna a me che rivedo la
tua sembiante oltre ogni viso
cupo, triste, ilare, ridente
o anche solo attento al cicaleccio
mio, perché sono così
tortora che tuba col tuo cuore
e ti chiamo solo amore.
Accetto il regolamento
JOSE’ GRILLI
C’è un sobborgo sommerso
in fondo alla via
nell’incedere cauto
pare sia meta
Nel parlare continuo
rami spogli si mostrano.
La primavera è assente.
Taci tumulto di frequenze
reclama la notte
il suo silenzio.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Paola di Giuliomaria 17 gennaio 2013. – Accetto il regolamento
Il mio cuore in una valigia
Metti tutto quello che provi per me
in una valigia
portata sulla riva del mare
lascia che le onde la portino via
Per un po’ galleggerà
poi sparirà alla tua vista
non si perderà
incontrerà nuovi fondali
e diversi mondi
Anche se non si vedrà
non vuol dire che non ci sarà
all’interno nulla si rovinerà
sarà reale
come quando e’ stato vissuto
Navigando porterà con se
i sogni e le speranze
che hai condiviso con me
conterrà intatto
l’immenso amore che ti ho dato
Un giorno
potrai ritrovarla ferma
in un tranquillo porto
ed aprendola
ci ritroverai il mio cuore.
Paola di Giuliomaria
La luce.
C’è luce e luce
L’Amore non dà pace.
Inerpicandomi per vette sconosciute
Ho tralasciato l’essere
Forviando l‘avvenire.
La luce ambrata di glauche onde
Cullano il mio cuore
Forgiando il divenire.
Nel silenzio buio dell’animo moderno
Grido, protesto, invoco
Nella Poesia, l’inutile mio giogo.
E’ Quel silenzio che spegne la mia voce
E nel muto sentore, si spegne ormai la luce.
Raffaele Vertaglia, 17.01.2013
accetto il regolamento
NOIA
Calata è l’oscurità
sulle strade umide e silenziose
dell’inverno.
La luce di lampioni
confonde il chiarore del giorno,
il suo rumore.
Ma tutto tace.
Di tanto in tanto
il rombo di un motore
spezza l’aria fredda
di una notte invitante.
Pubblicità accese
regalano bugie illuminate.
Gli ultimi locali aperti,
per farsi compagnia
con un bicchiere di whisky
scecherato dalla noia.
Musiche assordanti.
Ricordi ammuffiti
dall’assiduità del ricordo.
Lucciole di carta
accendono l’aria
intorpidita dal sonno.
di Alessandra Marrone
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Vedrò passare Whitman
La fiamma della luna,
sul tavolo in cui scrivo,
non illuminerà i miei sogni,
né il mesto mio canto
inciso sulla pietra.
Su questa stanza
dove aspiro alla luce del pensiero
conobbi il silenzio delle stelle,
le vie del vento,
l’acqua di vita,
la libertà della parola,
la parola autonoma.
Da quella stanza
ho visto,
lungo la strada,
chioccolare un carro
con un vecchio seduto in cassetta,
sulle sue sponde penzolare
la zavorra culturale,
il vecchiume retorico,
la scialba oleografia dei poteri
nel sacrario di questo secolo deforme.
Cucirò sulla mia pelle
“la blusa gialla”, (Majakovskij)
l’agiterò al vento come vessillo.
Riprenderò “Il Mistero Buffo”.
Nel vergine cammino
vedrò passare Whitman,
il mio capitano.
accetto regolamento Emanuele Insinna
Stefano Pi
TRESOR
Averti qui a fianco
un sacco di baci
le mie mani che ti sfiorano
il tuo profumo che mi inebria
il tuo sguardo che mi trafigge
il tuo corpo che mi incanta.
Si ogni istante e’ un lungo piacere
da godere
da assaporare
da gustare
Vorrei che non finissero mai
istanti uniti assieme che fanno una vita
Una vita con un senso
quella di avere una persona speciale accanto
Si l’idea di averti al mio fianco
Stefano Pero 18 – Gennaio 2013 – ACCETTO IL REGOLAMENTO
La casa degli angeli
Come le stelle,
sempre e per sempre,
lontano da questo mondo in fiamme.
Come il respiro del sonno che russa,
cadeva vermiglia la vita
imbottigliata dai tubi delle tue sepolture.
Come erano colmi di verde i tuoi occhi di padre ritrovato
che accolsero randagi e bruciarono erbe
nel crepuscolo amato della campagna.
Come posso non chiamarti “Padre!”
Ho inseguito le tue orme nervose
Lungo il suolo asettico dei corridoi,
ho visto la vita colare e scrutavo del sangue
la quantità che non ti uccidesse.
Ho abbracciato ogni giorno di croce,
le abitudini dismesse,
il corpo smagrito,
ma la vita del mio sorriso era legata al tuo volo sbiadito.
Con le stelle è il trionfo della notte
su tutte le mie carezze,
preghiere sussurrate,
nell’estasi del martirio dei santi io ti ritrovo.
Il soffio sordo e rauco si è piegato alla pace.
Ti tenevo la mano,
ma tu eri la folata verso la soglia
di casa nostra
…
La casa degli angeli.
Monia Minnucci
(Dichiaro di accettare il regolamento)
RELITTO
Sospiri dal passato
stanno cavalcando i sentieri della memoria
mentre una pioggia di lacrime
mi sbatte
ed abbatte nelle sue interminabili tempeste
sopravvivo
aggrappandomi al relitto di quel sogno
mi ritiro di nuovo
in quell’angolo scuro
dimenticato;
dimenticata persino dal destino
in attesa di una nuova bufera.
di Diana Mistera
ACCETTO IL REGOLAMENTO.
Un mazzo di giunchiglie
S’io ricevessi
un mazzo di giunchiglie
a colorar di giallo
la mia giornata!
Se tu attivassi
il timer
all’età ch’incalza!
S’io facessi switch on
al silenziatore
del rancore
…………..
forse fiorirebbero
spontanee
le giunchiglie.
E con che gioia
e che trepidazione
le accoglierebbe
quel fragile cristallo!
Claudia Piccinno
Edito in” Transiti diversi”
Rupe Mutevole ediz.2012
accetto il regolamento
TRAMONTO SUL MARE
Greve, l’aria parve non respirare
quando apparisti
e rimase incantata ad ammirarti.
Ed il mare accelerò
i suoi battiti delle onde
ed il sole tentava folgorarti.
Con i piedi nudi carezzavi la sabbia
ed il mare, audace,
ti toccò le caviglie.
E gli rapisti una conchiglia.
Il vento ti scompigliava
i capelli dorati dal sole e
perline di sabbia
si fermavano sul tuo viso.
E mentre il sole annegava
in un mare multicolore,
raccogliesti due stelle marine.
In silenzio ammirammo
l’agonia degli ultimi raggi,
ma non soffrii nel vederli morire:
il calore della tua vicinanza,
acciaio incandescente
nel mio cuore,
faceva sfrigolare
il gelo della tristezza.
Ed il vento raccolse
il mio muto ringraziamento
per la felicità trovata.
accetto il regolamento
…L’Operatore…
un gondoliere paziente…
che esegue il suo lavoro
con sarcastica allegria.
Resta in cuffia tante ore
per restare con il cliente in empatia.
Eccoci qua…
tutti insieme a lavorare.
cordialità, finti sorrisi, frasi di circostanza…
una storia da raccontare a qualcuno
che non vuole ascoltare.
Mi chiedo se è il caso di continuare
ad inseguire qualcosa che appare
sempre più irraggiungibile…
come rendere giustizia al tanto lavoro
investito nello studio…
e continuano a ronzarmi nelle orecchie…
tutti quei malumori, quell’agonia,
quel sentirsi affogare senza salvagente
dentro un mare di lavoro che aliena
e ci uccide giorno dopo giorno.
A volte mi domando
A cosa servo? A cosa serve tutto questo?
A volte mi rispondo…
“Per vivere” “Per dovere” “Per distrarmi” “Per lo stipendio”
A volte: “A niente”.
La vita non è tutta rosa e fiori…
Cosa mi resta? Cosa ci resta?
Andare avanti, rispondere ad un’altra
telefonata fino a quando arriverà
quella giusta, quella delle belle notizie
che allietano il cuore di ognuno di noi…
Ma quando?
E intanto eccoci qua
tutti insieme a lavorare
a crederci ancora
a dire ancora “si” perchè il “no” ci fa paura…
Ci incoraggiamo a vicenda…
ci sosteniamo ancora una volta,
ci ascoltiamo con le nostre voci
che da anni ci tengono compagnia.
Ed io continuo a sognare ancora,
continuo ad immaginare nuovi abiti da indossare
nuove idee da realizzare…
E sento tanto freddo
quando penso che poco alla volta
mi è stato tolto tutto e addoso non
ho più nulla se non la dignità
di essere un uomo libero e orgoglioso
di avere il coraggio di dire.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Giovanna Fracassi
Accetto il regolamento
Ragione
Almeno oggi
fingerò di credere
a questa favola bella
e
dimenticherò
il patto
stretto con te
scorderò
che
il non onorarlo
brucerà
all’inferno
quest’anima mia nera.
Intanto
dal vocio di festa
una dolce ninna nanna
sale
dal pozzo scuro
del tempo
per venirmi
a cercare.
Sono antichi echi
immutati nel fluire dell’eterno
e
sono visi
e sono sguardi
scolpiti
nella memoria
del mio dolore
Quanto vorrei
mi strappassi il cuore
e
scagliassi in fondo all’Universo
questa mia inutile ragione.
G. Fracassi
armando della corte
In riva al mare
Eccomi nuovamente a lasciare le mie orme sull’arenile, ma questa volta l’orizzonte è così lontano da rendere inutile ogni mio tentativo di capire dove va a tuffarsi l’infinito in questo mare che ha visto sprofondare tutti i miei sogni che non hanno saputo navigare controvento sulle sue onde increspate. Naufrago senza speranze il mio cuore che si ritrova alla deriva senza più una rotta da seguire, senza più una metà da raggiungere, lasciando, ora, che sia lo stesso mare a decidere per lui, lui che la sua scelta l’ha già fatta: rinunciare all’Amore per Amore, atto assurdo e inspiegabile ma straordinariamente unico e bellissimo che solo chi ama per davvero può mettere in scena. Io ti amo e rinuncio a Te che mi hai fatto scoprire un universo di emozioni che mai avrei creduto potessero esistere: il paradiso in terra dove anche la sofferenza rende lieta la sua presenza dando vita a sentimenti veri, con gioia e dolore che si confondono senza tregua. Io ti amo e non potrò mai più posare i miei occhi nei tuoi occhi cercando le tue labbra dove milioni di baci hanno trovato la vita, dove milioni di lacrime hanno trovato la morte. Io ti amo e invano le mie mani potranno più stringere le tue che come edera immortale avevano avvolto il mio cuore che , oramai, errante come una barca senza timone, permette alla forza del vento di sospingerla senza più difese lasciando alle sue spalle una scia di dolore e di infinite incertezze. Io ti amo, ti ho amato e ti amo ancora, unica certezza che accompagnerà il mio viaggio che sicuramente, prima o poi, troverà la sua fine con la fine della mia vita, ma cosa importa quando accadrà, se tu non sarai lì con me a tenermi stretta la mano e io non potrò donarti il mio ultimo respiro.
accetto il regolamento
IL CUBO
La stanza e’ un cubo di pareti bianche
e finestre in alto traslucide e lontane;
scivolo al vertice del cubo che s’inclina
schiacciato al fondo come in un imbuto,
all’altro estremo d’un universo in corsa,
resto opaco alla sua vista e inerme.
Un grido afono strozza la gola e
atteggia il viso a un urlo senza rumore
non altro che un rantolo uggioso.
Le grida di chi e’ fuori, amene,
chiamano altri schiamazzi a orbite
di mutui ritorni ed attrazioni.
Sgorga la pece dagl’interstizi, calda
e liquida scende a’ccumularsi in fondo,
dai nervi alle falangi i muscoli sottendo
per roteare un guizzo, e uscire:
anelo movimento, ma gia’ si fredda,
raggruma e seco mi rapprende.
Sono cristallo amorfo, densa incrostazione,
la resina del tempo si e’ fatta dura
e rete, che avviluppa ed imprigiona,
tagliente solo per spigolo vetroso,
muto raccolgo in me un ultimo ansito
che si fa rombo e implodo.
Accetto il Regolamento
Maria Antonietta Giacalone (Maa)
BEA
A Bea piace esprimersi perchè lei è la vita.
E’ incredibilmente bella,
lo dicono tutti.
Bea non ama parole buttate per caso nei libri
e neppure perdere tempo a raccontarsi.
Ama le pattumiere di cose antiche scordate in cantina:
cornici bucate, istantanee sbiadite, trenini di legno.
Conserva vinili impolverati e cd mai seriamente scartati.
Bea non ama i moderni cannibali,
fagocitori di idoli finto buonisti.
Bea ama i dettagli, le piccole cose
invisibili agli occhi dei più.
A Bea non piace perdersi
anche se in fondo le fa un gran piacere
ritrovarsi di nuovo.
Accetto il Regolamento.
La gioia del ritorno
nel furto consumato del passato
non mi darà la pena,
sono avvezzo
alle trasformazioni della mente
e non temo ansie e paure,
non sono più di moda dentro me,
che invece di guardare verso il sole
oppure verso terre incoltivate,
mi accingo e guardo il blu
mare cielo nature senza sconti,
e non mi acceca più
l’inesistente fallace verità.
Copyright 2011 Nicola Andreassi
tutti i diritti riservati
Accetto il regolamento
MADONNA DEI MASNADIERI
Più scrivo di te e meno ti conosco, Donna,
perché tu sottrai forza alla logica dei versi
e li colori, li insozzi, li varieghi, li distorci
a tuo piacimento, come il refolo che inganna
il marinaio pelagico e lo induce a sedersi
per godere di onde verdastre e dolci,
ignaro centro di un’imminente nubifragio
che origina dalla tua bocca già bagnata
di appetiti inaspettati, di nuovo sacrilegio,
pronta, come sarai, a dissestar la strada
di nuovi viandanti in cerca di un focolare:
e tu, Madonna dannata dei Masnadieri,
sarai in mille letti, orgogliosa del tuo dare
che riavrai indietro annullando i desideri.
accetto il regolamento
-STRAMBOTTO CONTADINO
— Ummi lascià Zelinda, o ‘ndo vai? —
— A rimette la scrofa nello stabbio
e dopo a passà l’unto a du’ telai,
ma se ‘un vieni a aiutammi poi m’arrabbio. —
— E so appena torno di’n su i letamai
e fammi respirà… sennò mi strabbio! —
— E ci so du’ cucchiali di zuppata,
dai, poi ci si sdraia pe’ na’ ruzzolata. —
accetto il regolamento
Il miele tra le dita
Basta uno sguardo,
nell’immaginar di come sia
trattener il respiro tra le sue dita,
nel brivido che percorre la nuca
fino a stazionar laddove il piacere rimane appeso,
Attendo che le labbra assaporino
lo scivolar giù dell’ardore in un soffio,
fino a percorrere ogni lembo
di una pelle di seta al tatto,
omaggiata dell’odore che inebria il palato
occludendo il pensiero fino allo sgorgar dell’animo mio.
La amai ancora come fosse l’alba di una giornata d’inverno… riscaldato dal suo
Maurizio Spreghini (Accetto i termini del concorso)
L’esaltante genialità sconosciuta
Cercasi illuminante idea
Trionfale caduta di stelle
Dirompente distruzione geofisica
Attuale distrazione terrestre
Di colpo la gente si ferma
Rimane stupita e sconvolta
Incredula non comprende
L’esaltante genialità sconosciuta
Accetto il regolamento
Andrea Garelli – 24/0/2013
Il Valzer di pietra
Ed ecco qui: torrido enigma insoluto
che mi prende senza foga e desiderio
divide gli istinti acerbi
li colma
li sradica e li punisce
li trasforma in ciò che non sono
quasi tremando
e finisce
stremato
nell’oscurità.
Accetto Il regolamento
Dietro la porta dell Anima.
Piu’ passa il tempo ,e piu’ sento
che mi manchi.
Dietro la porta dell Anima, si
nascondono i nostri ricordi,
… sembravamo così diversi,
ma in fondo così uguali .
Noi che ci emozionavamo
guardando lo stesso tramonto,
respiravamo lo stesso vento.
ci facevamo accarezzare dal sole,
vivevamo nel tempo, nel nostro
petto batteva un cuore, nello
stesso identico modo.
Il sapere che in qualche parte
del monto, tu esisti, mi emoziona.
Tu sei il motivo per cui ,io vivo,
cessero’ dì farlo , nel momento
in cui il mare ,avra’ prosciugato
le sue acque, ed il suo vuoto,
sara’ il mio.
Prendimi adesso Amore, sono
dietro la porta , della tua Anima !
patry
lombardo patrizia accetto il regolamento
Miravi il Cuore … e hai colpito l’Ala
Precipitavo dentro me
urtando a tratti
le pareti dei miei limiti.
Planando
scivolai sul fondo
di quello spazio
liberato dall’assenza.
Lo sentivo battere più in là.
Era oltre me,
fuori … e batteva
pum_pum _________ pum_pum
Dentro il suo ritmo
io,
solo un suo battito.
[ Cuore ]
Accetto il regolamento
Michela Ruggiero
IL FANGO
Quest’acqua che scorre
Non lava la sponda.
La sporca, la infanga,
La rende deforme.
E tu provi a cambiare
Ciò che non puoi.
Tenti e ritenti
Con vana speranza.
Con fede tenacia
Ti rompi le dita
E l’acqua ti sporca
E tu hai fallito.
© Gianni Berna
Accetto regolamento
Stefania Convalle
25 Gennaio 2013
Dichiaro di accettare il regolamento.
MUOVITI LENTO
Muoviti lento
Tempo
sulla pedana scura.
Muoviti
come la rumba
di questi corpi
smaniosi
di Te.
Ferma il tuo passo
e lascia
correre il fremito.
Prendi una sedia
Tempo
e ascolta il silenzio
dei movimenti.
Senti la voce
degli sguardi accesi?
Guarda il colore
della passione,
Tempo.
Cono di luce.
Pausa.
E sia amore.
Sprazzi d’amore
Il cuore non tace…
pulsa più forte al pensiero di te.
Sei tu che invadi il mio raziocinio
e fai viaggiare a ritroso
la mente al tempo di primi sogni…
L’idea di te, ora,
destabilizza la mia ragione,
confonde la mia realtà,
usa i miei tempi,
le mie stanche abitudini,
per un’astratta
impossibile emozione..
che fai vivere,
malgrado il mio resistere,
ad ogni tua parola,
ad ogni tua frase,
le più innocenti e formali..
inducendomi,
tu… forse inconsapevole,
al turbamento assurdo del desiderio..
Ah! Idea bislacca,
irrazionale,
è starti dietro affannata
nei miei pensieri
con il cuore che non vuole tacere
i battiti folli
in questi sprazzi di passione,
incontrollabili,
da innamorata fuori misura
dell’amore.
Mariella Mulas Accetto il regolamento
Ti ho incontrata tra la folla
sotto un dipinto notturno
contemplavi ampie sfumature
mentre un critico le usurpava.
L’attimo generò un sibilo
nel lascito dei secoli
colmati della tua voce
a ricucirne gli echi.
Allora rividi la bambina
tra la sabbia e i castelli
fu dopo che ti trovai donna
arrocata sulle mie voglie.
Enzo Moretti
(Accetto il regolamento)
Mettici il cuore,
cerca dell’amicizia il nome,
punta la stella più alta
ci arriverai .
Gli affetti ,
le persone ,
i momenti andati ,
non sono poi andati chissà dove .
Restano con noi ,
come il fiato di freddo in autunno che fa la nuvoletta dalla bocca .
Restano con noi ,
in una canzone che ci riguarda ,
che ci riporta indietro e ci fa guardare avanti ,
in un libro letto ,
nel mio caso in un libro scritto ,
come poesie tra le ciglia
ossia meraviglia degli occhi incantati di bambino ,
che vi riscopre e vi rilegge cose
che solamente io e chi le ha vissute
sappiamo pienamente .
I colori di un fiore, i pennarelli ,
un’amica cara , il sorriso di una periferia ,
le mille e mille scoperte ,
piccole e grandi scelte ,
volute
condivise e sofferte
restano con noi ,
come il sorriso di chi un giorno mi disse :
” Ma tu ti accontenti di fare poesia solo nel blog ” ?
Restano con noi ,
i progetti incompiuti ,
i distinguo
i saluti dal vetro di un bus ,
i rimpianti ,
le bestemmie in dialetto .
Restano con me ,
con te ,
con tutta la gente incontrata lungo il correre di questi anni .
Restano con noi ,
le colazioni con il saccottino salato ,
l’amore per una donna del Marocco ,
il sorriso di un bimbo o un’amica col cane ,
le risate in messenger
o le passeggiate al Pigneto .
Restano con noi,
le gare di rutti ,
gli incontri del terzetto giù al bar ,
il pub dell’amico con i tavolini inzozzati dai clienti ubriachi ,
una gelateria, una piazza ,
un vociare di scolari di quella scuola
e in generale l’amore per ogni angolo del mio quartiere ,
della mia città , del mio Paese .
Restano con noi le attese giù di un’albergo a fare la muffa
aspettando scendesse lei dal sorriso meraviglioso ,
il cocomero comprato un euro a fetta ,
e le vecchie duemilalire corrispondenti ,
quelle con Marco Polo o la Montessori .
Restano con noi ,
con me ,
con tutti quelli che ci sono stati
e ci saranno .
Mettici il cuore , e l’amicizia torna !!
Marco Vasselli
2011
© Tutti i diritti sono riservati
( accetto il regolamento )
EMMA PIROZZI
I piccoli passi nella notte
I piccoli passi nella notte
tuonano dal silenzio
Temporali di storie
Sono chini sul pomo d’un bastone
Stanchi d’eco e di mesto risuonare
Fremono come ossa rotte
Alla ricerca di cose da dire
Sono pagine scritte dai giorni
I piccoli passi nella notte
Di abbandoni o ritorni
Senza mappe senza confine
Si ascoltano così
col rispetto senza voce
nel buio pesto
che profuma di pece
Enciclopedie delle umane esistenze
Non hanno indirizzo né nome
Fanno rumore per aver risonanza
Almeno qui: in questa stanza
Accetto il regolamento
GOCCE D’ETERNITA
Civetta,questa notte, Selene,
maliziosamente velata,
invita ad imitar le gesta sue.
Antica salome’ !
Sottile, la sabbia,
ancora calda del passato sole,
come dorata culla,
accoglie l’ anime nostre affini.
E mentre nelle desiderose bocche,
come da fornaci ardenti,
travasa umore quale oro fuso,
gode la mia pelle
del tepore del corpo suo,
dove salate gocce, scivolando,
riflettono il riverbero di lontani astri.
Nel tempo, volutamente eterno,
ma trascorso in fretta,
ella ha imperato,irradiando noi,
con la perlacea luce sua.
Intanto che si placa
l’ affannosa dolcezza dell’ amore,
saluto lei, regale diva,
al tramontare nel suo infinito trono
e volgendo lo sguardo verso oriente,
resto in attesa del sorgere dell’ alba
per ribattezzarla aurora della vita mia.
MARIA ESTELLA CARTONI
accetto il regolamento
Ucciderò la mia anima
Domani ucciderò la mia anima.
Lo farò.
e nulla più potrà circondarmi.
Trafiggerò gli occhi della mia anima
per farla vagare cieca
con spade forgiate di notte
vegliate a badare al mio malessere.
A brandelli e nella polvere
sul ciglio di strade in attesa dei suoi corvi.
Non ti lascerò guardarmi
non potrai più tormentarmi
domani sarai vittima
delle tue stesse armi
La scia delle nostre lacrime
ci condurrà fino alle stelle
Sarò il mio assassino
sarò il mio grande eroe
dalle soglie del paradiso
manderò pioggia di sangue e rose
Ho perso.Sono sconfitto.
Così cessa il mio tentativo di esistenza.
Conservo l’incanto di un fiore che nasce
di un tramonto che lento svanisce
del tuo sguardo che non appassisce
Ma le fiamme hanno raggiunto gli occhi
ciò che resta di me giace tra le tue braccia
Ho perso.Sono sconfitto.
Domani ucciderò la mia anima.
FABIO CUCCARI
Accetto il regolamento
Complice
Allenta
quel battito accanito
che ubriaco
scorazza tra
il brusio della mia carne!
Un soffio di fronda
ed e’ brace
la sponda rubata
all’ anemone!
Nell’incavo della carezza
anche i morti
potrebbero rivivere!
Per quanto l’accalcarsi
del fuoco
spinge
il dosso della via
alla porta.
Le parole
non hanno scampo
e sfumano
nella penombra del fiato
se il cuore
resta complice
nel pensiero!
Accetto il regolamento
Voglio tornare
trapezista senza rete.
Ad occhi chiusi, poi bendata
e a luci spente
per esser piu’ audace
nell’incertezza. Nuda la mente.
Buttarsi a capofitto
con due mani, poi con una…
e infine a testa in giu’
per sentir meglio
l’ebbrezza dell’ abisso.
Servirsi dell’istinto
spogliarsi di ogni ragione.
Staccarsi per il gusto di rischiare.
A luci spente, nudo il cuore.
E poi osare
e osare nuovi voli,
fiutando l’altro appiglio nello slancio.
E infine, ad ogni evoluzione,
li’, nel buio dell’ignoto,
nella mente,
dentro il cuore
quell’ unica certezza,
…..quella sola:
” se non ci si schianta,
adesso, si vola ”
Accetto il regolamento
accetto il regolamento
Separarmi da te
Una vita vissuta
nel bene, nel male
tra incomprensioni
e complicità.
Te ed io
mano nella mano,
fino a ieri,
e poi…
divorati dall’egoismo
che non lascia spazio
alle carezze
ma corrode internamente
e ci fa sentire sempre più soli.
Anime grigie
Quel lungo viaggio sudato
soffocante tradimento
dell’errore fatto uomo,
sul ciglio del pianto
l’abisso mortale
trovaron.
Cenere di corpi
sui loro corpi,
la signora falce
anch’essa in lutto
inorridita giaceva
sul petto d’erba appassita.
Quel ciel di nebbia
l’amato sole celava
e di fango
i loro occhi
nutrivan dolore.
Estremo saluto
a chi non c’era,
ai cari abbandonati
che di luce e libertà
regnavan in pace
l’anime sull’onde
d’oceani azzurri.
Grevi strazianti passi
l’agonia vestiva le sere
d’inutili pensieri
intorpiditi dal fendente,
la mano assassina.
Ignari del domani
visi smorti, abbandonati,
d’assente giudizio vitale
le sagome scure ardevano
ed occhi sibillini
schiusi e lucidi
nell’ultimo giaciglio
sprofondavano.
Abbracci, speranze
sfaldate litanie diffuse
a tacer la voce
pe l’ultimo addio.
Ed urla silenti
che di nubi e pioggia
ne avevan pieni i fiumi
e la terra madre
cullar tentò
l’ultimo saluto.
Il dolore
il sacrificio umano,
nulla l’invader spronò
lo spirito alato
che tornar d’incubo
sul pensier malato
taceva l’ombra
del demone ribelle
che di falce perì
sul suo stesso marmo.
Han cercato
l’orizzonte assente,
han sperato la vita
han guardato il cielo
oltre la scia grigia
dove il sole brillava…
ancora di luce.
Una prece.
accetto il regolamento
Accetto il regolamento
Malinconia ride
tra le rughe
del mio viso astratto
da quando non ci sei ..
sono un dipinto senza
contorni
di rose del deserto
e di venti del nord
che scompigliano anche le ciglia
costringendo gli occhi
a diventar vele issate..e al
contempo flebile
carne bruciata da
arsura
che invoca oasi
o almeno miraggi.
SONO SOLO NELLA STANZA
Occhi spalancati che guardano il soffitto
passeggiano ombre che mi fanno compagnia,
dalla strada echeggiano voci indefinite,
sono solo,
tra le ombre scorgo la tua immagine,
come una eco la tua voce sussurra il mio nome.
approvo il regolamento
M.Stefano Sivo – 28/01/2013
ALLA BREZZA DEI NEGATIVI
Pensami
in alto
quando le stelle divorano il tramonto
e le tue unghie
affondano le federe
duplicate
dal mosto dei tuoi raspi
e vorrei che nel perdersi
delle lontananze
tu curvassi il silenzio
come io sferzo le canne
alla brezza dei negativi
……….accetto il regolamento………..
Postquam
Ti vedo figlio.
Di carni lacere,
di brandelli rossi
che non più ti appartengono.
Ti guardo figlio della luce,
angelo per gli angeli.
Ti vedo figlio
e non riconosco più il mio volto in te.
Ti osservo mentre
strisciando ti allontani
e varchi la soglia delle tenebre.
Ti ho perso figlio,
santo e discepolo,
e mentre guardo questo giardino,
i frutti colti e la tua donna
comprendo quanto per sempre impotente sarò
davanti alla libertà.
Accetto il regolamento
U zappaturu
U zappun’e lli gammèadi,
u muccatur’a lli cuscèadi,
zappa zapp’all’ant’all’antu,
cci va ttùastu, ch’è nnu stantu.
Ugne ttant’u muccaturu,
mi ll’asciutta lli sudura,
nu bicchìar’e nu vitignu,
mi ripiglia, tùarnu sbrignu.
Ncignu torn’all’ant’all’antu,
ncignu torn’a cchissu stantu,
schquiccidìa,
dassu, scampa e ttorn’e ppiju.
Zappu e ttorn’e zzappu,
menzijuanu è ffattu, scappu.
Apr’a pezza, u morsìallu
carn’e crèapa e piparìalli
e sazizza dua o tri mposti,
quattr’adiv’e chilli costi*
na buttiglia e nuavu ncignu,
e ssu russ’e nu vitignu.
M’eai e azèari mpretta mpretta,
c’e lla zappa chi m’aspetta
a jurnèat’ancora è a mmenza
torn’e cchiova, fa nna renza.
Cumi scamp’all’ant’all’antu,
torn’e zzappu a cchissu stantu,
mi ripùasu nu mumenti,
a fatiga mo si senti
mo s’avanz’a jjunt’a jjunta,
i sudur’a cchilla frunta,
i cuscèadi, u muccaturu
mi ll’asciutta lli sudura.
Nu bicchìaru, n’eatru sudu,
ccu nna mpost’e dardu crudu.
Torn’e ncignu, è ssempri stantu,
jìatt’a zappa, acchiapp’u mantu,
guard’i sperri, su lli sia
povarell’i spalli mia!.
Mi ricùagliu, signu stancu,
dugnu chjèan’i passi, arrancu
alla porta c’è mmuglierma,
chi m’aspetta, e lla ferma.
Ha appiccèat’u focudèari,
priparèatu lu mangèari,
è ffattu tardi, su ll’otti, mo ve dùarmu,
ca dumèan’è nnèatru jùarnu.
Lo zappatore
La zappa e i gambali/ il fazzoletto alla tasca di dietro/ zappa zappa alla mano alla mano/ ci va duro, il terreno è duro/ ogni tanto il fazzoletto/
mi asciuga i sudori/ un bicchiere di un vitigno/ mi ripiglia, ritorno svelto /inizio nuovamente alla mano alla mano /inizio nuovamente a questo terreno duro/ pioviggina/ smetto, non piove più, inizio a zappare di nuovo/ zappo e di nuovo zappo/ mezzogiorno è fatto, scappo/ apro il tovagliolo, la colazione/ carne di capra e peperoncini/ di salsiccia due o tre pezzi/ un po di olive delle “coste”/ una bottiglia di nuovo inizio/ di questo rosso di un vitigno/ mi debbo alzare in fretta/ c’e la zappa che mi aspetta/ la giornata ancora è a metà/ di nuovo piove, fa una breve pioggia/ come smette alla mano alla mano/ di nuovo zappo a questo terreno duro/ mi riposo un momento/ la fatica adesso si sente/ adesso si avanza a poco a poco/ il sudore a quella fronte/ le tasche di dietro, il fazzoletto/ me l’asciuga il sudore/ un bicchiere, un altro solo/ con un pezzo di lardo crudo/ di nuovo inizio, è sempre duro/ butto la zappa, prendo la mantella/ guardo le lancette, sono le sei/ povere le spalle mie/ torno a casa, sono stanco/ do piano i passi, arranco/ sull’uscio c’e mia moglie/ che mi aspetta, e la ferma/ ha acceso il camino/ preparato la cena/ e fatto tardi, sono le otto adesso vado a dormire/ perché domani è un altro giorno.
*coste ( località di Acri ricca di alberi di ulivo )
accetto il regolamento
HO VISTO NEBBIE
Ho visto nebbie pesanti e dense
di sbuffi bianchi scapigliati
banchi velati precipitare a terra
senza tocco, senza un corpo
scendere dalle cime, dissolversi fra i campi
banchi di nebbia pallida coprire ogni cosa
riempire gli spazi, abbracciare gli elementi naturali
stringendoli al suo nudo nulla prorompente.
Ho visto la nebbia allegra
danzare lenta al ritmo di walzer
sul profilo vago di ogni traccia scura
sottraendo i tratti solidi del mondo
accecare occhi di volpe, disorientare rapaci
come fossero loro stessi prede
e lepri non più tese abbandonarsi serene
fra braccia invisibili di assenza.
Ho visto nebbie lattiginose levitare sopra alte
sospese estese e solitarie, leggere umide e annoiate
fagocitare le montagne nel proprio molle ventre
poi all’improvviso il riapparire familiare dei contorni
tra un districarsi soffice dei nodi
riemergere l’esistenza consueta piano piano
con la sua dura consistenza
recuperare il moto tipico in corrente.
Piero Saguatti
accetto tutte le norme disposte nel regolamento
Eccomi, mamma…
Eccomi, mamma…
Aprii quella porta
appena appena socchiusa,
sgomento il mio cuore
per un dolore immenso!
Osservai smarrito
il dolce tuo viso…
avevi un delicato sorriso
nel riposo di quella pace
eterna del cielo…!
Aprii quella porta…
per l’emozione attesi un attimo,
un dolce profumo di gelsomini
in quella stanza m’accolse
appena appena illuminata
da una fievole luce
di un giorno che finiva!
Eccomi, mamma…
lo so che m’aspettavi…
mi dovevi dire tante cose
ma avevo capito…
che mi restava il tuo sorriso
e il ricordo stupendo
d’aver vissuto insieme…
che ancor oggi…
continua nel mio animo!
Accetto il regolamento
PRETESE
Il mio orologio segna l’alba
La mia dignità ancora dentro al buio;
Circoscrivo i miei sentimenti
Per definire il desiderio di conquista
L’etnia di qualcosa d’assoluto
Dissoluto come il mestiere già mio
Più antico del mondo antico;
Svendo pace a prezzi stacciati
Per spiegarti la mercè di cui vivo
E con cui mi disinibisco alla bellezza;
Perché vige questo baratto
Di uomini legati a lembi di pelle
Più che alle stelle riflesse negli occhi
Della donna che si ama.
Amante infedele della mia incertezza
Corro a meravigliarti di aurora
Se il tuo volere è la mia mattina
Riattivare i marchingegni e i pulsanti
Che mi chiudono in soffitta
E danno quella fugace magia alle parole
Ogni volta che ti guardo.
Dentro a tanta intimità cosa rimane
Se non la follia del mio coraggio?
Violerei la stasi e l’onestà del mare
Per dar delirio alla mia guerra
L’etimologia d’un processo già involuto
Dall’incoerenza del perdono
Che stringe la mano insanguinata
Dell’uomo che ha strappato la tua terra
Da radici di alberi mai stati tuoi:
Era tuo solo quel duro arrampicare
Disfarsi di speranza e d’invidia;
Con lacrime pure ci si può salvare!
Lo scambio non è altro che costruire
Qualcosa che non si ha;
Il vuoto non offende la memoria
Se non compromette i più bei silenzi
Del tuo futuro, della tua libertà…
Un dubbio m’assale dal vento che sale
Il sale dal dolore lenisce il male
Se vale il taglione sulla pelle che brucia
Più che sulle stelle riflesse
Negli occhi dell’eternità che esprimi;
Tremavo e non mi accorgevo
Della razionalità con cui sognavo
Temevo la paura e l’abbandono
Senza abitarlo mai fino in fondo
Perché il nostro verbo si diffonde
E si confonde con le luci delle lampare
E il cielo torna a sperare
Che le comete possano di nuovo attraccare…
Accetto il regolamento
La solitudine d’un cuore
*****************
Repentino battito accelerato
Cuore in tumulto fastidioso
Classico … se inconsciamente
Navighi sulle onde impetuose
Nell’empirico caos mentale.
Tenaglie roventi stimolatori
Non mitigano la tempesta
d’un cuore isolano al metano.
Attendi condotti salvifici invano
La faglia ti taglia e sorridi sberleffa
Sorseggi un caffè … miscelato d’amaro.
Che vale ogni cosa?!? Se non trovi la pace?
Cristy2013-01-22
Accetto il regolamento
CANZONI STONATE
Nessun accenno di fresco
in quest’aria ferma
che non fa ombra
nemmeno alla luce,
dove spade affilate
trafiggono sulle labbra
la parola.
E’ quest’assenza del grano
che non s’impiglia nei capelli
e del parlare delle foglie
a un mattino senza voglia,
che soffoca l’estate.
Terso è l’equilibrio
addormentato
nelle carezze di platani ridenti,
a un passo dal disperdersi
come polline
sul canto sfinito del tacere,
che s’alza
a nuvole scomposte
di scheletri seppelliti
in un cassetto,
sotto stralci
di canzoni stonate
su un giradischi rotto.
Accetto il regolamento
I L V E N T O
Soffia forte il gregale
mi schiaffeggia ancestrale
mi penetra e mi prende
sin alle ossa mi discende .
Il Corno è imbiancato
tutto spoglio incipriato
è caduto già il rossetto
tra i faggi io lo metto..
I colori stupefacenti
sono tantii più di venti
ce persino un bel viola
mentre in ciel l’aquila vola.
Un poeta col pennello
tra il muschio e il viello
or dipinge il paesaggio
è rapito e tanto saggio.
Mi sorprendo a rimirare
la mia terra poi il mare
l’occhio vaga e si perde
tra le case e il verde …
Scarponi giacca a vento,
proprio bene io mi sento
mi soffermo piccolino
e mi godo un riposino.
Il mio cuore un antigelo
alzo in alto gli occhi al cielo
e ringrazio il Gran Fattore
per la vita e queste ore…
pubblicata da POETI ARTISTI ED AMANTI DEL BELLO il giorno Giovedì 27 dicembre 2012 alle ore 17.50
accetto il regolamento
COMMEMORAZIONE SENZA MEMORIA
Ho cercato il ritmo
in scarpe accatastate
che hanno smarrito il passo
dell’incedere armonioso
ai piedi di una nube altera,
sovrano diluviava nonsense
raccolto in fosse, strisce,
stelle, saluti e gerarchie,
dissetando il gregge.
Adesso no, riposa sereno,
non è stato vano il passare del vento,
adesso, te lo dico su un orecchio,
non sono ebreo ma un frocio da ghetto.
accetto il regolamento
DONNA
Donna
dolce creatura
nata da un grido di dolore
di chi come te
ha offerto alla vita
il suo più bel dono.
Donna
dispensatrice d’amore
sempre pronta a rinnegarsi,
ad annullarsi,
per affermare te
figlio di quel dolore.
Donna
umiliata e offesa
da secoli di lotta,
senza voce il tuo grido disperato
soffocato in un rantolo
nel mare dell’indifferenza.
Donna
violata e mortificata
nel corpo e nell’anima
dalla forza devastatrice dell’uomo,
che ubbidendo a un istinto primordiale
t’ha sopraffatta senza una ragione.
Donna
impietrita dalla sofferenza e dall’inganno
sulle macerie della tua vita
qualcuno ha posato un fiore,
rinascita e rinnovamento
il significato.
Accetto il regolamento
Pier Luigi Guerrini 28/01/2013
(accetto il regolamento in tutte le sue parti)
Scarpe
larghe, strette, alte, basse,
calde, bucate, sporche, inzuppate.
antipatiche, invadenti,
colorate, tristi.
invidiose, tacco appuntite,
ribelli, mosce,
rumorose, gnicche,
sformate, sfortunate.
corrono, camminano, scivolano
come la vita che t’accompagna.
dentro le scatole nell’armadio
aspettano la loro stagione
e qualche nuovo padrone.
di Daniela Di Ienno (28-01-2013)
SE TU MI GUARDASSI NEGLI OCCHI
Se tu mi guardassi negli occhi
non avremmo bisogno di parole,
allora tutto ti sarebbe chiaro,
persino il mio nome.
Se tu mi guardassi negli occhi
non avremmo bisogno della luce delle stelle,
allora ogni cosa ti sarebbe chiara,
persino il mio passato.
Se tu mi guardassi negli occhi
non avremmo bisogno del mare, né di Parigi,
allora tutto ti sarebbe chiaro,
persino il tuo cuore.
Se tu mi guardassi negli occhi
non ci sarebbe bisogno dell’acqua e del pane,
allora tutto ti sarebbe chiaro,
persino l’Amore.
Se tu mi guardassi negli occhi
non avremmo bisogno di contare i minuti,
allora tutto ti sarebbe chiaro,
e non avremmo momenti all’infuori
di questo nostro, interminabile…
Se tu mi baciassi sulla bocca
non avremmo bisogno di ricordarci di noi,
perché nasceremmo quel giorno,
e tutto ci sarebbe chiaro,
persino la felicità.
(Accetto il regolamento)
Volgi le spalle al cielo, ti fai monte
nel grigio che va cupo sull’oliva.
Non hai verde di alberi sul sommo,
porti calanchi d’acqua lungo i fianchi,
acqua che scava sullo stesso punto,
curi le tue virtù dentro i cespugli
che sono poca cosa, cresceranno
ma al cielo non ci pensano neanche,
sterpi di superficie, amore d’erbe,
rarità di due piedi a calpestare,
meglio guardarli da lontano, in corsa,
farne voglia che nega appartenenza,
qualcuno penserà ho visto un monte,
la schiena incurvata contro il cielo,
qualcuno scriverà dell’insorgenza
stondata come afflitta da stanchezza,
non è tanto il piano che si alza,
né conflitto di faglie o prepotenza,
piuttosto un’onda che s’immobilizza,
il fermo immagine, la sua mancanza,
l’era geologica nella distanza.
Accetto il regolamento.
MAURIZIA CALVISI 29/01/13
MAL D’AFRICA.
Ho contato i giorni di pioggia:
291 quest’anno
(se non ho confuso annotando).
Piove spesso in questo Paese,
e in modo continuo, monotono.
La pioggia qui,
non è l’evento forte
che scoppia
mentre fai l’amore,
non ha niente
dei temporali tropicali
che assorbono
ogni fiato di vento,
lasciandoti un’afa addosso,
un senso d’umido
che ti appiccica i panni alla pelle,
ti porta fuori, tra le palme,
ad implorare l’acqua;
tra le palme, a prenderti
quel poco che sgocciola,
quel poco che basta
a tener vive le foglie.
Non c’è culto d’acqua qui.
Da queste parti la pioggia
è un fenomeno scontato.
Ma quanto sbiadisce,
quanto appanna in città!
-I vetri delle mie finestre
somigliano al volto piangente
di chissà quale madonna
(ogni donna è Maria)-
Quanto appanna, quanto rallenta!
I molli raccordi della campagna
si fanno duri qui,
tra queste strade che accolgono
e poi rimandano.
Mi manca il verde
che ho coltivato
da sola, con mani forti
e cervello caparbio.
Io, come mio padre,
dopo mio padre,
contro tutte le pietre
conficcate sotto,
più sotto a quella
terra bastarda
che non voleva
dar niente.
Sotto, più sotto
trovai la pozza
stracolma d’acqua,
scavando, scavando.
Ho contato i giorni dello scavo:
291 (se non ho confuso annotando).
291 canicole bevendo latte di fico
e fucilando il sole, sputandola
perfino la polvere da sparo.
Le fontane qui
son sempre aperte,
l’acqua la buttano via,
e le piante seccano
per il troppo bere.
Ricordo una volta mi fecero
correre sotto il sole cocente,
su per un monte di sassi,
io chiedevo acqua
e non avevo che sudore.
Sentivo gocce scendere
calde sulla mia fronte
spianata, i capelli
si facevano più lunghi,
io chiedevo acqua.
Poi quando mi videro sfinita,
sfiancata sopra un masso
a testa bassa, che non potevo
aprire bocca tanto le labbra
s’erano increspate,
mi diedero da bere
e mi parve un oppio
del migliore che avessi
tragato; e di colpo
compensava l’assassinio del sole,
e la corsa, e lo scavo.
Aveva un valore che qui,
nessuno capirebbe.
Ho contato i giorni di pioggia,
ho assistito ai cambi di stagione.
L’emisfero boreale girava,
e il tropico del cancro
stava fermo,
e fasciava il mondo
come il panno
che cinge il neonato,
o i fianchi della donna,
che è Maria anche lei.
Qui all’alba, ti desta sempre
il tintinnio dell’acqua,
ma non senti mai
la potenza del tuono,
il lampo non lo vedi,
e neppure lo immagini
quanto è forte.
Forte che devi scappare
e metterti in salvo,
se non vuoi che ti bruci
come una pianta,
quando d’estate
appiccano incendi.
E un’estate tragica pure la ricordo,
quando moristi davvero fulminato,
per queste piantagioni maledette,
alte più di te,
e lunghe come un rosario
senza preghiere,
e che ti han preso, anche da morto,
un piccolo cadavere divenuto cenere,
come se ti avessero bruciato;
e se ci fosse stata l’acqua,
chissà! Ti avrebbe spento.
E io ora l’ascolto tutto questo spreco,
liquido scialacquio che non sa nulla
della pelle del serpente,
che scende, che sgorga,
che secca le piante
per il troppo bere.
Se tu sapessi quante scorte ho fatto,
quanti barili ho riempito,
tanti da far ricrescere tutti i filari,
tanti da spegnere tutto quel fuoco!
Potremmo bere in eterno tu ed io!
Son stata previdente,
ma dopo 291 giorni
l’ho capito anch’io
che le premure erano vane.
Era come avere in circolo
troppa moneta,
quella cosa che serve per comprare.
Han ribaltato tutto,
e il mio lavoro non serve.
Qui non siamo
per le nostre capanne,
e i nostri morti da qui
non li sentiamo più.
Faccio la fine della piante.
Aspetto tue notizie.
Rammollisco come i platani maturi,
quando nessuno li raccoglie.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Il Tempo
Vivo di tanto tempo
e mi sembra che sono nata oggi
oggi mi sembra che non esisto
e domani sono nata di nuovo
ieri sono partita
e mi sembrava che nemeno non sono stata
vorrei venire
pero non so tornare.
Accetto il regolamento
Fabio Amato
Nebbia
foglie sparse nella grigia nebbia di città
formano malinconici tappeti
sui bordi di marciapiedi,
tra gli indifferenti sguardi di passanti
persi tra le strade e gli incroci
di vite similmente chiuse
impermeabili alle altrui esigenze.
Sono i senza speranza
trascinati dal vento,
turbinano nelle coscienze di ghiaccio
di chi conosce solo l’inverno
e non sa quanto anche da lui
dipenda l’estate,
nè quanto importante sia
la libera scelta
di un’esistenza senza legami
se non quello
con le proprie emozioni.
Accetto regolamento
Alzheimer (una sconfinata giovinezza)
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Ti ha rubato i ricordi
ad uno ad uno
dispersi in un prato
e sopra quel verde di vita
cortine di nebbia
e secolari rami secchi
Hai perso i giochi infantili
la religione
tutte le strade percorse
chilometri di vita
il nord
il sud
ed insieme gli amici,
tutte le chiavi
e tutte le parole
…la libertà
Il lavoro
il conto corrente
i baffi
gli occhiali
la casa, il caldo, la gioia
la noia
la luce
il buio
no, quello no…
il sapore del vino
l’odore del vento
il tuo compleanno
e tutto il tuo tempo
Hai perso il mare…
Quel nostro mare papà,
Perfino quell’antica cicatrice sul petto
“Cosa mai mi è successo?”
Gli occhi ancor più chiari
allargati
impauriti
innocenti di nuovo
totalmente bambini
“Chi sei?”
E tutto diventa sorpresa
il pesce rosso sottratto alla vasca
ora è nel fondo della tua tasca
E non c’è più padre e madre,
né moglie né figli
né fame né sete
Non c’è più amore
Nemmeno il pudore
è tutto indolore
proteine impazzite
ingabbiate
orribile gomma che torna e
cancella pagine intere di vita
Amarcord…
No, non ricordo
confondi le ore, il giorno
la notte
il mio nome,
hai perso il mio nome
Confondi le ore, il giorno
la notte
guarda le stelle,
adesso son spente nel cielo,
perché?
Confondi le ore, il giorno
La notte
Immensa è la notte
Con tutto l’amore che posso
Nel tempo,
il Ricordo,
di te.
Dolce calore di un Istante
Occhi cosi dolci e misteriosi ella avea
che pochi uomini ebbero la fortuna
di scorgere nelle vita…
Io ne scorsi per un istante la loro magnificenza
e ne fui catturato e rapito nei sensi,
profondi come il mare erano e in essi mi persi….
lineamenti come la regina d’egitto
e labbra su cui un uomo
potrebbe morire per un solo suo bacio
per un angelo come te
sarei disposto a circumnavigare tutti i mari del mondo
sino a che al sorger di un’alba iin cui l tuo sorriso baci il sole e mi conduca a te….
By
Gaetano Marco Iacona
accetto il regolamento
LA TUA ASSENZA
…Nella pioggia,
fedele amica dei miei silenzi,
troverò rifugio.
Una quiete improvvisa,
calmerà la tempesta
dell’anima.
I battiti selvaggi,
del mio cuore…
accompagneranno
il canto della Notte!
Le gocce,
cadranno sul mio viso…
dando vita a pensieri
invisibili,
e sensazioni indelebili!
Gli occhi
Si chiuderanno,
e con la tua immagine
incisa nella mente
non mi sentirò sola
Amore Mio!
Accetto il regolamento
Borghesi Roberto
che cosa è la luce
qualcosa che riduce la noia
la mia bocca beve
un istante breve
per farlo eterno
il suo perno è la gioa
che sciglie il dolore
con uno spruzzo d’amore
faccio rima con cuore
come un menestrello
a corto di parole
la prole della musa
gioca e non chiede scusa
del baccanale
come a carnevale
e giovinezza si spande
allegra per calli e lande.
afferiamo l’istante
con una mano gigante
afferriamo il momento
che il cuore batta lento
il ritmo della festa
e non resta che sperare
nello ieri che sa donare
il futuro fortunoso
è lo sposo dell’ombra gioiosa
il nome della rosa
è rosa, nome della sposa
del vento
io non mi lamento
e fermo la rima
prima che lo faccia tu
amico dal viso blu
colore amato da picasso
pittore mai lasso
di penellare colombe
dal passo senza trombe
si mi fermo ora
anche se vorrei ancora…..
Accetto il regolamento
BIAGIO BARBERO 31/01/20123
Accetto il regolamento
TI HO AMATA
Bussero’ piano alle porte
di questa notte lieve,
fragile come cristallo
che neppure l’ urlo
della tua indifferenza
manderà in frantumi.
Poi verrà domani
e nel rumoroso silenzio
delle parole leggere
di un bimbo indesiderato
scriverò il tuo nome
sulla pergamena ingiallita
della vita,
sulle torri argentate
di Sidone,
sulle onde instabili
di dune assolate.
Ti ho amata per un attimo
ed ogni attimo
ricomincio ad amarti.
LA VOCE DELL’ANIMA
La voce dell’anima
si insinua nella mente
che in silenzio si erge
e grida il tuo nome.
La voce dell’anima
si intenerisce al dolce cullare
delle tue braccia
che mi avvolgono
in luce ed ombre colorate
di sole al tramonto.
La voce dell’anima
scava le pieghe nascoste
del cuore
intatto e puro di emozioni
mai vissute nel tempo
dei sospiri.
La voce dell’anima
è lo specchio imparziale
del tempo che scorre
inesorabile giudice
delle paure e dei gesti
che si susseguono nella vita.
La voce dell’anima
è la mia ricerca del vero
e del “per sempre”
che si perde nei tuoi occhi.
accetto il regolamento
Accetto il regolamento
Avanzi lentamente
Avanzi lentamente
nella stanza spoglia
solo la tua ombra mi tocca
gradualmente mi sale addosso.
Nuda increspatura
di un io inaccessibile,
desiderio ambiguo
che si annulla nella sacra volontà.
Monica Sottili /01/02/2013 accetto il regolamento
PRIMA DI TE
Un groviglio di giorni.
Matasse di fili assurdamente avvinti e sempre uguali.
Immobili.
Enormi vuoti d’aria di un tempo che scorre e porta via .
Porta via ogni cosa.
Anche il sorriso.
Anche il pianto.
I grovigli i fili e il nulla ad impedir la voce, ad avvizzire il cuore.
Un cuore già lacero.
Calpestato e graffiato.
Rammendato e poi sdrucito e poi ancora ricomposto.
Malamente.
Senza smania di guarire.
Assente di palpiti e spoglio di turbamenti.
Come foglio di carta senza parole.
Musica senza armonia.
Eppur il corpo si muove e le membra si affrettano.
Lo sguardo conosce e distingue
La mano si tende e le labbra son schiuse a recitar parole.
Parole imbrogliate e mentite.
A coprire l’anima inerte.
Immobile come i giorni
Vuota come il nulla
Indolente e passiva di tutto e di niente.
Scarne.
Moleste.
Le stelle accese per far luce e verniciar la scena.
Brevi attimi persi in uno spazio infinito.
Disadorni di letizia.
Sterili di ricordi.
La mia vita.
Prima dei respiri.
Prima di questo giorno.
Prima della vita.
Prima di te.
Palmieri Placido
ALBUM
Ho perduto una tua foto,
era la più nitida di tutte,
l’unica in cui tu sorridevi.
L’ho cercata
perchè notai subito
il distacco di quell’attimo
che un tempo era diventato mio.
Risfogliai l’album
e ne vidi una simile,
scorgendo in fretta
quel lieve dettaglio
che la differiva
e mutava ogni cosa.
Continuerò la ricerca
e solo quando
quel piccolo frammento
tornerà ad incastrarsi
nuovamente in quella raccolta,
lasciata aperta al vento,
sapro’ bene custodirti.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Operosa mente che viaggi
al confine della sventura
Accogli questo triste pensiero
Che grida e arde
nel limbo della consapevolezza.
Come un albero che si accinge all’autunno
I miei rami non resistono più al freddo,
Il tempo ha ormai raggiunto la fine
E pochi istanti restano da battere.
Apro gli occhi e vedo un uomo,
Movimenti lenti, logorati, quasi sfiniti,
Un trascorso mai lungo quanto duro,
Movimenti pesanti,
Come a voler sfruttare, quasi rallentare,
Ogni istante.
Ma il tempo, continua a pizzicare le corde
Sull’arpa della vita e ogni tocco
Ci avvicina sempre più
Al termine dei tempi.
Era più facile ridere,
Era più facile parlare,
Era più facile vivere,
Era più facile persino pensare.
Oggi ho una mente buia,
Quasi morta.
Ricordi e pensieri
Avvolti da fitte nebbie scure
Così dense da rendersi palpabili.
Ed è triste il pensiero,
Annullando te
Annullai me.
Adesso sono qui che
Ascolto la tempesta di sentimenti
che l’anima mi trafigge.
Attendo che questa bruciante
Memoria si svuoti
È ciò che di più saggio posso.
Ti vedo in me
E che far non so.
Fuggire o riapparire?
Sento il sapore di un tempo perduto,
Passato, volato,
Come il tempo che scorre
A suo perpetuo battere.
Alle mie spalle scorre una pellicola sbiadita,
Immagini di nude carni
In cerca di carnali soddisfazioni,
In quel tempo in cui sembravano essere
Il culmine di un personale oblio.
Oggi, qualcosa mi turba l’anima,
Uno sguardo, un saluto, un abbraccio…
E quell’ ormai certo oblio scompare…
Vedo solo i tuoi occhi,
I miei orecchi sussurrano il tuo nome,
Offuscando ogni mio sentimento.
Oggi ho serenità e amore in cuor mio,
Mancava solo quel vecchio coraggio,
Attento sostenitore di una sfumata oscurità,
Spazzato via, dalla sola paura di perderti.
Ma adesso ho coraggio
E con un dolce gesto
Ti saluto per sempre
Unico amore.
(Michele Starvaggi)
Accetto il regolamento
FORMICHE …
Piccole creature
si muovono dentro l’Universo
Portando il proprio peso
sulla schiena
Come un tizzone acceso
Come un fardello
Creando ogni giorno
senza ozio
Sedimentando
l’esistenza nel proprio spazio
Superando la salita e la fatica
portano avanti
il loro laborioso mondo
Non si ferma il loro fare
Si arresta piano …
Per poi tornare
ad essere energia
Onda di vita
che lascia la sua scia
Un dipinto vario
e variegato
di compiti precisi
svolti con precisione
Dentro un castello
scavato nella roccia
Si spingono in esso
e fuori
come creature amiche.
Siamo forse diversi
dalle formiche?
Tiziana Scuderi
( Dichiarò di accettare il regolamento)
ACCETTO IL REGOLAMENTO.
Questa poesia da il titolo alla mia raccolta di poesie VERSI D’AMORE.
VERSI D’AMORE
Versi d’amore, parole doce
ca nascene int’ò core
quanno t’annammure.
Versi d’amore, sì tu
ca me tiene schiavo è te,
schiavo è sta passione,
inferno d’ammore si pé mme.
Versi d’amore, parole doce
ca nunn fernesceno maije,
t’accumpagniano pé tutta a vita.
Girolamo GRAVINO
” RONNDINE EMIGRANTE”
Una rondine sul mio tetto,
mi saluta ogni mattina, cinguettando
con diletto, la sua storia peregrina.
Vola, Vola rondinella vola, ancor leggera
e bella forte in volo sei, costante,
anche tu sei un’emigrante. Nell’idioma
tuo gentile mi hai parlato de suo amor,
mi hai narrato i suoi sospiri e le pene del
suo cuor. Tu che varchi mari e monti,
porta in volo il mio pensier, il mio cielo
con i suoi tramonti, tenui e rosei la sul mio
“COLLE”…
Vola vola rondinella, vola ancor leggera
bella, forte in volo sei costante anche tu
anche tu sei un’emigrante.Te ne vai a
ignoti lidi ma ritorni, io qui t’aspetto
l’emigrante a te confida i suoi pensieri
e i suoi affetti. Vola, vola, rondinella
sul mio petto io ti aspetto.
Filomena Di Michele Paventi…Canada
Accetto il regolamento
I COLORI DI ELSA
Elsa fuggiva,
loro non lo sapevano,
non la cercavano neanche.
Lei era SICURA non la vedessero,
mentre sgattaiolava dalla porta d’ingresso con le sue scarpette rosse.
Non si voltava nemmeno, per controllare se qualcuno la seguiva.
Il suo viaggio terminava sempre nello stesso posto: il bosco.
Lì raccoglieva tutti i colori
che, poi, una volta rientrata, usava per dipingere la mente.
Il marrone ed il giallo in autunno,
il verde smeraldo d’estate,
il grigio in inverno
ed il rosa in primavera.
Ecco, con questi colori componeva tutti gli altri.
Colori netti o sfumati.
Li raccoglieva, nel suo cestino, dopo averci messo sotto un fazzoletto,
perche non scivolassero fuori,
e li deponeva all’interno, uno sopra l’altro,
non si mescolavano, da soli,
lo faceva SOLO lei,
una volta rientrata nella sua stanza,
di notte.
Lei parlava, con i colori,
quando li toglieva dal cestino
e li riponeva sul tavolo, con dolcezza,
per paura quasi di disturbarli..
Poi, quando le luci si spegnevano
e lo spioncino si apriva e chiudeva per l’ultima volta, nella giornata,
Lei li prendeva e ci volava, insieme,
ai colori,
anche se non si muoveva dal letto.
Non si alzava MAI, dal letto.
Non poteva, da quando quella lama d’acciaio
le aveva interrotto il flusso del midollo osseo all’interno della spina dorsale.
Ora era rientrata,
oggi era andata bene, aveva raccolto proprio dei bei colori.
Ci avrebbe fatto delle bellissime chiacchierate,
pensò,
Elsa,
dall’immobilità del suo lettino.
RL
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Sabrina Fida – Accetto il regolamento.
Amore a senso unico.
Aveva la faccia arrossata per i baci ricevuti e donati,
gli occhi sprizzavano gioia, la pelle odorava ancora di quella di lui,
l’anima di solito così quieta, era inquieta e sofferente…
Lei lo amava perdutamente ed ogni volta staccarsi da lui era per lei molto doloroso!!
E lui cosa sentiva lui quando se lei se ne andava?? Lei non lo saprà mai…
Ma forse lui provava solo un appagamento del corpo, lei era stata una delle tante donne passate tra le sue braccia.
Con questa consapevolezza lei doveva vivere e ogni giorno anche un po’ morire.
FUORI EDEN
(di Veronica Liga)
Paradisi perduti
in un bicchiere d’acqua sporca
mezzo-vuoto..
Mele della conoscenza
morsicate dai denti di giudizio velenosi
dolenti,
cariati dal troppo dolce
o dal DNA troppo acido –
E a forza di competere con il lamento
la ragione perde la voce
e si perde anche lei
per mano con l’Eden…
ACCETTO IL REGOLAMENTO.
Rita Chinotti 01-02-2012
Pensieri rotti
Cadono le foglie sui pensieri della notte
scende la sera ad imbrunire ogni cosa
precipita il silenzio a soffocare la vita.
Restano solo occhi spezzati dal pianto
anime trafitte da spade di ghiaccio
cuori assordati dal vento.
Poi le urla silenziose annegano
nell’asciutto mare del tempo
dove il dolor non trova pace.
(RC)
Accetto il regolamento
LUCA FADDA – Accetto il regolamento
FIGLIA AMATA
Del tuo sangue io sono
Ma è ingiusto che tu
Ti riprenda il tuo dono
Senza pensarci su
E del buio ho paura
Non soltanto perché
La mia età è immatura
Ma perché sento te
E’ il tuo corpo da adulto
Sopra il mio piccolino
Ma trattengo l’insulto
Ed attendo il mattino
Perché quando c’è luce
Sono solo un’infante
Ma la notte ti induce
A trattarmi da amante
E’ IL RICORDO DI QUANDO TE NUDA
di Daniele Cavalera
Di te posso scordare tutto:
l’impazienza e la partenza,
la lontananza,
i dubbi e le aspettative.
Ma non posso dimenticare
mani che trattengono fianchi…
quelle braccia mie aggrappate alla tua esile vita.
E ti stringo a me,
teneramente tuo…
Di te posso scordare la follia!
gli occhi velati e la gioia,
i sussurri sensuali,
le parole sconce e il pianto.
Ma non posso dimenticare i tuoi fianchi,
come dimeni quelle curve…
Rievocazione così fragile, come delicata piuma,
l’oblio non merita.
E’ il ricordo di quando te nuda,
su di me, e tu la luna…
E tracima da me quell’incanto,
che brilla come pioggia
luce calda e densa come la nebbia,
penetrante aria bollente,
mentre sfioriscono petali rosa
e germogliano fiori di quercia.
Passeggi scalza per la casa?
Al passare dei tuoi fianchi
si oscura l’intera stanza
come il cielo quando le nubi…
Mi basta guardare, osservare, toccare
e baciare quella esile vita …
che la vita in me risplende.
Strane geometrie le tue curve!
Anche dietro quelle curve, e davanti l’ombelico
dal contorno d’un chicco d’uva,
ma salato come l’oliva,
invita desiderio e fame
a mordere la carne come fa il puma.
Cala su di te la danza della mia bocca,
e sulla tua esile vita estendo le mie mani:
il mio cuore ferito col tuo amore ora guarisce.
E baci sulle larghe spalle dalla liscia pelle,
e al di sotto le colline belle;
desideri proibiti, e tra quei seni vago errando
fantasie che perdurano nel tempo.
Sì, di te posso scordare tutto,
anche il dolce sorriso …
ma non dimentico la mia bocca fondersi sulla tua,
per andare a prendere l’anima,
penetrando le tue pianure interne, e ritrovandomi poi al tuo fianco
perdermi ancora nei tuoi occhi,
usando la lingua come bussola…
Ti ricordi di quei momenti belli,
serrata al mio petto,
origliare gli echi dell’anima, e palpiti,
tra di essi la quiete, e caldi i rimbombi?
Uno accanto all’altro e alla pari i nostri cuori,
accompagnano i rumori
della notte silente dell’Amore
-Accetto il regolamento della Gara Poetica Gratuita “Ad Lucem” e do il consenso al trattamento dei dati
In fede Daniele Cavalera
(Accetto il regolamento)
CATARSI
(sonetto a rime alternate)
Giorni persi in accese rimembranze:
Pensieri immondi, fantasie fregiate,
Coltivate in boschi di speranze
E perdute in pagine sciagurate.
Notti insonni, biecamente oscure,
Ricolme di bruma e sogni confusi
Ma sempre precisi in sorde paure
Negl’ occhi al mattino sempre rifusi.
Poi tu, lenta e discreta,
Poi tu, nuovo candore,
Poi tu, fatta d’attesa.
Spolvero ‘l cuore da passati di creta,
Guardo i tuoi occhi con nuovo fulgore,
Trovo la fiamma d’impeto accesa.
T3
Magda Patti- ACCETTO IL REGOLAMENTO
SENZA RETE
Voglio tornare
trapezista senza rete.
Ad occhi chiusi, poi bendata
e a luci spente
per esser piu’ audace
nell’incertezza.
Nuda la mente.
Buttarsi a capofitto
con due mani, poi con una…
e infine a testa in giu’
per sentir meglio
l’ebbrezza dell’ abisso.
Servirsi dell’istinto
spogliarsi di ogni ragione.
Staccarsi per il gusto di rischiare.
A luci spente, nudo il cuore.
E poi osare
e osare nuovi voli,
fiutando l’altro appiglio nello slancio.
E infine, ad ogni evoluzione,
li’, nel buio dell’ignoto,
nella mente,
dentro il cuore
quell’ unica certezza,
…..quella sola:
” se non ci si schianta,
adesso, si vola ”
(ho ripubblicato la poesia poiche’ la prima volta che l’ho fatto ho dimenticato di accettare il regolamento)
LISA DAGLI OCCHI BLU
Capita, di tanto in tanto, che una donna
confonda piacevolmente i miei pensieri
e io mi trovi a fotografare una luna
sopra un mare risolutamente sereno.
Ti aspettavo, senza nemmeno saperlo,
da molto tempo e adesso, all’improvviso,
sei arrivata, senza né annunci né trombe,
a scompigliare l’ordine sparso dei sogni.
Di Guido Comin (PoetaMatusèl)
Accetto il regolamento del concorso.
Copyright © 2012 Guido Comin
UNA GENERAZIONE.
Non si misura il tempo con le foglie
che cadono in silenzi controvoglia.
Ci si consola salutando vecchi.
superstiti di un’epoca scaduta
come naufraghi di una stessa storia
prossima a confluire nella memoria
Accetto il regolamento
POST TENEBRAS
Il portatore di luce,
con i suoi occhi di brace,
accende le tenebre
con ingannevole attrazione.
Incanta gli sguardi sul cielo fosco
coprendolo di infiniti diamanti
che brillano ma non illuminano.
Nel mistero è seducente
la sua eterna bellezza.
Dietro il disincanto c’è il luccichio
per attirare le anime perse
verso il vortice della follia.
( accetto il regolamento )
GIRASOLI
Sono rimasta ad ascoltare gli uccelli
stamani, che hanno violato
i sigilli della notte
col frullare chiassoso
delle piume.Hanno salutato
il giorno con un canto nuovo
o forse no.
dai girasoli dei pensieri
ho strappato i petali, a uno a uno,
delle mie amarezze.
(accetto il regolamento)
Agostina Spagnuolo
con un canto nuovo, o forse no.
(accetto il regolamento del concorso)
le labbra chiuse
forse quasi in attesa
di primavera (D)
Cancellerai quei colori solo per amore,
il vento che soffiava le parole vuote
e tremava polvere di cielo fra i capelli.
Sarai follia per tutti i tuoi ricordi ciechi
Sbiadirai di velo, un confetto ad ambra
fra tutte le luci fioche che attendono
forse una risposta od un temporale
a spazzare via le pene ed i dolori grigi
Coltiverai gli sguardi solo per inerzia,
silente vendetta delle albe abbandonate
alla loro vuota vanità di terra bruna.
Quanta fortuna restituita al mare
Sarai rimorso o compassione sfumata,
odio conteso fra la dolcezza e il segno
inciso ad arte sulle ossa e nella roccia
che tremava rune per non ricordare
Cancellerai carezze e baci dati al cuore,
le labbra appena socchiuse, sussurrate,
ancora rosse di un tramonto lieve.
(accetto il regolamento. Stefano Drakul Canepa)
Gela il coraggio
il dolore che circonda
la veglia,
sospiri dentro parole
che soffocano l’ansia.
Rose spinose e fili d’erba
una nota di colore
dentro il grigio del cuore..
Aspettando il sole con la pioggia negli occhi; un pianto antico si eleva in alto, mendica giustizia. Criniera del vento gela il coraggio di un fiore sbriciolato..
(accetto il regolamento del concorso)
UN UOMO
«Quanto tempo ho aspettato
quante volte ho pensato che toccasse a me
di uscire
Riuscivo ad arrivare alla porta
mi prendevi alle spalle per impedirmi
di uscire
Tornavo nella mia stanza a sperare
non potevi per sempre proibirmi
di uscire
Ma oggi camminerò a piedi nudi
non mi sentirai quando starò
per uscire»
Riempì l’occhio dell’uomo
cominciò a traboccare.
Scivolò sulla guancia
quella lacrima felice.
(accetto il regolamento del concorso)
Appeso alla vita…
Appeso alla vita
ogni attimo vissuto
frammenti di gioie, dolori
si mescolano
rendendo vita
ciò che è l’illusione
dell’attimo vissuto
Un ricordo
un intero pensiero
disperso nell’universo
Appeso alla vita
in un mare di fuoco
lamenti e tormenti
reagisce
si allunga al sole
appeso alla vita
un soffio di vento
e poi tutto svanisce.
(accetto il regolamento)
samamantha verchi
Brooke Borgia 02/02/2013
un silenzio di passi soffici
sovrasta la marea bianca
l’arcobaleno si nasconde
tra limpidi ed innevati
solchi della mia anima
ma una mano tremula
ha dipinto guardinga
una macchia di colore
per poi dissolversi tra
il grigio di emozioni
ancora da scoprire…
(accetto il regolamento)
Maledetti d’Amore
Ho chiesto al vento di te, furioso mi ha detto:
“L’ho lasciato tra spiagge di luce e mari di fuoco,
tormentato e indeciso nella sua nuda essenza.
Oh! Vento impetuoso ascolta il mio pianto,
riportalo a casa, vola nel tempo.
Tu, tempo vorace: non provi pietà
per questa mia croce? Torna indietro
ti prego, prendi i miei anni ma fa che ritorni!
Tu, luna splendente che vedi la notte
e non temi la morte, guardati attorno
conducimi a lui, te ne prego…stanotte!
La voce di luna mi parla sommessa:
“ Ho vegliato e cullato le sue ultime luci,
ha chiuso i suoi occhi nell’immenso mio mare.
Gli ho lasciato un sentiero tracciato di pace,
ma lui si è perduto tra ombre rapaci “.
Quale Dio pregare per farlo tornare,
quale grido inventare per rompere il vuoto?
Il nulla mi chiama, è grande…è potente!
Mi attira suadente, mi penetra dentro.
Si tinge di nero questo mio cielo
tra ombre rapaci adesso lo vedo!
Maledetti d’amore… per noi la condanna!
accetto il regolamento!
TU
Vedi che io posso abbracciarti senza che tu mi senta?
non è un filo di pelle che ci sollecita la speranza.
Io ti desidero e amo, attraverso quella luce che è li ……posteggiata!!!.
attorno a quell’alone di pensiero furtivo,
che invade il mio spazio.
accetto il regolamento
Insegnami ad amarti,che a soffrir
nel vedere la tua indifferenza
ho gia’ imparato,portami nelle tue
estati e saro’ soffio di brezza
sensuale che carezzera’ le tua pelle,
insegnami ad amare le tue
piccole cose, saranno le grandi
cose che curero’ in ogni tempo,
alzami croci dove potro’ pregare
sotto alle tue parole,lasciami
fermo nelle tue orme per far
che io agli astri ricordi che anch’io
nel tuo cuore son svanito,insegnami
a piangere perche’ all’ultimo bacio
che mi darai diverranno ruscelli di
dolore le lacrime che scivoleranno
dagli occhi che da un sogno ti
hanno raccolta….
accetto il regolamento
Momenti mancati
(A mio fratello)
Riallaccio la cortina dei miraggi
di spoglie pagine incolori
tra le folate corte di giorni incontinenti
come di un mappamondo senza freni.
Un treno faticoso era per te quel viaggio
su un solco troppo lento da bere in un momento
da amare in una notte
o da fumare con il gusto di un ricordo.
A noi preferivi proni paesaggi di confine
e abbracci famelici di donne di passaggio
quando già la tua linfa breve
consigliava quiete e affetti certi.
È con malinconia lunga che mi ostino a cercare
tra la poltiglia di modelli evanescenti
il tuo sorriso di amaranto
perito nel tempo di uno scatto.
Giuseppe Mandia
Accetto il regolamento
POETA SOLO
Il poeta sa
solo sale
e sole
sulla sua
sola sillaba
sé
(Fernando Manca) Accetto il regolamento
IL MIO SOGNO
Aprire lo sguardo
non è vita che riappare
se nel sogno stringi il mio corpo
e all’ alba di questo mi accontento
accetto il regolamento
Una voce d’esilio
E’ una voce d’esilio
e mi richiama alla mente un altro cielo
ora che intento a sfamare i ricordi
m’abbandono ai ricorsi del tempo.
E rinasce il rimpianto
d’un’altra primavera, d’un altro sole
che colori i miei giorni
e mi ridoni la gaiezza di ieri.
Un pensiero struggente mi regala
una nuova emozione della mia giovinezza
ed io m’arrendo ad un vento di gioia
che mi penetra dentro
e mi consola
delle passate stagioni.
Accetto il regolamento
Davide Cilibrasi
Gelido vento
che, della vecchia,
cattura lo stanco
salmodiare e torna
caldo. Confortante.
Accetto il regolamento
SI CHIUDE CON 169 POESIE PARTECIPANTI IL CONCORSO.
TRA UNA DECINA DI GIORNI TROVERETE I RISULTATI ED I 3 VINCITORI
PER TROVARE FACILMENTE I RISULTATI BASTERA’ SCRIVERE NELLA BARRA DI RICERCA (IN ALTO NEL SITO ED IN BASSO) LE PAROLE: AD LUCEM
Scusate…..
a quando il prossimo concorso ??? sono arrivata troppo tardi……non lo sapevo !! :(
Ciao Carmela, continua a seguirci. Abbiamo sempre delle novità letterarie (e non solo) divertenti.
Online trovi il Concorso Scansia, in scadenza a fine marzo.
A breve uscirà il bando per la Quarta Edizione del Concorso Nazionale Letterario “Oubliette 04”, e dovrebbe anche uscire qualche altro concorso con dei libri in regalo!
Per leggere il regolamento di Scansia:
http://oubliettemagazine.com/2013/01/08/concorso-poetico-scansia-vinci-25-libri-con-oubliette/
VINCITORI E FINALISTI DELLA GARA AD LUCEM:
http://oubliettemagazine.com/2013/02/21/vincitori-e-finalisti-della-gara-poetica-ad-lucem/