La guerra tra i giganti del Web Facebook, Google, Microsoft, Apple ed Amazon è iniziata
La battaglia tra Facebook, Google, Microsoft, Apple e Amazon è iniziata. Mentre a Dubai si discute del controllo di Internet (tema a cui Wired di dicembre dedica la copertina), ecco le forze in campo Appleachia confina, ad Est, con Google Earth, la quale, a Nord, si tocca con Amazonia.
In mezzo, separata dagli altri regni da una serie di colline e montagne, c’è la fortezza di Facebook. Nell’estremo Nord Est, intanto, oltre il Mare dei Contenuti, l’Impero dei Microserfs, un tempo potentissimo, medita ambizioni di rivincita. Più che a Risiko, la mappa realizzata dall’ Economist si ispira esplicitamente al ciclo di libri (e alla serie tv) Game of Thrones, dove in un mondo senza sovrano (o meglio con troppi sovrani) la guerra la fa ormai da padrona.
E la guerra è proprio lo scenario più appropriato per descrivere le relazioni tra giganti del Web, secondo il settimanale britannico, che al conflitto tra i colossi della Rete dedica la copertina, un editoriale e un approfondito servizio, intitolato, appunto, Another Game of Thrones. Un altro “ Gioco di troni”, insomma, reale e digitale, in cui forse non ci sono draghi e lupi ma assedi e incursioni sì, e in cui la pace non sembra una prospettiva contemplata dai contendenti.
Se nella saga di George R.R. Martin a scatenare il conflitto è la morte di un re, l’anarchia dello scacchiere virtuale – secondo l’ Economist – è innescata dalle incessanti trasformazioni del mondo digitale che ridisegnano senza soluzione di continuità territori e strategie. Al Web, dopotutto, si accede sempre di più dagli smartphone e i servizi si offrono attraverso la nuvola.
Risultato: i confini tradizionali si fanno porosi e le scorribande dei contendenti nei campi avversi sono all’ordine del giorno.Google, signore delle ricerche sul Web, attacca Apple sui telefonini attraverso Android e nello stesso tempo, con Plus, cerca di fare breccia nella roccaforte social di Facebook.
La contea di Zuckerberg, da parte sua, accarezza il sogno – dicono i rumors – di un motore di ricerca alimentato dagli amici. Mentre Amazon e la Mela sono destinate ad incrociare sempre di più i loro tablet per determinare chi è il migliore nel fornire all’utente contenuti di bit, dagli ebook (dove sua maestà Jeff Bezos parte avanti) alla musica (dove sono gli eredi di Jobs I, il magnifico, ad essere in vantaggio).
Nel gioco di metafore dell’ Economist le piattaforme diventano le armi “con cui le fazioni in battaglia cercano di governare le proprie terre e di conquistarne di nuove”, ed i brevetti quelle “con cui provano direttamente a far male ai rivali”. Insomma, il rumore di fondo che proviene dal Web assomiglia sempre di più al clangore di spade.
Una melodia metallica che, a pensarci bene, è forse la colona sonora migliore per salutare l’inizio, proprio oggi, della World Conference on Internatonal Communications(Wcit-12) dove – ricorda lo stesso Economist – i governi del mondo si preparano a combattere per il controllo della Rete.
Ma questa – almeno in parte – è un’altra storia.
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