“I confini del tempo” di Pina Vicario – recensione di Marzia Carocci
Durante la lettura di questo libro, si ha l’impressione di ascoltare una donna che del mondo esteriore ed introspettivo, ha osservato ogni passaggio, ogni apertura e accesso.
Una silloge ricca di vita vissuta, osservata, riflettuta, amata, sofferta; ogni poesia è una ricostruzione vista da ogni prospettiva, sezionata, respirata, toccata difesa e accusata.
Liriche soffuse dove l’uso della parola ricercata è fondamentale così come il perfetto incastro fra i versi delle figure retoriche che “aprono” scenari senza lasciare dubbio all’immaginario del lettore, ogni verso è ricamo di parola anche là dove la sofferenza esprime il gesto e il pensiero.
La poetica di Pina Vicario, oltre che essere tecnicamente perfetta nella forma e nella musicalità, è ricca d’ essenza e di valore civile e umano, a volte rimembrante, altre riflessiva, ora nostalgica e a momenti diventa monito contro le ingiustizie di un mondo sordo e sempre meno umano.
La poetessa traccia in parti ben distinte del volume, alcune tematiche che vanno dalle trasformazioni /trasfigurazioni dell’ambiente, delle idee, dell’esistenza stessa, ai drammi della storia, con la guerra e le verità vigliacche di quest’ignobile atto invocando poesie che scuotono l’anima del lettore.
Vi saranno poesie dedicate a persone conosciute e personaggi comuni, poesie su paesi e luoghi visitati che hanno lasciato segni indelebili nei ricordi dell’autrice che ne disegna la reminiscenza, vi saranno poesie introspettive ed altre dal richiamo filosofico trasformando così, l’intero volume in un ciclo intero di vita dove vi sono sentimenti e rimembranze , sogni e emozioni, nostalgie e timori di una donna che ha attentamente osservato i microscopici e macroscopici movimenti che la vita con le sue imposizioni ci offre malgrado noi e i nostri desideri.
Un tessuto letterario dove niente è lasciato in sospeso; il lettore si commuoverà, sognerà e vivrà le emozioni attraverso le parole di Pina Vicario in un tragitto dove la concretezza dei temi diventerà riflessione per molti e dove il valore della parola andrà oltre le coscienze statiche e amorfe, oltre il semplice incanto dei versi, ma diverrà memoria aldilà dell’ultima pagina chiusa, chissà, forse addirittura a “I CONFINI DEL TEMPO”
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