Intervista di Alessia Mocci a Nicolò Gallio ed al suo esordio con “Ombre di sabbia”

Ombre di sabbia”, edito nel 2010 dalla casa editrice Gruppo Albatros, è l’esordio in letteratura del promettente Nicolò Gallio, che finalmente ha sentito la voglia di mettersi in gioco e di tentare una strada perigliosa ed irta di veri e propri malumori.

“Ombre di sabbia” è una commistione di arti nella quale la scrittura si concentra nella musica, nella pittura e nella natura stessa che può essere alcune volte turpe.

Abbiamo incontrato Nicolò Gallio per aver alcune risposte a certe domande che ci ronzavano in testa, l’autore è stato molto disponibile e cordiale nel risolvere questi dubbi.

 

A.M.:Ombre di sabbia” è il tuo debutto letterario. Che cosa ti ha spinto a pubblicare?

Nicolò Gallio: Lo stesso impulso, credo, che spinge una band ad uscire dal garage in cui ha provato a suonare finora. La voglia di mettersi in gioco, di confrontarsi con un pubblico a cui interessa o meno quello che hai da dire, la necessità di dialogare attraverso l’arte, l’urgenza espressiva di affrontare certe questioni, la volontà di presentare al mondo i tuoi personaggi e di sbattere in faccia agli altri le cose che non ti stanno bene. Ma sempre con l’intento di aprire un dialogo, non di mettere sulla carta un monologo. Per “vestire” questo esordio avevo bisogno dell’abito adatto: per questo ho chiesto ad un’amica, Elena Buono, di concedermi l’utilizzo di un suo quadro che mi piace molto, Senza titolo. Ci tengo a ringraziarla perché ritengo che per merito del suo dipinto la copertina rifletta al meglio l’atmosfera delle composizioni.

 

A.M.: Quanto tempo hai impiegato nel trovare una casa editrice interessata?

Nicolò Gallio: A pochi giorni dalla mia proposta a varie case editrici, ho ricevuto le prime risposte e contratti concreti. Ho scelto il Gruppo Albatros perché, oltre a dedicare un’attenzione particolare agli emergenti, mi sembrava offrire, nero su bianco, la promozione migliore. Tra qualche mese potrò dire se ho fatto la scelta giusta.

 

A.M.: Chi o che cosa sono le ombre di sabbia?

Nicolò Gallio: Sono le nostre esperienze, spesso talmente fugaci da ricordare l’evanescenza delle ombre o la consistenza mutevole della sabbia. Quelle situazioni che viviamo tutti i giorni, che possono incarnarsi tanto in uno spaventapasseri solitario ficcato in mezzo ad un campo sotto la luna piena, quanto nella ragazza che ti siede di fronte sul treno; in un eroe dimenticato troppo in fretta e in tanti personaggi che cercano se stessi, chi scappando lungo strade deserte verso città senza nome, chi chiedendo un passaggio al tipo sbagliato. A volte sono incontri piacevoli, in altri casi assolutamente deliranti. Ma sempre raccontati con il cuore.

 

A.M.: Quali sono le tematiche principali di “Ombre di sabbia”?

Nicolò Gallio: Penso che in primis la scrittura, e poi i temi stessi, risentano di un approccio visuale molto marcato, che dipende dal mio percorso di studi incentrato su cinema ed audiovisivi. Per questo mi interessa riflettere sui media e su come plasmano la percezione degli eventi;  allo stesso tempo mi piace unire un registro a tratti “epico” a passaggi che qualcuno ha definito “turpi”, ma senza essere volgare. C’è una parte molto consistente di composizioni in cui la presenza della natura è molto forte, mescolata a riflessioni ispirate da musica, letteratura, pittura, cronaca e ovviamente cinema e tv. Gli artisti che mi hanno influenzato sono molti e in certi casi ho seminato alcuni indizi, come le iniziali dei loro nomi, per ringraziarli in qualche modo della loro “moral guidance”.

 

A.M.: Pensa ad uno scrittore/poeta a te affine. A chi hai pensato e perché?

Nicolò Gallio: I nomi sarebbero molti, ma posso indicare Charles Bukowski su tutti. E non necessariamente per affinità o perché, come dicono molti, scriva di puttane, sbronze e corse di cavalli, ma perché mi ha consentito di approcciare la poesia senza pregiudizi formali o tematici. L’esergo di “Ombre di sabbia” riporta infatti alcuni suoi versi: «Rosa, rosa, abbaia per me». Rileggendo Bukowski, che ritengo un poeta più intenso rispetto a quando si dedicava a racconti o romanzi, ho ancora la stessa impressione di quando l’ho letto per la prima volta: sincero, onesto, genuinamente irritante, a tratti sbruffone per mascherare il suo essere nudo di fronte al mondo.

 

A.M.: Hai presentato il libro?

Nicolò Gallio: Ho registrato da poco alcune videointerviste per Viva l’Italia Channel, all’interno delle trasmissioni 10 libri e Se scrivendo, oltre a una bella chiacchierata a La luna e i falò su Nuova Spazio Radio. A partire da settembre inizierò presentazioni in librerie ed in ogni contesto “live” a cui mi sarà possibile partecipare, perché ritengo che il contatto diretto con i lettori sia il modo migliore per presentare un certo tipo di scrittura. Mi sto muovendo anche online: ad esempio, il profilo ufficiale di “Ombre di sabbia” su Facebook, seppur attivo da pochi giorni, conta già decine di amici che stanno aumentando a vista d’occhio e che ringrazio per il sostegno.

 

A.M.: Hai già qualche altro progetto per il futuro? Ci puoi dire qualcosa in merito?

Nicolò Gallio: C’è molta “carta sul fuoco”. In particolare, un progetto multimediale a cui tengo molto, che coinvolge il musicista Luca Donini  di cui sto scrivendo i testi in questi giorni: un’occasione imperdibile per collaborare con uno dei migliori jazzisti sulla scena. Ed una seconda raccolta di poesie già pronta, ma che per ora rimane nel cassetto fino a quando “Ombre di sabbia” si concederà una pausa meritata. Ci vediamo sulla strada.

 

Intervista del 2010.

 

 

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