Riflessioni telefilmiche: “Grey’s anatomy 8” dall’amor romantico all’amor filiale? – Antonio Mazzuca
Può un’adozione difficile mettere in crisi la maturità di una coppia? Ce lo racconta la nuova stagione di Grey’s anatomy, ogni lunedì su Fox Life.
L’ospedale più romantico e tragico d’America ha riaperto la nuova stagione con la disperata necessità di scoprire nuovi temi, visto che, finalmente, la coppia Meredith-Derek, ha trovata una decisa stabilità, dopo averne passate di tutti i colori.
Tra mogli negate, veterinari traditi, genitori malaticci e problematici, sorelle importune, sparatorie, crisi personali e tentennamenti sul proprio futuro professionale, la coppia Meredith Grey-Dott.
Stranamore dovrà affrontare nella nuova stagione un dilemma etico di natura professionale che finirà per allontanare, e neanche poi tanto i due.
Il dramma dell’ottava stagione
Senza pretesa di “spoilerare” l’evoluzione di una trama che dalla prima stagione sembra andare verso un unico senso, quello che sembra emergere in questa ottava stagione è l’elemento “disturbante” della coppia: non una donna, non un uomo e nemmeno la truffa innescata da Meredith falsando i risultati della ricerca condotta con l’amato maritino.
È l’amor filiale per la piccola Zoe il nodo critico di questa stagione, una presenza talmente importante per i due, che in un momento di crisi di coppia Meredith tenta addirittura di rapire la piccola per tenerla con se, scegliendo Lei, piuttosto che Lui, optando per la difesa dell’Amor filiale, piuttosto che dell’Amor romantico.
Una scelta, quella della creatrice Shonda Rhimes, piuttosto inappropriata per un personaggio che aveva faticato non poco per affrancarsi dal ruolo di Figlia fragile e dalle scelte “facili” (parola di mamma Grey), per assumere l’aspetto di una Madre consapevole.
La crisi dell’amor romantico
Se la crisi personale di Meredith e della coppia sembra apparentemente superata in poche puntate, anche nonostante la perdita temporanea dell’adozione della piccola, un nuovo focolaio di scontro è sempre dietro l’angolo per i due dottori; tutta questa stagione sembra in attesa di una nuova rottura.
Ciò è piuttosto incomprensibile se si pensa che, in realtà, ad animare la serie è sempre stata la piccante complicità sessuale dei due dottorini (ricordiamo le ammiccate pesanti in ascensore nelle prime stagioni?); ed è sempre stato l’elemento romantico a dominare l’evoluzione sentimentale della coppia, con una passione sfociata in romantiche frasi sussurrate nel buio delle salette per lo più nei momenti bui della trama (serie 4 e 7 su tutte, a seguito dell’addio dell’altra figura romantica, la Isobel Steven, reietta dalla produzione).
La domanda di Grey’s anatomy 8
Allora ecco una domanda inevitabile vien da farsela: veramente la direzione di una storia romantica può naufragare per la presenza, spesso invadente di un terzo, che non è più un’amante o un capriccio, o una disillusione, ma una bambina?
Veramente una storia dai caratteri così profondamente temprati dal sesso “clandestino” prima, e dalle avversità ospedaliere poi, corroborata sempre dalle frasi forti come “Prendi me, scegli me” o “Tu sei la mia persona” o “Se mi guardi non riesco a respirare” può essere abbattuta al suolo dal sospetto di non essersi impegnati abbastanza?
Forse l’ottava stagione intende suggerire questo: il passaggio dall’amor romantico al filiale non è davvero così facile, e forse non è nemmeno tanto inevitabile.
Forse è necessaria una maturità “altra”, una capacità di vedere al di là della coppia che i due non hanno ancora davvero raggiunto.
Shonda Rhimes, dall’alto della sua perfidia ha quindi lasciato nella sua ottava stagione, lo scoglio più alto ai due tormentati dottori: sai amare un figlio come ami l’altro?
La risposta è sì, al punto di rapirlo. E sai farlo con la stessa maturità? La risposta è “forse” e forse sotto c’è anche l’impressione che la maturità dell’amore fra i due dottori non debba essere data troppo per scontata, nemmeno dopo 7 lunghe stagioni.
Written by Antonio Mazzuca
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