Vincitori della gara poetica “Valentino VS Faustino 2012”

La gara poetica “Valentino VS Faustino 2012” si è conclusa il 16 febbraio. Una partecipazione altissima come per ogni nostro concorso e cogliamo l’occasione per ringraziare i nostri lettori per l’importante presenza.

La giuria della gara (Alessia Mocci, Rebecca Mais, Alessandro Pilia, Carla Casu, Luca Gamberini ed Alessandro Bertolino) ha decretato 12 finalisti, dai quali sono stati scelti sei vincitori.

Finalisti sezione A/B:

“Sono due” di Raffaele Di Palma

“Errare vagabondo” di Italo Zingoni

“Sorprendimi” di Domiziana Gigliotti

“La luna” di Maria Teresa Lentini

“Portami via con te” di Daniela Schirru

“Un amore eterno” di Duilio Martino

“Perché” di Rosaria Fiore

“Gli amori impossibili” di Cettina Lascia Cirinnà

“L’amore perduto” di Raffaello Corti

“La vestaglia” di Bruno Saiu

“Fiori di Gioventù” di Luciano Tarasco

“Alba di spiaggia” di Maria Daniela Dagnino

Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i partecipanti (tutte le poesie partecipanti possono essere lette QUI) e congratularci sia con i vincitori ma anche con i finalisti. È stata un’ottima gara poetica e come sapete, cari lettori, ci saranno sempre sorprese su OublietteMagazine.

Ed eccovi i vincitori delle spillette prodotte da Oubliette Magazine:

Sezione A (Poesia Valentino)

“Sono due” di Raffaele Di Palma

Sono due
in un tempo
ora eterno
di un cielo
che non si stacca
dal nulla
ora di polvere
di sangue
e di cimitero
Coi loro profili
le mani
a cercare
giochi d’incastri
nella trascendenza
dei letti
senza panni
nudi
Sono due
intelligenze
distaccate
dai fianchi
che si cercano

in un cielo
di cristallo
in due occhi
ravvivati dal calore
continuamente.

 

“Errare vagabondo” di Italo Zingoni 

Sulle tue lievi sponde si consumano lente
in un brivido sospeso le parole non dette
ad esaudire ogni desiderio in te che ancora
ti sorprendi vera in un’attesa che ti strema,

e poi verrà socchiusa in un tramonto l’ora
che in te travolge le consuetudini perfette
di un quotidiano andare in cui ti sperdi
nel buio della fretta che l’amore ti nasconde.

E salgono le onde di un mare che sconvolge
perfino quel tuo certo non-vivere d’ieri
e le solitudini in cui spesso chiudi il cuore
a non udire il grido che si alza sulla pelle.

-Ti ho visto sorridere per una volta almeno
e passarti leggere le mani nude tra i capelli –
ora che sai di questo amore che libero ti dona
senza limiti e confini un errare vagabondo.

(Come amante ti ama amore e sempre ti perdona…)


 “La luna” di Maria Teresa Lentini

Di

mare

sanno

l’umido

delle labbra

e i sussurrati

baci

di

bosco

le pieghe

del corpo

che al desiderio

tenero rifugio

offrono

Complice

d’intimi giochi

generosa

la pallida luna

in un cielo

nero velluto

sta.

“…e in questa notte profumata di luna

ti trasformi in onda e io in umida terra,

tu sei la pelle del mio corpo ed io le labbra dei tuoi baci…”

 

Sezione B (Poesia Faustino)

“Perché” di Rosaria Fiore 

Fo la poetessa perché sono distratta
e per non esser creduta una svampita
mi do un tono, mi atteggio, e se capita una svista
dicono: “È nelle nuvole, si tratta di un’artista”.

Fo la poetessa perché amo far l’amore
e per non esser creduta una puttana
mi fo veder romantica e piena di emozioni
così dicono: “Son le vibrazioni”.

Fo la poetessa perché rido per strada
ma non voglio finire in manicomio
così se canto, accada quel che accada,
dicono tutti: “Ha l’ispirazione”.

Ma soprattutto mi fo chiamar poetessa
perché mi piace vivere da sola,
e mentre i solitari son minacciosi e strani,
un poeta può starsene in pace coi suoi cani.

 

“Gli amori impossibili” di Cettina Lascia Cirinnà

Gli amori impossibili
nascono muti
non fanno rumore
sono ovattati dentro
camere d’albergo
straziano la pelle
quando crescono
ad ogni incontro
l’acqua versata
li fortifica
rigogliosi virgulti
avvolgono il tronco
esile.
In un baleno
diventano fronde forti
che abbracciano il cuore
mai più si staccheranno
si dissetano e si saziano
di dolore intinto
in attimi di felicità.

 

“Alba di spiaggia” di Maria Daniela Dagnino

Cammino all’alba
Son già in spiaggia
Così infinita,
così candida
ed innocente.
Cammino con le scarpe sotto il braccio,
e mi si inzuppa la veste
che ancora non mi sento
di rivelare ad altri
il mio pallore
e la magrezza
un poco insana.

Girovago
Di gabbiano sgraziato
Rimestare tra i granelli
Polvere di conchiglie.
Infinita spiaggia,
mi inoltro
su una battigia disuguale,
morsa dalle onde,
battuta dal vento,
oltraggiata
dai
miei passi pesanti.
Pesanti,
oh si, pesanti.
Alle caviglie
Zavorre di pensieri
Rendono il cammino
D’affondi e risalite
Su per le dune a destra
Punteggiate
Di erbe aromatiche selvatiche.
Ricordi ?
Ne cogliemmo un filino
Per un ciocco di carne saporito.

La gobba
Di una duna
Ricorda una donna
Rinchiusa nella cella
Dei suoi pensieri.
La valico trionfante.
Da lì, spugnoso mare.
Da lì, saporita terra.
Nessuno circola,
nessuno respira
se non me,
a tratti,
se non gruppetti di gabbiani
alle prese con la toletta mattutina.

Ascolto
Una solitudine che s’agita,
emette suoni, urla,
s’acquatta.
Odora d’acqua e sale.
Odora di pelle bruciata.

Sento le ginocchia
Tremanti
E me le tengo
Strette tra le braccia.
Accovacciata
Sembro un volatile
Covare
La sua prole.
Ma non ho figli
Dal tuo seme,
né una ciocca di capelli,
tuoi,
che amavo,
né un tuo dito,
né un piede,
né un pezzo di cielo
perché questo cielo
così infinitamente semplice
è una superficie
troppo vasta
da esplorare,
perché l’azzurro così avvincente
mi muore contro
e sfuma
contro la mia carne,
perché di nero
voglio vestire
sulla rena gialla,
contro la macchia smeralda,
contro le tue braccia
che remano
altri lidi
e trascinano altri amori.

Lo stridio dei gabbiani
È un invito alla vita,
a bagnare cosce e ventre,
disincagliare ricordi,
nuotare altrove,
anche in superfici ristrette
di pozzanghera autunnale
dove galleggiano
graziose
piccole foglie rosso cupo.

9 pensieri su “Vincitori della gara poetica “Valentino VS Faustino 2012”

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