“La coltura degli alberi di Natale” di Thomas Stearns Eliot: l’inizio ricorderà la fine
“La coltura degli alberi di Natale”

Vi sono molti atteggiamenti riguardo al Natale,
e alcuni li possiamo trascurare:
il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale,
il rumoroso (essendo i bar aperti fino a mezzanotte),
e l’infantile – che non è quello del bimbo
che crede ogni candela una stella, e l’angelo dorato
spiegante l’ali alla cima dell’albero
non solo una decorazione, ma anche un angelo.
Il fanciullo di fronte all’albero di Natale:
lasciatelo dunque in spirito di meraviglia
di fronte alla Festa, a un evento accettato non come pretesto;
così che il rapimento splendido, e lo stupore
del primo albero di Natale ricordato, e le sorprese, l’incanto
dei primi doni ricevuti (ognuno
con un profumo inconfondibile e eccitante),
e l’attesa dell’oca o del tacchino, l’evento

atteso e che stupisce al suo apparire,
e reverenza e gioia non debbano
essere mai dimenticate nella più tarda esperienza,
nella stanca abitudine, nella fatica, nel tedio,
nella consapevolezza della morte, nella coscienza del fallimento.
Nella pietà del convertito
Che si potrebbe tingere di vanagloria
Spiacente a Dio e irrispettosa verso i fanciulli
(E qui ricordo con gratitudine anche
Santa Lucia, con la sua canzoncina e la sua corona di fuoco)
Così che prima della fine, l'”ottantesimo” l’ultimo, qualunque esso sia
Le accumulate memorie dell’emozione annuale

Possano concentrarsi in una grande gioia
Simile sempre a un grande timore, come nell’occasione
In cui il timore giunse ad ogni anima
Perché l’inizio ci ricorderà la fine
E la prima venuta la seconda venuta.
Thomas Stearns Eliot è nato a Saint Louis il 26 settembre 1888 ed è deceduto a Londra il 4 gennaio 1965.
Poeta, saggista, critico letterario e drammaturgostatunitense naturalizzato britannico è stato una delle personalità più influenti del Novecento. Dagli Stati Uniti si trasferì nel 1914 nel Regno Unito e lì visse sino alla morte.
Nel 1948 fu premiato con il Nobel per la letteratura. Fu amico di Ezra Pound che lo inserirì nei circoli letterari più importanti del tempo.

È stato autore di diversi poemi, alcuni dei quali destinati al teatro: Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock, La terra desolata, Gli uomini vuoti, Ash Wednesday, Quattro quartetti, Assassinio nella cattedrale e The Cocktail Party. È stato autore inoltre del saggio Tradition and the Individual Talent.
“La terra desolata” è un poemetto di estrema bellezza di cui si consiglia la lettura, la scrisse durante un ricovero per instabilità psichica, inviò il manoscritto a Pound e questi consigliò saggiamente di tagliare varie parti rendendo l’opera un gioiello non solo letterario ma una sorta di manifesto del modernismo.
“Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L’inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.” – primi versi de “La terra desolata”
Info
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