Intervista di Alessia Mocci al fotografo Mariano Casti ed al suo reportage in Chad

La fotografia ed i viaggi. Una combinazione perfetta per coloro che hanno bramosia di fermare l’attimo, la visione di un momento unico, irripetibile.

Il giovane fotografo sardo Mariano Casti è di recente tornato in patria dopo un’esperienza non solo artistica ma sociale: per una ventina di giorni è stato in Chad, nella grande Africa, per far del volontariato ed utilizzare la situazione anche per un reportage naturalistico sulle bellezze del luogo. Al ritorno si è sentito cambiato, ciò che ha visto e provato ha sensibilizzato maggiormente la sua attitudine verso la meraviglia.

Mariano è stato molto disponibile nel raccontarci qualcosa in più sulla sua vita, su come ha vissuto sin da piccolo la fotografia, sulla sua esperienza nel continente nero e nel donarci delle foto esclusive sul suo reportage! Buona lettura!

 

A.M.: Aver come padre un fotografo ha influenzato la tua passione per l’arte fotografica?

 
Mariano Casti: Io provengo da una generazione di fotografi, mio nonno ha cominciato nel 1935 con questo mestiere, mio padre ha proseguito dal 1971 ad oggi, quindi possiamo dire che sono nato in mezzo alla fotografia! Ma inizialmente, come spesso accade, non ne ero attratto, anzi, non avevo nessun interesse. Vado in studio da quando ho 10 anni, perché erano gli anni 90… il BOOM della fotografia a pellicola.. quindi c’era sempre da fare! Ho imparato la tecnica a 11 anni praticamente… Ma io non scattavo, non mi piaceva!!! Ho cominciato a fare i primi lavori a 13 anni, in occasioni come Cresime e/o Comunioni… Mio padre faceva il suo lavoro e mi portava per ” insegnarmi”. Ma la fotografia secondo me non si insegna… ed infatti le mie foto non erano nulla di che, facevo gli scatti necessari per il lavoro, ma senza alcuna passione! Questo fino all’età di 20 anni, poi… tutto è cambiato, ho iniziato a sentire la fotografia dentro di me, a cercare di perfezionarmi giorno per giorno ed a scoprire la mia vera passione: la Fotografia Paesaggistica, anche grazie al mio primo viaggio all’estero nell’estate del 2005.

 

A.M.: Ti ricordi quand’è stato il momento in cui hai deciso di lavorare in questo campo?

Mariano Casti: Sì, nel 2004, come ho preso la maturità classica… La fotografia stava cominciando ad appassionarmi e presi la decisione di lavorare in studio con mio padre.


A.M.: La tua prima macchina fotografica?

Mariano Casti: La macchina fotografica che usavo per comunioni e cresime era un Olympus OM1 , ma non era la mia macchina! La macchina che ho veramente sentito mia, e che mi ha aiutato a crescere è senza dubbio l’Hasselblad 503 e la 903, due medio formato, la seconda con un grandangolo da paura.


A.M.: La macchina fotografica che utilizzi maggiormente?

Mariano Casti: Ora come ora per lavoro uso sempre una Nikon d700 con un parco ottiche completo originale Nikon. La mia ottica principale è il 24-70, mi permette di fare tutto ciò che voglio, con una qualità senza compromessi! Come secondo corpo, e per i viaggi di piacere, utilizzo invece una Olympus e3, che risulta più leggera, e più pratica!
Nel mio cuore cmq rimane sempre l’Hasselbladh 903 anche se per svariati motivi, la utilizzo sempre meno!


A.M.: Chi sono i tuoi idoli?

Mariano Casti: Ammiro tantissimi colleghi. Il primo che ammiro è mio nonno, che faceva dei ritratti Dìdavvero favolosi, con una spontaneità disarmante!
L’ altro grandissimo è Ansel Adams , che per la fotografia di paesaggio è stato un grande ispiratore, assieme a John Shaw che sono a parer mio i migliori al mondo!
Per quando riguarda la fotografia di matrimonio, il mio idolo è il grande Oreste Pipolo, fotografo di matrimoni napoletano che ho avuto l’onore di conoscere di persona a Napoli due anni fa. Reportagisti , ovviamente Sebastião Salgado , sopratutto per le tematiche trattate.

 

A.M.: Oltre alla fotografia una tua forte passione è il viaggiare. Quali sono i luoghi in cui sei stato?

Mariano Casti: Credo che un buon fotografo non possa precludersi la possibilità di viaggiare,  viaggiare significa vedere e conoscere nuove culture, significa crescere interiormente! Un fotografo che si rispetti deve avere una mente aperta a 360°, e solo i viaggi ti permettono di vedere il mondo con gli occhi diversi!
Dal 2005 a oggi, sono stato nel giugno 2005 alle Isole Mauritius, nel dicembre 2005 a Praga,
maggio 2006 in Tunisia, dove ho affittato un auto e ho girato per 3 giorni la zona nord della Tunisia, tra Tunisi, Hammamet, Keirouan , Sousse. Nel Dìdicembre del 2006 sono stato a Santo Domingo per 9 giorni , questo più che altro un viaggio di piacere. Nel febbraio 2007 son stato in Inghilterra, tra le città di Birmingham e Notthingam; nell’ottobre del 2008 ho visitato Londra, dove ne ho approfittato per assistere al concerto di Franco Battiato al Koko.
Ad aprile 2009 sono stato a Parigi ed a Versaille per 6 giorni; nel maggio 2009 ho visitato Marsiglia ed Aix En Provence dove sono stato per 5 giorni. A dicembre 2009 sono partito alla volta del Giappone, dove sono stato 11 giorni, visitando Tokyo ed Hakone, un paesino ai piedi del monte Fuji! A dicembre 2010 sono partito invece alla volta della Cina, dove sono stato per 20 giorni, visitando Pekino e Shanghai. A novembre 2011 , sono partito invece per lavoro, alla volta dell’africa nera, nerissima e poverissima! Destinazione Tchad, a Bongor , nel sud del Tchad al confine con il Cameroun.


A.M.:
Sei appena tornato dal continente nero. Perché questo viaggio?

Mariano Casti: Ho deciso di partire in Africa nel febbraio del 2010. Volevo innanzitutto conoscere la vera Africa, e toccare con mano le difficoltà che si vivono li per capire un mondo che ci sembra tanto lontano, per riuscire a crescere interiormente, e se possibile, in qualche modo, dare un contributo con il mio lavoro! Cosi mi sono rivolto ad un associazione Onlus che opera in Chad, precisamente a Siekè, un villaggio nei pressi di Bongor, dove ha iniziato il progetto di costruzione di un università agro-zootecnica. Mi sono proposto come volontario, quindi senza retribuzione, per la realizzazione di un reportage che testimoniasse il lavoro svolto li dall’associazione, le condizioni di vita del popolo tchadiano, e le bellezze che il Chad riserva ai proprio visitatori. Son partito con un gruppo di altri 4 volontari, la mia permanenza è durata 20 giorni, dal 2 al 22 novembre 2011. Lì ho poi stretto amicizia con un gruppo di medici dell’università di Sassari che hanno iniziato un progetto di collaborazione con l’ospedale di Bongor, costruendo un centro di Fisiokinesiterapia all’interno del centro ospedaliero, e portando attrezzature per la sala operatoria! Grazie a quest’amicizia, ho realizzato dei lavori per loro, tra cui un reportage all’interno dell’ospedale di Bongor. Ho poi stretto rapporti con un missionario saveriano che opera in Cameroun, e mi sono spostato per qualche giorno in Cameroun, dove ho vissuto per 4 giorni nella savana e ho avuto modo di documentare la festa del raccolto, e l’interno di un villaggio dell’etnia Musei.


A.M.: Il momento più bello vissuto in Africa?

Mariano Casti: Ogni giorno..il tramonto! È spettacolare!

 
A.M.: Ed, invece, quello in cui hai maggiormente avuto timore per te stesso?

Mariano Casti: Bisogna partire dal fatto che il Tchad è un paese governato da un regime militare, quindi, è fortemente militarizzato! In Tchad è VIETATO fotografare , poiché vige una legge di guerra che è stata fatta decenni fa e non è stata MAI eliminata. Inoltre il Tchad è un paese a maggioranza musulmano e i musulmani non vogliono essere fotografati! Ecco questo farà capire quanto ho rischiato ogni volta che tiravo fuori la macchina fotografica per lavorare! La volta che ho cmq avuto più paura, è quando ho scattato delle foto dal cassone del Pick up in cui viaggiavo, e mi sono ritrovato sotto una pioggia di Sassi, perché avevo erroneamente fotografato un gruppo di persone evidentemente musulmane! Ringrazio il mio autista che è stato pronto a svignarsela… altrimenti non so se sarei qua a raccontare tutto.


A.M.: È un’esperienza che consiglieresti?

Mariano Casti: È un’ esperienza molto dura, soprattutto se vivi come loro, e non da turista, quindi fare cose di tutti i giorni come cucinare o fare la spesa. Per capirci, solo andare a fare la spesa era un trauma, contando che la carne viene poggiata in muretti, è piena di mosche, e viene toccata da tutti prima di essere comprata, perché la genuinità della carne la verifichi toccandola….! Per la cronaca, il mercato della carne è a pochi metri dalla fogna a cielo aperto che passa nel mercato. Questo è solo un esempio delle situazioni in cui mi sono trovato… diciamo che bisogna avere tanto coraggio! Forse però la consiglierei… perché ti cambia il modo di vedere tante cose… !

 

A.M.:  Ci sarà una mostra del reportage in Africa?

Mariano Casti: Si, con il lavoro svolto in Africa, conto di fare una mostra a breve prima a Villacidro, e poi sto iniziando a ricevere delle offerte di esposizioni al di fuori del mio paese, e la cosa mi fa molto piacere! Ci sono poi tanti progetti in via di definizione, ma dei quali non posso ancora parlare.

 

A.M.: Prossima destinazione?

Mariano Casti: Tra 20 giorni parto per Barcellona una settimana, per un viaggio di piacere stavolta… una vacanza ogni tanto ci sta bene! Per il prossimo anno ho in progetto un viaggio in Corea del Sud… ma per ora non so ancora ne le date, ne le città di destinazione.

 Sito:

http://www.fotocasti.com/

4 pensieri su “Intervista di Alessia Mocci al fotografo Mariano Casti ed al suo reportage in Chad

  1. complimenti per la bella esperienza che hai vissuto!!!! le tue foto saranno un modo per condividere con gli altri le emozioni vissute in africa!!!!

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