“Carnivale” serie tv sull’esoterismo – recensione di Alessandro Vigliani

Carnivale è una serie tv della HBO andata in onda tra il 2003 e il 2007 (da noi dal 2005 sul canale Jimmy) ambientata negli USA ai tempi della grande depressione del 1929.

 

Ideatore della serie, prematuramente scomparsa dopo due bellissime stagioni, è Daniel Knauf, lo stesso, per intenderci, di Spartacus e Supernatural che, a dispetto delle sue più pubblicizzate creazioni, dà il meglio di sé proprio in Carnivale, prodotto impregnato di esoterismo, di immagini simboliche e inquietudini da realtà distorte.

In Carnivale il tutto va avanti in un gioco di prospettive, un grande specchio deformante dentro cui scorrono le vicende dei membri di una compagnia circense che agli show consueti da “tendone” affianca quelli in cui i freaks danno “bella” mostra di sé.

E ci sono proprio tutti.

La donna barbuta, le ballerine siamesi, un rettiliano, la bestia, una cartomante in coma che comunica attraverso la figlia.

Autentica colonna portante della serie, è il personaggio interpretato da Michael J. Anderson, capofila del mondo distorto di Carnivale, che attraverso le pagine nere di Twin Peaks si mostrò alla televisione con tutta la sua inquietante presenza scenica.

Lui, è il portavoce, l’emanazione visiva di quella “direzione” che non si mostra mai e, causa l’essere sempre celata, appare allo spettatore se non proprio cattiva comunque non del tutto buona.

Tuttavia, sebbene queste figure basterebbero a costruire un plot narrativo già efficace di sé, è l’incontro con Ben Hawkins ex detenuto capace di ridare la vita (sottraendo morte) conosciuto al termine di una tempesta di sabbia, a cambiare le sorti e la quotidianità del circo, che lentamente scivola nel mezzo di una battaglia tra lo stesso Hawkins e il padre metodista Justin Crowe (Clancy Brown); abile è la regia a confondere le idee su chi sia il bene e chi il male, ponendo a ogni puntata dubbi e nuovi colpi di scena e creando nel mentalista Lodz una chiave di volta per comprendere molti dei fenomeni descritti all’interno della serie.

L’atmosfera polverosa, sporca, spesso violenta fa da cornice alla storia, a questo mondo capovolto dove anche la passione può diventare grottesca e morbosa, dove ogni avvenimento è talmente distante dal consueto da risultare disturbante.

Molti, come già detto, sono i riferimenti esoterici nonché mitologici all’interno della serie.

Knauf ricostruisce attraverso uno schema avatarico la netta contrapposizione tra le creature della luce e quelle delle tenebre, un passo pesante, lento ma inesorabile verso un conflitto finale nel mezzo di quel vuoto, di quel buco nero che è la crisi del 1929.

Il mondo che crolla come sfondo, come a dire che se anche tutto cade comunque l’eterna lotta non avrà mai fine, uomo o non uomo.

Tanti riferimenti religiosi, l’albero della vita su tutti, altri celati e non rivelati, rappresentano per gli appassionati del genere un motivo in più per prendere in considerazione una full immersion di Carnivale, serie che, nonostante un finale comunque appagante, ha visto una scomparsa prematura, vittima di un calo di spettatori durante la seconda stagione, dovuto alla comunque non semplice tematica affrontata.

In questo link, se masticate l’inglese, trovate la spiegazione dettagliata della mitologia in Carnivale.

Se volete un motivo in più per guardare la serie e recuperare le puntate, date pure uno sguardo ai titoli di apertura:

 

Written by Alessandro Vigliani

 

 

Fonte:

Alessandro Vigliani

 

 

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